venerdì 27 novembre 2015

PORTI DEL FRIULI - VENEZIA GIULIA: BISOGNA FARE CHIAREZZA



 
PREMESSA

Porto di Trieste e Porto Nogaro:
alcuni dati fondamentali
da tener presente



Il porto di Trieste è un porto COMMERCIALE (ossia con merci in transito) essenzialmente PETROLIFERO dove la voce petrolio greggio risulta valere ben il 70% della totalità delle merci sbarcate e imbarcate.
 
Il petrolio greggio - dai dati pubblicati dall'autorità portuale triestina e relativi al 2014 - infatti vale ben 41,5 milioni di tonnellate su un totale merci di 57,1 milioni di tonnellate.

Dati forniti dall'autorità portuale di Trieste - Anno 2014
 
- totale delle merci sbarcate ed imbarcate: 57.153.931 tonn.
  • petrolio greggio ed altre rinfuse liquide: 42.400.849 tonn.
  • petrolio greggio: 41.493.027 tonn.


E il restante 30% delle merci imbarcate e sbarcate nel Porto di Trieste?

Da il Piccolo di Trieste, 3 dicembre 2014
 

TRIESTE. Un anno decisamente da incorniciare il 2014 per il porto di Capodistria. Da gennaio a settembre, infatti, per quanto concerne il traffico contenitori (teu) ha fatto registrare un incremento pari al 15% per complessivi 510.265 contenitori movimentati. Da rilevare che quello di Capodistria, in fatto di teu, è lo scalo più importante dell’Alto Adriatico. Il primato è confermato dalle cifre. Sempre nel periodo gennaio-settembre 2014 il porto di Trieste, sempre in tema di contenitori, ha fatto registrare 358.619 movimentazioni pari a un incremento del 3%. (...) 


 

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Il porto di Giorgio di Nogaro è un porto INDUSTRIALE le cui banchine sono essenzialmente al servizio dell'industria friulana insediata nell'immediato retroterra portuale (Distretto industriale Aussa-Corno: il più importante di tutta la regione).
Da pochissimo tempo, dopo anni di assurda attesa mentre gli altri porti dell'Adriatico venivano regolarmente dragati, sono finalmente iniziati i dragaggi che dovrebbero (meglio usare il condizionale!!!)  "RIPORTARE" i fondali agli iniziali 7,5 metri di profondità di oltre 10 anni fa, quando si è smesso di dragare creando ovvi problemi all'operatività portuale e allo sviluppo di questo porto dalle grandi potenzialità...

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COMUNICATO STAMPA
 
I PORTI DEL FRIULI - VENEZIA GIULIA:
BISOGNA FARE CHIAREZZA



Scrive il Fattoquotidiano in un articolo di Daniele Martini che
Esemplare il caso dell’Alto Adriatico. Il Friuli (F-VG. in realtà) guidato dal vicesegretario del Pd Deborah Serracchiani ha avviato l’iter di approvazione del nuovo piano regolatore del porto di Monfalcone imperniato sul terminal container. Ignorando del tutto che a pochi chilometri di distanza, a Trieste, progettano di accrescere proprio la capacità di movimentazione del terminal locale da 700mila a 1 milione e 200mila Teu, la misura standard di volume nel trasporto dei container. Mentre a Venezia hanno in testa la costruzione di una innovativa e costosa piattaforma offshore. Oltre che vice segretario di Renzi, la Serracchiani è anche responsabile per il partito del settore dei Trasporti, ma sembra tenere in poco conto gli orientamenti del governo. Mentre un altro esponente Pd, Riccardo Nencini, vice di Delrio, parla a sua volta un’altra lingua e magnifica il ruolo centrale di Venezia nell’ambito delle strategie governative sulla portualità italiana dell’Alto Adriatico.”

Sembra che il governo regionale, affaticato dall'aver stravolto il sistema delle autonomie locali, stia brancolando senza una meta precisa: parliamo della crisi economica che perdura, nonostante le dichiarazioni trionfali sui nuovi assunti (ma con un numero di licenziati più alto degli assunti, per cui l'effetto complessivo è che c'è sempre più disoccupazione e lavoro sempre più precario!) e le scelte di politica economica che lasciano perplessi.

