MINORANZE
LINGUISTICHE
RIFORMA
ELETTORALE
in discussione in Parlamento
Un
insulto che friulani,
sloveni
e sardi
non
possono accettare
RIFORMA
ELETTORALE "ITALICUM"
PROPOSTA
DI TESTO BASE
(…)
16. All'articolo 83 del "decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957", sono apportate le seguenti modifiche:
(….)
3) individua quindi:
a)
le coalizioni di liste la cui cifra elettorale nazionale sia pari ad
almeno il 12 per cento dei voti validi espressi e che contengano
almeno una lista collegata che abbia conseguito sul piano nazionale
almeno il 5 per cento dei voti validi espressi ovvero
una lista collegata rappresentativa di minoranze
linguistiche riconosciute,
presentata in uno dei collegi plurinominali compresi
in una delle regioni il cui statuto speciale prevede una particolare
tutela di tali minoranze linguistiche,
che abbia conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi espressi
nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima;
b)
le singole liste non collegate che abbiano conseguito sul piano
nazionale almeno l'8 per cento dei voti validi espressi nonché le
singole liste non collegate rappresentative di minoranze linguistiche
riconosciute, presentate esclusivamente in collegi plurinominali in
una delle regioni il cui statuto speciale prevede una particolare
tutela di tali minoranze linguistiche,
che abbiano conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi
espressi nel complesso dei collegi plurinominali della regione
medesima, nonché le liste delle coalizioni che non hanno superato la
percentuale di cui alla lettera a) ma che abbiano conseguito sul
piano nazionale almeno il 8 per cento dei voti validi espressi
ovvero che siano rappresentative di minoranze linguistiche
riconosciute, presentate
esclusivamente in circoscrizioni comprese
in una delle regioni il cui statuto speciale prevede una particolare
tutela di tali minoranze linguistiche,
che abbiano conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi
espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima;
(...)
……………………
E
nô furlans, slovens e sarts?
Ringraziamo l'ex-consigliere regionale Giorgio Cavallo per averci inviato il documento/analisi che di seguito
pubblichiamo.
La Redazione del Blog
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La
“riforma” della legge elettorale :
un
insulto al Friuli e alla Sardegna
di
Giorgio Cavallo
La
cosiddetta riforma della legge elettorale per la Camera dei Deputati
si palesa sempre più come una legge truffa
in cui l’oggetto del contendere non è un modo nuovo e serio di
selezionare la classe politica della Repubblica Italiana ma la
ricerca del trucco da parte delle forze politiche maggiori per
conquistare il potere con il minimo del consenso.
Che
senso ha un meccanismo elettorale per la Camera approvato in fretta e
furia senza una contemporanea revisione costituzionale del ruolo del
Senato e di ciò che può significare domani quale rappresentanza dei
territori regionali?
E
senza una revisione profonda dei poteri locali e della loro
organizzazione a partire dalle Provincie?
Ma
nella proposta di legge all’esame della Camera c’è anche una
norma che interessa il Friuli e che dimostra la incapacità dei
legislatori di andare oltre gli interessi consolidati.
E’
previsto un meccanismo per salvaguardare la rappresentanza delle
minoranze linguistiche riconosciute negli statuti regionali.
Queste
liste possono accedere alla distribuzione dei seggi se ottengono un
quoziente utile nelle nuove minicircoscrizioni e comunque devono
raggiungere il 20% dei voti nell’intera Regione. Il
meccanismo serve di fatto solo a salvare la Sudtiroler Volkspartei,
mentre è probabile che in Val d’Aosta venga comunque conservato
l’attuale collegio uninominale.
Ma
le minoranze linguistiche non ci sono solo in Trentino Sudtirolo e in
Val d’Aosta. Ci sono due Regioni a Statuto Speciale, il Friuli
Venezia Giulia e la Sardegna, dove le rispettive minoranze
linguistiche friulana e sarda costituiscono la maggioranza della
popolazione: e per di più nelle due Regioni ci sono altre minoranze
linguistiche riconosciute, quelle slovena e tedesca in Friuli VG e
quella catalana in Sardegna.
Peraltro
nelle due Regioni la rappresentanza politica non è organizzata in
partiti di raccolta delle rispettive minoranze ma assume un aspetto
più variegato e probabilmente più democratico.
Non
ha senso che vi sia una legge elettorale che tenga conto solo del
Sudtirolo
memori
che i loro diritti se li sono conquistati con una dura lotta di
popolo e dove oltre alla Sudtiroler Volkspartei le ultime elezioni
regionali hanno visto premiare le liste nazionaliste tedesche con
circa il 25% dei voti.
La
complessità delle realtà del
Friuli
Vg e della Sardegna
non permettono di affidare la rappresentanza politica a forze
unicamente collegate alle minoranze linguistiche, anche se finora lo
si è fatto a livello di elezioni regionali per garantire in pratica
la sopravvivenza della Unione Slovena, ma vedono una interlocuzione
più articolata tra forze politiche.
In
queste realtà non è la minoranza a dover essere rappresentata in
quanto tale, ma l’integrazione tra diritti delle minoranze e
rappresentanze politiche.
Per
questo, anche rimanendo nella logica della proposta attualmente in
discussione, l’unico
modo corretto di gestire la nuova legge elettorale nelle realtà dove
sono significativamente presenti minoranze linguistiche è attivare
circoscrizioni di dimensione regionale (nel caso di Bolzano anche
provinciale) non facenti poi parte del collegio unico nazionale su
cui ripartire gli eventuali resti ed i premi di maggioranza.
Nelle
singole circoscrizioni regionali, Sardegna, Friuli Venezia Giulia e
Trentino Sud Tirolo i seggi spettanti vengano quindi direttamente
assegnati con metodo proporzionale, se necessario anche con quello
chiamato D’Hont che non prevede l’utilizzazione dei resti.
Visto
che si è tanto parlato della legge spagnola, questo è proprio il
metodo lì applicato e che permette le rappresentanze politiche della
Catalogna, dei Paesi Baschi, della Galizia, dei Maiorchini e delle
Isole Canarie, senza creare alcun problema al formarsi della
maggioranza politica statale.
E’
chiaro che per ottenere risultati significativi eventuali forze
politiche diverse dai partiti italiani dovranno procurarsi i voti
necessari, e non sono pochi.
Ma il fatto di non prevedere questa
possibilità è un insulto che friulani, sloveni e sardi non possono
accettare.
Udine
27 gennaio 2014
Giorgio
Cavallo