domenica 30 ottobre 2016

"IL VERO QUESITO: APPROVATE DI SPEGNERE LA POLITICA E NON OPPORVI AL POTERE?" di RANIERO LA VALLE



REFERENDUM COSTITUZIONALE

Dal Blog di

RANIERO LA VALLE 

http://ranierolavalle.blogspot.it/


IL VERO QUESITO: APPROVATE DI SPEGNERE LA POLITICA E NON OPPORVI AL POTERE?


 
di RANIERO LA VALLE







Raniero La Valle - Terzo discorso sulla verità del referendum


Discorso tenuto il 7 ottobre 2016 nella Sala consiliare della Provincia a Matera.


venerdì 14 ottobre 2016


Mentre in Italia, nel mondo, nel Mediterraneo, in Siria, a Calais c’è tanta disperazione, noi siamo costretti a devolvere due mesi della nostra vita privata, e se non della nostra vita privata, della nostra vita pubblica, al referendum per cambiare la Costituzione.
 
Questo referendum è stato caricato, da chi pretende l’approvazione della riforma, di significati epocali. Lasciamo stare i catastrofismi di chi dice che se non vince il Sì ci sarà una crisi come quella del ’29 con la gente che si suicida per la strada. È vero però che il 4 dicembre è stato enfatizzato come lo spartiacque da cui tutto dipende. Renzi ci aveva messo perfino la testa di presidente del Consiglio, anzi aveva messo in palio, come in “Lascia o raddoppia”, la sua stessa carriera politica; poi se ne è pentito e ora questo non lo dice più “nemmeno sotto tortura”. Però non pensa ad altro. Di fatto ha smesso di governare, perché notte e giorno non fa che dedicarsi, in ogni TV e in centinaia di comizi, alla propaganda per il Sì. Questo vuol dire che la cosa è veramente importante anche per noi; forse davvero il 4 dicembre è uno spartiacque.

Uno spartiacque?

Ma spartiacque di che? Non può trattarsi solo del fatto che Renzi resti o se ne vada. Per quanto possa essere rilevante che ci sia un segretario fiorentino a palazzo Chigi, l’esserci o non esserci di Renzi non può rappresentare lo spartiacque di alcunché. I presidenti del Consiglio passano in fretta, e di molti poi non ci si ricorda più. Dunque lo spartiacque deve riguardare qualche altra cosa. Di che spartiacque si tratta?

(…) La vera posta in gioco del 4 dicembre è perciò che la democrazia non si riduca a uno scudo per garantire i governi, ma divenga un popolo in lotta per una società nuova.

(…) Il sistema economico globale, in cui 62 persone detengono la metà della ricchezza dell’intera popolazione mondiale, non è in grado di reggere la vita dei 7 miliardi 349 milioni di abitanti della terra. E per quanto riguarda l’Italia tutti sanno che non c’è lavoro, le fabbriche che c’erano si dislocano in Paesi dove non c’è ancora il costo dei diritti, o dove non si pagano le tasse o dove conviene di più, a cominciare dalla FIAT che invece, quando si è fatta la Costituzione, stava a Torino. La crescita è zero. I licenziamenti sono aumentati del 7,4 % rispetto all’anno scorso, dopo la vetrinetta del Jobs Act. Secondo la Caritas si è passati da un milione e 800.000 poveri del 2007, a 4 milioni 600.000 del 2015 (il 7,6 per cento del totale). I giovani sono costretti ad andarsene, è questa la vera ricchezza che ci sfugge: negli ultimi dodici mesi 107.529 italiani hanno lasciato il Paese, diecimila in più rispetto all’anno prima. (...)

Per operare questo passaggio, ciò che è necessario non è confermare o rafforzare il potere, ma cambiare la società e le opere del potere.