Parliamo della chiusura di Agemont, che pure avrà fatto errori, ma che comunque serviva, parliamo dell'Aussa-Corno messa in liquidazione e con la prospettiva che quello che resterà, dopo la svendita, sarà gestito in modo centralistico da Trieste.

Non vogliamo entrare nel merito delle evidenti discrasie e diversità tra un porto prevalentemente petrolifero come Trieste, che dovrebbe rispondere ad una governace unica dell'Alto Adriatico, Monfalcone in grado di crescere per le facili comunicazioni ferroviarie e stradali ed ora soprattutto funzionale al grande cantiere di Fincantieri e allo scarico del carbone per la centrale, e Porto Nogaro, porto di livello regionale, interessato a svolgere per ora prevalentemente un servizio per le fabbriche poste a ridosso delle banchine.

E' proponibile una governance unica tenendo conto di queste diversità e, soprattutto, del progetto di Renzi e Del Rio di creare, come si è detto, un'autorità unica dell'Alto Adriatico? O si erano sbagliati? E non sarebbe sbagliato anche calpestare la (poca) autonomia del porto friulano?

E a quando un progetto reale di rilancio dalla crisi dell'Aussa-Corno, del Consorzio industriale, dell'interporto e scalo di Cervignano e di tutta l'area della Bassa friulana. Basta con misure a singhiozzo con liquidazioni poco credibili, a cui far seguire accentramenti su Trieste perfino di collegio elettorale. Bisogna farsi carico seriamente del percorso di un patto territoriale di sviluppo, da Isonzo a Tagliamento, tra Regione, Enti locali, CCIAA di Udine, imprese e sindacati per affrontare i nodi reali della crisi e rispondere alle esigenze di un territorio in grave degrado socioeconomico e senza un progetto di rinascita che non passa certo con episodi come il rilancio di pezzi della TAV, ma di priorità come nuova occupazione e rilancio della attività imprenditoriali.

Si trovano i finanziamenti per la Promotur, indispensabile per la montagna, si sono trovate le decine di milioni per il teatro Verdi per il quale nessuno ha pensato di liquidarlo per la perdurante crisi finanziaria, a maggior ragione bisogna individuare i finanziamenti per la Bassa Friulana per la quale i dragaggi in corso rappresentano solo un lavoro che andava fatto 10 anni fa!

Udine, 26.11.15

 Comitato per l'autonomia
e il rilancio del Friuli
 
il Presidente
 
dott. Paolo Fontanelli
 

mercoledì 25 novembre 2015

"SUNS" EUROPE in FRIÛL - DAL 25 DI NOVEMBAR AL 12 DI DICEMBAR 2015

 

 
SUNS EUROPE
 
in FRIÛL
 
dal 25 di Novembar
al 12 di Dicembar
2015
 
 


SUNS European Festival of performing art in minority languages

CINE:  dal 25 al 28 di Novembar

LETERATURE: dal  3 al  7 di Dicembar

MUSICHE: dal 5 al 12 di Dicembar


Suns Europe al è un progjet metût adun cul jutori de ARLeF (Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane) e di Turismo FVG, cul coordenament de cooperative Informazione Friulana e cu la colaborazion dal CEC – Centro espressioni cinematografiche di Udine, des associazions Bottega Errante e Il Laboratorio, de cooperative Punto Zero, dal Comun di Udin e dal Teatri Gnûf ‘Giovanni da Udine’.
 
 

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Dal BLOG

LIDRÎS E BUTUI

https://lidrisebutui.wordpress.com/2015/11/19/lenghis-musichis-cine-e-leterature-al-rive-suns-europe/

 

Al è cui che si esalte, fintremai in dì di vuê, pal fat che Udin tal 1915 e jere la «capitale della guerra». A nô nus plâs di plui pensâ che tal 2015 Udin e il Friûl a sedin il centri de Europe «unide inte diversitât», intun contest di pâs, di promozion des culturis, des lenghis, de creativitât e dai dirits. Par chel nus fâs plasê savê e fâ savê che propit chel al è ce che al sucedarà dai 25 di Novembar ai 12 di Dicembar, cun Suns Europe, il prin e unic Festival european des arts performativis tes lenghis minoritariis.
 
