MINORANCIS LINGUISTICHIS
PRESEADE PRESIDENTE SERRACCHIANI
PRIME DI LÂ A TIRÂ LIS ORELIS
AL PRESIDENT DE CARINZIE,
PETER KAISER.........
ae tiradis lis "sôs" orelis?
FORSIT
al sarès di meti in vore il telegjornâl RAI ancje in lenghe furlane (la minorance slovene lu à za di une vore di agns...) e di ricognossi ai furlans almancul i stes dirits de minorance ladine (20 mîl di lôr) e di chê slovene (50 mîl di lôr), prime di lâ a fâ "la mestre" in Carinzie.......
Ancje parcè che nô Furlans (dome 600 mîl fevelants la lenghe furlane!) o sin une vore mal metûts cu la leç regjonâl 29/2007 - tutele lenghe furlane - une leç di dîs agns indaûr ancjemò in spiete di une vorone di regolaments e cun fruçons di bêçs pe sô atuazion. E no stin fevelâ de leç statâl 482/99 cuasi cence finanziaments.....
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DAL SITO "REGIONI.IT"
Minoranze: Serracchiani a Kaiser, Statuto Carinzia menzioni sloveni
sabato 25 marzo 2017
La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, in una lettera inviata al governatore carinziano, Peter Kaiser, ha segnalato l'assenza di ogni riferimento alla comunità slovena nel nuovo Statuto della Regione Carinzia.
"Sento l'obbligo - ha scritto Serracchiani - di rendermi portavoce delle associazioni rappresentative della comunità slovena del Friuli Venezia Giulia".
"Da loro - ha spiegato la presidente - sono giunte segnalazioni preoccupate in merito alla possibile assenza, nel testo del nuovo Statuto regionale della Carinzia, di un cenno alla presenza storica della minoranza slovena sul territorio carinziano".
Nella missiva è comunque ribadito l'ottimo livello di rapporti tra le due Regioni, che si concretizza nella collaborazione transfrontaliera e nell'esercizio di buone pratiche amministrative e legislative. E proprio ribadendo questo spirito di amicizia che Serracchiani "nel massimo rispetto delle attribuzioni dietali della Regione Carinzia" tiene a ricordare che "il riconoscimento e la tutela delle minoranze linguistiche è un pilastro di quell'Unità nella diversità che rende grande l'Europa".
La Carinzia è la regione più meridionale dell'Austria e conta 550mila abitanti, di cui almeno 10 mila di madrelingua slovena.
Alla fine della prima guerra mondiale, il territorio fu conteso dal Regno dei serbi, croati e sloveni, ma il plebiscitò del 1920 sancì l'appartenenza allo Stato austriaco.
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Cussì al comente Remo Brunetti, un furlan di Cjavaç, la tirade di orelis de Presidente Serracchiani.....
Letare publicade di pôc inte pueste dai letôrs sul cuotidian il Messaggero Veneto di Udin e mandade ancje al nestri Comitât.
Un "brâf" a Remo Brunetti.
Preseât
diretôr,
'O ai let
cun plasei sul M.V. dai 27 di Març la notizie di une letare inviade
da Presidente da regjon Friûl-V.G. Debora Serracchiani, al President
dal land da Carintie, Peter Kaiser.
In cheste
letare, la Presidente Serracchiani, come che si use tra vicins ‘e a
prudelât i dirits da minorance slovene da Carintie. E dal moment che
i dirits des minorancis a son universâi, ven a stai che in cualsisei
puest un dirit al reste un dirit, si pos propit dî che la Presidente
Serracchiani a veti fat ben a fâ chel pas. Jo cumò no sai ce che
al à rispuindût Peter Kaiser, President da Carintie, ma ancje lui
al varès vût cualchi consei di dânus sul cont de tutele des
minorancis in chest cjanton di Europe. Secont me al varès podût
ancje rispuindi cussì: "Grazie, cjare Presidente par vênus
ricuardât i nestris dovês rivuart ai 10.000 slovens che a son a stâ
chenti. Visiti però ancje dai dirits di chei 650.000 furlans ( leç
regjonâl 29/2007 e leç 482 dal 1999) che a son ancjemò a spietâ di
vê, come che e àn bielzà vût i ladins dal Sud Tirôl, il stes
tratament che e àn i talians e i slovens tal Friûl-Vignesie Julie."