E qui veniamo al referendum. Esso vuole rendere più efficiente il potere, vuole conservarlo più forte e più prepotente di prima. Dice Renzi (e dice anche Napolitano) che ci si sta provando da 30 anni - a fare la riforma - e non ci si è ancora riusciti. Questa sarebbe la volta buona. Ma ciò vuol dire che è una riforma che risponde ad esigenze di 30 anni fa, è la riforma del tempo di Craxi, non del tempo di oggi. Il potere di allora doveva vedersela con competitori interni agguerriti, incalzanti, c’erano i partiti, i sindacati, l’associazionismo, c’erano i radicali col loro ostruzionismo, i movimenti per la pace, gli altri movimenti d’opinione. Il potere era in difficoltà. Oggi invece all’interno il potere è del tutto a suo agio, volitivo e spregiudicato. Libero e farfallone, il potere oggi si libra sul deserto della partecipazione politica. È dal di fuori invece che è tallonato, dominato, è svuotato da poteri esterni più grandi di lui, Bruxelles, le banche, i mercati, è assediato dagli spread e dai paradisi fiscali. Sono questi poteri che gli impediscono ogni possibile politica economica, che vietano ogni investimento o intervento pubblico, che portano all’estero le principali fonti di ricchezza del Paese, i giovani e le fabbriche.

Una riforma adatta ai tempi dovrebbe quindi rilanciare la politica, questa è la vera risorsa che dovremmo mettere in campo per superare lo spartiacque tra l’anno della misericordia e l’età della misericordia, tra il 20 novembre e il 4 dicembre.

Invece la verità del referendum sta nell’intenzione di minimizzare l’opposizione e spegnere la politica. Intanto si mette fuori gioco il Senato. Renzi ha confessato nelle sue maratone televisive che è “un incubo” dover avere la fiducia dalla Camera e dal Senato. Poi si fa della Camera, con la legge elettorale, una platea di consenzienti. Poi si prevarica sulla presidenza della Camera dando al governo di decidere il calendario e pretendere le leggi a data fissa. Poi si tolgono tutti i poteri (cioè la politica) alle Regioni, con il rovesciamento della scelta di fondo del Titolo V, che era il regionalismo, non la supremazia statale. Poi vengono ostruite le vie della democrazia diretta: sono richieste 150.000 firme (con notaio e tutto) invece di 50.000 perché i cittadini possano presentare una proposta di legge, e se poi si vorrà avere qualche speranza di mandare a buon fine un referendum, si dovranno raccogliere 800.000 firme invece di 500.000. (…)
 
RANIERO LA VALLE 
 
 
LEGGI TUTTO IL DOCUMENTO:


 
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martedì 25 ottobre 2016

RIFORMA COSTITUZIONALE - "LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA" NON TUTELA L'AUTONOMIA SPECIALE!!


 
 
RIFORMA COSTITUZIONALE
RENZI-BOSCHI

"LA CLAUSOLA
DI SALVAGUARDIA"

NON TUTELA
L'AUTONOMIA SPECIALE!!


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Dal sito internet del settimanale dell'Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA


 
 
POKER CON LE RIFORME:
 
IN PALIO LA SPECIALITA'
 
 
Dall' Editoriale a firma di Roberto Pensa
pubblicato il 12 ottobre 2016
sul settimanale LA VITA CATTOLICA
 
 

"(...) Nel testo della riforma costituzionale su cui saremo chiamati ad esprimerci il 4 dicembre, c’è scritto ben altro, purtroppo. È vero, c’è una «clausola di salvaguardia» delle attuali autonomie speciali: la riforma costituzionale non si applica alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome «fino alla revisione dei rispettivi statuti sulla base di intese con le medesime Regioni e Province autonome»

Il problema è che, una volta raggiunta l’intesa, su base paritaria, ad approvarla dovrà essere il Parlamento, e in particolare quel Senato delle autonomie in cui saranno maggioranza schiacciante i rappresentanti delle Regioni Ordinarie, non teneri rispetto ai maggiori poteri delle Speciali, vissuti come privilegi. Ogni senatore potrà proporre emendamenti all’intesa, che la maggioranza potrà approvare a suo piacimento. (…)"
 
Roberto Pensa

Direttore Responsabile del settimanale "LA VITA CATTOLICA"
 
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martedì 18 ottobre 2016

REFERENDUM COSTITUZIONALE - IL VERO QUESITO: "VUOI CHE VENGA CANCELLATO L'ART. 5 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA?"


