"IL
MODELLO FRIULI"?
E'
fuori moda in un momento
in
cui il centralismo
è il metodo di governo!!
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Riceviamo
e pubblichiamo
COMUNICATO
STAMPA
RICOSTRUZIONI
POSTSISMICHE
di
Franceschino Barazzutti
I
friulani hanno certamente letto che il presidente della Repubblica
Mattarella, in occasione della sua visita alle zone terremotate
dell’Emilia, ha dichiarato “Il modello Emilia è da esportare”.
Senza nulla togliere a quella ricostruzione, rilevo che nella sua
visita in Friuli in occasione del quarantesimo del sisma del 1976,
che sconvolse questa terra con 989 vittime, il presidente Mattarella
nei suoi interventi alle lodi per il “modello Friuli” non fece
seguire neppure un accenno all’opportunità della sua
esportazione, nonostante il successo generalmente riconosciuto.
Ma
già! In
una fase della vita nazionale in cui la politica ha abbracciato il
centralismo come metodo di governo,
al
pur tanto apprezzato modello Friuli va messa la sordina.
Tant’è che nelle ricostruzioni postsisma che si sono susseguite
dal 1976 non in una è stato adottato il modello Friuli e i risultati
non sono stati positivi.
Al
modello Friuli va messa la sordina
perché
impregnato del massimo decentramento dallo Stato alla Regione e da
questa ai Comuni ed ai sindaci-funzionari delegati della Regione,
perché la popolazione svolse un ruolo da protagonista in un processo
altamente democratico. Al contrario, la gestione centralista della
ricostruzione vuole una sola persona-commissario straordinario,
cui spettano le decisioni, mentre i terremotati stanno buoni e
tranquilli ad aspettare la risoluzione dei propri problemi.
Invero
il modello Friuli è stato messo in sordina
anche perché il Friuli stesso vi è finito, in quanto terminata la
ricostruzione, ha contato sempre meno nei palazzi romani: dopo gli
illustri ministri di un tempo è da anni che il
Friuli non ha nel governo neanche un sottosegretario.
Franceschino
Barazzutti
presidente
onorario dell’Associazione Comuni terremotati e sindaci della
ricostruzione del Friuli.
31 maggio 2017