PORTO NOGARO
QUANDO
I DRAGAGGI?
IL NODO VERO NON E’ LA MANCANZA DI MERCI. RISOLTO IL PROBLEMA DRAGAGGI, L’ATTIVITA’ POTREBBE TRIPLICARE.
LUIGI SPALLUTO
Comandante Ufficio Circondariale marittimo
di Porto Nogaro
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Porto Nogaro arranca
per i mancati dragaggi
ll Comandante Spalluto:
di
Flavio D’Agostini
“La Vita Cattolica”
giovedì 30 maggio 2013
La pesante crisi congiunturale che anche il Friuli sta vivendo non ha mancato di manifestare ripercussioni sull'attività del porto di Nogaro, storica realtà economica che si sviluppa sulle sponde del tratto finale del fiume Corno, unico porto in provincia di Udine e porto più a Nord dell'Adriatico, attorno al quale si è sviluppata, a partire dagli anni 60 del secolo scorso, la Zona industriale Aussa Corno (Ziac), della quale Porto Nogaro costituisce, dando lavoro a 450 addetti più l'indotto, la più grande azienda.
DOMANDA:
Ma il problema più impellente dell'area portuale non è tanto la crisi, quanto l'ormai annosa questione dei dragaggi.
RISPOSTA:
«Risolto questo, la potenzialità e l'attrattività della struttura aumenterebbero e l'attività potrebbe raddoppiare», ha spiegato a «la Vita Cattolica» Luigi Spalluto, comandante dell'Ufficio circondariale marittimo di Porto Nogaro, distaccato dalla Capitaneria di porto di Monfalcone, dalla quale dipende. «Il porto di Nogaro è una realtà di grande importanza per la Bassa friulana - spiega Spalluto -. Offre un servizio rilevante alla Ziac, nata grazie alla facilità di movimentazione delle merci che grazie al porto è possibile, oltre alla presenza di altre importanti infrastruture come l'Autostrada A4 Venezia-Trieste-Tarvisio. Qui sono installate due compagnie portuali fra di loro consorziate, la Midolini e l'Impresa Portuale Porto Nogaro, che occupano una cinquantina di addetti, e operano la Guardia di finanza e la Dogana, per le attività di vigilanza e gestione delle pratiche relative alle merci, il nostro ufficio di Capitaneria di porto, che si occupa della gestione dell'entrata e uscita delle navi e di garantire la sicurezza della navigazione, e diverse agenzie marittime, che gestiscono gli arrivi e le partenze delle navi. Una realtà estremamente interessante e dalle enormi potenzialità, per la quale come Ufficio marittimo ci adoperiamo per ottenere la massima operatività, agevolando e garantendo la sicurezza della navivigazione» -
DOMANDA:
Comandante, quali tipologie di merci transitano per Porto Nogaro?
RISPOSTA:
«Le attività tradizionali consistono soprattuto in traffici di materiale ferroso, sabbia e legno col Nord Africa e il Mediterraneo in generale, alle quali si aggiungono naturalmente i trasporti eccezionali, come le paratoie per il nuovo Canale di Panama, costruite in Ziac dalla Cimolai. Ma il porto di Nogaro è tecnicamente molto dotato e all'avanguardia in quanto a infrastrutture, grazie all'ampliamento dell'area portuale che consente alle imprese di usufruire di maggiori spazi per lo stoccaggio delle merci».
DOMANDA:
L'obiettivo, dunque, è di attrarre nuovi traffici?
RISPOSTA:
«Ci stiamo impegnando proprio in questa direzione, ad esempio con i rottami ferrosi».
DOMANDA:
Porto Nogaro sta soffrendo molto per la crisi?
RISPOSTA:
«Quello di Nogaro è un porto che lavora, nonostante la crisi in atto, anche se è vero che quest'anno stiamo registrando un momento di difficoltà. Dopo il boom del 2012, infatti, nel primo trimestre del 2013 si è registrato un calo del 25% di attività di movimentazione merci, dovuto soprattutto al calo del trasporto delle bramme a causa dell'ormai annoso problema del mancato dragaggio e dei fondali, per il quale nemmeno la nomina di un commisario ha portato ai benefici sperati. Gli attuali fondali, ridotti a sì e no sei metri di pescaggio, permettono infatti il passaggio solo di navi piccole, di circa 5 mila tonnellate di stazza».
DOMANDA:
Le prospettive, dunque?
RISPOSTA:
«Se con i dragaggi i canali venissero portati, come è auspicabile, a 7,5 metri, si permetterebbe il passaggio di navi di 8-10 mila tonnellate, più adatte per i traffici tradizionali di questo porto. Il problema vero non è dunque la mancanza di merci, ma l'attuale inadeguatezza a riceverle: risolto questo problema, la potenzialità e l'attrattività della struttura aumenterebbero, a vantaggio anche di tutta la zona industriale».
DOMANDA:
Motivo di orgoglio per Porto Nogaro è l'aver dato vita, unico caso in regione, a un Comitato locale di Welfare per la gente di mare, di cui lei è presidente.
RISPOSTA:
«Esserlo per me è un onore. Il Comitato è nato dall'esigenza, rilevata dalla Caritas diocesana e condivisa da tanti soggetti pubblici e privati (Capitaneria di porto, agenzie marittime, Misercordia della Bassa friulana, Consorzio Ziac, Anmi di San Giorgio, forania di Porpetto, Comune e parrocchia di San Giorgio) di dare risposta ai tanti problemi dei marittimi in transito in porto».
DOMANDA:
Come opera il Comitato in aiuto ai marittimi?
RISPOSTA:
«Nel Centro Stella Maris, gestito dalla Caritas diocesana all'interno della Capitaneria, una decina di volontari coordinati dalla referente Sara De Benedetti sono impegnati, oltre che nella sensibilizzazione del territorio sulle problematiche e le condizioni di lavoro della gente di mare, in attività di accoglienza, ascolto, supporto e orientamento ai servizi del territorio per tanti marittimi, "stranieri in ogni porto", e a far sentire loro il calore di una "casa lontano da casa". Un servizio altamente qualificato e prezioso».
Flavio D'Agostini
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Un ringraziamento al settimanale LA VITA CATTOLICA (Ud) per aver evidenziato un problema molto importante per l’economia friulana: i mancati dragaggi nel canale di Porto Nogaro.
Un problema che “pare” dimenticato dalla politica regionale.
LA REDAZIONE DEL BLOG
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