mercoledì 27 giugno 2018

LA CONTRO-RIFORMA DELLE UTI: DUE DOMANDE ALLA GIUNTA FEDRIGA


La contro-riforma

delle UTI

(Unioni Territoriali Intercomunali)


ALCUNE DOMANDE

ALLA GIUNTA REGIONALE

DELLA REGIONE

FRIULI-V.G.

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PONIAMO ALCUNE DOMANDE

ALLA NUOVA GIUNTA REGIONALE


Nella cancellazione/modifica/controriforma delle UTI che la Giunta regionale Fedriga si appresta ad effettuare, giustamente considerato il mare di problemi  creati ai Comuni da questa legge regionale di riforma enti locali targata Panontin/Serracchiani, l'assenza di democrazia nel percorso legislativo delle legge istitutiva delle UTI, la necessità di rimediare ai troppi ricatti e penalizzazioni posti in essere a danno dei Comuni che non hanno aderito alle UTI la necessità di rispettare l'art. 5 della Costituzione italiana, poniamo due domande alla Giunta Fedriga:

  1. come pensa di rispettare la sentenza della Corte Costituzionale nr. 50 del 2015 con cui la Consulta ha precisato che “le Unioni di Comuni NON SONO ENTI LOCALI” e neppure "UN ENTE TERRITORIALE ULTERIORE E DIVERSO RISPETTO ALL'ENTE COMUNE"?

    Alla luce di questa sentenza, come può una “associazione tra Comuni”, per sua natura giuridica subordinata ai Comuni stessi che l'hanno generata, essere a elezione diretta e dunque a gestione autonoma rispetto ai Comuni stessi?

  2. nel modificare la riforma enti locali approvata dalla Giunta Serracchiani,  si terrà conto finalmente anche della Ordinanza del TAR del Lazio  di rinvio alla Corte Costituzionale (Ordinanza pubblicata il 20 gennaio 2017) e più specificatamente del punto in cui i magistrati del TAR del Lazio ritengono  “rilevante e non manifestamente infondata" la dubbia costituzionalità "dell'esercizio obbligatorio in forma associata delle funzioni, mediante unioni o convenzioni, da parte dei Comuni"?

    http://comitat-friul.blogspot.it/2017/03/per-il-tar-del-lazio-la-gestione.html

    Stranamente sia la politica regionale che la stampa locale hanno sempre ignorato questa importante Ordinanza di rinvio alla Corte Costituzionale del TAR del Lazio nonostante la sua lettura ponga molti interrogativi sulla costituzionalità della normativa, anche regionale, sulle  "Unioni di Comuni" (UTI da noi in regione) e soprattutto sull' "obbligatorietà dell'esercizio in forma associata delle funzioni comunali" e il ricorso al TAR del Lazio sia stato sottoscritto da ben 2.200 Comuni italiani….


LA REDAZIONE DEL BLOG

 

domenica 24 giugno 2018

"IL GENOCIDIO DIMENTICATO: PERSECUZIONE DI ROM E SINTI" DI JOVANA KUZMAN

 
Dal sito
 
 
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APPROFONDIMENTI
 
Il genocidio dimenticato:
persecuzione di Rom e Sinti
 
di Jovana Kuzman
 
22 giugno 2018
 

(…) Il 16 maggio 1940 iniziò la deportazione organizzata delle famiglie Sinti e Rom dal territorio del Reich. Il 29 gennaio del 1943 venne disposto dall’Ufficio centrale per la sicurezza Nazionale la selezione secondo precisi criteri di “tutti gli zingari di sangue misto, gli zingari rom e gli zingari appartenenti a tribù zingare di sangue non tedesco di origine balcanica” e l’invio dei gruppi di famiglie verso il campo di concentramento di Auschwitz, dove furono sottoposti a terribili esperimenti pseudopsichiatrici coordinati dal medico del campo, Mengele.

