giovedì 30 luglio 2015

STOP ALLA VERGOGNOSA CAMPAGNA STAMPA DI TERNA CONTRO I FRIULANI


 
FRIULI

ELETTRODOTTO TERNA

STOP ALLA VERGOGNOSA
 
 CAMPAGNA DI STAMPA DI TERNA
 
CONTRO I FRIULANI
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CONFERENZA STAMPA
DEL 30 LUGLIO 2015
Udine - Palazzo della regione
 

Dal sito internet

del settimanale

LA VITA CATTOLICA
 
 


Elettrodotto. Conferenza stampa di comitati e sindaci: vogliono metterci i piedi in testa»
 
Stop alla vergognosa campagna di stampa di Terna contro i Friulani
 
"Sfido il presidente di Confindustria Bono ad un dibattito pubblico sull’elettrodotto”: Aldevis Tibaldi, leader del Comitato per la vita del Friuli rurale, reagisce così alla dura campagna mediatica partita dopo la bocciatura da parte del Consiglio di Stato dell’iter autorizzativo dell’’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia, ispirata da Terna che parla di “manina antimpresa”, di “opere bloccate per vizi di forma”, di “rischio blackout” e di sviluppo a rischio.   
Tibaldi: «Pretendono il servaggio del Friuli»
Nella conferenza stampa appositamente convocata sciorina dati incontrovertibili. Non c’è alcun rischio di blackout perché Il Friuli-V.G. è in una situazione di surplus energetico, come confermano anche i dati della Regione, tanto che la modernissima “centrale Edison di Torviscosa lavora al 20-30% delle sue potenzialità”, spiega Tibaldi. L’energia costa di più in Italia? “Colpa delle tasse, che gravano sul 35% del costo dell’elettricità. Gli elettrodotti interrati non si possono fare? “Ne hanno realizzato uno che valica i Pirenei tra Francia e Spagna e l’Unione Europea lo ha finanziato con oltre 200 milioni di euro” ha riferito Tibaldi: “Vogliono realizzare queste forche caudine per certificare il servaggio del Friuli. Dedicherei altri 8 anni della mia vita per difendere la dignità del Friuli”.
Esposto in Procura anche contro la Regione
E Tibaldi annuncia una raffica di esposti: alle Procure di Udine e Gorizia per chiedere di valutare il comportamento della Regione, che avrebbe ignorato nelle varianti di piano per la stazione elettrica di Udine Sud e l'attraversamento del Torre a Villesse le risultanze delle istruttorie dei suoi stessi uffici; all’Autorità per l’energia, chiedendo che Terna non ricarichi sulle bollette i costi per lo stop all’elettrodotto; contro Terna per procurato allarme, per le “pressioni terroristiche” paventando un rischio blackout.
Ricorso di Terna in Cassazione? Una bufala
L’avvocato Matteo Ceruti dal canto suo ha smentito le possibilità di un ricorso in Cassazione per Terna: “E’ possibile solo in caso di difetto di giurisdizione”, ovvero se il Consiglio di Stato avesse invaso le competenze del giudice ordinario o dell’amministrazione pubblica. Oppure in caso di “ricorso per revocazione, nel caso il Consiglio di Stato abbia emesso la sentenza sulla base di documenti completamente falsi o errati. Nessuno dei due casi sembra incorrere per l’elettrodotto. La sentenza, spiega Ceruti, non è basata su carenze formali ma su un’opera “macroscopicamente illegittima”. Sulla base dei rapporti della Soprintendenza regionale, quest’opera non solo “era incompatibile con il paesaggio, ma si configurava come deturpamento dell’ambiente, reato sancito dal Codice penale. Tutto il processo autorizzativo è stato annullato, a partire dalla dichiarazione di pubblica utilità, presupposto per gli espropri. L’opera quindi va abbattuta. “C’è stata una anomala accelerazione dei lavori dopo la discussione della causa in aprile – ha sottolineato l’avvocato – in attesa del deposito della sentenza, avvenuto la settimana scorsa. La società ha deciso, a suo rischio, una accelerazione. E ora è giusto che sopporti i costi delle opere incautamente realizzate”. Inoltre, spiega Ceruti, è stato chiesto a Terna un preciso piano di messa in sicurezza dei cantieri per evitare facili elusioni della sentenza”.

