Clicait ca par scoltâ i "R.esistence in Dub" al "Liet internazional 2010" - Festivâl musicâl internazionâl des lenghis minoritariis europeanis:
http://www.youtube.com/watch?v=DH07ILOWIQE
Il public diretamenti o par internet, al à incoronât il grup furlan "R.esistence in Dub". La jurie e à premiât il grup Orka.
E ca sot l'articul publicât dal gjornâl francês "La Monde":
http://www.lemonde.fr/depeches/2010/11/28/langues-minoritaires-orka-feroe-et-r-esistence-in-dub-frioul-couronnes_3214_236_43936794.html
Compliments di cûr ai "R.esistence in Dub".
La redazion dal Blog
martedì 30 novembre 2010
domenica 28 novembre 2010
OSCURATO IL FRIULANO IN RAI
Il Gazzettino – ed. di Udine
sabato 25 novembre 2010
Articolo di redazione
OSCURATO IL FRIULANO IN RAI
Trasmissioni previste, ma il contratto rischia di non entrare in vigore. Friulano in RAI, verso l'ennesimo stop.
Doveva essere, il 2011, l'anno della svolta per l'inizio delle trasmissioni in lingua friulana sulla Rai regionale. Invece, da quanto filtra dagli ambienti dell'emittente pubblica, sembra che col 2011 si rischi addirittura di interrompere la programmazione esistente. «Ora non possono esserci più alibi per il friulano in Rai», aveva dichiarato, soddisfatto, l'assessore regionale Roberto Molinaro, alla guida della delegazione friulana recatasi in Commissione di vigilanza Rai il 15 aprile scorso. La commissione, infatti, aveva dato il proprio consenso ad uno specifico emendamento volto ad inserire nel prossimo contratto di servizio tra il ministero dello Sviluppo economico, competente per le Comunicazioni, e la Rai, un impegno della tv pubblica a realizzare in Friuli Venezia Giulia trasmissioni radio-foniche e televisive anche in lingua friulana, come già previsto per la lingua slovena. Il nuovo impegno previsto dal contratto, fra l'altro, avrebbe consentito alla Regione di evitare lo stanziamento a favore della Rai di 200.000 euro annui per sostenere le trasmissioni in friulano, dovendo le stesse essere coperte direttamente col canone pagato dai cittadini.
Ed infatti, nel nuovo bilancio regionale 2011 tali risorse sono già state tolte. Dalla Rai però è arrivata una vera e propria doccia fredda. Il suo presidente, Paolo Garimberti, infatti, rispondendo martedì scorso ad una domanda in commissione di vigilanza Rai ha dichiarato che «non si può chiedere al Cda di prendersi la responsabilità di firmare un contratto di servizio che è più oneroso rispetto al precedente e non è coperto da risorse sufficienti». Il rischio, quindi, è che il contratto di servizio, in sospeso da quasi un anno, non entri in vigore nel 2011 e quindi, nonostante contenga una apposita previsione sul friulano, resti anch'esso lettera morta, come lo sono stati tutte le leggi e i provvedimenti succedutisi negli ultimi anni sull'argomento e senza che la Regione possa, anche quest'anno, supplire alle mancanze di viale Mazzini.
Etichette:
Lingua friulana
sabato 27 novembre 2010
UNIVERSITA' - La Chiesa contro la fusione tra Udine e Trieste
Settimanale LA VITA CATTOLICA
Venerdì 26 Novembre 2010 - pagina 6
UNIVERSITA’ - LA CHIESA CONTRO
LA FUSIONE TRA UDINE E TRIESTE
VA IN PORTO la riforma dell'università. Non mancano, tuttavia, le proteste di docenti, ricercatori e studenti, anche a Udine. Il timore, per quanto riguarda il Friuli, resta sempre quello di una fusione tra gli atenei di Udine e di Trieste.
L'arcivescovo emerito di Udine, mons. Alfredo Battisti, che scese addirittura in piazza con i friulani, per ottenere, dopo il terremoto, l'attivazione dell'università, ha dichiarato a Telechiara che la fusione non si deve fare. L'assessore regionale di competenza, Roberto Molinaro, ha escluso che si percorra questa strada. Intanto i rettori di Udine e di Trieste, rispettivamente Cristiana Compagno e Francesco Peroni, hanno detto che «a costo zero non ci sono le condizioni per varare la riforma». Ed ecco scendere in campo anche l'arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato. «Il valore dell'ateneo di Udine lo dice il modo stesso con cui è nato, sulla spinta di un forte desiderio, di una massiccia richiesta popolare e anche per iniziativa della Chiesa popolare. Questo non lo si può dimenticare, perché l'università friulana ha un grandissimo valore per il territorio, per la promozione di alta cultura e per lo sviluppo stesso», sostiene mons. Mazzocato.
Purtroppo ci sono le difficoltà del momento, per Udine come per gli altri atenei. «Anche l'università paga la sua parte di pedaggio dentro le difficoltà globali dell'economia -osserva l'arcivescovo -. L'augurio, e l'impegno, è che si trovi il modo per non sacrificare la ricerca, la formazione, la preparazione di eccellenza, obiettivi per i quali tutti sono d'accordo. Obiettivi che è indispensabile assicurare a un popolo. Bisogna trovare il modo di essere onesti nella distribuzione delle risorse - conclude mons. Mazzocato, con riferimento anche ai necessari fondi per Udine -, tale, appunto, da non sacrificare la ricerca».