La manifestazion si davuelzarà a Udin e intune serie di altris localitâts furlanis (Cividât, Sant Vît dal Tiliment, Rivignan, Cormons, Cjasarse e Manià), là che al vignarà presentât un campionari pardabon siôr de vitalitât culturâl e de pluralitât espressive des produzions cinematografichis, leterariis e musicâls contemporaniis fatis intes lenghis des minorancis linguistichis e des nazionalitâts di Europe, cun autôrs, cines, musiciscj e operadôrs che a vegnin di diviersis areis dal continent, dal Paîs Basc ae Carelie, de Corsiche ae Laponie, dal Friûl ae Galizie, de Ocitanie al Bashkortostan, dal Gales ai Grisons, de Bretagne ae Ladinie, dai Paîs Catalans ae Groenlande e ae Irlande.
 
Il festival – che al cjape il non de peraule furlane suns – al è articolât in trê sezions, che a tocjin la produzion cinematografiche e audiovisive, leterature e teatri e la musiche.
 
La scree di dut e je miercus ai 25 di Novembar, cu la viertidure de sezion cinematografiche. Suns Europe – Mostre dal Cine, manifestazion inmaneade dal CEC-Centri Espressions Cinematografichis, in cuatri dîs e proponarà une serie di proiezions di cines par basc, par catalan, par furlan, par ocitan, par cors, par galizian, par inuit, par breton e par galês, e ancje diviers incuintris cun autôrs, atôrs e regjiscj.
 
Suns Europe – Mostre dal Cine al sarà tignût a batisim de prime proiezion in assolût in Italie di Loreak, la pelicule basche candidade ai Oscar pal miôr cine forest, e di Capo e croce. La ragione dei pastori, documentari sart premiât intal 2014 al festival Cinemambiente di Turin.
 
Dai 3 ai 7 di Dicembar e sarà la volte di Suns Europe – Sunsûrs, la sezion dal festival dedicade a prose, poesie e teatri. Cinc zornadis intensis ae insegne di lenghis, peraulis, ideis, libris, storiis, autôrs, viaçs, sunôrs, siums, colôrs in diviersis sedis, no dome inte citât di Udin ma ancje a Cividât (Ud), a Flambruç di Rivignan (Ud), a Cormons (Gu), a Cjasarse (Pn) e a Sant Vît dal Tiliment (Pn). Si alternaran presentazions di libris, incuintris cui autôrs, leturis senichis, confronts poetics e trê spetacui.
 
Sabide ai 5 di Dicembar si vierç ancje la tierce sezion di Suns Europe, incentrade sul festival musicâl omonim, che al varà il so colm inte serade di vinars ai 11 di Dicembar li dal teatri ‘Giovanni da Udine’.

 Chê sere sul palc si esibiran une desene di grups e soliscj selezionâts tra i passe sessante candidâts, espression di vincjesiet comunitâts linguistichis di Europe, che a vevin rispuindût al bant internazionâl lançât tra Avost e Otubar dai organizadôrs de manifestazion.
 
Tra i dîs finaliscj il tercet folk rock dai Kasernarat, che a vegnin dal Paîs Basc, i irlandês Tuath, autôrs di un rock shoegaze cun influencis psichedelichis, la band crossover hip op breton dai Rhapsoldya, il duet pop de Frisie Marit & Nigel, la band galiziane dai Caxade, la trie sami Ozas, che al font pop, blues e cjant tradizionâl samis, e doi grups che a vegnin de federazion Russe: i Zaman, espression de comunitât linguistiche bashkir, e i Ilmu ce che a rivin de Carelie.
 