Il sindaco di Mortegliano: «Basta terrorismo»
Spero che si esca dalla fase delle dichiarazioni allarmistiche e terroristiche – ha evidenziato il sindaco di Mortegliano, Alberto Comand - . Sono dichiarazioni poco decorose per chi le fa. Poteri forti e politica vogliono calpestare i diritti dei cittadini. Ma perché dovremmo tenerci un danno così?”.
Il sindaco di Lestizza: «Mi vergogno di un certo sindacato»
Mi sono iscritto al sindacato all’età di 14 anni – ricorda il sindaco di Lestizza, Geremia Gomboso – e sentire le dichiarazioni dei sindacati, specie quelle dei Fania della Cisl a cui sono iscritto, mi lascia molto amareggiato. I cittadini devono avere tutte le carte in ordine anche per fare una piccola tettoia per la legna. E per queste opere dovremmo chiudere gli occhi?”
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Dal sito internet del settimanale LA VITA CATTOLICA:  
Palazzo della Regione – Udine -  Conferenza stampa del 30 luglio 2015
 
Intervento di Ferdinando Ceschia. Segretario Generale UIL di Udine e provincia


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Il dibatit su "Radio Onde furlane" di sabide 1 di Avost su l’Eletrodot Terna/Il dibattito su "Radio Onde Furlane" di sabato 1 agosto su l'Elettrodotto Terna. 


 
Buine scolte/Buon ascolto!

domenica 26 luglio 2015

ELETTRODOTTO TERNA - IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE IL RICORSO "PER VIZI DI ECCESSO DI POTERE E DIFETTO DI MOTIVAZIONE"


ELETTRODOTTO "TERNA" - FRIULI
 
"CONSIGLIO DI STATO"
 
ACCOLTO IL RICORSO PER:
 
"VIZI DI ECCESSO DI POTERE
 
 E DIFETTO DI MOTIVAZIONE"
 
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N. 03652/2015REG.PROV.COLL
N. 06347/2014 REG.RIC.
N. 06348/2014 REG.RIC.
N. 06288/2014 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Consiglio di Stato
in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 6347 del 2014, (omissis)

contro

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero per i beni e le attività culturali, Ministero dello sviluppo e, in persona dei rispettivi Ministri pro tempore, rappresentati e difesi per legge dall’Avvocatura generale dello Stato, domiciliataria in Roma, Via dei Portoghesi, 12;

Regione Friuli-Venezia Giulia; 

nei confronti di

Terna - Rete Elettrica Nazionale s.p.a., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Elena Buson, Mario Esposito e Filomena Passeggio, con domicilio eletto presso l’avvocato Mario Esposito in Roma, Via Lattanzio, 66;

Terna Rete Italia s.p.a., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Mario Esposito, con domicilio eletto presso il medesimo in Roma, Via Lattanzio, 66;

Omissis

15. Nel merito l’appello merita accoglimento.

Risulta fondato, in particolare, il secondo motivo di appello con cui si deducono, sotto diversi profili, vizi di eccesso di potere e difetto di motivazione in relazione al provvedimento con il quale il Ministero per i beni e le attività culturali (nota prot. 6440 del 24 febbraio 2011), mutando il precedente parere contrario della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli - Venezia Giulia (espresso nella nota prot. 10889 del 24 novembre 2010), ha espresso parere favorevole sul progetto di elettrodotto con l’unica condizione di spostare il tratto di elettrodotto previsto nell’area golenale del fiume Torre.