REFERENDUM COSTITUZIONALE

DEL 4 DICEMBRE 2016


IL VERO QUESITO:

1)   VUOI    CHE   VENGA    “CANCELLATO”
IL FONDAMENTALE PRINCIPIO AUTONOMISTICO PREVISTO ALL'ART. 5 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA ?

2) VUOI CHE  LA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE   SIA   SOSTITUITA DA "UN UOMO SOLO AL COMANDO"?

3) VUOI CHE IL SISTEMA REGIONALISTICO VOLUTO DAI PADRI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA VENGA SMANTELLATO E TUTTE LE COMPETENZE PIU' IMPORTANTI  PER LA GESTIONE DEL TERRITORIO SIANO GESTITE "IN VIA ESCLUSIVA" DAL POTERE CENTRALE (STATO e GOVERNO) CON  - IN PIU' - LA CLAUSOLA COSTITUZIONALE DELLA "SUPREMAZIA DELLO  STATO" ANCHE NELLE POCHE COMPETENZE LASCIATE ALLE REGIONI ? 

SI         NO

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PRINCIPI FONDAMENTALI

DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

ART. 1 – 12:



Articolo 5

della Costituzione italiana



La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento [cfr. art. 114 e segg., IX].


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Commento della Redazione del Blog


1) Il principio autonomistico è uno dei “principi fondamentali” e “non modificabili” della Costituzione italiana. Con la riforma costituzionale Renzi – Boschi (legata strettamente alla riforma elettorale ITALICUM), questo principio verrà AGGIRATO a favore di una pericolosissima centralizzazione del potere nelle mani di un “uomo solo al comando” in aperta violazione del principio autonomistico.


2) dal sito internet “Impariamo la Costituzione”



L’articolo 5 introduce, in via di principio, la garanzia di un’ampia libertà conferita alle diverse collettività territoriali nel perseguimento e nella gestione di interessi locali, mediante il riconoscimento di una posizione di autonomia in favore dei rispettivi enti esponenziali. Con l’articolo 5 Il principio autonomistico da modello organizzativo è elevato a principio fondamentale dell’ordinamento costituzionale.
  
3) Cosi si è espresso l'Avv. Prof. VALERIO ONIDA - Presidente Emerito della Corte Costituzionale - il 17 ottobre 2016 a Udine


"la proposta Boschi-Renzi è estremamente pericolosa per il regionalismo italiano, che è principio fondamentale della Costituzione (art. 5)... la revisione costituzionale prossimamente sottoposta a referendum ha chiaramente una tendenza centralistica e un volto anti-regionalista, con disposizioni punitive nei confronti delle Regioni anzitutto ordinarie....  anche le clausole transitorie previste per le Regioni a Statuto Speciale sono ambigue e pericolose ... se vince il SI, anche le Regioni Autonome, ad esempio nel nuovo Senato (che non è una vera Camera delle Regioni e seguirà impostazioni di carattere politico-partitico, restando libero di proporre emendamenti per la futura revisione dei loro Statuti Speciali, anche in senso diverso rispetto a qualsiasi intesa paritetica Stato-Regione), risentiranno di un nuovo contesto ulteriormente e pesantemente anti-autonomista, caratterizzato oltretutto da avversione proprio nei confronti della specialità, che pure avrebbe tuttora molte giustificazioni geografiche e storiche e anche linguistiche.... le Autonomie Speciali non riusciranno mai a sopravvivere per molto tempo allo svuotamento quasi completo del sistema regionale ordinario che deriverebbe da questa riforma, poiché le altre Regioni, se svuotate di potere, cercheranno una qualche forma di compensazione ... le Autonomie Speciali non vivono nel vuoto; devono anch'esse temere questa riforma; mi meraviglio che non abbiano alzato la voce per difendere anzitutto il loro diritto all'autonomia, ma anche più in generale tutto il sistema regionale anche ordinario, e indirettamente i loro stessi interessi alla differenziazione più avanzata ... Se vince il SI, il nuovo clima sarà dominato da una pericolosa concentrazione di potere in capo allo Stato centrale e al Governo, che sta già svuotando molte forme di democrazia territoriale diretta, come quella provinciale, già passata in regime di secondo grado e oramai prossima all'abolizione completa......

io al prossimo referendum del 04 Dicembre 2016 voto NO

Avv. Prof. Valerio Onida, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Udine il 17 Ottobre 2016)


(Fonte: avv. Luca Campanotto – Udine - presente  alla conferenza ieri  17 ottobre.)

