mercoledì 27 luglio 2016

REGIONE FRIULI-VG - L'AEROPORTO REGIONALE SI CHIAMERA' "TRIESTE"? NO GRAZIE!!!


REGIONE FRIULI – VG

L’aeroporto regionale

si chiamerà “TRIESTE”?

NO, GRAZIE!!! 

Da il quotidiano IL PICCOLO di Trieste – martedì 26 luglio 2016 – pag. 2 e 3
Articolo a firma di Marco Ballico 

Regione – Addio al nome impossibile. Nasce l’aeroporto “Trieste”. 

“Sette lettere anzichè ottantadue (…). Questione di marketing. (…) L’aeroporto accorcerà il nome diventando entro l’autunno, più semplicemente “Trieste”. In primis per “bucare” il mercato.
L’intenzione, su cui al momento il presidente della società Aeroporto FVG controllata al 100% dalla Regione, Antonio Marano, dribbla con un “no comment”, è di semplificare il tutto. La decisione è già stata comunicata all’azionista: si va su “Trieste” (…). In sostanza c’è un prodotto da vendere (…)
E pazienza se il Friuli, o almeno qualcuno dal Friuli, avrà a che ridire. A Ronchi si é deciso di puntare su “Trieste”, un brand semplice da poter comunicare. A vantaggio dell’intera regione (…)”.

-------------

COMMENTO

DELLA REDAZIONE DEL BLOG 

E sì, il Friuli ha molto,
moltissimo da ridire. 

Che l’opinione dei friulani non conti nulla, come si legge nell’articolo a firma di Marco Ballico pubblicato sul quotidiano triestino IL PICCOLO, è l’ennesimo segnale dell’arroganza del Campanile di San Giusto (Trieste)!
La storia dell’aeroporto regionale di Ronchi ci racconta che questo aeroporto non è mai decollato e ciò certamente non a causa del nome che gli è stato dato. Ben altri sono i motivi del mancato decollo di questo aeroporto regionale e il primo motivo è sicuramente la sua marginalità geografica in regione: ma Trieste lo voleva “sotto casa” e Ronchi dei Legionari “fu. A questo “peccato originale” vanno poi aggiunti incredibili e gravissimi errori gestionali e scelte politiche regionali errate. Il nome non ha alcuna responsabilità!
Il motivo reale della proposta di chiamare “Trieste” l’aeroporto regionale è esclusivamente legato al desiderio di dare visibilità mediatica alla città di Trieste.
E il restante 95% della Regione, ossia il Friuli?
Ricordiamo che sul piano turistico il nome FRIULI è sinonimo di turismo marino (Lignano e Grado), di turismo montano, sia estivo che invernale (non ci risulta che in provincia di Trieste ci siano rilievi montani, o che si scii in inverno….), è anche sinonimo di città considerate importanti dall’Unesco come Aquileia e Cividale del Friuli (non ci risulta che Trieste abbia già avuto dall’Unesco questo importante riconoscimento…..).
E lagroalimentare friulano? Il settore agroalimentare friulano è conosciuto ben oltre i confini della nostra regione ed esportato in tutto il mondo.
Sotto il profilo commerciale, ossia “del prodotto da vendere”, è dunque “FRIULI” il brand giusto da usare come marketing per l’aeroporto regionale. Oltre tutto il nome FRIULI è composto di sole SEI lettere, mentre il nome TRIESTE ne ha ben SETTE, una in più....
A Trieste ci sono partenze e arrivi di navi da crociera? Ci pare una motivazione risibile e insufficiente  per imporre il nome "Trieste" come brand dell’aeroporto regionale. Oltre tutto Trieste è lontanissima dalla realtà crocieristica veneziana nei confronti della quale non sarà mai concorrenziale per ovvi motivi: il fascino di Venezia e la sua posizione centralissima rispetto al nord-est  italiano, non danno scampo alle velleità triestine di implementare il suo settore crocieristico. E poco contano i fondali…
Ma l’aeroporto regionale un nome "ufficiale" ce l’ha già ed è “Savorgnan di Brazzà”. Sul piano commerciale non si può spacciare questo aeroporto REGIONALE per l'aeroporto della CITTA' di Trieste!    
Per quando riguarda infine i codici internazionali con cui l’aeroporto di Ronchi viene individuato, questi sono due e non uno solo: il codice ICAO e il codice IATA. 
Il codice internazionale più importate è il codice ICAO che è assegnato da una Agenzia autonoma dell’ONU (Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile) e che per l’aeroporto di Ronchi è il codice “LIPQ”, codice che identifica a livello internazionale questo aeroporto.
Stranamente solo il codice IATA viene ricordato dal giornalista del Piccolo nel suo articolo del 26 luglio....
 

