martedì 28 febbraio 2012

Ai 2 di Març dal 2012 - a cene cun RADIO ONDE FURLANE !



A CENE
CUN
RADIO ONDE FURLane !
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conciert dai Luna e un Quarto
(vincidôrs dal Premi Friûl 2010)  

La cene dal Drâc
ai 2 di Març dal 2012

Par mangjâ ben,
scoltâ musiche dal vîf
e judâ Onde Furlane!

Prenote daurman telefonant al 0432 530614 o pûr scrivint a lenghisdaldrac@gmail.com dentri dal prin di març.
La “Cene dal Drâc” e je la prime iniziative enogastronomiche metude adun de associazion “Amîs di Onde Furlane - Lenghis dal Drâc” par dâ une man a Radio Onde Furlane.
Cun 25 euros tu podarâs gjoldi di un menù speciâl alì de piçule tratorie Sant Maur a Premariâs, (http://www.trattoriasanmauro.com) scoltâ un conciert dai Luna e un Quarto (vincidôrs dal Premi Friûl 2010) e judâ la situazion economiche de tô radio.
Dilunc vie de cene si podarà mangjâ: tocj in braide; carpaccio di cjar salade su rucule e cuince di asêt balsamic; crêpes cul lidric di Trevîs gratinadis tal for; spaghets grues di cjase cun luianie nostrane; cuintrifilet di purcit cuet in panzete e osmarin; patatis rustidis; polente zale; strudel.
La cene e je vierte a ducj, socis e no, e cui che al vûl al pues ancje profitâ par fâ la tessare pal 2012.
Prenote daurman telefonant al 0432 530614 o pûr scrivint a lenghisdaldrac@gmail.com dentri dal prin di març.
No tu puedis mancjâ!
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La cene dal Drâc – 2 marzo 2012
Per mangiare bene, ascoltare musica dal vivo e aiutare Onde Furlane!
La “Cene dal Drâc” è la prima iniziativa enogastronomica di autofinanziamento organizzata dall’associazione “Amîs di Onde Furlane - Lenghis dal Drâc” a sostegno di Radio Onde Furlane.
Con soli 25 euro di ingresso potrai gustare un menù speciale presso la trattoria San Mauro a Premariacco (http://www.trattoriasanmauro.com), ascoltare un concerto dei Luna e un Quarto (vincitori del Premi Friûl 2010) e sostenere economicamente la tua radio.
Il menù della serata sarà composto da: nido di polenta ai formaggi e burro fuso; carpaccio di carne salada su rucola e riduzione d’aceto balsamico; crespelle al radicchio di Treviso gratinate al forno; spaghettoni caserecci alla salsiccia nostrana; controfiletto di maiale giambonato alla pancetta e rosmarino; patate al forno; polenta gialla; strudel alla valligiana.
L’evento è aperto a tutti, soci e non soci, e chi lo desidera potrà anche approfittare per fare la tessera 2012.
Prenota subito telefonando al 0432 530614 o mandando una mail a lenghisdaldrac@gmail.com
Non mancare!
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Associazion
Lenghis dal drâc -
Amîs di Onde Furlane


sabato 25 febbraio 2012

AMMODERNARE L'ASSE VIARIO PN - UD - GO !





COMITATO PER L’AUTONOMIA

ED IL RILANCIO DEL FRIULI


AMMODERNARE

L’ASSE VIARIO

PN – UD – GO



E’ certamente importante dare corso ad interventi per rendere la Pontebbana più fluida e sicura come pure la realizzazione delle opere inserite nel piano per le infrastrutture la cui rilevanza  viene spesso evidenziata dall’Assessore Riccardi.

In un contesto di programmazione a medio termine non può essere dimenticato l’asse viario Pordenone – Udine – Gorizia, afferma il Comitato per l’autonomia ed il rilancio del Friuli, è il cuore pulsante della Regione.

Categorie economiche, organizzazioni sindacali, Università, insieme al Comitato stesso già nel febbraio del 2010 hanno presentato all’assessore Ricccardi e al Presidente Fontanini, l’esigenza che è fortemente sentita e che non può essere tacitata soltanto con la realizzazione di rotonde e di un sostanziale ammodernamento dell’ex S.S. 13 e 56. E’ la stessa economia a richiederlo.