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Questo il link al video "You tube" della conferenza, in difesa del regionalismo e delle autonomie, tenuta ieri 17 ottobre 2016 a Udine, dal prof. Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale.

https://youtu.be/rD-nAytEk5M


(Fonte "Associazione Friuli Europa", che la redazione del Blog ringrazia)


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VOTIAMO “NO”

IL 4 DICEMBRE 2016


PER DIFENDERE:

LA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE

LA SOVRANITA' DEL POPOLO ITALIANO

E L'AUTONOMIA SPECIALE
DELLA NOSTRA REGIONE


LA REDAZIONE DEL BLOG

domenica 16 ottobre 2016

REGIONE FRIULI-VG - VIABILITA' - LETTERA APERTA ALL'ASSESSORE REGIONALE MARIAGRAZIA SANTORO


Comitât pe Autonomie e pal Rilanç dal Friûl
Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli
Udine

 
REGIONE FRIULI-VG
 
Lettera aperta all'assessore regionale
arch. Mariagrazia Santoro

e, p.c. agli organi di informazione
 
 
VIABILITA' REGIONALE



Gentilissima arch. Mariagrazia Santoro,

a molti friulani sfugge sempre più il senso delle scelte regionali sulla viabilità e forse servirebbe, da parte Sua, una presa d'atto e un chiarimento in merito a queste perplessità.

Solo nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a:

realizzazione di un tratto di terza corsia in Veneto, zona peraltro già servita anche dalla A28 su cui può essere deviato il traffico diretto nel trevisano ed in futuro verso la pedemontana veneta in fase di realizzazione e posticipando il ben più urgente tratto tra Palmanova e Latisana;

Manzano – Palmanova che arriva con trent'anni di ritardo rispetto alle esigenze del “triangolo della sedia” ed oggi di ben scarsa utilità;

insistenza, oggi rilanciata, su studi e proposte relative alla Gemona – Sequals;

ipotesi di un collegamento autostradale tra Amaro e il Bellunese.

Riteniamo che il vero problema sia il collegamento sull'asse principale dell'economia friulana, ovvero Gorizia – Udine - Pordenone. In particolare constatiamo che Udine è sempre più isolata verso ovest, sia per la viabilità che per il collegamento ferroviario.

Non sono accettabili gli attuali tempi di percorrenza della SS 13 e si continua a non capire né i ritardi sulla circonvallazione sud-ovest di Udine né perché non si voglia vedere l'importanza strategica di una bretella autostradale Udine – Pordenone che permetterebbe un collegamento rapido con la pedemontana veneta e le aree industriali venete, oltre che essere una valida alternativa alla A4. Soli 40 km ben più semplici, utili e meno costosi di autostrade in Carnia, di terze corsie e alta velocità nella Bassa friulana!

Oppure l'impressione diffusa che si voglia tenere Udine in uno “splendido isolamento” non è sbagliata?

RingraziandoLa per l'attenzione vorremmo una Sua cortese risposta in merito.

 
dott. Paolo Fontanelli

presidente
 
Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli



P.S. Le segnalo che negli incroci attorno all'aeroporto regionale di Trieste (sic!) non c'è alcun cartello che indichi quale strada prendere per arrivare a Udine, “tanto i furlani i sa dove andar”.

 Udine, 15 ottobre 2016


 

venerdì 14 ottobre 2016

"RICERCA E SUCCESSI ANCHE SENZA SOLDI" - IL CASO "FRIULI INNOVAZIONE"




REGIONE FRIULI – VG

RICERCA E SUCCESSI

ANCHE SENZA SOLDI:

IL CASO “FRIULI INNOVAZIONE”

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Dal quotidiano

IL GAZZETTINO (UD)

29 marzo 2015






FRIULI INNOVAZIONE – La denuncia del presidente del centro che gestisce il Parco “Luigi Danieli”:

RICERCA E SUCCESSI ANCHE SENZA SOLDI


Nassimbeni: “Dalla Regione finora abbiamo ricevuto poco. Chiediamo sia applicata la meritocrazia”

di Roberto Meroi

(…)

DOMANDA di Meroi - Tra i vari enti di ricerca, Friuli Innovazione è quello che costantemente riceve dalla Regione meno finanziamenti...