La Redazione del Blog
 

sabato 23 luglio 2016

REGIONE FRIULI-VG: PROVINCE ADDIO!


REGIONE FRIULI-VG

PROVINCE ADDIO!

CANCELLATO IL FRIULI

frantumato in 17 UTI!!!

…………

Da un articolo a firma di

Sergio Bartole

pubblicato sul quotidiano
Il Piccolo (Trieste)
(mercoledì 20 luglio 2016 – pag.17)
 
L’abolizione delle province serve a semplificare la selva di campanili che affolla la regione.

di Sergio Bartole

“(…) alla soppressione delle Province che è uno dei più importanti elementi di innovazione della riforma dello Statuto (…). Si dice che tale misura è volta al contenimento delle spese della politica. E’ un'affermazione dettata dalla volontà di blandire il consenso degli elettori, distogliendo la loro attenzione dalla sola considerazione della circostanza che l’eliminazione delle Province è anzitutto un fattore di semplificazione della selva di campanili che caratterizza il nostro governo locale (…) con vantaggio per il disegno unitario che la Regione è chiamata a perseguire e senza le remore indotte da velleitarie contrapposizioni. (…)”.

-----------

COMMENTO
della Redazione del Blog

1) Scrive il triestino Sergio Bartole sul quotidiano “Il Piccolo” di Trieste:la eliminazione delle Province è anzitutto un fattore di semplificazione della selva di campanili che caratterizza il nostro governo locale (…) con vantaggio per il disegno unitario che la Regione è chiamata a perseguire (…)”.


Ossia di campanili in Regione ne basta uno solo, “quello di San Giusto (Trieste)”?
 
Pare proprio di Sì, considerato che con la riforma regionale degli enti locali (L.r. 26 del 2014) i Comuni - ente  previsto dalla Costituzione italiana  che ne garantisce anche l'autonomia - sono stati svuotati di autonomia, competenze e funzioni e le città di Udine, Pordenone e Gorizia, private del ruolo di capoluogo di Provincia, ora sono prive di qualsiasi ruolo istituzionale nel mentre Trieste mantiene l’importante ruolo di capoluogo di Regione (e tutto ciò in presenza di una contemporanea operazione politica di pesantissimo neo-centralismo regionale che vede protagonista la città di Trieste).
 
Il sogno a lungo perseguito dalla classe politica e intellettuale triestina, a cui Sergio Bartole ci risulta appartenere, di far diventare Trieste l’unica capitale della pluri-millenaria regione storica e geografica Friuli, anche se NULLA lega Trieste al Friuli, trova dunque piena attuazione grazie alla Giunta Serracchiani, ai politici Pd eletti in Friuli e ad una pessima riforma regionale degli enti locali, nel mentre il Friuli SPARISCE dalla scena istituzionale frantumato in 17 UTI.

2) Al posto di 4 Province la riforma regionale degli enti locali prevede ben 18 UTI, “associazioni intercomunali istituite per la gestione associata delle funzioni e competenze comunali”: dov’è la semplificazione di cui scrive nell’articolo a suo firma, il “triestinissimo” Sergio Bartole dal momento che i quattro enti di area vasta i cui costi politici erano i più bassi tra tutti gli enti locali sia a livello regionale che nazionale, sono stati sostituiti da ben 18 UTI dall’incertissimo futuro istituzionale e da economie di scala tutte da verificare? DICIOTTO non è maggiore di QUATTRO?