«La fusione? Non è né un'idea buona né un progetto realizzabile», risponde don Alessio Ceretti, delegato diocesano per la cultura, intervistato da Telechiara. «Non è un'idea buona, perché l'università è legata al suo territorio e con esso fa sistema. Forse in Italia ci sono troppi atenei, ma tra quelli da accorpare dì certo non c'è Udine, per la storia che ha alle spalle e per l'avvenire che ha davanti. Non è nemmeno un progetto attuabile, mentre sono possibili interazioni positive tra atenei diversi e non soltanto del territorio regionale». Quanto alla riforma e alle proteste di insegnanti e studenti, don Ceretti osserva che «un processo come questo non può non prevedere adeguati investimenti. Riformare le istituzioni della formazione, del pensiero, della ricerca, non è una scelta che costa, è una scelta che vale. Se non mettiamo lì le nostre migliori energie e anche alcuni fondi, facciamo altri investimenti, ma non altrettanto strategici. Ciò non toglie che ci debba anche essere una razionalizzazione».
Riflettendo ancora sul comportamento degli studenti in questi giorni, il delegato per la cultura osserva che «se uno sta a contatto con i nostri giovani, si accorge che la loro sensazione è quella di una relativa debolezza dell'ambiente universitario, perché la comunità educante e docente non è messa nelle condizioni di poter investire tutto il suo tempo nell'insegnamento», per cui «l'effetto sarà una certa disaffezione del mondo giovanile dall'ambiente università e, in generale, dalla serietà dello studio come occupazione che merita tutta la nostra energia».
Etichette:
Università
venerdì 26 novembre 2010
Università - Deve finire la sperequazione.
“Messaggero Veneto” ed. di Udine
mercoledì 24 novembre 2010
Rubrica “Per posta e per e-mail”
Lettera del lettore Mirko Trevisan di Udine
UNIVERSITA’ – DEVE FINIRE LA SPEREQUAZIONE
Da qualche tempo in questa rubrica si invitano i lettori a commentare gli articoli che compaiono sul sito messaggeroveneto.it In particolare, nell'articolo "Accordo fra i rettori e la Regione: più fondi all'università di Udine", ho letto un commento molto interessante di un lettore che riassume perfettamente in poche righe la situazione che purtroppo si è venuta a creare nella nostra regione.
Cito testualmente: «L'ateneo triestino, persa la partita dell'università unica regionale che tanto auspicava, oggi gioca la partita di un'integrazione la più alta possibile con l'università friulana (che poi è di fatto un'università unica non palese!). È troppo ricordare che ogni università è libera di coordinarsi con chi gli pare? Invece mi pare che l'università di Trieste speri che la politica regionale obblighi Udine a coordinarsi con Trieste, anche dove per Udine non c'è alcuna necessità o utilità di farlo... Rimane comunque il fatto che, a parità di numero iscritti tra Udine e Trieste, l'ateneo triestino ha ricevuto tantissimo di più sia dallo Stato che dalla Regione! Basta sperequazioni! Non ne possiamo più di tutto questo favoritismo a favore di Trieste: sanità sovra-finanziata, Erdisu sovra-finanziato, Stadio di calcio Rocco interamente pagato dalla Regione (mentre per lo Stadio Friuli la Regione non ha dato e non darà un euro!) e non parliamo del sistema viario triestino che ha beneficiato di un'entità paurosa di finanziamenti, mentre noi in Friuli stiamo ancora aspettando che sia completata la tangenziale sud di Udine, eccetera......». Che dire, c'è ben poco da aggiungere. Purtroppo.
Mirko Trevisan -Udine
Etichette:
Università
giovedì 25 novembre 2010
Votait pai R.ESISTENCE IN DUB al Liet International 2010 !
ARLeF – Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane
VOTAIT PAI R.ESISTENCE IN DUB AL LIET INTERNATIONAL 2010 !
Si davuelzarà sabide ai 27 di Novembar a Lorient in Bretagne (France) l’edizion 2010 del Liet International, il festival european di riferiment de musiche in lenghe di minorance. Chest an la nestre regjon e sarà rapresentade dal grup R.ESISTENCE IN DUB, unic grup furlan e talian in concors.
L’event si podarà viodi in streaming sul sît http://www.liet.nl/internationaal/ dulà che, soredut, si podarà votâ la cjançon preferide.
L’invît, alore, al è chel di viodi il festival e di votâ pai R.ESISTENCE IN DUB, sigurant lôr un puest sul podi, come che al è za sucedût tes edizions passadis a Lino Straulino e ai Carnicats.
Udin, ai 23 di Novembar dal 2010
----------
Si svolgerà sabato 27 novembre a Lortient in Bretagna (Francia) l’edizione 2010 del Lient Inernational, il festival europeo di riferimento della musica in lingua di minoranza. Quest’anno la nostra regione sarà rappresentata dal gruppo R.ESISTENCE IN DUB, unico gruppo friulano e italiano in concorso.
L’evento si potrà seguire in streaming http://www.liet.nl/internationaal dove, soprattutto, sarà possibile votare la canzone preferita.