E’ necessario, ribadisce il Comitato per l’Autonomia ed il rilancio del Friuli, che il problema vengo ripreso in esame con sollecitudine tenendo conto, per quanto possibile, delle ipotesi progettuali predisposte a suo tempo dalla Amministrazioni provinciali e delle nuove esigenze trasportistiche nonchè della necessità, per quanto riguarda la ex S.S. 13, di un pronunciamento pro Regione della Commissione Paritetica Stato- Regione.

Quanto alla questione finanziaria, è utile che l’argomento venga posto, conclude il comitato, nelle nuove trattative con lo Stato per una copertura sulla base di un piano organico, può essere suddivisa in più esercizi.


per il
Comitato per l’autonomia ed il rilancio del Friuli
il Coordinatore
Roberto Dominici


Udine, 22 febbraio 2012

venerdì 24 febbraio 2012

CARTA D'IDENTITA' BILINGUE: IL MINISTERO DELL'INTERNO CONOSCE LA COSTITUZIONE ITALIANA E LA LEGGE 482/99?






CARTA DI
IDENTITA’ BILINGUE:
 
IL MINISTERO DELL’INTERNO
CONOSCE
LA COSTITUZIONE ITALIANA
E LA LEGGE 482/1999 ?

La minoranza linguistica storica albanese, catalana, greca, croata, franco-provenzale, friulana, occitana, sarda, e la germanica che vive in Province diverse da quella di Bolzano
non hanno forse
PARI DIRITTI LINGUISTICI
“COSTITUZIONALI

della minoranza linguistica storica germanica della Provincia di Bolzano, slovena della Provincia di Udine, Gorizia e Trieste, francese della Valle d’Aosta e ladina delle Province di Trento e Bolzano?

LA MINORANZA LINGUISTICA STORICA FRIULANA E’ FORSE FIGLIA DI UN DIO MINORE?


La redazione del Blog

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COSTITUZIONE ITALIANA
PRINCIPI FONDAMENTALI:
dall’articolo 1 all’articolo 12 incluso

ART. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, DI LINGUA, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

ART. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
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LEGGE 482/1999
“Norme  in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”

ART. 2
1.     In attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i principi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.
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GAZZETTA UFFICIALE N.  27
DEL 2 FEBBRAIO 2012

MINISTERO DELL’INTERNO

DECRETO 12 dicembre 2011

Approvazione dei modelli
di carta d’identità bilingue





IL MINISTRO DELL'INTERNO


Visto l'art. 3 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773;
Visto l'art. 289 del regolamento per l'esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 6 maggio 1940, n. 635;
Vista la legge 15/12/1999, n. 482, recante "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche";
Vista la legge 23 febbraio 2001, n. 38, recante "Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli - Venezia Giulia";
Visto il decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 178, recante "Norme di attuazione speciale della regione Trentino-Alto Adige/Sudtirol, concernenti modifiche al decreto legislativo 16 dicembre 1993, n. 592, in materia di tutela della popolazione di lingua ladina in provincia di Trento";
Visto il proprio decreto in data 27 gennaio 1994 con cui è stato approvato il nuovo modello di carta d'identità;
Visto il proprio decreto in data 13 aprile 1994 con cui sono stati approvati i modelli di carta di identità bilingue da utilizzare nelle province di Bolzano, Aosta e Trieste;
Visto il proprio decreto in data 17 maggio 2007 con cui è stato approvato il modello della carta d'identità cartacea per i documenti emessi dagli uffici consolari;
Visto il proprio decreto in data 4 novembre 2009 con cui e' stato approvato il modello di carta d'identità bilingue italiano-ladino;
Ravvisata la necessità di modificare gli attuali modelli di carta d'identità bilingue per uniformare i criteri di numerazione seriale di tali modelli al criterio utilizzato per le carte di identità non bilingue, nonchè per unificare la progressione alfanumerica delle carte d'identità rilasciate nei diversi modelli.
 

Decreta:

Sono approvati i modelli di carta d'identità bilingue allegati al presente decreto, contenenti un nuovo criterio di numerazione seriale, costituito da due alfa e sette numeri.
La progressione alfanumerica è unica per tutte le carte d'identità rilasciate.
I comuni continuano a rilasciare carte d'identità conformi ai precedenti modelli fino ad esaurimento degli esemplari già distribuiti.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Roma, 12 dicembre 2011

Il Ministro: Cancellieri

Registrato alla Corte dei conti il 16 gennaio 2012 Registro n. 1, Interno, foglio n. 61.