16. Giova ricostruire con maggiore dettaglio questa fase del procedimento su cui si appuntano le censure dei ricorrenti.

La Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli – Venezia Giulia aveva inizialmente espresso parere contrario all’intervento nelle aree oggetto di tutela ai sensi degli articoli 136 e 142, comma 1, lett. c) del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), rilevandone l’impatto negativo sul paesaggio consistente:

- nel deturpamento della scenografia di tratti di corridoi fluviali di elevato valore paesaggistico del torrente Comor, del fiume Torre, del fiume Isonzo nonché della Roggia di Udine e delle Roggia Mille acque con la irruzione nel campo visivo di sostegni e di cavi, che costituiscono elementi anomali, per consistenza ed altezza, rispetto alla matrice agricola e naturalistica del paesaggio e che, inoltre, in nove casi, avendo un’altezza superiore a 61 metri, dovrebbero, per rispettare le norme di sicurezza del volo a bassa quota, presentare una verniciatura bianca e arancione nel terzo superiore;

- in un rilevante esbosco di specie arboree di valore paesaggistico, oltre che naturalistico ed ecologico.

Sulla base di questi rilievi, la Soprintendenza aveva, quindi, proposto l’interramento dell’elettrodotto nelle fasce sottoposte a tutela paesaggistica.

Successivamente però, con l’atto impugnato (nota prot. 6440 del 24 febbraio 2011), il Ministero per i beni e le attività culturali (di seguito anche solo MIBAC), “considerata l’impossibilità di realizzare l’elettrodotto in cavo [sotterraneo] nelle zone sottoposte a tutela paesaggistica, come chiarito dalla società Terna s.p.a.”, mutando avviso si esprimeva favorevolmente, ponendo come unica condizione che il tratto di elettrodotto del fiume Torre venisse spostato all’esterno della fascia di elevato valore paesaggistico.

17. Gli appellanti lamentano che questo mutamento di giudizio (non assistito da adeguata motivazione) si rivelerebbe contraddittorio ed irragionevole, ed evidenziano – criticando, sotto questo specifico profilo, la sentenza appellate anche per il vizio di omessa pronuncia rispetto alla censura proposta in primo grado – che il parere favorevole del Ministero, anche a prescindere dal ripensamento rispetto al precedente parere negativo, sarebbe, comunque, in sé affetto da vizi di sviamento di potere: infatti attraverso tale atto di assenso il MIBAC avrebbe illegittimamente subordinato il perseguimento dell’interesse pubblico primario (alla tutela paesaggistica) affidato alla sua cura alla realizzabilità comunque dell’opera, quasi che l’an del progetto non potesse essere nemmeno posto in discussione.

18. Il Collegio ritiene che, nei termini che seguono, sussistano i denunciati profili di sviamento di potere.
omissis

21. Quanto sopra risulta patentemente leso nel procedimento oggetto del presente giudizio, in cui il MIBAC – ponendo, per l’inequivoca logica interna al giudizio, la sua seconda valutazione in comparazione con altri interessi pubblici - si è spinto ultra vires rispetto al compito assegnatogli dalla legge e ha di fatto abdicato, sulla soverchiante base di un suo inammissibile bilanciamento con altri interessi, ad esercitare correttamente l’indeclinabile funzione di tutela di cui è esso per legge titolare.

omissis

23. Qui è sufficiente rilevare l’evidenza dell’eccesso di potere che inficia il parere favorevole espresso dal MIBAC con la nota n. 38241 del 20 dicembre 2010. In tale provvedimento, invero, il MIBAC, disattendendo la precedente posizione negativa espressa con il parere della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli - Venezia Giulia con nota prot.n. 10889 del 24 novembre 2010, fonda il mutamento di giudizio esclusivamente sulla considerata impossibilità di realizzare l’elettrodotto in cavo [sotterraneo]”: con ciò muovendo dalla considerazione non già dello stretto interesse paesaggistico, ma dall’interesse, da esso stesso fatto superiore, alla realizzazione dell’opera: cosa che non è di sua cura.

In pratica violazione, quindi, della propria funzione....

Omissis
24. Non basta: la riscontrata impossibilità di soluzioni tecniche alternative non è stata oggetto di adeguata motivazione ad opera del parere, che sotto questo profilo si limita a richiamare e a recepire senz’altro le considerazioni svolte da Terna che ha proposto il progetto. Vizio, anche questo, sufficiente a concretare l’invalidità degli atti, perché sarebbe comunque stato obbligo del MIBAC svolgere la relativa indagine ed esternare le ragioni della sua specifica nuova valutazione.

omissis 
25. Il procedimento che ha condotto ad esprimere la valutazione positiva di compatibilità ambientale e, successivamente, all’approvazione del progetto definitivo risulta, quindi, viziato in radice perché è mancata una logica ed attendibile acquisizione del fondamentale giudizio tecnico del MIBAC circa l’oggetto istituzionale della sua cura, pretermesso e sacrificato dalla stessa Amministrazione chiamata a occuparsi della sua tutela.