L’invito, pertanto, è di seguire il festival e di votare i R.ESISTENCE IN DUB, assicurando loro un posto sul podio, come già avvenuto nelle edizioni passate a Lino Strulino e ai Carnicats.
Udine, 23 novembre 2010
Etichette:
Lingua friulana
mercoledì 24 novembre 2010
Elettrodotto, Austria poco convinta
Messaggero Veneto – 22 novembre 2010 – pagina FRIULI
articolo a firma di Gino Grillo
ELETTRODOTTO - AUSTRIA POCO CONVINTA
Dall'Austria una "smentita" a Tondo: dopo le riprese televisive della Orf sulla manifestazione di Paluzza-Cercivento di sabato 13 novembre, da parte austriaca fioccano i dubbi e le posizione contrarie all'elettrodotto aereo Wurmlach-Somplago.
Dopo la netta contrarietà espressa una settimana fa dal sindaco di Kotschach-Mauthen e dai primi cittadini dei comuni limitrofi, arrivano le critiche al progetto del vice-presidente della Regione della Carinzia Uwe Scheuch (riportate sul giornale austriaco "Kleinezeitung" il 16 novembre scorso), seguite anche dalle dichiarazioni dell'assessore all'energia e all'ambiente Beate Prettner.
Nell'intervista Scheuch, che oggi copre l'incarico di assessore all'energia, si dice fortemente critico al progetto presentato dall'Alpe Adria Energy e sostiene che la possibilità più valida sarebbe quella di potenziare l'elettrodotto che passa per Tarvisio.
“Anche la Carinzia - ha commentato il comitato Carnia in movimento - si sta mobilitando contro un'opera insensata che causerebbe un irreparabile danno non solo alla valle del But, ma all'ambiente ed al turismo locale, principale fonte di sviluppo per gli abitanti della Valle del Gail”.
“Le dichiarazioni di Uwe Scheuch in pratica dicono quello che da tempo vanno ripetendo comitati e sindaci della Valle del But - continuano gli esponenti dei comitati -. Se i nostri rappresentanti politici non ci sentono, vorrà dire che ci appelleremo a quelli della Carinzia che dimostrano di avere ancora il polso della loro gente”.
Carnia in movimento, assieme agli altri comitati contrari all'elettrodotto, si stanno preparando a manifestare di nuovo a sostegno della causa comune, questa volta in territorio austriaco, “per dimostrare che questa pagina di storia, di unità, di fratellanza, non è affatto chiusa e si apre a nuovi, promettenti e positivi sviluppi”.
Gino Grillo
Etichette:
Ambiente
lunedì 22 novembre 2010
LENGHE FURLANE - RICOGNOSSIMENT INTERNAZIONÂL PAL GDBTF
Mensîl “LA PATRIE DAL FRIÛL” N. 11 - Novembar 2010 – pagjine 12
RICOGNOSSIMENT INTERNAZIONÂL PAL GDBTF
Grant Dizionari Bilengâl Talian Furlan
al continue a ricevi preseaments a nivel european
di Christian Romanini
ai 27 e 29 di Setembar si è davuelte a Viterbo la cunvigne internazionâl de “Società linguistica italiana” su argoments tant che lessicologjie e didatiche li che e a son stât invidâts a partecipâ, puartant il lôr contribût, ancje la ARLeF, rapresentade di Luca Peresson, e il CFL2000, rapresentât di Silvana Schiavi Fachin, par chel che e inten la esperience dal Grant Dizionari Bilengâl Talian-Furlan (GDBTF: www.cfl2000.net ). Un progjet che al è stât ancje nomenât e preseât di bande di oratôrs intervignûts ae cunvigne: Camilla Bardel e Jane Nystedt, insegnantis di lenghis ae Universitât di Stokholm, a àn spiegât cemût che al ven realizât, doprant il model dal GDBTF un gnûf dizionari Talian-Svedês. Cetant interès e a intiziât la version web dal GDBTF pes pussibilitâts inovativis rapresentadis dai imprescj informatics che e à. O vin sintût Luca Peresson par capî miôr cemût che e je lade.
Ce significât aie la presince de lenghe furlane ta cheste cunvigne?
Cheste presince e significhe che la plui impuartante societât che e lavore te linguistiche in Italie e a ritignût il progjet dal GDBTF di cussì impuartant di dedicâi adiriture doi spazis dentri dal so 44m congrès internazionâl di studis. E je une declarazion che e dîs in maniere esplicite la alte cualitâl dal progjet no dome a nivel locâl, o talian, ma ancje a nivel internazionâl. Dungje a nivel assolût. Al significhe che la Arlef (e inmò prime l'Olf ), il Cfl2000 e i furlans a àn dât une altre lezion di serietât.
Jerie la prime volte? Cemût ise nassude?
No mi risulte che prime, in 43 agns, un progjet di lenghe furlane al vedi vût un spazi cussì. Lis coleghis di Stocolme nus vevin segnalade la lôr intenzion di proponi un contribût a Viterbo sul progjet dal Dizionari talian-svedês e cualchi mês dopo, intun incuintri li de Universitât a Macerata, mi àn sugjerît di proponi un intervent ancje come Cfl2000. Cence la rêt di relazions nassude dal lavôr dal Cfl2000 - in sostance — no varessin capît l'interès pal nestri lavôr.