RISPOSTA di Nassimbeni - «È davvero sorprendente che abbiamo finora ricevuto così poco dal soggetto regionale in termini di supporto alle spese di funzionamento. Qualche dato: centinaia sono i progetti imprenditoriali esaminati e sviluppati dal nostro incubatore, 37 sono le imprese tuttora attive che ha aiutato a crescere, 29 sono le start up e i laboratori insediati e operanti nei settori della biomedicina e biotecnologia, metallurgia, energia e ambiente, legno, domotica, Ict. Il moltiplicatore economico del Parco è un numero a due cifre, sostenuto finora dalla capacità di Friuli Innovazione di vincere bandi competitivi soprattutto su base internazionale. È un moltiplicatore certamente superiore a quello di molte realtà affini, ma, senza fare confronti, auspico che i soggetti territoriali, in particolare la Regione, comprendano e valorizzino adeguatamente le nostre potenzialità. Abbiamo da tempo avviato un confronto e un dialogo con la Regione chiedendo innanzitutto di operare su base meritocratica e su valutazioni oggettive di quanto stiamo facendo, come lo stiamo facendo e con quali risorse siamo riusciti finora a farlo».


LEGGI TUTTA L'INTERVISTA



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DOMANDA


Dal 29 marzo 2015 ad oggi ottobre 2016, è cambiato qualcosa?


La richiesta di meritocrazia dell'ingegner Guido NassimbeniPresidente di FRIULI INNOVAZIONE all'epoca dell'intervista al Gazzettino e dal 2016 sostituito dall'imprenditore Germano Scarpa - è forse rimasta inascoltata?

Pare proprio sia rimasta inascolta dal momento che la parola “meritocrazia” per l'attuale Giunta regionale ( ma anche per le Giunte precedenti!) risulta essere una parolaccia.
 
Di verificare i risultati dei fondi pubblici messi a disposizione.... neanche parlarne!

I centri di ricerca triestini è stra-noto ricevano valangate di fondi pubblici sia dallo Stato che dalla regione. Sono mai stati valutati i risultati degli impieghi di questi fondi? O forse vengono finanziati... senza alcuna successiva verifica? Diciamo.... "finanziati in fiducia"?

Parole come "meritocrazia""competizione" non appartengono al linguaggio del politico italiano che pare ignorare che l'eccellenza - in qualsiasi settore -   nasce esclusivamente dalla competizione  e che il finanziamento pubblico in base al costo storico ( come oggi avviene in Italia in quasi tutti i settori!) è il primo ostacolo alla creazione della eccellenza.

Del resto in un mondo politico di "arraffa poltrone" e di "un uomo solo al comando"  come prevede la de-forma costituzionale di Matteo Renzi  su cui voteremo il 4 di dicembre, associata alla legge elettorale ITALICUM approvata in Parlamento  grazie a deprecabili voti di fiducia,  come potrebbero essere apprezzate la "meritocrazia" e  la "competizione"?

LA REDAZIONE DEL BLOG

martedì 11 ottobre 2016

TAV IN FRIULI - VG: E' FALSO SIA STATO "ROTTAMATO"


TRENO AD ALTA VELOCITA'

Tav in Friuli - Vg

è falso

sia stato già “rottamato”



dal quotidiano on-line

FRIULI SERA nr. 142

7 ottobre 2016 - pagina 2

Servizio di
redazione@friulisera.it





(…) Tuttavia alcuni elementi certi sono che la linea Venezia –Trieste è ampliamente sotto utilizzata, il bacino di traffico è scarso considerando che le stazioni interessate saranno Venezia, Aeroporto di Ronchi e Trieste, non c’è alcun collegamento internazionale con l’est per la mancanza di sufficiente clientela, l’Europa non ha imposto alcuna forma di caratteristica della linea, il finanziamento è solo del 10% del costo complessivo dell’opera, la tratta trans-frontaliera Trieste – Divaca quasi interamente in galleria è ancora in alto mare, il massimo contributo europeo sarà del 30% e le caratteristiche del territorio carsico escludono qualsiasi forma di infrastrutture sotterranee.