Remo
Brunetti
Cjavàç|Cavazzo
Carnico - 1 di Avrîl 2017
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DA FACEBOOK - Laboratori di autonomia
Navarria per i 102 sindaci della “marilenghe” chiede provvedimenti come in Alto Adige «Ai friulani i diritti dei ladini»
«Sulla certificazione il Governo ha riconosciuto a Bolzano pari dignità a tre idiomi»
«Perché, riguardo l’uso delle lingue minoritarie, dobbiamo continuamente denunciare e inseguire altre regioni, più propositive della nostra?». Se lo chiede Diego Navarria, il presidente dell’Assemblea della comunità linguistica friulana – l’organismo istituito con legge regionale e che oggi annovera l’adesione di 102 Comuni sui 175 friulanofoni in regione -, dopo aver appreso della decisione del Governo nell’ultimo Consiglio dei ministri, quello di venerdì scorso. In quell’occasione si è dato il via libera a una norma di attuazione dello Statuto speciale del Trentino-Aldo Adige con la quale, in sostanza, si equipara la lingua ladina in tutto e per tutto a quella italiana e tedesca riguardo alle modalità di accertamento della stessa per le assunzioni degli impiegati della pubblica amministrazione in Provincia di Bolzano e per il personale pubblico della Provincia di Trento qualora abbiano competenza regionale. Nel particolare, il decreto legislativo del Governo dispone che «l’esame per l’accertamento della conoscenza della lingua ladina sia effettuato con le medesime modalità che caratterizzano l’accertamento delle lingue italiana e tedesca e che si concluda con analogo attestato». Inoltre, il provvedimento interviene anche in materia scolastica nella Provincia di Bolzano. Si prevede che gli studenti delle scuole delle località ladine, che abbiano frequentato per dieci anni tali scuole, se conseguono presso di esse un diploma di scuola superiore e un titolo universitario. Possono ottenere l’attestato di conoscenza delle tre lingue. Non da ultimo, per il personale di lingua ladina si dispone che l’esame di ladino normato nel 1983 sia equiparato all’esame per l’accertamento della conoscenza della lingua ladina. Da tali premesse, Navarria incalza la Regione con un altro quesito: «E da noi, perché nulla si muove rispetto alla conoscenza della madrelingua per i dipendenti della pubblica amministrazione?». Non solo i friulani in Friuli Venezia Giulia sono la maggioranza, mentre in Trentino-Adige i ladini sono una minoranza, ma per di più qui, ricorda il presidente dell’Assemblea, «l’articolo 4 del nostro Statuto stabilisce che la Regione ha potestà legislativa in materia di ordinamento degli Uffici e degli enti dipendenti dalla regione e stato giuridico ed economico del personale a essi addetto». Perciò, sostiene, «la Regione avrebbe potuto da sempre, ed era sua potestà, richiedere l’accertamento della conoscenza della lingua friulana ai dipendenti pubblici. Non sarebbe stato null’altro che il riconoscimento del diritto, a chi si fosse rivolto a un ufficio, di poter usare la sua lingua». Navarria invita quindi la Regione «a provvedere con una norma ordinaria che, senza estremismi talebani, preveda l’accertamento di competenze nella lingua friulana, almeno per una quota di dipendenti, da accertare mediante il possesso di una certificazione linguistica o prova d’esame al momento dell’assunzione. Ne beneficerebbero i nostri lavoratori friulani ma soprattutto lo status della nostra lingua».
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LEI ANCJE....
Cuissà mai parcè che ai Furlans,
che a son la maiorance in Regjon,
i dirits linguistichis a vegnin simpri dineâts?
Forsit parcè che Triest no je furlane
e i politics furlans no movin mai un dêt?
La Redazion dal Blog