Ce prospetivis sono nassudis pal implei dal GDBTF pal talian?
Chest al è un aspiet interessant dal GDBTF. Nassût pal insegnament de lenghe furlane si rivele ancje un otim imprest pal insegnament dal talian. La pussibilitât e nas des carateristichis informatichis dal dizionari: la separazion tra i cjamps des dôs lenghis e permet la sostituzion de lenghe furlane cuntune cualsisedi altre lenghe. E duncje al devente pussibil creâ dizionaris de lenghe taliane a cualsisedi altre lenghe, des lenghis di confin aes lenghis de gnove imigrazion.
Nus disial ancje alc su la colaborazion cu la universitàt di Stocolme?
La colaborazion cul staff di Stocolme e je stade une sorprese rivade tal 2005, pôc timp dopo de distribuzion de prime version dal GDBTF. O sin stâts contatâts par valutâ la evetuâl pussibilitât di modificâ il dizionari sostituint la lenghe furlane cun che svedese. A la nestre domande su cemût che a vessin savût dal nestri lavôr nus àn rispuindût che la prof.e Silvana Ferreri lu veve presentât tal so intervent dal “Prin colocui sul progjet dizionari talian-svedês” (Stocolme 10-12 di Fevrâr dal 2005), dopo dome cualchi zornade de prime presentazion te sede de Regjon a Udin.
Christian Romanini
http://www.lapatriedalfriul.org/
Etichette:
Lingua friulana
venerdì 19 novembre 2010
FURLAN: TRÊ LIBRUTS PAI FRUTINS
COMUNICÂT STAMPE
Joibe 25 Novembar 2010 a lis 6 sot sere, ca de Librarie Feltrinelli in vie Paolo Canciani 15 a Udin,
la cjase editore Kappa Vu e presentarà:
“STORIUTIS”
Lis primis 3 aventuris di un GiatUt curiôs che al discuvierz il mont cu la lenghe furlane.
Trê libruts pai frutins in lenghe furlane, scrits e ilustrâts cun snait di dôs mestris di Buie,
Deborah Crapiz e Doriana Alessio.
Trê aventuris di GjatUt (Ut par cui che al deventarà so amì) un piçul gjat curiôs ma ancje un pôc malsigûr e confusionari come che a son ducj i pitinins, ancje chêi dal gjenar uman. “GjatUt e la ruie”, “GjatUt e la pavee” e “GjatUt e il pessut” a son lis primis tre Storiutis di une schirie che e viodarà la publicazion di almancul sîs aventuris dal piçul gjat, tant che un viaç dai frutins par discuvierzi il lôr mont. Morbinôs e dolç, Ut al vul cjatà tancj amîs e deventâ par lôr il simbul de voie di cognossi il mont ancje midiant de lenghe furlane ( massime di chest lui al è tant braurôs) e al volarès che ancje ducj i frutinis a podessin cognossi i noms furlans di dut ce che a incuintrin tant che si divertissin insieme.
Imprest pensât pe didatiche in lenghe furlane te scuole primarie, GiatUt al jentre, ben vulintîr, ancje tes fameis, salacôr a fasi gratâ lis orelis tant che il pai o la mame a lein lis sôs aventuris ai lôrs frutins, prin di durmî.
Ancje intes scuelis i plasarès jentrâ, biacemai di scuindon come che i gjatuts a fasin spes.
In cont di chest al à domandât ae Kappa Vu di metisi a disposizion di dutis chês mestris che a vuelin cognossilu e incuintrâ lis sôs creadoris.Al covente dome clamâ la Kappa Vu al numar 0432 530540.
Leturis di Claudio Moretti su lis imagjins di une aventure di GiatUt.
-------------------------------------------------------------------------------
Giovedì 25 Novembre 2010 alle ore 18 presso la Libreria Feltrinelli in via Paolo Canciani 15 a Udine,
la casa editrice Kappa Vu presenterà
“STORIUTIS”
le prime 3 avventure di un GiatUt curioso che scopre il mondo attraverso la lingua friulana.
Tre libri illustrati in lingua friulana per i bambini delle scuole primarie.
Tre avventure di GjatUt ( Ut per chi gli diventerà amico) un gattino molto curioso ma anche un po’ goffo e pasticcione come lo sono tutti i cuccioli, anche quelli d’uomo.
Scritte ed illustrate da due maestre di Buia, Deborah Crapiz e Doriana Alessio, queste tre “Storiutis” ( GjatUt e la ruie, GjatUt e la pavee, GjatUt e il pessut) sono le prime di una serie che ne vedrà altre tre prossimamente in uscita e che promette di far parte di un viaggio nel mondo delle scoperte infantili.
Con la sua vivacità e la sua dolcezza, Ut vuole farsi molti amici e diventare per loro il simbolo della voglia di scoprire il mondo anche attraverso la lingua friulana ( cosa di cui Ut è molto orgoglioso), rendendo anche i suoi amici contenti di conoscere i nomi friulani di tutte le cose che incontreranno mentre si divertiranno insieme.
Strumento pensato per la didattica in lingua friulana nelle scuole primarie, il gattino Ut sta volentieri anche in famiglia, magari a farsi grattare dietro le orecchie mentre il papà o la mamma leggono le sue avventure ai propri figli, prima di dormire.