Insomma, lo sviamento che inficia il parere sul progetto di elettrodotto porta a rilevare che è mancato, nella sostanza, il razionale espletamento di una fase procedimentale obbligatoria.
omissis

27. Alla luce delle conclusioni che precedono, gli appelli vanno accolti e, per l’effetto, in riforma della sentenze appellate, vanno accolti, nei limiti indicati, i ricorsi proposti in primo grado dagli odierni appellanti.

La particolare complessità della vicenda sottesa al presente contenzioso giustifica l’integrale compensazione delle spese del doppio grado di giudizio.

P.Q.M.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta), definitivamente pronunciando sugli appelli, come in epigrafe proposti, ne dispone la riunione e li accoglie; per l’effetto, in riforma delle sentenze appellate, accoglie, nei limiti di cui in motivazione, i ricorsi proposti in primo grado.

Spese del doppio grado compensate.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
OMISSIS
23 luglio 2015
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COMMENTO DELLA REDAZIONE DEL BLOG:
 
NESSUNA RIFLESSIONE SULLA STAMPA LOCALE E DA PARTE DELLA POLITICA REGIONALE SULLA GRAVITA' DELLE MOTIVAZIONI CHE HANNO GIUSTAMENTE PORTATO IL CONSIGLIO DI STATO AD ACCOGLIERE I RICORSI?

E IL PAESAGGIO RURALE NON E' FORSE MERITEVOLE DI TUTELA?

 E CHE DIRE DI QUESTA AFFERMAZIONE (CONFERMATA DA MOLTI) , DATATA 13 LUGLIO 2012 E COPIA/INCOLLA DAL SITO DELLA CISL-UDINE?

 «Non è vero che in Friuli manca energia. Un terzo di quella che transita (1 miliardo di Kw/ora nel 2010) non viene utilizzata in loco, ma esportata»; quello di Redipuglia - Udine Ovest è solo uno dei progetti di elettrodotto che si stanno movendo (ad esempio uno prevede di passare dalla Slovenia per le Valli del Natisone sino a Udine)."

http://www.cisludine.it/Archivio-Articoli/Cgil-quante-bugie-sull-energia!-Dura-polemica-nei-sindacati-sugli-elettrodotti.-Venerdi-13-Luglio-2012
 
Così il quotidiano IL FATTO QUOTIDIANO commenta il 24 luglio 2015 la sentenza del Consiglio di Stato:
 
 
 
 
TITOLO -  Friuli, bocciato megatraliccio sull’Isonzo. ‘Il Ministero non faccia interessi diversi’
 
 
(...) La sentenza è bella da leggere perché afferma una serie di principi importanti in materia di tutela del paesaggio (...).

Nell’esercizio della funzione di tutela spettante al MIBAC – si legge nella sentenza – l’interesse che va preso in considerazione è solo quello circa la tutela paesaggistica, il quale non può essere aprioristicamente sacrificato dal MIBAC stesso, nella formulazione del suo parere, in considerazione di altri interessi pubblici la cui cura esula dalle sue attribuzioni”.
 
E in una stagione dove non si capisce più chi fa l’interesse pubblico quando si parla di ambiente, pare un buon principio"
 
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LEGGI TUTTA LA SENTENZA
 
Da Facebook - Comitato per il Friuli rurale
 

venerdì 24 luglio 2015

REGIONE, COLLEGI ELETTORALI - COLPA DEGLI SLOVENI? NO, E' LA "MANINA" DI TRIESTE!!!


REGIONE

COLLEGI ELETTORALI


COLPA DEGLI SLOVENI?

NO

 
E' LA “MANINA”

DI TRIESTE !!!

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Colpa degli sloveni?
 