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sabato 18 febbraio 2012

LINGUE MINORITARIE - LO STATO TRASFERISCA ALLA REGIONE COMPETENZE E RISORSE !





COMUNICATO STAMPA:

Lo Stato trasferisca
alla Regione
competenze e risorse
per le lingue minoritarie


(...) Ad oltre dieci anni dalla sua approvazione, la 482/99 risulta attuata solo in minima parte nonostante si tratti di un provvedimento che discende direttamente dalla Costituzione, nonostante i ripetuti richiami giunti dal Consiglio d’Europa, nonostante le sollecitazioni continue degli organismi rappresentativi delle dodici comunità minoritarie riconosciute dalla legge.
(...) i fondi previsti per l’attuazione della 482/99 per il 2012 sono appena 1.768.792 euro. Alla Regione autonoma Friuli – Venezia Giulia arriveranno circa 362.200 euro: 240.608 per la lingua friulana, 108.605 per lo sloveno e 12.987 per il tedesco. Con risorse del genere è impossibile attuare la legge. E non si dica che la colpa è della “crisi”: non solo perché i tagli sono cominciati molto prima, ma soprattutto perché le risorse per altri settori (non tutelati dagli articoli fondamentali della Costituzione) continuano ad esserci…
(...) Questa situazione colpisce il Friuli – Venezia Giulia in modo evidente: la maggior parte della popolazione regionale, infatti, ha una lingua propria diversa da quella statale, sia essa friulana, slovena o tedesca. Ciò nonostante non abbiamo ancora sentito una voce di protesta levarsi dai nostri rappresentanti politici nel Parlamento italiano e in Regione. (...)

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LEGGI TUTTO IL DOCUMENTO

Lo Stato trasferisca alla Regione competenze e risorse per le lingue minoritarie
Ci sono voluti più di cinquant’anni perché il Parlamento intraprendesse, con l’approvazione della Legge 482/99 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche), il percorso per dare attuazione all’articolo 6 della Costituzione italiana. Un articolo che è inserito nella prima parte della nostra Carta costituzionale, quella dove vengono elencati i principi fondamentali che regolano la vita politica e sociale della Repubblica italiana.
Ad oltre dieci anni dalla sua approvazione, la 482/99 risulta attuata solo in minima parte nonostante si tratti di un provvedimento che discende direttamente dalla Costituzione, nonostante i ripetuti richiami giunti dal Consiglio d’Europa, nonostante le sollecitazioni continue degli organismi rappresentativi delle dodici comunità minoritarie riconosciute dalla legge.
È a tutti evidente che uno dei problemi che limitano l’attuazione della 482/99 è legato all’esiguità della sua copertura finanziaria. I poco meno di dieci milioni iniziali di euro per garantire ad oltre tre milioni di cittadini italiani parlanti una lingua minoritaria la possibilità di accedere a servizi pubblici, a mezzi di comunicazione e ad un’istruzione nella propria lingua erano già palesemente insufficienti. Eppure, dal 2005 in poi, abbiamo assistito ad una progressiva riduzione di tali fondi fino a scendere sotto i due milioni di euro. Secondo la circolare diffusa dal Dipartimento per gli affari regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, infatti, i fondi previsti per l’attuazione della 482/99 per il 2012 sono appena 1.768.792 euro. Alla Regione autonoma Friuli – Venezia Giulia arriveranno circa 362.200 euro: 240.608 per la lingua friulana, 108.605 per lo sloveno e 12.987 per il tedesco. Con risorse del genere è impossibile attuare la legge. E non si dica che la colpa è della “crisi”: non solo perché i tagli sono cominciati molto prima, ma soprattutto perché le risorse per altri settori (non tutelati dagli articoli fondamentali della Costituzione) continuano ad esserci…
Questa situazione colpisce il Friuli – Venezia Giulia in modo evidente: la maggior parte della popolazione regionale, infatti, ha una lingua propria diversa da quella statale, sia essa friulana, slovena o tedesca. Ciò nonostante non abbiamo ancora sentito una voce di protesta levarsi dai nostri rappresentanti politici nel Parlamento italiano e in Regione.
Oggi la nostra Regione si trova ad affrontare un momento estremamente delicato in cui la sua autonomia e la sua “specialità” vengone messe in discussione. Per rispondere a questo attacco non basta invocare il senso di responsabilità delle nostre istituzioni, si deve motivare questa “specialità”  con elementi concreti. E cosa c’è di più concreto di quasi 800.000 cittadini del Friuli – Venezia Giulia che parlano una lingua propria diversa da quella dello stato? Si tratta di argomenti che hanno un peso anche su scala internazionale che va dagli accordi internazionali sulla comunità slovena fino alla “Raccomandazione 1201” dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa che sostiene uno status speciale per le minoranze nei territori dove costituiscono la maggioranza. Tuttavia se a qualche dichiarazione sporadica non seguono i fatti, possiamo dire addio anche a questo “asso” da giocarci nei confronti dello governo centrale.
È per tale ragione che il Comitato 482 e il Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli  chiedono ai parlamentari eletti in Friuli – Venezia Giulia, alla Giunta regionale e a tutta la classe politica regionale un intervento deciso presso il Governo Monti. Se lo stato non ha la volontà o la capacità di rispettare le sue minoranze, trasferisca alla nostra Regione competenze e risorse per farlo. Il tavolo di lavoro Stato – Regione annunciato dal presidente regionale Renzo Tondo dopo il suo recente incontro con Mario Monti dovrebbe essere l’occasione giusta per farlo. Non si tratta solo di garantire l’applicazione di uno dei principi fondamentali della Costituzione italiana, ma anche di difendere le ragioni della nostra autonomia regionale e di avvicinare i centri decisionali ai cittadini, come dovrebbe accadere in una vera democrazia.