3) Perché la nostra Regione non può articolarsi come il Trentino – Alto Adige in due province autonome (Friuli e Trieste)? E perché la Giunta regionale, la maggioranza di Governo Pd in Consiglio regionale e la Presidente di Regione Debora Serracchiani hanno avuto paura della opinione dei cittadini e hanno RESPINTO la richiesta popolare di un Referendum propositivo per la istituzione – sempre nell’ambito di una regione unica – di due Province autonome (Trieste e Friuli) sotto il profilo amministrativo?
Non era questa forse una semplificazione ottimale per una regione nata con il grave PECCATO ORIGINALE  di aver voluto unire due realtà profondamente diverse come Friuli e Trieste?
Sicuramente è questa una semplificazione non gradita alla classe politica e intellettuale triestina, ma questo PECCATO ORIGINALE non può essere superato cancellando il Friuli (Province di Udine, Pordenone e Gorizia). Al contrario lo si supera positivamente solo riconoscendo la dualità regionale (Friuli e Trieste), rispettando l’identità linguistica, culturale e ambientale del Friuli stesso, nonché  il suo diritto a decidere autonomamente il suo futuro!
Rispetto di cui si è sempre dimostrato fino ad ora profondamente incapace il “campanile di San Giusto”, nel mentre ha sempre contemporaneamente preteso per sé assistenzialismo e incredibili privilegi.
Il dogma dell’unitarietà regionale fino ad ora è servito solo a colonizzare e cancellare il Friuli, anche grazie a non pochi politici eletti nelle Province di Udine, Pordenone e Gorizia!

Ma tutto questo Sergio Bartole, che tutela esclusivamente gli interessi della sua città, lo sa perfettamente!

 La Redazione del Blog
 
 
 

mercoledì 13 luglio 2016

INVÎT - MARTARS AI 19 DI LUI 2016, INOVÂL PAI 30 AGNS DE APROVAZION DE GRAFIE UFICIÂL DE LENGHE FURLANE

 
 
 
INVÎT

 
LA GRAFIE UFICIÂL
 
DE LENGHE FURLANE


 
La Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane


e à il plasê di invidâLe/Lu


Martars ai 19 di Lui dal 2016,
 
 aes 11.00


ae celebrazion dal inovâl

pai 30 agns de aprovazion

de grafie uficiâl de lenghe furlane

e ae presentazion de publicazion

plurilengâl (furlan-talian-inglês) di:
 

"LA GRAFIE UFICIÂL DE LENGHE FURLANE"


 
 
Sale Pasolini
 
Sede de Regjon F-V.J.

Vie Sabbadini 31 – Udin


 
Ai 15 di Lui dal 1986 e vignive fate buine dal Consei Provinciâl di Udin, in cunvigne cu lis Provinciis di Gurize e Pordenon, la propueste par une grafie unificade de lenghe furlane, daspò deventade grafie uficiâl cu la L.R. 15/1996. A 30 agns di chê date i protagoniscj di îr e di vuê a ricuardin chel impuartant travuart presentant il gnûf manuâl de grafie in version plurilengâl.



Program

Salûts

VINCENZO MARTINES Cons. Regjonâl, President de Comission Culture de Regjon FVJ

PIETRO FONTANINI President de Provincie di Udin

ENRICO PETERLUNGER Delegât pe lenghe furlane de Universitât dal Friûl

OSCARRE LEPRE za Assessôr pe Culture de Provincie di Udin

GIACOMO CUM za Assessôr pe Culture de Provincie di Udin

A intervegnin

LORENZO FABBRO President de Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane

ADRIANO CESCHIA za President de Comission pe grafie de Provincie di Udin

XAVIER LAMUELA Docent de Universitât di Girona, za Consulent de Provincie di Udin pe codificazion de grafie furlane.

Ae fin dal incuintri a saran disponibilis par ducj i partecipants lis copiis de gnove publicazion plurilengâl La Grafie uficiâl de Lenghe Furlane.
 
La version par spagnûl si podarà discjamâle za te stesse zornade dal sît de ARLeF.


Par Informazions:

ARLeF - Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane -

T. 0432 555812 - e-mail arlef@regione.fvg.it
 


 .........................

Dal setemanâl LA VITA CATTOLICA (Ud)
 
MIERCUS IL 13 DI LUI 2016
pagjine 27
 
30 AGNS DAL FURLAN UNIC
di Erika Adami 
 
Adrian Cescje, za president de comission pe grafie: "Cence normalizazion, no sarès podude nassi une politiche linguistiche pal furlan"
 
"(...) cence normalizazion, no sarès podude nassi une politiche linguistiche pe lenghe furlane, chê dal impegn des istituzions a recuperâ la lenghe storiche di cheste tiere sot di ogni aspiet, promovintle in ogni sede, dantji la dignitât che i vevin gjavât  e la funzionalitât che i covente, insegnade a scuele a pâr di ogni altre lenghe che si insegni. Il passaç dal status di spontanitât di lenghe fevelade a chel di lenghe di comunicazion complete e moderne al sucêt  co i si zontin lis competencis di lenghe scrite insegnade a ducj, che no je la semplice trascrizion de lenghe fevelade: e covente une codificazion stabilizade de maniere di scrivile, sei grafiche che lessicâl. Cence cheste operazion, al sarès stât inutil fevelâ di tutele de lenghe" (...)
 
