Settimanale LA VITA CATTOLICA
Arcidiocesi di Udine
Venerdì 14 gennaio 2011
Pagina 18 – REGIONE
ELETTRODOTTO,
BASTA BUGIE
Associazioni, comitati e popolazione,
uniti per smascherare false promesse e veri obiettivi.
In piazza anche contro la privatizzazione dell'acqua
La montagna torna in piazza. Dopo la grande manifestazione del 13 novembre a Paluzza, sabato 15 i comitati si ritroveranno alle13.30 sul ponte di Caneva di Tolmezzo.
L'esperto: l'Unione Europea vuole per tutti lo stesso prezzo. Chi ci guadagna? Solo i costruttori.
di Valentina Zanella
INFINE, HA CAPITOLATO anche il presidente della Regione, Renzo Tondo. Nella tradizionale conferenza di fine anno lo ha detto a chiare lettere: «Affinchè l'elettrodotto Wurmlach-Somplago abbia il sì della Giunta ci dovranno essere ricadute positive sul territorio». Ricadute che, a ben vedere, sembrano non prospettarsi affatto, come rilevato già da tempo sulle pagine della «Vita Cattolica».
Per fare ulteriore chiarezza abbiamo intervistato Massimo Maraziti, membro della Commissione europea per l'Energia, che si occupa proprio delle autorizzazioni per le linee all'interno dell'Unione Europea.
Niente energia low cost
Pur premettendo che «le valutazioni della Commissione vengono fatte caso per caso», il funzionario spiega che «in linea generale l'obiettivo dell’Unione Europea è di creare un mercato omogeneo e non di frammentare l'Europa in tanti sottomercati. L'orientamento, dunque, è di far sì che ci sia lo stesso prezzo per tutti gli utilizzatori».
Una linea di indirizzo che, nelle intenzioni dell'Ue, dovrebbe essere applicata in tutte le prossime procedure di autorizzazione. Compresa, dunque, quella per l'elettrodotto della Carnia.
Così è avvenuto, ad esempio, lo scorso novembre nel caso del via libera alla prima merchant line in corrente alternata, la Tarvisio-Arnoldstein che, sottolinea Maraziti, «è la prima infrastruttura di interconnessione con l'estero la cui capacità di trasporto è gestita integralmente dai soggetti investitori e costituisce, quindi, un precedente». Un caso che ci fornisce indicazioni preziose. Ai soggetti promotori di quell'elettrodotto, infatti, è stata negata la possibilità di vendere direttamente l'energia (quindi pure di applicare prezzi ridotti), e l'Italia ha dovuto prenderne atto, correggendo il tiro e modificando il decreto precedentemente predisposto, per uniformarsi alle disposizioni comunitarie.
Pur non spingendosi fino al punto di dare per certo che ciò accadrà anche per l'elettrodotto della Valle del But («del quale peraltro non abbiamo ricevuto alcuna informazione. Non conosco il progetto né le caratteristiche, salvo quanto ho letto sui giornali»), Maraziti afferma che «questa regola sarà applicata in tutti i casi in cui sarà possibile farlo».
E i vantaggi alla Carnia?
Tradotto, significa che gli imprenditori Pittini e Fantoni non potranno commercializzare a più basso costo l'energia importata alle imprese del territorio, né distribuirla a prezzo agevolato alle popolazioni locali, ma dovranno metterla a disposizione di terzi, tramite un'asta. L'energia sarà poi venduta alla Borsa italiana ad un prezzo di mercato, uguale per tutti.
Il guadagno per loro? Il ricavato delle stesse aste. Il guadagno per la Carnia? Pressoché nullo, se si esclude la lieve riduzione del prezzo che potrebbe derivare da un maggiore afflusso di energia austriaca più a buon mercato. Vantaggio che, comunque, sarà irrisorio, perché da dividersi tra tutti gli operatori. Dal Friuli alla Calabria.
Infine tutto va a Terna
Non è finita. Maraziti spiega anche dell'altro. Chiarisce, ad esempio, che le deroghe dell’Unione europea per l'affidamento della gestione della capacità di trasporto sulle linee sono limitate a un periodo di tempo determinato: quello nel quale si stima il «recupero» dell'investimento fatto dai privati (16 anni nel caso della Tarvisio-Arnoldstein). Ciò significa che allo scadere di questo «periodo di ammortamento» nemmeno per Pittini e Fantoni ci sarà più alcuna possibilità di guadagno e l'infrastruttura passerà in mano pubblica.
Lasciando però alla Carnia un'ingombrante eredità. Fatta di piloni alti 60 metri.
valentina zanella