Cun di plui ancje i doi vincidôrs dal festival Suns Sardigna, la rassegne nassude tal 2009 in Friûl, che di chest an e je la semifinâl dal gnûf festival european, par ce che al tocje tal specific la Europe alpine e mediteranie
 
Ospit di onôr de serade al è Marco Brosolo, musicist furlan che di une desene di agns al vîf e al lavore a Berlin, dulà che al à fat, cu la colaborazion di Pierpaolo Capovilla (Teatro Degli Orrori), Bobby Solo, Dominique A, Robert Lippok e Barbara Morgenstern, Toni Kater e Rudi Moser degli Einstürzende Neubauten, l’album Cadremo Feroci, publicât di pôc de etichete britaniche Rought Trade.

Il disc al presente nûf composizions che a vistissin di musiche ancjetantis poesiis di Federico Tavan, l’innomenât poete furlan mancjât doi agns indaûr, riproponudis sei in lenghe origjinâl sei tradotis par talian, inglês, francês, todesc e gjaponese. Il CD al sarà presentât dentri de serade dai 11 di Dicembar a Udin cuntune performance speciâl, là che cun Brosolo a saran il rapper sart Alessio Mura e i furlans Dek Ill Ceesa e Davide Toffolo, e inte serade sucessive (sabide ai 12 di Dicembar) intun live li dal Teatri di Manià (Pn).
 
Il percors di svicinament al event dai 11 di Dicembar al sarà segnât di doi incuintris (Dulinvie e Musiche) in program a Udin ai 5 e ai 6 di Dicembar, dedicâts aes lidrîs de musiche popolâr furlane e aes sôs espressions contemporaniis plui resintis, cu la presentazion dal cuart volum de antologjie Suns, e di une serie di concierts in diviers ambients di Udin e intai studis di Radio Onde Furlane.
 
Ai 11 di Dicembar e sarà ancje une ocasion di confront a plui vôs sui temis de diversitât culturâl, dai dirits linguistics e dal rapuart tra identitât, creativitât e promozion dal teritori dentri de taule taronde internazionâl Friûl@Europe, organizade li de Universitât dal Friûl (oris 9.30) inte suaze dal Modul Jean Monnet MuMuCEI (Multilingualism, Multicultural Citizenship and European Integration).
 
Suns Europe al è un progjet metût adun cul jutori de ARLeF (Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane) e di Turismo FVG, cul coordenament de cooperative Informazione Friulana e cu la colaborazion dal CEC – Centro espressioni cinematografiche di Udine, des associazions Bottega Errante e Il Laboratorio, de cooperative Punto Zero, dal Comun di Udin e dal Teatri Gnûf ‘Giovanni da Udine’.
Dutis lis informazion su la manifestazion si cjatin achì: www.sunscontest.com.
 
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lunedì 23 novembre 2015

UNA SCUOLA "SPECIALE" PER UNA REGIONE "SPECIALE" - UN CONVEGNO A CASARSA GIOVEDI' 26 NOVEMBRE



Riceviamo dalla Associazione
"PATTO PER L'AUTONOMIA" e pubblichiamo: 

 
 
UNA SCUOLA “SPECIALE”

PER UNA

REGIONE “SPECIALE”



Giovedì 26 novembre 2015, ore 20.30

Casarsa della Delizia

Ridotto del teatro ‘Pier Paolo Pasolini’,

via Piave 16

convegno

Introduzione

Bruno Forte “La scuola nella specialità regionale”

Relatori
 
Pietro Biasiol
Direttore Ufficio scolastico regionale

Franco Codega
Consigliere regionale PD e Presidente VI Commissione Istruzione Cultura

Mario Pittoni
Responsabile federale istruzione Lega Nord

Marino Marchesin
Direttore Oratorio di Spilimbergo

Moderatore

Mario Battistuta Sindaco di Bertiolo

Porterà i suoi saluti

Lavinia Clarotto Sindaco di Casarsa della Delizia

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Dal settimanale ilFRIULI
nr. 45 del 20 novembre 2015
Rubrica “Risiko” pagina 9
 
LA COMPETENZA SULLA SCUOLA PER CAMBIARE LA SPECIALITA'
 
 
Rivendicare la competenza primaria nel campo dell'istruzione rilancerebbe la specialità: è questa l'ipotesi di fondo per cui giovedì 26 novembre, alle 20.30 al Teatro Pasolini di Casarsa, il Patto per l'Autonomia chiamerà a riflettere una serie di relatori nell'auspicio di "Una scuola speciale per una Regione speciale" (...)
 