Quello che sconcerta sono i ripetuti tentativi in varie forme di presentare linee AV/AC costose, impattanti anche per il Ministero dell’Ambiente, sprezzanti delle regole a beneficio di chi?

Non certo dal territorio!

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Facciamo nostra la domanda
della Redazione di "FRIULI SERA":

A BENEFICIO DI CHI?

Non basta il "mostruoso" elettrodotto aereo  imposto nella Bassa friulana da TERNA, dalla Giunta regionale attuale (Serracchiani), quella  precedente (Tondo) e  dal Governo di Matteo Renzi, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato avversa a Terna e un Ministero che denuncia la "mostruosità ambientale" dell'opera?
Quando l'ambiente, con cura conservato per secoli dai friulani, sarà finalmente tutelato?
Né Trieste, né il fallimentare aeroporto regionale di Ronchi  (aeroporto senza futuro e al servizio della sola Trieste)  possono costituire un bacino di traffico sufficiente a giustificare un Treno ad Alta Velocità....
 
Perché il polo ferroviario di Udine, ossia l'hub ferroviario regionale con il maggior volume di traffico passeggeri in regione, centrale in regione sul piano geografico e hub in cui si intersecano tutte le più importati linee ferroviarie regionali (ovest-est e sud-nord),  è trascurato e dimenticato dalla politica regionale?

Meglio potenziare una linea con uno scarso bacino di traffico e che "dimentica" il 95% del territorio regionale? Ricordiamo che per velocizzare la linea Trieste - Venezia, non sono previste fermate intermedie al di fuori della inutile  fermata all'aeroporto di Ronchi: si parte da Trieste - non ci si ferma nella Bassa friulana per non perdere tempo - si scende a Mestre....


La Redazione del Blog

sabato 8 ottobre 2016

ITALICUM - UN VOTO TRIESTINO VARRA' COME DUE VOTI FRIULANI!




Legge elettorale 

ITALICUM

I FRIULANI,


 "DONATORI DI VOTI"


 A FAVORE DI TRIESTE!



E la Presidente Serracchiani

tace ed acconsente!



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Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli

Udine


COMUNICATO STAMPA


Modificare l'Italicum

e il referendum




Per il Friuli l'Italicum non è solo una legge elettorale con i problemi relativi ai capilista e al ballottaggio: l'Italicum è una legge elettorale che discrimina i friulani e gli sloveni rispetto ai sudtirolesi di lingua tedesca ed ai valdostani; inoltre assegna una consistente parte degli elettori friulani al collegio di Trieste, facendone dei “donatori” di voti.

Con il collegio elettorale triestino diventato extra-large grazie all’Italicum e al senatore Russo, un voto triestino in pratica vale due voti friulani!

Senza un intervento su questi punti l'Italicum resta una legge elettorale inaccettabile per i friulani, per motivi di principio e di metodo.

Pur vero che la legge elettorale e la riforma costituzionale sono cosa diversa, l'effetto di entrambe è una riduzione degli spazi di autonomia e di rappresentanza per il Friuli e per questo va usato l'unico spazio democratico utilizzabile ora: il NO al referendum del 4 dicembre.

per il Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli

il presidente

dott. Paolo Fontanelli


Udine, 3 ottobre 2016


giovedì 6 ottobre 2016

SALVARE IL FRIULI DALLA RETROCESSIONE di GIANCARLO CASTELLARIN


 
Salvare il Friuli
 

dalla retrocessione


di

Giancarlo Castellarin


Mentre la Serracchiani è impegnata a Roma a fare riforme non prioritarie o di facciata (dopo quelle in Friuli-V.G.) e con un referendum su modifiche alla Costituzione mirate a ridurre la sovranità del cittadino elettore e pure la tutela delle minoranze linguistiche non ancorate a un accordo Internazionale pre-legge 482/99, cosa succede in regione?