per il “Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli”- Roberta Michieli
per il “Comitât – Odbor – Komitaat – Comitato 482” -  Carlo Puppo

Udine, 14 febbraio 2012

venerdì 17 febbraio 2012

IL DISTRETTO DI MANZANO SOFFRE - APPELLO DEI PARROCI ALLA REGIONE





IN REGIONE NON C’E’ SOLO IL PROBLEMA DELLA BENZINA DI GORIZIA E TRIESTE, PROBLEMA CHE TANTA VISIBILITA' MEDIATICA HA AVUTO!

QUANDO QUESTA GIUNTA REGIONALE, E I PARLAMENTARI FRIULANI, SI ACCORGERANNO ANCHE DEI PROBLEMI DELLE IMPRESE  FRIULANE?


La Redazione del Blog

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IL DISTRETTO DI MANZANO

Il Distretto soffre.
Appello dei parroci alla Regione


MANZANO (16 febbraio, ore 13.20) - Il Triangolo della sedia continua a soffrire. Confartigianato conta 100 addetti persi solo nell’ultimo anno, i dati della Camera di commercio sugli ultimi mesi del 2011 indicano un calo dell’occupazione del 3,4% e i numeri della solidarietà fanno ancora più paura: in dieci anni le persone beneficiarie delle borse di alimenti della Caritas sono passate da 30 a 300 solo tra San Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo.

I sacerdoti e diaconi della forania di Rosazzo, convinti che non si possa più tacere «la sofferenza e l’angoscia che stanno patendo le nostre comunità», tramite «la Vita Cattolica» lanciano un appello (IL MESSAGGIO). «A tutti i responsabili delle istituzioni civili e soprattutto politiche» perché si dia l’attenzione necessaria ad una crisi che ha, e soprattutto potrà avere, drammatiche conseguenze anche nell’ambito sociale» (AUDIO: la testimonianza di don Paolone, parroco di San Giovanni


LEGGI TUTTO L’ARTICOLO
SUL SITO INTERNET DEL SETTIMANALE
“LA VITA CATTOLICA”


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mercoledì 15 febbraio 2012

SANITA' : TRIESTE, ASSO PIGLIA TUTTO !



 


SANITA'

"TRIESTE"

 ASSO PIGLIA TUTTO !


"Alcuni consiglieri regionali triestini hanno fatto approvare recentemente in Consiglio un ordine del giorno che impegna la giunta regionale a realizzare presso l'ospedale triestino di Cattinara una seconda camera iperbarica, che andrebbe quindi ad aggiungersi a quella già presente a Trieste da sette anni.

