domenica 7 luglio 2013

RIFORMA PROVINCE - LA "MARMELLATA INDISTINTA" DELL'ASSESSORE REGIONALE PAOLO PANONTIN



FRIÛL
LA RIFORMA REGIONALE
DELLE PROVINCE E LA “MARMELLATA INDISTINTA”
DELL’ASSESSORE PANONTIN.

Comunicati Agenzia Consiglio Notizie

6 Luglio 2013, ore 10:35


(…) Un'organizzazione territoriale nuova e moderna che l'assessore regionale Paolo Panontin si è impegnato a perseguire nella proposta di riforma che presto arriverà in Consiglio regionale: " (…) Non è difficile immaginare che le competenze oggi assegnate alle Province possano essere affidate senza troppe difficoltà organizzative a Comuni e Regione, ma su una cosa dobbiamo essere chiari: non credo che i termini di costi avremo, almeno inizialmente, un grande risparmio, ma passando a un modello amministrativo di area vasta ne guadagneremo in efficienza. Le forme di aggregazione dovranno creare un sistema coerente, ma fin d'ora posso dirvi che sono contrario all'Area metropolitana di Trieste: aprirebbe immediatamente una Questione friulana e io non firmerò mai una riforma che possa mettere in crisi l'unione della nostra regione. (…)”
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COMMENTO

Per il neo-assessore regionale Paolo Panontin (assessore alla funzione pubblica, autonomie locali e coordinamento delle riforme, delegato alla protezione civile e alla polizia locale e sicurezza), della Giunta regionale della Presidente Debora Serracchiani, la “Questione Friulana”, pare debba dunque essere considerata, non una importante realtà di cui tener conto nel riformare le autonomie locali e nel Governo della Regione, ma un “pericolo” per il sacro dogma dell’unità regionale!

Meglio una “marmellata indistinta” al posto del legittimo e giusto riconoscimento della realtà duale della nostra Regione!

E che ne pensa la Presidente di Regione Avv. Debora Serracchiani di questa grave dichiarazione del suo assessore, riportata "virgolettata" dal giornalista sul sito ufficiale della Regione? La condivide?

Gli assessori regionali e il mondo politico, possono decidere autonomamente dall’alto del loro potere istituzionale senza ascoltare le popolazioni Friulane e Triestine, e negando l'esistenza nella nostra regione di “due” distinte realtà storiche, geografiche, culturali e plurilingui: il Friuli e la Provincia di Trieste?

La diversità “duale”della nostra regione deve essere istituzionalmente riconosciuta e il territorio deve essere ascoltato. Si può rimanere uniti anche nel rispetto, e conseguente riconoscimento istituzionale, delle “due” realtà storiche, culturali, geografiche e plurilingui che compongono la nostra regione.

Chi lo dice all’assessore Panontin? Glielo dice Lei, Presidente Debora Serracchiani?

LA REDAZIONE DEL BLOG
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4 commenti:

  1. DAL SITO INTERNET DEL SETTIMANALE “LA VITA CATTOLICA” – UD

    http://www.lavitacattolica.it/stories/politica/1154_province_ciriani_lo_scenario_cambia_anche_per_il_friuli-vg/

    4.07.2013 - Alessandro Ciriani, presidente della Provincia di Pordenone e presidente in carica dell’Unione delle Province del Friuli-Venezia Giulia, accoglie "con soddisfazione" il pronunciamento della Consulta sull’incostituzionalità dei decreti di riordino delle Province ma non si dichiara sorpreso.

    “Finalmente è stato messo un punto fermo sul processo di riordino istituzionale – spiega – ma l’esito era scontato perché non si possono confondere i livelli delle fonti normative. Sono, comunque, soddisfatto perché ora le Province non potranno essere più chiamate a fare da unico ‘capro espiatorio’ per dare risposta alle esigenze di quel profondo riordino di cui necessita l’Italia e la nostra stessa Regione”.

    “Da oggi, dunque, lo scenario cambia anche per il Friuli-Venezia Giulia e nessuno potrà tentare ‘colpi di mano’, tanto meno si potranno sospendere elezioni democratiche di organi costituzionali”.

    “Siamo i primi a ritenere imprescindibile il riassetto istituzionale del Friuli Venezia Giulia – conclude il Presidente dell’Unione delle Province - e lo chiedono con forza i nostri concittadini e le imprese per contenere la spesa pubblica e rendere più efficienti i servizi.

    MA SE SI VOGLIONO OTTENERE RISULTATI CONCRETI DOVRA’ ESSERE RIVISTO L’INTERO ASSETTO DI FUNZIONI E COMPITI DI TUTTI GLI ENTI, PARTENDO DALLA REGIONE per poi giungere a Province e Comuni, nella condivisione di un metodo che deve veder agire di concerto tutte le istituzioni coinvolte nel rispetto del dettato costituzionale, come oggi ribadito dalla Corte”.