C’è un personaggio a Trieste, l’ineffabile senatore Francesco Russo del Partito Democratico, diventato famoso per aver dirottato duecento mila elettori friulani dalla sera alla mattina nella riserva elettorale triestina del nuovo ipotizzato Parlamento, nella totale indifferenza e silenzio-assenso della Presidente regionale, che pur aveva giurato di rappresentare tutto il Friuli-Venezia Giulia, con l’ovvio consenso del nuovo acquisto del PD regionale cioè il senatore Alessandro Maran da sempre antifriulano.

Bene! Russo ora è ripartito con una campagna per regalare a Trieste cinque miliardi di investimenti nell’ambito di Porto Vecchio.
 
Eppure è noto che l’area in crisi economica in regione, dai monti al mare, non è certo Trieste (dove i pubblici dipendenti abbondano, ci sono anche quelli delle partecipate statali, e dei monopoli assicurativi) ma piuttosto il Friuli, (province di Pn, Ud e Go, con l'eccezione di Monfalcone che tira abbastanza), soprattutto per la grave crisi del manifatturiero.

Nel territorio friulano ormai il declino diventa evidente, soprattutto rispetto alle altre regioni del Nord, facendo imboccare al Friuli la situazione di ritardo e sottosviluppo che ricorda gli anni dei due dopo guerra.

Ma, la “montagna” Giunta regionale, ha partorito il topolino, vale a dire i Por-Fsr per rilanciare il Manifatturiero, con evviva nella stampa locale, per i 23 milioni stanziati. Dico 23 milioni, cioè poco più di quanto ha speso la Giunta regionale per salvare i teatri triestini, oppure gli altri venti milioni circa subito consegnati al Ciclosincrotone  triestino nell’Area di ricerca di Padriciano, da sempre prediletta dalle Giunte Regionali.

Si, c’è anche qualche altro marchingegno di pubblico intervento per sostenere programmi di investimento delle imprese, che però funziona male. Ma non basta, per il PD regionale basta accentrare a Trieste tutti i Consorzi industriali e le Camere di commercio e al compimento di questa campagna di burocratizzazioni, senz’altro l’economia riparte.

Cari consiglieri regionali dopo tanto tempo perso, di quanto e di che contenuti, deve essere un Pacchetto Friuli per il rilancio?

Si tiene fermo il quasi miliardo di capitale che la regione ha in serbo (secondo recenti statistiche pubblicate dalla stampa nazionale come altre regioni virtuose e senza i debiti stile lazial-romani), per le solite redistribuzioni della prossima campagna elettorale? Ma ora tutte queste cose messe assieme ad altre elencabili, ci portano ad affermare senza alcun dubbio che le due ultime giunte regionali (cioè Tondo e soprattutto Serracchiani) sono condotte da forze inequivocabilmente politicamente indifferenti e ostili alla complessa realtà friulana e non sono in grado di formulare un piano che ci comprende.

Ricordiamo la battuta emersa dalla sala riunioni della Giunta regionale Serracchiani che diceva: Triestini non avete capito che abbiamo destrutturato il Friuli?

Dice Giorgio Matassi su Facebook: Trieste consuma 1/3 delle risorse regionali con meno di un 1/4 della popolazione... (poi, dico io, è esattamente un quinto come territorio, con la provincia) e tutti i tentativi di riequilibrio fatti negli ultimi 20 anni non hanno prodotto nulla....anzi ulteriori asservimenti. Ma per il PD regionale e Serracchiani, sono i piccoli comuni, che dissipano.

Se l’emergenza di rappresentanza politica del Friuli scende a questi livelli, ogni iniziativa per invertire l’attuale direzione di marcia va bene, come quella dei referendum regionali, bocciati per un voto dal consiglio regionale.

Dopo questa ennesima battuta di arresto dobbiamo riorganizzare le forze per far uscire il Friuli dal percorso della retrocessione e da nuove e vecchie sudditanze.



Giancarlo Castellarin

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Il documento a firma di Giancarlo Castellarin è stato pubblicato sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA, mercoledì 28 settembre 2016 – rubrica “Giornale aperto”.