ADRIAN CESCJE
 
................................
 

   
              LINGUA FRIULANA – COINE'
      E GRAFIA UFFICIALE: VONDE MONADIS!

di William Cisilino

16 giugno 2013 


 
LEI DUT IL DOCUMENT

http://comitat-friul.blogspot.it/2013/06/lingua-friulana-coine-e-grafia.html

 
,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
 




 

sabato 9 luglio 2016

CHE FINE HANNO FATTO I RICORSI CONTRO L'ITALIKUM?


Che fine hanno fatto

i ricorsi contro l’ITALIKUM?

 
............................
 

Dal Blog

del senatore Felice Besostri
 
21 giugno 2016

 Intervista a cura di Piero Ricca
 
Pubblicato su: Il fatto Quotidiano
 
 
 
Intervista al senatore Felice Besostri
 

Avvocato Besostri, facciamo il punto della strategia di ricorsi contro l’Italicum.
 
I Tribunali che abbiamo interpellato sono quelli civili di Torino, Genova, Milano, Brescia, Venezia, Bologna, Firenze, Ancona, Perugia, Roma, L’Aquila, Bari, Lecce, Napoli, Potenza, Catanzaro, Messina. A breve Caltanissetta e Cagliari. L’obiettivo è quello di ottenere più ordinanze di rimessione alla Corte Costituzionale sui quattordici motivi di ricorso. Bisognava evitare che per avere un giudizio di costituzionalità si dovesse arrivare in Cassazione, magari dopo aver già votato con l’Italicum.
 
Come sta andando?

Le decisioni finora depositate sono state soltanto due. La prima decisione è stata del Tribunale di Messina che ha sollevato questione incidentale di costituzionalità su sei punti: la discussione in Corte Costituzionale è stata fissata per il 4 ottobre. La seconda del Tribunale di Ancona, che ha respinto il ricorso con una motivazione copiata, compreso un errore di data, 10 luglio invece del 1° luglio come data di applicazione della maggior parte delle norme dell’Italicum, da una sentenza del Tribunale di Milano, resa in un giudizio promosso da altri elettori non associati al nostro Coordinamento per la Democrazia. L’ordinanza di rigetto è già stata impugnata. A Bari un giudice ha messo per iscritto quello che altri stanno facendo senza dirlo: ha rinviato tutto al 7 novembre per conoscere il risultato del referendum e le decisioni della Corte Costituzionale. I giudici che si sono riservati di emettere le ordinanze sono immobili. Il Tribunale di Trieste è in riserva dal 2 febbraio, Torino dal 21 marzo. Dovrebbero depositare in 30 giorni.

 (...)
 
LEGGI TUTTA L'INTERVISTA   


 
...............
 
 
Con il 1° luglio la legge elettorale ITALICUM trova applicazione anche se la stampa (nazionale e regionale) purtroppo si è dimenticata di ricordarlo ai cittadini.
E' una legge elettorale che risulta presentare gli stessi profili di incostituzionalità della legge elettorale PORCELLUM (dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale italiana).
 
UN PARLAMENTO DI "NOMINATI" NON RAPPRESENTA I CITTADINI. 
 
Un Parlamento di "NOMINATI" eletti con una legge elettorale (il Porcellum) dichiarata INCOSTITUZIONALE dalla Consulta, si è permesso  di modificare un terzo degli articoli della Costituzione italiana! Una assenza di  rispetto dei cittadini e dell'articolo 1 della Carta Costituzione (la Sovranità appartiene al Popolo!) impressionante.  
 
Modifiche costituzionali per le quali è previsto in ottobre il REFERENDUM CONFERMATIVO.
 
  
PERCHE' L'ITALICUM E' INCOSTITUZIONALE:
DISCRIMINA
LA MINORANZA LINGUISTICA FRIULANA:


http://comitat-friul.blogspot.it/2015/04/litalicum-discrimina-la-minoranza.html


.....................

