Dal
Sito internet del settimanale
dell'Arcidiocesi
di Udine
“La
Vita Cattolica”
(...) assessore regionale alla Cultura, il triestino Gianni Torrenti: «Le sedi regionali della Rai sono parte di un patrimonio di conoscenza e di cultura per tutto il Paese, ma per il Friuli-Venezia Giulia e le sue comunità linguistiche l'informazione regionale rappresenta un presidio addirittura essenziale e irrinunciabile».
Come al solito, si usa l'unico motivo per cui siamo una regione speciale, ma lo si fa come una «foglia di fico» di cui ci si sbarazza, senza vergogna, passato il momento di pericolo. (...)
Roberto Pensa
Direttore Responsabile
del settimanale
"La Vita Cattolica"
…...........
Viva
la Rai Friuli-VG
e
abbasso
Tele Barcola
di
Roberto
Pensa
23
maggio 2014
(…)
Pochi
giorni fa, il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi,
rispondendo alle critiche ha detto che «le sedi regionali sono
fondamentali, ma la critica che posso fare è che stiamo troppo in
redazione e poco sul territorio».
Giornalisti Rai pigri? Non so come vanno le cose nel resto d'Italia, ma rapportato alla sede del Friuli-V.G. questo giudizio appare largamente ingeneroso. I colleghi friulani e giuliani del servizio pubblico non se ne stanno in redazione, anzi, e lo dimostra l'ottimo livello di ascolti dei vari notiziari.
Giornalisti Rai pigri? Non so come vanno le cose nel resto d'Italia, ma rapportato alla sede del Friuli-V.G. questo giudizio appare largamente ingeneroso. I colleghi friulani e giuliani del servizio pubblico non se ne stanno in redazione, anzi, e lo dimostra l'ottimo livello di ascolti dei vari notiziari.
C'è invece un altro profilo rispetto al quale la critica appare fondata. Se rileggiamo la frase di Gubitosi da un punto di vista dell'organizzazione aziendale, come «meno risorse giornalistiche accentrate nelle sedi e nelle loro vicinanze» a vantaggio di forme di presenza più «agili» sul territorio, la critica appare affatto peregrina.
In
regione le risorse giornalistiche e tecniche sono fortemente
accentrate a Trieste.
La
sede di Udine non è mai riuscita ad avere la stessa dignità di
quella giuliana, pur avendo un bacino in cui vive larga maggioranza
della popolazione regionale.
Non serve
tornare ai tempi in cui proprio «la Vita Cattolica» raccolse decine
e decine di migliaia di firme a favore del potenziamento della sede
Rai di Udine (quella volta, ovviamente, dopo tante promesse, non se
ne fece nulla).
Più di recente abbiamo offerto sul settimanale diocesano dei monitoraggi dell'informazione della Rai dimostrando quello che i telespettatori friulani già sanno: c'è un sensibile squilibrio a favore di Trieste e una tendenza alla «scomparsa» di Pordenone e soprattutto di Gorizia.
Più di recente abbiamo offerto sul settimanale diocesano dei monitoraggi dell'informazione della Rai dimostrando quello che i telespettatori friulani già sanno: c'è un sensibile squilibrio a favore di Trieste e una tendenza alla «scomparsa» di Pordenone e soprattutto di Gorizia.
Voglio
commentare una tra le tante reazioni di questi giorni, che mi sembra
significativa. È dell'assessore
regionale alla Cultura, il triestino Gianni Torrenti:
«Le sedi regionali della Rai sono parte di un patrimonio di
conoscenza e di cultura per tutto il Paese, ma
per il Friuli-Venezia Giulia e le sue comunità linguistiche
l'informazione regionale rappresenta un presidio addirittura
essenziale e irrinunciabile».
Un
discorso condivisibile, quello di Torrenti,
riguardo l'informazione in lingua slovena,
ma
non certo per quella friulana (il cui utilizzo televisivo, può
essere magnanimamente definito «assolutamente sporadico»; un po'
meglio, ma lo stesso insufficiente, a livello radiofonico, perché
esclude totalmente l'informazione) e tantomeno per quella tedesca
(totalmente ignorate le parlate di Sauris, Timau e della Valcanale).
Come
al solito, si usa l'unico motivo per cui siamo una regione speciale,
ma lo si fa come una «foglia di
fico» di cui ci si sbarazza, senza vergogna, passato il momento di
pericolo.
In
sintesi? Sì alla solidarietà ai colleghi e a tutte le maestranze
della Rai regionale, ma unita alla forte richiesta di un riequilibrio
dell'informazione (che significa spostamento di risorse
giornalistiche e tecniche) a favore del Friuli.
Roberto Pensa