E' la "manina" di Trieste
 
 

"E' incredibile che la stampa locale continui ad avvalorare quanto ci raccontano il senatore triestino Francesco Russo e l'on. Tamara Blazina, ugualmente triestinissima come Russo, sul perchè il Collegio elettorale di Trieste è stato ingrandito a spese della Provincia di Udine.

Il duo Russo/Blazina ci racconta, così risulta dalla stampa, che il collegio elettorale di Trieste è stato ingrandito perchè andava garantito alla minoranza slovena un rappresentante in Parlamento e ciò era raggiungibile solo se tutti i 32 Comuni in cui è riconosciuta la presenza di questa minoranza linguistica, erano inclusi in uno stesso collegio.

Ma ci hanno preso tutti per “fessi”?
 
Come scrive giustamente Giorgio CavalloL’Italicum colpisce di nuovo. Con i due collegi previsti qualche triestino in più e qualche friulano in meno. Ed una colossale presa in giro per la minoranza linguistica friulana.”
 
O per meglio essere più precisi, come ancora denunciato da Giorgio Cavallo In questo modo una realtà provinciale che ha circa il 18% di abitanti potrà giocarsi il 40% degli eletti nell’intera Regione.”.
 
E la realtà provinciale a cui Cavallo fa riferimento è la Provincia di Trieste.

Dall'allargamento del collegio triestino con la scusa di includere tutti i 32 Comuni in cui risiede la minoranza linguistica slovena, questa minoranza non avrà nessunissimo vantaggio. Ma proprio nessuno!
 
Il Consigliere regionale Igor Gabrovec - Pd/Ssk e segretario politico della Slovenska skupnost – dichiara infatti che "L'elezione del candidato sloveno - precisa Gabrovec - anche in futuro dipenderà esclusivamente dalla buona volontà dei grandi partiti nazionali, allo stato attuale con ogni probabilità il Pd. Il candidato sloveno sarà infatti eletto solamente qualora la segreteria romana del partito decidesse di collocarlo in una posizione di capolista nel collegio orientale che consenta effettivamente la sua elezione” (dal sito internet del Consiglio regionale).
 
Se si vuole veramente tutelare le tre minoranze linguistiche che vivono in regione, minoranza slovena in primis, non c'è alternativa alla adozione anche nella nostra regione di un sistema elettorale analogo a quello vigente in Trentino-Alto Adige.
 
 
E basta frottole!
 
 
Roberta Michieli – Tavagnacco

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La lettera a firma di Roberta Michieli è stata pubblicata dal settimanale LA VITA CATTOLICA – giovedì 23 luglio 2015, rubrica “Giornale aperto”.
 
 
In calce alla lettera il Direttore responsabile Roberto Pensa, ha aggiunto questa nota di Redazione:


"Irriducibili nazionalisti e nostalgici post marxisti (secondo i quali cultura e identità di un popolo non sono altro che una inutile “sovrastruttura sociale”, per dirla con il Capitale di Marx) non vedevano l'ora di mettere l'una contro l'altra le due grandi minoranze linguistiche del Friuli-Venezia Giulia per dividerle ed indebolirle.

Concordo con la lettrice e rimando tutti alla lettura dell'editoriale della scorsa settimana.

La grande questione è che l'Italicum e il governo Renzi non rispettano tutte le minoranze linguistiche storiche presenti sul territorio italiano prevedendo collegi elettorali adeguati (come è stato fatto solo in Sudtirolo e Valle d'Aosta).

Il resto sono tutte inutili polemiche "balneari" (R.P.)"


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La lettera a firma di Roberta Michieli è stata pubblicata anche sul quindicinale  di informazione della comunità slovena della Provincia di Udine  "Dom"  il 31 luglio 2015.
 

 
 
 
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ALCUNE PRECISAZIONI
GIURIDICO/COSTITUZIONALI
  1. La Costituzione slovena prevede un seggio in Parlamento per OGNI minoranza linguistica riconosciuta dalla Slovenia. Inoltre "la Costituzione slovena non discrimina tra minoranze linguistiche e per tutte – con o senza Stato – prevede la rappresentanza in Parlamento. Ossia, giusto per esplicitare meglio il concetto giuridico, se la minoranza linguistica friulana fosse per ipotesi riconosciuta in Slovenia, avrebbe diritto ad un seggio garantito in Parlamento esattamente come la minoranza linguistica italiana che vive in Slovenia."