 
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sabato 21 novembre 2015

RIFORMA ENTI LOCALI: LA REGIONE VIOLA LO STATUTO DI AUTONOMIA E LA COSTITUZIONE ITALIANA!



RIFORMA ENTI LOCALI

"PANONTIN/SERRACCHIANI"

LA REGIONE VIOLA

LO STATUTO DI AUTONOMIA

E LA COSTITUZIONE ITALIANA!

 
Art. 11, primo comma, 
dello Statuto di autonomia speciale:   

La Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative delegandole alle Province ed ai Comuni, ai loro consorzi ed agli altri enti locali, o avvalendosi dei loro uffici.

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COSTITUZIONE ITALIANA
(omissis)

LE REGIONI, LE PROVINCIE, I COMUNI
  ART. 114.


La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione.

Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento.

http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/pdf/costituzione.pdf
 
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Dal sito on-line del settimanale
LA VITA CATTOLICA

  
Nei Comuni friulani

non si muoverà foglia

 
che Trieste non voglia?


25.10.2015
 

Negli anni passati, quando con facilità (fasulla) si parlava di federalismo, la speranza degli autonomisti era quella di una Regione "leggera" che impostasse le politiche di sviluppo del Friuli-Venezia Giulia e di Comuni finalmente liberi di decidere dove spendere i fondi di loro competenza secondo progetti che rispondono ai programmi presentati ai loro cittadini e dei quali poi i sindaci dovranno rispondere presentandosi al giudizio degli elettori. Cosa che attualmente non avviene, perché di fatto, attraverso una miriade di leggi e di riparti di settore (per non parlare delle norme finanziarie "ad personam" per singoli comuni e progetti), la Regione ha un fortissimo potere gestionale, che invece secondo lo Statuto di autonomia dovrebbe essere esercitato dagli enti locali.

Con la riforma Panontin delle autonomie locali questo cambierà?

L'assessore lo aveva assicurato in modo enfatico nel luglio scorso quando fu approvata la riforma della finanza locale: "Finalmente le Amministrazioni comunali potranno ricominciare a fare politica e a programmare con un arco temporale adeguato i loro interventi sul territorio". Insomma una rivoluzione federalista. E' così? La riforma ha sicuramente il grande merito di superare il criterio della "spesa storica" (sulla base del quale, ad esempio, Trieste prende più finanziamenti del Friuli) e vede come soggetto fondamentale le Uti (Unioni territoriali intercomunali) togliendo una notevole fetta di potere ai singoli comuni. Su questo però l'assessore Panontin era stato chiaro: "Come Giunta regionale siamo infatti convinti che sia necessario strutturare i Comuni con dimensioni di scala funzionali all'erogazione dei servizi, perché - e lo dico con le parole del presidente nazionale dell'Anci, Piero Fassino - è inutile rivendicare autonomie che poi non si è in grado di gestire". E fin qui possiamo accettare il ragionamento di Panontin, pur osservando che purtroppo i vertici delle Uti non sono scelti dai cittadini col voto e quindi nessuno potrà democraticamente esprimersi sul loro operato.
C'è però dell'altro che lascia perplessi in una visione di sussidiarietà. Panontin lo ha illustrato in giunta venerdì scorso 23 ottobre. "La riforma della finanza locale - ha spiegato Panontin - prevede che Regione ed Enti locali stipulino annualmente un'intesa per lo sviluppo, un accordo che, a regime, è destinato a precedere temporalmente la legge finanziaria, e definisce le grandezze finanziarie generali da destinare agli Enti locali e la loro destinazione di massima". Se si parla di destinazione di massima, ciò potrebbe ancora rientrare in un ruolo di indirizzo della Regione. Ma poi Panontin aggiunge: "L'intesa sarà annuale, con proiezione triennale, in base al trend di andamento delle entrate pubbliche e definirà, in primo luogo, potenzialità da sviluppare e criticità da superare; in secondo luogo definirà gli eventuali vincoli da rispettare; infine definirà la partecipazione di ciascun livello di governo all'attuazione delle politiche concertate, ovviamente sulla base di rispettive competenze e potenzialità". Insomma la Regione metterà bocca su tutto: fino a che punto? Se per i vertici di una Uti le potenzialità del territorio da sviluppare prioritariamente sono alcune mentre la Regione pensa che siano altre, quale punto di vista prevarrà? Tra i "vincoli da rispettare" ci può essere anche l'indicazione che un investimento va fatto in un comune dell'Uti ("amico" politicamente, magari....) piuttosto che in un altro?
Non vorremmo che passasse ancora il motto: "Nei Comuni friulani non si muove foglia che l'amministrazione regionale a Trieste non voglia"
ROBERTO PENSA