    “CI ASPETIAMO CHE GIA’ NEI PROSSIMI GIORNI IL GOVERNO REGIONALE PRENDA ATTO DI TALE SITUAZIONE E SMETTA DI INSEGUIRE LOGICHE CENTRALISTICHE o meri slogan elettorali, aprendo un confronto serio su quale deve essere il modello di riscrittura dell’assetto e dell’ordinamento della Regione, delle Province e dei Comuni”.
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  2. DAL SITO INTERNET DEL SETTIMANALE “LA VITA CATTOLICA” – SETTIMANALE DELL’ARCIDIOCESI DI UDINE

    http://www.lavitacattolica.it/stories/politica/1165_dopo_le_province_i_collegi/

    5.07.2013 - Province salve, dopo la sentenza della Corte costituzionale che mercoledì sera ha dichiarato illegittima la riforma varata a suo tempo dal premier Monti nel decreto "Salva Italia"?

    Nemmeno per sogno. Oggi stesso il Consiglio dei ministri ha varato un disegno di legge costituzionale che cancella le Province dalla Costituzione. Un testo brevissimo, solo per cambiare l'articolo 114: la Repubblica sarà costituita dai Comuni, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

    Prima di arrivare al risultato, però, la strada è lunga: ci vuole la doppia approvazione da parte di Camera e Senato, il che vuol dire, nella migliore delle ipotesi, almeno un anno di iter parlamentare.

    In secondo luogo, se la riforma non fosse approvata a maggioranza assoluta, potrebbe essere soggetta a referendum popolare.

    Questa riforma avrebbe effetto immediato anche per il Friuli-Venezia Giulia, nel senso che la Regione diventerebbe libera di abolire le Province, cosa che attualmente non può fare, in quanto l'ente secondario è, per la Costituzione, un "ingrediente" necessario della struttura dello Stato.

    Ma non finisce qui. Entro una settimana dovrebbe essere varato dal Governo Letta un disegno di legge (questa volta ordinario) che istituisce, in luogo delle Province, i Circondari delle autonomie, rifacendosi ad una storica proposta di Luigi Einaudi.

    Le competenze delle Province sarebbero esercitate dall'assemblea dei sindaci dei Comuni che compongono ciascuno degli attuali territori provinciali. Niente accorpamenti, quindi, rispetto alla riforma di Monti. Il risparmio starebbe nell'abolizione delle elezioni provinciali e nell'abolizione delle indennità degli eletti in consiglio provinciale e nella giunta. Ben poca cosa, comunque, visto che la gran parte dei costi delle Province sta nel personale e nell'esercizio delle loro competenze.

    Tale riforma non avrebbe effetto automatico in Friuli-Venezia Giulia, che gode di autonomia speciale per quanto concerne l'organizzazione delle autonomie locali.

    VAL LA PENA DI RICORDARE PERO’ CHE IN CAMPAGNA ELETTORALE LA PRESIDENTE DEBORA SERRACCHIANI, INTERVISTATA DA “LA VITA CATTOLICA”, ESPRESSE L’IPOTESI DI SOSTITUIRE ALCUNE COMPETENZE DELLE ATTUALI PROVINCE CON UN’ASSEMBLEA DEI SINDACI DEL FRIULI (INTESO COME PROVINCE UNITE DI GORIZIA, PORDENONE E UDINE).

    CIO’ PER DARE AL POPOLO FRIULANO UNA ESPRESSIONE ISTITUZIONALE UNITARIA SU MATERIE FONDAMENTALI PER IL PROPRIO FUTURO (pensiamo ad esempio alla tutela e alla valorizzazione della lingua e delle cultura friulana).

    Il governo sembra, insomma, dare una mano a Serracchiani in questa direzione. L'unico limite è che non si prevedono più aggregazioni tra Province e ciò rischia di allontanare la possibile UNIONE TRA GORIZIA, PORDENONE E UDINE.

    LA REGIONE E’ LIBERA DI DECIDERLA, MA GLI EGOISMI TERRITORIALI E I GIOCHI DI CHI DA SEMPRE OSTEGGIA UN FRIULI PIU’ FORTE E PIU’ COESO POTREBBERO AVERE BUON GIOCO.

    Intanto, proprio oggi Serracchiani ha confermato che intende «procedere con il superamento delle attuali quattro Province».
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  3. Fino a poco tempo fa i fautori dell'abolizione delle Province affermavano che la cancellazione di questo Ente, per altro previsto dalla Costituzione italiana, avrebbe prodotto "risparmi stratosferici". Verificato la falsità di questo assunto ora gli stessi fautori dell'abolizione delle Province hanno sostituito il contetto del "risparmio" (inesistente o quasi!) con "la efficenza" del nuovo modello amministrativo privo di Province: peccato che l'efficenza sia tutta da dimostrare e un dato del tutto teorico!

    Conoscendo il pessimo funzionamento di molte Regioni italiane, è credibile che le Regioni o le associazioni dei Comuni, saranno più efficenti delle attuali Province?

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  4. Il lessico incomprensibile della politica:

    "Le forme di aggregazione dovranno creare un sistema coerente"

    Sistema coerente? Ma cosa significa? L'arte dei politici di parlare senza dire nulla....

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