    Nella Costituzione italiana non esiste pari norma costituzionale, e l'on. Tamara Blazina non può non saperlo.

    Il termine giuridico "minoranza nazionale", utilizzato dal sistema giuridico sloveno, equivale al termine giuridico "minoranza linguistica" utilizzato dal sistema giuridico italiano.  Cambia il termine giuridico e il  sistema giuridico di riferimento, ma ugualmente i due termini giuridici identificano la stessa "fattispecie": una popolazione autoctona  che storicamente parla una lingua diversa dalla lingua ufficiale dello Stato di cui ha la cittadinanza.

     
        
  2. L'aver previsto, nel così chiamato ITALICUM, per le minoranze linguistiche riconosciute che vivono in Val d'Aosta e in Trentino – Alto Aldige, una normativa elettorale privilegiata valevole solo per queste tre minoranze linguistiche, discrimina tutte le altre minoranze linguistiche riconosciute ai sensi degli art. 3 e 6 della Costituzione italiana, e rende INCOSTITUZIONALE l'ITALICUM.

    La incostituzionalità non poteva non essere nota al Parlamento italiano, soprattutto dopo il rinvio alla Corte Costituzionale - nel 2014 - della legge elettorale italiana per la elezione del Parlamento europeo, Rinvio avvenuto ANCHE sulla base della discriminazione tra minoranze linguistiche tutelate ai sensi dell'art. 6 e 3 della Carta Costituzionale ed elencate art. 2 della L. 482/99. E questa discriminazione è continuata anche con l'ITALICUM.

    LA REDAZIONE DEL BLOG

giovedì 23 luglio 2015

TRIESTE NON E' LA CAPITALE DEL FRIULI !




TRIESTE NON E'

LA CAPITALE DEL FRIULI

 


 

Dalla stampa locale apprendiamo che il sindaco di Trieste Roberto Cosolini ha affermato: Il Porto Vecchio dovrà essere anche un moderno centro servizi che si rivolgerà a più territori consentendo a Trieste di guardare verso tre direzioni in particolare: il Friuli Venezia Giulia rilanciandosi nel ruolo di capoluogo regionale, l’Europa centrale proponendosi come porta sul Mediterraneo di un retroterra vasto, l’Istria e parte di Slovenia e Croazia che storicamente gravitavano sulla città.”

L'auspicio di Cosolini per Trieste di un futuro da grande metropoli al centro di un vastissimo retroterra rientra in quel libro dei sogni che ha sempre accompagnato la propaganda politica di ogni sindaco triestino.

La realtà è un'altra. Trieste non è mai stata storicamente la capitale della Regione Friulana (quasi il 90% della attuale Regione amministrativa Friuli-Venezia Giulia) e il territorio friulano (provincie di Go, Ud e Pn) non può essere ritenuto il suo contado. Realtà difficile da “digerire” da Trieste che proprio per scongiurare ogni pretesa friulana, continua ad opporsi allo sviluppo culturale, scientifico e universitario del Friuli. Secondo Trieste, il Friuli può solo produrre PIL, ossia reddito, da dividersi poi con Trieste stessa, ma non deve permettersi altro.

Non corrisponde al vero neppure l'affermazione di Cosolini che “l’Istria e parte di Slovenia e Croazia storicamente gravitavano sulla città”, in quanto la capitale storica dell'Istria, fin dai tempi degli antichi romani, è la città di Pola. Ed è su Pola che gli istriani hanno sempre gravitato, non su Trieste che semmai fu solamente la destinataria di forza/lavoro durante gli anni del suo grande sviluppo portuale all'epoca dell'Impero Asburgico. L'attuale Lubiana - l'antica Aemona -, oggi città di 280.000 mila abitanti, è la capitale storica dell'attuale Slovenia. C'è poi Zagabria, capitale della Croazia.

Pertanto, vanno respinte con forza le pretese triestine di egemonia su territori che non appartengono in nessun modo alla loro città!