(Roberto Pensa - direttore responsabile del settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA)

giovedì 19 novembre 2015

CLASSE DIRIGENTE FRIULANA E BORGHESIA AFRICANA: STESSA SUDDITANZA, STESSO SVUOTAMENTO....

 
 
 



 Classe dirigente Friulana 
e borghesia africana: 
stessa sudditanza, 
stesso svuotamento.....
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Da una intervista allo scrittore africano Ngũgĩ wa Thiong’O a cura di Marco Dotti pubblicata sul sito internet www.vita.it  il 26 luglio 2015.
(Ngũgĩ wa Thiong’O) Il suo primo romanzo lo scrisse su rotoli di carta igienica, in un carcere di massima sicurezza a Kariti, in Kenya. 
Professore all'Università di Yale, intellettuale raffinatissimo, da anni in aria di Nobel, Ngũgĩ wa Thiong'o non ha dubbi: il colonialismo si è solo trasformato, ma oggi come ieri parla inglese, lingua che fiorisce sul cimitero delle altre lingue

 DALL'INTERVISTA:
 
 "Mai come oggi, la borghesia africana subisce l’influenza della lingua inglese, vietando ai propri figli di apprendere, parlare, scrivere in una delle lingue africane. 
 La classe media pensa che i propri figli, i figli dei borghesi di oggi, saranno i borghesi di domani. 
La futura classe dirigente deve così perpetuare il monolinguismo, la sudditanza, lo svuotamento. 
La loro mente è colonizzata, una mente colonizzata dalla lingua dominante."

Ngũgĩ wa Thiong’O
 
 
LEGGI TUTTA L'INTERVISTA
 

http://www.vita.it/it/article/2015/07/26/decolonizzare-la-mente-intervista-con-ngugi-wa-thiongo/136073/

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COMMENTO:
 
 
I concetti espressi dallo scrittore africano Ngũgĩ wa Thiong’O  non pare anche a voi che possano essere riferiti anche al nostro Friuli e alla sua classe Dirigente "colonizzata" che troppo spesso disprezza la sua lingua nativa, ossia la lingua friulana  perpetuando così la sudditanza e lo svuotamento?

Non pare anche a voi che il futuro del Friuli passi per il recupero della identità (friulana) da parte della sua classe dirigente troppo spesso triestinicentrica e subordinata ai partiti politici italiani (partiti che notoriamente hanno un occhio di riguardo solo per le minoranze linguistiche che hanno alle spalle un Stato estero "forte")?

Una classe dirigente autenticamente friulana non avrebbe mai accettato di prestarsi in Parlamento al bluff dell'ordine del giorno sul Friulano in RAI.....

 
LA REDAZIONE DEL BLOG 


lunedì 16 novembre 2015

REGIONE - ELETTRODOTTO TERNA REDIPUGLIA-UDINE OVEST: TERNA SI RIVOLGE AI MINISTERI....


REGIONE

ELETTRODOTTO TERNA

Redipuglia-Udine ovest

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Eravamo rimasti alla sentenza

del Consiglio di Stato

del 23 luglio 2015

AVVERSA A TERNA   :          

ACCOLTO IL RICORSO PER:
"VIZI DI ECCESSO DI POTERE
 E DIFETTO DI MOTIVAZIONE"







"Copia e incolla"
dalla sentenza del Consiglio di Stato
del  23 luglio 2015

(...)
15. Nel merito l’appello merita accoglimento.