Ut vorrebbe farsi conoscere nelle scuole, magari “intrufolandosi” come spesso fanno i gattini. Per questo ha chiesto alla Kappa Vu di mettersi a disposizione di quelle insegnanti che volessero organizzare, nella propria scuola, un incontro con lui e con le sue creatrici.
Basta una telefonata a Kappa Vu 0432 530540.
Claudio Moretti leggerà sulle immagini di una delle tre avventure di GiatUt.
Etichette:
Lingua friulana
mercoledì 17 novembre 2010
FRIULANO - GLI SPRECHI SON BEN ALTRI
Quotidiano “Messaggero Veneto” – edizione di Udine
Mercoledì 10 novembre 2010 - Rubrica "Per posta e per e-mail"
Lettera a firma di Alessandro Pian - Chiopris
FRIULANO - GLI SPRECHI SONO BEN ALTRI
Scrivo in merito alla lettera della signora Cristina Vitale da Udine, pubblicata domenica 24 ottobre. A mio modesto avviso vi compaiono argomentazioni che non voglio definire banali, ma che, indubbiamente, sono riconducibili a certi luoghi comuni quali “A cosa ci serve il friulano?" oppure “Con il friulano non vai da nessuna parte, studia l'inglese". Provo a porre un'altra domanda: “Saremo più belli, bravi, intelligenti, forti, ricchi, saggi, colti quando non lo avremo più ?”
È abbastanza facile in tempi di crisi, soprattutto per i detrattori - non voglio dire che la signora Vitale sia tra questi - sparare a zero sui presunti sprechi a favore del friulano, ma, chi volesse approfondire un pochino la questione, capirebbe che le cose non sono come molti, troppi, vorrebbero far credere.
Con i 200 mila euro tolti alle emittenti private dalla giunta regionale non si costruirà nemmeno uno degli auspicati asili nido, ma, per contro, una decina di giovani vedono a rischio il loro posto di lavoro. Quanti nuovi occupati vi sono stati con la recente mostra "Bianco e nero" costata 400 mila euro ai contribuenti? Come si vede, gli sprechi, se vogliamo definirli tali, sono ben altri.
Come già ampiamente dimostrato da altri, i denari spesi per la lingua friulana sono una cifra irrisoria se paragonata a quanto investono altre realtà simili alla nostra - a esempio il Galles - e una vera vergogna per un Paese che voglia definirsi civile. Se in questo Stato le leggi, nel caso in questione la 482/99, trovassero concreta e piena applicazione la lingua friulana sarebbe insegnata e utilizzata anche quale lingua veicolare per l'insegnamento di altre materie nella scuola pubblica e, molto probabilmente, l'inglese si imparerebbe meglio; conseguentemente, i tanto deplorati corsi di friulano promossi da associazioni ed enti vari non sarebbero indispensabili per alfabetizzare i friulani nella loro lingua madre.
È assodato che gli italiani sono tra i più somari in Europa in fatto di conoscenza delle lingue straniere proprio a causa della loro condizione di persone monolingui; i friulanofoni sono quanto meno bilingui e anche se una delle lingue da loro parlate è considerata una lingua "piccola" questa è sufficientemente grande a far sì che il loro cervello sia maggiormente predisposto all’apprendimento di altre lingue (leggasi «II çurviel dai Furlans» del dottor Franco Fabbro).
I cartelli stradali (anche) in friulano o in altre lingue minoritarie non costano neppure un centesimo di euro in più di quelli riportanti le sole indicazioni in italiano, visto che il costo è unitario e non dipende dal numero di lingue utilizzate. Gli aiuti pubblici alle imprese, come si è visto, hanno portato a una debole ripresa delle produzioni, ma non hanno prodotto alcun vantaggio in termini di occupazione.
Non si può continuare a misurare tutto con il Pil. L'esempio della Catalogna non è casuale; in quella terra, proprio i ceti medio-alti, la borghesia industriale ha investito nella lingua catalana legando la produzione industriale alla cultura locale e diventando, assieme ai Paesi Baschi (guarda caso un'altra realtà di minoranza), il "motore economico" della Spagna. Perché non in Friuli?
Proviamo a spogliarci delle vesti che ci hanno cucito addosso e cominciamo a pensare autonomamente. La lingua friulana è un qualcosa di unico che abbiamo solo noi; se proprio non ci interessa nulla dell'aspetto culturale, proviamo a considerarla una risorsa economica come hanno fatto, con successo, catalani, baschi e altri in Europa. Altrimenti rassegniamoci a diventare una "piattaforma logistica" funzionale agli interessi altrui, terra di passaggio di megaelettrodotti, ferrovie ad alta velocità/capacità - non si è ancora ben capito quale delle due o se tutte e due assieme - e altre amene servitù, nucleari e no.