Ricordiamo che, invece, a Udine e nel resto del Friuli ne siamo ancora del tutto privi. (...)"

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LEGGI TUTTA LA LETTERA


Salute:

i primi effetti

dell' "Azienda unica"



Alcuni consiglieri regionali triestini hanno fatto approvare recentemente in Consiglio un ordine del giorno che impegna la giunta regionale a realizzare presso l'ospedale triestino di Cattinara una seconda camera iperbarica, che andrebbe quindi ad aggiungersi a quella già presente a Trieste da sette anni. Ricordiamo che, invece, a Udine e nel resto del Friuli ne siamo ancora del tutto privi.
Ci sono molti pazienti friulani affetti da diverse patologie, come ulcere cutanee dei diabetici e da insufficienza arteriosa e venosa, lesioni da schiacciamento, osteomielite cronica refrattaria, retinopatia pigmentosa, ecc... che avrebbero grande necessità di tale ausilio, ma per loro le iperbariche più  vicine sono a Padova e a Trieste.
Attualmente, per gli ammalati delle zone montane e periferiche di questa regione, è già impegnativo recarsi a Udine. Obbligarli ad allungare il loro viaggio fino a Trieste continuerebbe ad essere una inutile crudeltà.
Perché da Sacile a Tarvisio, tutti i cittadini di questa regione devono sempre fare un viaggio di molte ore per raggiungere una città, che non essendo baricentrica, manca del requisito della funzionalità? Sono queste le premesse su cui si baserà la futura razionalizzare del sistema sanitario regionale? Sarà sulla base della forza politica che si deciderà “chi” avrà “cosa”?
E i consiglieri regionali eletti in Friuli? Sempre subordinati alla “grandeur triestina”?
I consiglieri regionali triestini non temono mai di passare per “campanilisti” ma al contrario fanno sempre lobby tra di loro.
I consiglieri regionali delle tre province friulane, al contrario, sono sempre pronti a subordinare gli interessi dell’80% degli abitanti di questa regione alla mania di grandezza di una città posta geograficamente in basso in un angolo: e l’approvazione di una seconda camera iperbarica a Trieste, mentre tutto il resto del territorio regionale ne è sfornito, dimostra ampiamente questa situazione non più accettabile.
Sergio Fantini (Udine) – Remo Brunetti (Cavazzo Carnico) – Luigi Del Piccolo (San Giorgio di Nogaro) – Roberta Michieli (Tavagnacco)

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La lettera è stata pubblicata sul settimanale
"La Vita Cattolica"  - Arcidiocesi di Udine ,
 giovedì 9 febbraio 2012 

lunedì 13 febbraio 2012

IL 10 FEBBRAIO 1972, I FRIULANI ALZARONO LA VOCE E PRETESERO UNA LORO UNIVERSITA!







(…) Il 10 febbraio 1972 fu ufficialmente istituito a Udine il Comitato per l'Università friulana con lo scopo di smuovere dall'immobilismo e dall'apatia i friulani e di incidere in maniera importante anche sui partiti ostinatamente contrari allo sviluppo universitario fuori dalla città di Trieste. (…)

(…) nella primavera del 1976 il Comitato per l'Università friulana decise di iniziare una grande raccolta di firme da presentare in Parlamento a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare avente per oggetto l'istituzione dell'Università statale del Friuli con sede a Udine. Fu un lavoro straordinario quello condotto in soli tre mesi da un manipolo di cittadini volontari che però portò ad un risultato sbalorditivo: alla raccolta di ben 125 mila firme di elettori friulani!



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I 40 anni del

Comitato per l’Università,

quando i friulani

 alzarono la voce


di ROBERTO MEROI



Sabato 11 Febbraio 2012

(IL GAZZETTINO – ed. di Udine)

Negli anni susseguenti all'istituzione della Regione a statuto speciale, il Friuli continuava ad impoverirsi dei suoi cervelli migliori. In particolare, le zone montane e il territorio della nuova Provincia di Pordenone avevano percentuali di laureati tra le più basse d'Italia. C'era l'esigenza estrema di dare impulso qualificante a tutta la società friulana.