CON L'ITALIKUM E LA RIFORMA DEL SENATO "IMPOSTI" DA MATTEO RENZI, LA MINORANZA LINGUISTICA FRIULANA SARA' DISCRIMINATA:
 
 
Friuli - Venezia Giulia, Regione autonoma con tre gruppi linguistici riconosciuti (friulano, sloveno , germanico); abitanti 1.218.985 ( cens. 2011).
Deputati  13  eletti  in collegi plurin. (nessuna garanzia di elezione di  sloveni e germanici e i friulanofoni, solo se capolista;  Senatori 2 di cui 1 sindaco)
 
Trentino - Alto Adige, Regione con 2 province autonome 2 gruppi linguistici (tedesco ladino); abitanti 1.029.475  (cens. 2011).
Deputati 8 uninominali +  3 di recupero  (è garantita l'elezione di minimo 4/5 esponenti della minoranza tedesca); Senatori 4  di cui 2 sindaci. Elezione garantita di 2 esponenti della minoranza tedesca.
 
Perché questa disparità
di trattamento?
 
 
Nessun parlamentare eletto in Friuli (province di Udine, Pordenone e Gorizia) pare preoccuparsi di questo grave aspetto di incostituzionalità dell'Italikum e della riforma costituzionale del Senato  "targate" Matteo Renzi, nonostante la Corte Costituzionale nelle sue sentenze abbia più volte ribadito che non è ammesso discriminare tra  le  12  minoranze  linguistiche riconosciute dalla Repubblica italiana ai sensi dell'art. 6 della nostra Carta Costituente. 
 

La Redazione del blog
  
 



mercoledì 6 luglio 2016

REGIONE FRIULI-VG: IL RECORD DELLA POLITICA RENZIANA IN REGIONE



REGIONE
FRIULI - VENEZIA GIULIA
 
 

Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli

Udine


Comunicato Stampa

Il record della politica renziana

in Regione


Tre referendum abrogativi/propositivi presentati da comitati di tutto il territorio regionale e di svariati orientamenti politici, dichiarati contemporaneamente non ammissibili dalla Regione Friuli-Venezia Giulia: non si era mai visto prima!

Le leggi sulla sanità e sugli enti locali e sull'ordinamento della Regione si scontrano col sentire della parte più attenta della cittadinanza regionale (per non parlare di quelle bocciate dai tribunali come quella sulla caccia) e denunciano il limite della politica del “partito leggero”, interpretato come “partito dell'eletto”, della politica intesa come: mi avete eletto, adesso decido io.

Il problema è che il voto dei cittadini era stato dato su altri programmi, su altre promesse, su altre maggioranze, visto che anche qui, come a Roma, si perdono pezzi a sinistra e se ne acquistano a destra, in spregio all'elettorato.

Al “modello Friuli” - tanto citato nel quarantennale del terremoto - di ascolto dei cittadini, di delega ai territori, di leggi condivise, si è sostituito il “modello giuliano” inteso evidentemente come modo di decidere di Giulio Cesare. Il decisionismo, nonché la paura del voto dei friulani (e dei triestini) hanno fatto fare una pessima, antidemocratica e arrogante scelta alla nuova maggioranza di piazza Oberdan.

Abbiamo dovuto perfino sorbirci, con rammarico, il polpettone del consigliere Vincenzo Martines che ha riproposto la trita interpretazione unilaterale dell'unità regionale per giustificare la bocciatura del referendum propositivo che chiedeva un sistema con due Province autonome all'interno di questa Regione.

Impedire il voto sui referenda o manipolarlo nel risultato (come con la legge elettorale nazionale detta Italicum forse in spregio alle minoranze come quella friulana) sono scelte che sottraggono ai cittadini quella sovranita` che appartiene al popolo affermata in Costituzione e vanno nel senso contrario al citato “modello Friuli” soggiogando i territori ai poteri della capitale di turno: Trieste o Roma o Bruxelles. Vedremo i prossimi referenda, vedremo poi il voto, vedremo la memoria dei friulani.

Intanto potremmo predisporre una targa con sopra impressi tutti i nomi della presidente, del vicepresidente, degli assessori e di quei consiglieri regionali che, tra UTI, interpretazioni limitative del diritto di voto, sostegno all'Italicum, legge sull'acqua e quant'altro, stanno cancellando la storia del Friuli. Da collocare su un muro di fronte ai palazzi regionali. A imperitura memoria!


per il Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli

il presidente

dott. Paolo Fontanelli


Udine, 6.7.2016
 
............
 
 
 
Il Comunicato Stampa è stato pubblicato sul settimanale della Arcidiocesi di Udine - LA VITA CATTOLICA - mercoledì 13 luglio 2016 - Rubrica "Giornale aperto", con il significativo titolo "Referendum - modello giuliano".