Ognuno ha una propria idea sulle priorità da seguire, ma, a parere mio, sulla questione specifica i tanti possibili esempi ci porterebbero a una sola conclusione: il friulano, come tutte le circa seimila lingue parlate, ci serve ora e ci servirà sempre di più in futuro. Prima di tutto per privilegiare la dimensione dell'essere e non quella, effimera, dell'apparire/avere; essere noi stessi e non manichini portatori della maschera/identità che altri potrebbero decidere per noi. Perché sapere chi siamo e da dove veniamo ci ha dato e certamente ci darà la forza, la fiducia nelle nostre capacità e la determinazione per superare momenti di crisi peggiori di quello che stiamo vivendo. Per avere un'organizzazione della società e della vita a misura d'uomo e non delle multinazionali che ci considerano meri consumatori dei loro prodotti, fabbricati altrove da altri popoli a cui hanno già tolto la propria identità. Per sentirci ancora un popolo che si è fatto unanimemente apprezzare per le sue qualità ed è sempre stato identificato proprio per quella strana lingua che parla.
Per andare a lavorare in Cina o in qualsiasi altro posto del mondo globalizzato ci basteranno le circa duemila parole del globish, quella sorta di misero inglese base - non certo quello "alto" di Shakespeare - che consente di comunicare appunto le esigenze di base come mangiare, bere, dormire e fare l'amore: ma sono tutte cose che fanno anche gli animali. Jo o vuei resta un om.
Alessandro Pian - Chioprìs
Etichette:
Lingua friulana
martedì 16 novembre 2010
REGIONE PIU' "MAGRA" , POTERI AI COMUNI
Settimanale La Vita Cattolica – sabato 13 Novembre 2010
REGIONE PIU’ “MAGRA”, POTERI AI COMUNI
“Non si tocchi lo Statuto, si proceda con le riforme possibili”. Lo ha chiesto Roberto Dominici a nome degli autonomisti .
Servizio di FLAVIO CAVINATO
FLAVIO CAVINATO
REGIONE PIU’ “MAGRA”, POTERI AI COMUNI
“Non si tocchi lo Statuto, si proceda con le riforme possibili”. Lo ha chiesto Roberto Dominici a nome degli autonomisti .
Servizio di FLAVIO CAVINATO
PRIMA FAI LE COSE CHE SERVONO e poi quelle creative.
Con questa battuta l'assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Garlatti, ha sintetizzato il suo intervento al convegno promosso dall’Anci del Friuli-VG. d'intesa con il Comitato per l'autonomia ed il rilancio del Friuli. L'incontro è servito per presentare il documento “Verso la piena attuazione e il rilancio della Specialità della Regione Autonoma Friuli-V.G.”, e ridefinire gli “obiettivi strategici della specialità regionale nel quadro di rilancio del regionalismo-federalismo italiano e della valorizzazione delle autonomie locali”. L'affermazione di Garlatti è stata considerata dai presenti non come un freno delle riforme volute dagli autonomisti, semmai come il piede alzato dalla pedivella dell'acceleratore. Perché oggi le cose che servono al Friuli sono proprio quelle proposte dal Comitato per l'autonomia.
A portare i saluti, davanti ai sindaci e alle personalità del mondo socio-economico friulano, hanno provveduto i due padroni di casa: Gianfranco Pizzolitto e Gianfranco D'Aronco.
Gianfranco Pizzolitto, presidente Anci Friuli-VG. ha detto che “la specialità del Friuli - Venezia Giulia sta traballando e l'unica possibilità che abbiamo per mantenerla non è solo quella di attuarla pienamente, ma soprattutto di sperimentare nuovi modelli di governance, come il federalismo regionale, con una riforma che parta dal basso, cioè dai Comuni”. Ad oggi però, tranne qualche tentativo, “non si intravvede un percorso strategico”, a dire del presidente Anci.
Gianfranco D'Aronco, presidente Comitato per l'autonomia ed il rilancio del Friuli, ha ricordato il “persistente centralismo in campo nazionale e regionale”, e ha auspicato che si “realizzi almeno il federalismo previsto dalla Costituzione. In Friuli-VG., nonostante la nascita e lo sviluppo di un partito federalista, non si è mosso un passo. Pare purtroppo sempre valida la massima del gattopardo”.
Ai saluti si è associato anche il sindaco di Udine Furio Honsell che ha evidenziato il significato di momenti come questi, “preziosi per affrontare problematiche di tipo strategico al centro delle quali c'è la specialità della nostra Regione, che oggi va rilanciata se non vuole essere superata dagli eventi”.
“La difesa della specialità ed il suo rilancio devono essere l'obiettivo di tutti - ha sottolineato Roberto Dominici, coordinatore del Comitato per l'autonomia - anche perché permangono ancora, anche se in termini diversi ed in quadro politico internazionale assai mutato, le ragioni di fondo che hanno portato il Costituente a concederla: presenza e coesistenza di ben tre minoranze; collocazione geografica che ci porta comunque al dialogo in tutti i campi, a cominciare da quello economico, con importanti realtà territoriali. E non dimentichiamo che la specialità è altresì fonte primaria di – coesione - all'interno della regione stessa”.
A chi pensa a modifiche statutarie, Dominici ha consigliato di “andare cauti perché questo non è un periodo propizio. È meglio lavorare attraverso la Commissione paritetica che, del resto, ha avuto recentemente un importante atto di - indirizzo - dal Consiglio regionale”.
Ma la specialità non può essere intesa soltanto nei rapporti Stato-Regione. Deve esprimersi anche all'interno della Regione, sul territorio regionale e, con un rapporto direi nuovo, con le autonomie locali.