Risulta fondato, in particolare, il secondo motivo di appello con cui si deducono, sotto diversi profili, vizi di eccesso di potere e difetto di motivazione in relazione al provvedimento con il quale il Ministero per i beni e le attività culturali (nota prot. 6440 del 24 febbraio 2011), (...)





E OGGI?

Dal sito del settimanale

LA VITA CATTOLICA


12.11.2015

Elettrodotto,
Terna annuncia agli azionisti
 un "inciucio romano"


"Il 2 ottobre 2015 Terna ha trasmesso al Ministero dello Sviluppo Economico la documentazione necessaria a sanare il vizio contestato" del megaelettrodotto Redipuglia-Udine Ovest: con questa frase sibillina il gestore elettrico nazionale, nel presentare la trimestrale giugno-settembre 2015, sotto la voce "Fatti rilevanti del terzo trimestre" si dice ottimista sulla risoluzione del sequestro dell'infrastruttura, ottenuto dal Comitato per la vita del Friuli rurale (che ha raccolto l'adesione di oltre 250 agricoltori) e dai 7 Comuni (Basiliano, Lestizza, Mortegliano, Pavia di Udine, Palmanova, Trivignano Udinese e San Vito al Torre) che avevano presentato ricorso prima al Tribunale amministrativo regionale del Lazio (l'impugnativa riguardava l'autorizzazione ministeriale) e poi al Consiglio di Stato.
In pratica quello iniziato da Terna è un processo di "rideterminazione": si richiedono di nuovo i pareri a tutti gli enti coinvolti, in pratica si rifà da capo tutto l'iter per sanarlo.  
Molto "interessante" la descrizione dell'accaduto che Terna fa ai suoi investitori e stakeholder: "Il 24 luglio 2015 è stata emessa la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha bloccato per un presunto vizio autorizzativo l’elettrodotto aereo Udine Ovest – Redipuglia, in avanzata fase realizzativa. Si tratta di un’opera strategica per la sicurezza elettrica del Friuli-Venezia Giulia. In particolare, la sentenzache non ha in alcun modo bocciato l’opera né la sua importanza - ha contestato alcune modalità nel rilascio del parere positivo del Ministero dei Beni Culturali, uno dei 50 pareri favorevoli già acquisiti sull’opera".

Insomma, un'inezia.

Le cose però non stanno proprio così. La sentenza del Consiglio di Stato non è basata su carenze formali ma su un'opera che i legali dei ricorrenti hanno definito "macroscopicamente illegittima". Sulla base dei rapporti della Soprintendenza regionale, quest'opera non solo "era incompatibile con il paesaggio", ma si configurava come deturpamento dell'ambiente, reato sancito dal codice penale.

Tutto il processo autorizzativo è stato annullato, a partire dalla dichiarazione di pubblica utilità, presupposto per gli espropri. L’opera quindi andrebbe abbattuta.
A dispetto delle dichiarazioni bellicose post sentenza, non c'è traccia di un fantomatico ricorso di Terna in Cassazione, ma l'azienda sta cercando di farsi rilasciare una autorizzazione "ex novo" dai ministeri romani. Una procedura di certo non trasparente (non si sa quali siano le "integrazioni" presentate, dal momento che l'elettrodotto è già costruito e ben poco si può integrare) che lascia in bocca l'amaro sapore di un inciucio romano.
Ora la battaglia si torna ad infiammare, com'era prevedibile. Poteri forti che vogliono colonizzare il Friuli per i proprio interessi contro abitanti e comuni della Bassa Friulana che si battono contro l'ecomostro.
Molto interessante è capire quale sarà il parere della Soprintenza che nel frattempo ha cambiato i suoi vertici. E altrettanto interessante sarà il parere della Regione, che di recente ha bocciato i mega elettrodotti aerei transfrontalieri verso Austria e Slovenia causa il loro eccessivo impatto ambientale.
Ora, di fronte ad un nuovo parere sul Redipuglia-Udine Ovest, cosa farà?
Roberto Pensa