Roberta Michieli - Tavagnacco

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La lettera è stata pubblicata sul quotidiano IL GAZZETTINO (Ud, Pn e Ve) in data 4 luglio e sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO (Ud) in data 10 luglio 2015


lunedì 20 luglio 2015

"IL COMUNE RUSTICO ovvero IL CONTADO FRIULANO" di Gianfranco D'ARONCO


"IL COMUNE RUSTICO

ovvero

IL CONTADO FRIULANO"

di

Prof. Gianfranco D'Aronco



Non sono un politico, perciò stento a capire certe cose. I nostri capi regionali hanno cominciato con le Province, scoprendone la inutilità, anzi i guai generati dalla loro esistenza.

Per risparmiare, anzi per razionalizzare, al posto delle 4 Province nasceranno le Provincette: in numero di 18, né di più né di meno. E saranno date in affido a rappresentanti quali che siano (basta la forma) ma praticamente a personale dipendente, che passerà nei ruoli della Regione e che quindi avrà la grande libertà di eseguire gli ordini di Trieste.

Questa riforma è già passata al concreto, cominciando col trasferire sulle Rive adriache i vari Centri per l’impiego, sparsi nella Regione. Ci sarà dunque un’unica “cabina di regia” (come suona bene), secondo il linguaggio degli addetti ai lavori, e tutto sarà più veloce ed economico. Tranquilli: l’altro giorno il Senato, in via di estinzione, ha dato voto favorevole all’abolizione delle Province. “E’ un ottimo voto”, ha commentato la prima donna del FVG; abbiamo la grande fiducia di avere preso la strada giusta”. Anche un parlamentare nostrano si è dichiarato soddisfatto, perché si va verso una “semplificazione dei livelli di governo”, necessariamente basato sul dualismo Regione-Comuni” (questo nel dolce stil novo).

La sorella redenta nel 1918 è capoluogo di Comune, capoluogo di Provincia, capoluogo di Regione. Le piacerebbe anche diventare città metropolitana, nonostante ci sia stata già una bocciatura in proposito: ma si può combinare. Un altro parlamentare di qua ha asserito che “sembra giusto poter garantire alla Regione una possibilità di più” (sic).

Mentre ci si diletta con le Provincette, ci si trastulla con i Comuni. Non conta il fatto che siano nati, secolo dopo secolo, come esigenza espressa dalle popolazioni locali, chiaro esempio di autonomia dalla base. Per chi ci comanda, sono troppi. I grandi capi hanno steso su un tavolo una carta della Regione come fosse una pizza, e l’hanno tagliata in varie fette, che sarebbero i nuovi Comuni. E a chi non si adeguerà, andrà un minore trasferimento di contributi. “O noci de la Carnia, addio!”, diremo col Carducci del “Comune rustico”. E gli autogovernanti risponderanno: “Morrete per la nostra libertà”. Comunque i 57 sindaci pronti a impugnare il nuovo piano di riordino (cioè di ordini) davanti al TAR, sperano: la speranza è la virtù dei friulani.

Rimangono i misteri misteriosi della Sanità. Si penalizzano ospedali di lunga riconosciuta tradizione, assicurando che tutto andrà per il meglio. Per ragioni economiche ancora da illustrare, i lungodegenti dovrebbero rimanere a casa, dove andrà a trovarli il medico di turno appartenente al Distretto e non altri. Il Veneto ha detto di no ai tagli, quelli sì certi; noi avevamo già da anni provveduto alla bisogna: la Sanità è tutta a carico del bilancio regionale. Consoliamoci apprendendo che i friulani sono tra i maggiori donatori di sangue, raccogliendo ogni anno oltre 25 mila litri di plasma, in parte ceduto a vari Paesi del mondo.

Tornando ai Comuni rustici e alle Provincette per cui si è debordato (nel senso di uscire dalla retta via), non sappiamo se credere al generale stupore della gente, o al compiaciuto commento della prima della classe, quando asserisce: “La nostra legge di riforma degli enti locali ci ha permesso, caso unico in Italia, di trasferire dal I° luglio le competenze, e i relativi dipendenti, dei Centri per l’impiego dalle Province alla Regione. Ne faremo altri di passi, progressivamente, sino all’effettivo e definitivo superamento degli enti intermedi”. Anche i centri servono all’accentramento. Aggiungasi l’annunciato rischio di perdere 15 milioni di euro di contributi europei per occupazione e lavoro, che il governo vorrebbe trasferire a parziale copertura di uno dei tanti buchi di bilancio. E simili cose. Il guaio sta in alto loco. “La specialità non rappresenta un privilegio”, ha ammonito la maestrina dalla penna rossa. Non si sa se abbia diretto queste parole ai friulani o ai romani.