“La nostra proposta - ha spiegato Dominici - è che la Regione si occupi dei grandi compiti che le sono propri ed esclusivi e che riguardano l'attività legislativa, l'alta programmazione, l'alto indirizzo e attribuisca le funzioni amministrative, gestionali, insieme al personale ed ai mezzi finanziari necessari, al sistema delle autonomie locali secondo forme opportunamente da definire, giustificando così anche l'operazione - comparto unico - secondo il suo originario obiettivo che era, appunto, quello del decentramento”.
Così facendo si va sulla strada della valorizzazione dell'autogoverno locale il quale consente da un lato di dare meglio voce alle “specificità” presenti sul territorio, che sono una ricchezza e non certo un ostacolo allo sviluppo, e dall'altro a rafforzare, non già ad indebolire l'unità della Regione. Secondo Dominici, con l'autogoverno si pongono le migliori condizioni per la valorizzazione dei territori, per la mobilitazione in positivo di tutte le energie locali, il che tornerebbe certamente a vantaggio anche dell'economia specie se la Regione cogliesse l'occasione per “ripensare profondamente” i complessi iter burocratici che costituiscono un costo a volte improduttivo.
In parallelo con il trasferimento delle funzioni è bene ci sia anche la “rivisitazione” di adempimenti e procedure per ricondurre a ciò che oggi è veramente essenziale ai fini del cosiddetto “controllo pubblico”.
“Nessuno si nasconde le difficoltà che sono proprie di ogni grande disegno riformatore. E qui di grande riforma si tratta. Ma bisogna pur partire. Ecco, allora, per concludere, una ulteriore proposta: la Regione istituisca un apposito gruppo di lavoro avvalendosi anche dell'apporto e dell'esperienza degli amministratori locali per definire l'intero progetto e le azioni conseguenti. Si può fare? Sì, purché si esca da schemi e schematismi e si compia un vero "salto" di qualità nell'approccio alla gestione della cosa pubblica”.
Etichette:
Friuli Autonomia
mercoledì 10 novembre 2010
Minoranze e imprenditoria. Lingua, identità, professionalità
COMUNICATO STAMPA
A Udine il 13 novembre un convegno internazionale su lingue minoritarie e economia
L'iniziativa è organizzata dalla cooperativa INFORMAZIONE FRIULANA per i suoi trent'anni di attività
Per le minoranze in Europa lingua e identità non costituiscono soltanto un valore e un diritto fondamentale, ma possono essere altresì una opportunità in termini economici. Lo suggerisce l’attuazione delle leggi di tutela, lo prevedono i più avanzati orientamenti in materia di sviluppo, innovazione e sostenibilità, lo confermano numerose esperienze imprenditoriali che hanno fatto del legame tra lingua, cultura e territorio un autentico fattore competitivo.
A partire da queste constatazioni e dal fatto di essere un'impresa che produce informazione e cultura in lingua friulana, promuove la lingua e la cultura friulane, offre servizi culturali e informativi al Friuli “in Friuli” e a quello “nel mondo”, la cooperativa Informazione Friulana, società editrice di Radio Onde Furlane (http://www.ondefurlane.eu/), ha organizzato un convegno dal titolo “Minorancis linguistichis e imprenditorie. Lenghe, identitât, professionalitât - Minoranze linguistiche e imprenditoria. Lingua, identità, professionalità”.
L'iniziativa, che si inserisce nel programma di eventi per la celebrazione dei trent'anni di attività della cooperativa, avrà luogo il 13 novembre prossimo presso la sede della Camera di Commercio di Udine (“Sala Valduga”, piazza Venerio 8) a partire dalle 9.30. Nel corso sia della mattinata che del pomeriggio si confronteranno idee, esperienze e prospettive, tra marketing territoriale e media, commercio e produzione culturale, promozione dei prodotti tipici e servizi linguistici. Dal Friuli al Paese Basco, dalla Sardegna alle Valli ladine, dall’Istria al Galles, dalla Corsica alla Bretagna, dall’Occitania alla Catalogna.
I lavori sono organizzati in quattro diverse sessioni tematiche.
Etichette:
Lingua friulana
lunedì 8 novembre 2010
Triest nus gafe ancje la lenghe di Erika Adami
Settimanale “la VITA CATTOLICA” – Sabato 30 ottobre 2010 – EDITORIALE
Je vere che lis dificoltâts no son mai mancjadis, ma la evoluzion de politiche linguistiche regjonâl sul furlan e lasse scaturîts. Dongje dal tai progressîfs des risorsis (ancje dal 100 par cent se o cjalìn ai fonts regjonâi pai programs radiotelevîfs in lenghe furlane su lis emitentis locâls tal 2010) e de mancjade atuazion des leçs in vore, la Zonte Tondo e a decidût di “spachetâ” lis competencis che a stavin sot dal Servizi identitâts linguistichis, culturâls e coregjonâi tal forest de Regjon. In struc, cumò il furlan lu àn spartît tra doi Servizis, che a rispuindin a doi assessôrs (chel ae Culture, Elio De Anna, e chel ae Istruzion, Universitât e ricercje, Roberto Molinaro). Dut chel che al rivuarde la istruzion par furlan, comprendude la aplicazion fondamentâl dal gnûf regolament pal insegnament de lenghe a scuele previodût de leç regjonâl 29/2007, e dutis lis ativitâts relativis ae Universitât dal Friûl, al passe sot dal Servizi Istruzion Universitât e ricercje de Regjon, che al à sede a Triest.