Nel 1944 l’intero “campo-zingari” fu liquidato. Il genocidio non venne compiuto solo ad Auschwitz, ma anche a Chelmno, Kulmhof, Treblinka, Majdanek e tramite esecuzioni di massa in Croazia, Polonia, territori del Mar Baltico, Serbia, Ucraina e Crimea. Le stime affermano che circa mezzo milione di Sinti e Rom persero la vita."
 
 
 
 
LEGGI TUTTO IL TESTO
 
 
 
 
 
 

martedì 12 giugno 2018

MINORANZA LINGUISTICA SLOVENA: CONOSCONO LA COSTITUZIONE ITALIANA E LE SENTENZE DELLA CORTE COSTITUZIONALE? PARE PROPRIO DI NO!





MINORANZA LINGUISTICA SLOVENA

LA COSTITUZIONE ITALIANA
E LE SENTENZE DELLA
CORTE COSTITUZIONALE?
 

SCONOSCIUTE

ALLA SENATRICE PD, TATJANA ROJC,
E AL PRESIDENTE FEDRIGA? 

PARE PROPRIO DI “SI'” !!

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Dal quotidiano
Friulisera.it
 
 
http://friulisera.it/sloveni-rojc-scopriamo-pensiero-di-fedriga-da-giornali-sloveni/

Sloveni: Rojc, scopriamo pensiero di Fedriga da giornali sloveni

di Redazione · 11 giugno 2018

"Abbiamo fatto una scoperta interessante sul pensiero del presidente Fedriga in merito alla minoranza slovena in Friuli Venezia Giulia. Peccato aver dovuto aspettare di leggere il Delo di Lubiana, per sapere che Fedriga è a favore di una rappresentanza garantita al Parlamento italiano, esattamente come è stato auspicato nei mesi scorsi dal Pd del Friuli Venezia Giulia e recentemente anche da me a colloquio con il presidente Pahor.

Lo ha affermato la senatrice del Pd Tatjana Rojc, commentando l'intervista rilasciata dal presidente della regione Massimiliano Fedriga al quotidiano “Delo” di Lubiana. Rojc osserva che “della rappresentanza politica garantita per gli sloveni non aveva mai parlato, né prima quando si è votata la legge elettorale, né poi in campagna elettorale, anzi della comunità slovena non c'è traccia nel suo programma elettorale.

Se intende fare sul serio e portare le istanze degli sloveni a Roma, Fedriga sappia che su questo argomento siamo abbastanza preparati, e disponibili a dare una mano”.

“Interessante poi approfondire – aggiunge Rojc - il tema della rappresentanza garantita anche a livello regionale, menzionata nell'intervista, e capire come intenderebbe procedere verso una riforma in tal senso. Forse si prevede un censimento? O forse non sarebbe intanto buona cosa impegnarsi per la completa applicazione della legge 38/2001? Sarebbe già sistemato molto – conclude - di quello che ancora resta aperto”.

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COMMENTO

della redazione del Blog


Ricordiamo alla senatrice
(di lingua slovena) del Pd Tatjana Rojc,  e al Presidente di Regione Fedriga:

 
1) La nostra Costituzione, l’Europa e le leggi della Repubblica tutelano le minoranze linguistiche senza nessuna differenza normativa tra le minoranze stesse. La Corte Costituzionale è già intervenuta dichiarando incostituzionali eventuali differenze nella tutela.

Un esempio? Dal sito del Comitato 482:
Anche per la Consulta i friulani non sono una minoranza di serie B



2) La Costituzione slovena prevede un seggio in Parlamento per OGNI minoranza linguistica riconosciuta dalla Slovenia. Inoltre "la Costituzione slovena" non discrimina tra minoranze linguistiche e per tutte – con o senza Stato – prevede la rappresentanza in Parlamento. Ossia, giusto per esplicitare meglio il concetto giuridico, se la minoranza linguistica friulana fosse per ipotesi riconosciuta in Slovenia, avrebbe diritto ad un seggio garantito in Parlamento esattamente come la minoranza linguistica italiana che vive in questo Stato.
Nella Costituzione italiana non esiste pari norma costituzionale, e sia la senatrice del Pd Tatjana Rojc che il Presidente di Regione Massimiliano Fedriga LO SANNO PERFETTAMENTE!! 