Gianfranco D’Aronco

Presidente Onorario

Comitato per l'autonomia
e il rilancio del Friuli
 
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Il documento a firma del Prof. Gianfranco D'Aronco è stato pubblicato sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO (Ud) venerdì 10 luglio 2015
 

giovedì 16 luglio 2015

ITALICUM, COLLEGI ELETTORALI IN FRIULI-VG - BASTA FROTTOLE!


ITALICUM

COLLEGI ELETTORIALI

IN FRIULI – VENEZIA GIULIA


«Suddivisione necessaria
per tutelare
la minoranza slovena»


BASTA FROTTOLE!

La suddivisione non tutela

affatto la minoranza slovena

MA PRIVILEGIA SOLO
LA CITTA' DI TRIESTE

che potrà eleggere ben il 40%
dei parlamentari previsti
per l'intera regione
 

Comunicati Agenzia Consiglio Notizie
  
  

Pd-Ssk: Gabrovec, nuova legge elettorale inadeguata per minoranze
 
10 Luglio 2015, ore 12:32
 
(ACON) Trieste, 10 lug - COM/AB - "Il collegio orientale va visto per quello che è, vale a dire una foglia di fico a coprire la vergogna di una legge che non ha saputo rispondere in modo adeguato all'esigenza di garantire la rappresentanza di una minoranza linguistico-nazionale riconosciuta e tutelata".
È chiara la presa di posizione del consigliere regionale Pd/Ssk e segretario politico della Slovenska skupnost Igor Gabrovec.  
"L'elezione del candidato sloveno - precisa Gabrovec - anche in futuro dipenderà esclusivamente dalla buona volontà dei grandi partiti nazionali, allo stato attuale con ogni probabilità il Pd. Il candidato sloveno sarà infatti eletto solamente qualora la segreteria romana del partito decidesse di collocarlo in una posizione di capolista nel collegio orientale che consenta effettivamente la sua elezione. Se non sarà capolista, considerato l'esiguo numero di seggi previsti nel collegio, avrà bisogno di un numero di preferenze molto elevato, tanto da renderlo quasi ineleggibile. Non c'è quindi alcun effetto pratico agevolativo per la minoranza, come è invece espressamente previsto nella legge di tutela. Il collegio cosiddetto agevolato è quindi una foglia di fico a coprire la vergogna di una legge che non ha saputo rispondere in modo adeguato all'esigenza di garantire la rappresentanza di una minoranza linguistico-nazionale riconosciuta e tutelata".

"La Slovenska skupnost (Unione Slovena) aveva proposto e sostenuto ben altra soluzione, predisponendo in collaborazione e per mano del sen. Karl Zeller della Sudtiroler Volkspartei un emendamento che aveva superato il vaglio di ammissibilità costituzionale ed era perfettamente legittimo. La proposta prevedeva di abbassare per le liste espressive delle minoranze linguistiche del FVG la soglia del 20 % dall'ambito regionale a quello più ristretto dei comuni e frazioni, ove si applica il bilinguismo visivo, e dove la percentuale della minoranza slovena è molto più consistente, per il che detta soglia appariva raggiungibile. Purtroppo il Governo e la maggioranza avevano espresso parere contrario alla sua approvazione, condannandolo alla bocciatura in Aula".

"L'emendamento - sottolinea Gabrovec - non presupponeva né il seggio garantito né il censimento, bensì un semplice diritto a concorrere. È chiaro a tutti, infatti, che per una minoranza qual è quella slovena, molto ottimisticamente quantificata in circa 50.000 persone, il raggiungimento in forma di lista autonoma del 20% dei voti validi espressi a livello regionale è palesemente irraggiungibile".
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