Di no crodi. La lenghe furlane e vignarà gjestide dal cjâf luc julian. Lontan di Udin e dal Friûl. Ce disaressino i triestins se la direzion dal lôr puart le spostassin te sede de Comunitât montane de Cjargne?!
Etichette:
Lingua friulana
sabato 6 novembre 2010
Radio Onde Furlane
UNE E-MAIL IMPUARTANTE
Radio Onde Furlane è la “Radio” che da 30 anni trasmette in lingua friulana 365 giorni all’anno, per 16 ore al giorno. Un patrimonio importante di tutti i friulani, che non può essere disperso. Una scommessa via etere iniziata 30 anni fa, trasformatasi nel tempo in una “Radio” di altissima qualità, che non può e non deve essere cancellata.
Riceviamo da Luigi Del Piccolo e volentieri pubblichiamo, la e-mail sotto riportata, nella speranza che il mondo politico regionale non resti sordo e cieco ma prenda atto del grande valore etico e costituzionale del pluralismo informativo e dei diritti linguistici delle minoranze linguistiche storiche, e ripristini al più presto gli indispensabili finanziamenti regionali azzerati a questa “Radio” con la Finanziaria regionale 2010.
------------------------------
TESTO DELLA E-MAIL invitaci da Luigi Del Piccolo:
Par salvâ la democrazie salvìn la informazion libare
http://www.ondefurlane.eu/
DIN UNE MAN A RADIO ONDE FURLANE !
Si puès judâ Radio Onde Furlane cuntune donazion:
1) sul cont corint postâl n. 18955336, intestât a Informazione Friulana - Via Volturno 29 - 33100 Udine"
2) su chest IBAN: IT35 U 07601 12300 000018955336, intestât a “Informazione Friulana Società Cooperativa -Via Volturno 29 - 33100 Udine"
Vonde tais ae tutele de lenghe furlane!
I tancj amîs di Radio Onde Furlane
Etichette:
Radio Onde Furlane
martedì 2 novembre 2010
L’ERDISU DI UDINE: TROPPI FONDI A TRIESTE
Messaggero Veneto – Domenica 31 ottobre 2010 – Cronaca di Udine – pagina IV
Il presidente Ioan: a parità di studenti ha il doppio di personale, la regione intervenga.
di Giacomina Pellizzari
Il presidente Ioan: a parità di studenti ha il doppio di personale, la regione intervenga.
di Giacomina Pellizzari
A parità di studenti, l’Ente per il diritto universitario triestino, rispetto a quello di Udine, può contare sul doppio dei dipendenti e su maggiori risorse da parte della Regione. A “denunciare” lo squilibrio ai danni del Friuli è il presidente dell’Erdisu, Adriano Ioan, che approfittando dell’approvazione del bilancio preventivo 2011, invita l’assessore, Angela Brandi, a sanare lo squilibrio.
Tutto questo in presenza di un aumento delle richieste di servizi e di borse di studio da parte degli studenti. Proprio perché la situazione è complicata, il presidente dell'Erdisu, l'ente che mette a disposizione degli universitari i servizi di vitto e alloggio, vuole fare chiarezza.
«A parità di iscritti negli atenei friulano e giuliano, l'Erdisu di Trieste, rispetto a Udine, ha il doppio del personale. E per gestire i lavori pubblici l'ente triestino può contare su una convenzione esterna, mentre noi dobbiamo gestire la costruzione delle nuove Case dello studente ai Rizzi e in via Mantica, compresa la ristrutturazione della sede di viale Ungheria, direttamente con il nostro ufficio tecnico» spiega il presidente senza dimenticare di ricordare che Udine paga 160 mila euro l'anno per il servizio di portineria, mentre a Trieste questa spesa viene sostenuta dalla.Regione.
Considerato che lo scorso anno su 2 milioni la Regione ha tagliato 400 mila euro alle spese di funzionamento riconosciute all'Erdisu di Udine, è evidente che risparmiare anche solo 160 mila euro non sarebbe poca cosa per l'ente friulano.
Ente che sta rispondendo all'aumento di richieste di posti alloggio, buoni per il trasporto e soprattutto di borse di studio straordinarie indispensabili ai figli dei cassintegrati e dei disoccupati per proseguire gli studi. «Più la crisi si fa sentire, più le famiglie chiedono sostegno, è una tenaglia che si stringe» insiste il presidente soffermandosi su un fatto: «Non vogliamo entrare in conflitto con l'Erdisu di Trieste, con il quale abbiamo ottimi rapporti, però la spesa storica che negli ultimi cinque anni si è cristallizzata va rivista». Da qui l'appello all'assessore regionale all'Università: «La Regione deve tener conto di questo squilibrio. Finché le risorse erano abbondanti la disparità di trattamento si faceva sentire meno oggi, invece, con le risorse limitate la sperequazione pesa il doppio».
Questo il senso della relazione allegata dal presidente al bilancio provvisorio 2011 approvato venerdì scorso sulla base delle stime 2010 visto che la Regione non ha ancora definito la legge finanziaria e quindi i trasferimenti agli enti.
GIOCOMINA PELLIZZARI
Etichette:
Università
Iscriviti a:
Post (Atom)