3) La minoranza linguistica slovena la smetta dunque di richiedere norme “a suo esclusivo favore” non previste dalla Costituzione italiana.

4) Se intende fare sul serio e portare le istanze dei FRIULANOFONI a Roma, Fedriga sappia che su questo argomento siamo abbastanza preparati, e disponibili a dare una mano.

Presidente Fedriga,  in attesa di portare le  istanze FRIULANOFONE  a Roma,  si attivi per dare attuazione alla L.r. Friuli-vg nr.  29/2007 (tutela lingua friulana), ancora in gran parte non attuata: sarebbe già un gran passo avanti…


La Redazione del Blog



sabato 9 giugno 2018

UTI E LO SPEZZATINO DEL FRIULI - QUALE FUTURO?


 

 

COMUNICATO STAMPA

UTI e lo spezzatino del Friuli



 
Non sembra cambiato molto l'atteggiamento della politica regionale verso il Friuli! A suo tempo denunciavamo che uno dei problemi principali della legge che istituiva le UTI abolendo le Provincie era quello di privare il Friuli di forme unitarie di rappresentanza istituzionale mentre Trieste manteneva inalterata la propria provincia, continuando ovviamente a svolgere il ruolo di capitale regionale.
 
Con la legge sulle UTI il Friuli ha subito e sembra che debba continuare a subire la cancellazione della propria identità dissolta, da un lato nell'indigesto friulveneziagiulianismo e dall'altro nel frazionamento delle proprie forme di rappresentanza istituzionale.
 
Ora si ridiscutono tempi e metodi di funzionamento delle UTI ma il problema dello spezzatino del Friuli resta inalterato poichè il termine “cantoni” (in sovrapposizione alle UTI?) proposto dal Presidente Fedriga per quattro enti sembra precostituire una autonomia diversificata tra gli stessi violando il principio che una minoranza linguistica, e i friulani lo sono, dovrebbe aver diritto ad una forma unitaria di rappresentanza amministrativa.
 
I molti consiglieri che hanno giurato in friulano non ritengono che, al di là della giusta valorizzazione della loro lingua madre, vada affrontato il tema?
 

Udine, 9 giugno 2018


per il Comitato per l'Autonomia
 
e il Rilancio del Friuli
 
il presidente
Paolo Fontanelli
 
 

domenica 3 giugno 2018

LA PROVA DEL NOVE CHE LA SANITA' TRIESTINA ERA SOVRAFINANZIATA



LA PROVA DEL NOVE

CHE LA SANITA' TRIESTINA

ERA SOVRAFINANZIATA!!

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Il passaggio dal finanziamento regionale in base al "costo storico" al finanziamento in base al "costo standard" ora mette in luce il notevole sovrafinanziamento di cui per decenni ha goduto la sanità triestina e da anni denunciatoinutilmente - dai friulani!

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Dal quotidiano IL PICCOLO
di Trieste

il caso

“Rosso” da 20 milioni
nella sanità del Fvg


Il buco nei conti delle Aziende di Trieste e Udine per effetto del nuovo metodo di finanziamento basato sui costi standard.
Il nodo dell’assestamento di bilancio

di Diego D’Amelio

26 maggio 2018

(…) fino all’introduzione della riforma, le Aziende sanitarie ricevevano infatti i fondi sulla base di quanto speso negli anni precedenti, non ricavandone dunque l’impulso alla contrazione delle uscite superflue o abnormi. Il nuovo calcolo si basa sull’analisi di quanto speso da una serie di Regioni italiane virtuose, parametrato alla loro popolazione di riferimento. Ne deriva un costo per abitante che le strutture sanitarie sono chiamate a rispettare (…) I costi standard sono il sistema voluto a livello ministeriale e applicato dunque anche nell’ambito della riforma regionale (…) la situazione si è fatta più complessa per l’Azienda triestina, che nel 2016 ha segnato un passivo di poco meno di un milione, diventato di oltre 12 nell’anno appena concluso. (….)

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