Questo avrebbe potuto avvenire solamente con la creazione di strutture universitarie atte a permettere un drastico aumento di giovani laureati: medici, avvocati, ingegneri, fisici, matematici, architetti friulani che fossero in grado di contribuire internamente al territorio di loro origine al progresso del Friuli.

Il 10 febbraio 1972 fu ufficialmente istituito a Udine il Comitato per l'Università friulana con lo scopo di smuovere dall'immobilismo e dall'apatia i friulani e di incidere in maniera importante anche sui partiti ostinatamente contrari allo sviluppo universitario fuori dalla città di Trieste.

Alla notizia, il mondo politico regionale e l'ambiente universitario triestino furono scossi. Il 3 marzo seguente si tenne una lunga seduta del senato accademico di Trieste nel corso della quale il rettore Agostino Origone dichiarò che «i problemi sollevati da Udine in ordine ai suoi insegnamenti universitari sono da noi ritenuti di esclusiva spettanza dell'ateneo triestino, nella consapevolezza della funzione di unica università della regione». Una presa di posizione forte, tale da non lasciare spazio ad alcuna rivendicazione friulana.

Vista l'inutilità di ogni azione, nella primavera del 1976 il Comitato per l'Università friulana decise di iniziare una grande raccolta di firme da presentare in Parlamento a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare avente per oggetto l'istituzione dell'Università statale del Friuli con sede a Udine. Fu un lavoro straordinario quello condotto in soli tre mesi da un manipolo di cittadini volontari che però portò ad un risultato sbalorditivo: alla raccolta di ben 125 mila firme di elettori friulani!

Fu così che l'8 agosto 1977 fu approvata la legge statale n. 546 contenente anche l'istituzione dell'Università di Udine.

Naturalmente, le lotte non finirono lì.

Anzi, tutt'ora di quando in quando riaffiorano i vecchi spettri dell'università unica regionale!

Ma i quarantanni del Comitato per l'Università friulana vanno riconosciuti come una ricorrenza importante perché hanno segnato una svolta storica, fondamentale per il progresso civile e culturale di tutto il Friuli, da Sacile a Gorizia, da Tarvisio a Lignano.

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Il grassetto e i colori sono della Redazione del blog


venerdì 10 febbraio 2012

AUTOSTRADA CIMPELLO-SEQUALS-GEMONA ? NO GRAZIE!





AUTOSTRADA

CIMPELLO–SEQUALS-GEMONA?


NO GRAZIE!


"Consegnata in Consiglio regionale a Trieste la petizione popolare sottoscritta da 3 mila 870 cittadini del Friuli – Venezia Giulia."



FORGARIA. Un’opera che non conviene realizzare, considerati i costi economici e ambientali: il comitato popolare Arca, sorto a Pinzano e dintorni circa un anno fa, ieri ha portato la propria protesta contro il raccordo autostradale Cimpello-Sequals-Gemona sin dentro al consiglio regionale a Trieste. Al presidente Maurizio Franz è stata infatti consegnata la petizione popolare sottoscritta da 3 mila 870 cittadini del Friuli Venezia Giulia che sono contrari all’opera che la Regione vorrebbe realizzare tramite un bando in project financing (chi vince la gara non soltanto costruisce, ma anche gestisce l’opera, ripagandosi così dei costi). L’audizione in consiglio ha visto un appoggio trasversale al comitato, visto che vicino a Italia dei valori c’era pure la Lega Nord.

La sorpresa. Ad accogliere la rappresentanza di Arca non c’era solamente il consigliere Enio Agnola (Idv), garante della raccolta delle firme per il comitato, ma anche Stefano Pustetto di Sel, Piero Colussi dei Cittadini, Paolo Menis del Pd e il leghista Danilo Narduzzi. «Tutti – ha commentato Lucia D’Andrea, vicepresidente di Arca – hanno sostenuto la loro contrarietà all’opera. Non è detto che poi, in fase di voto, i colleghi dei loro partiti seguano questa loro posizione, ma tale trasversalità nell’appoggio alla nostra battaglia ci fa bene sperare». (….)

di Davide Francescutti
(dal Messaggero Veneto – 3 febbraio 2012)


LEGGI TUTTO L’ARTICOLO


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E PER SAPERNE DI PIU’:

Dal sito ufficiale del
Comitato A.R.C.A.


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