sabato 18 febbraio 2012

LINGUE MINORITARIE - LO STATO TRASFERISCA ALLA REGIONE COMPETENZE E RISORSE !





COMUNICATO STAMPA:

Lo Stato trasferisca
alla Regione
competenze e risorse
per le lingue minoritarie


(...) Ad oltre dieci anni dalla sua approvazione, la 482/99 risulta attuata solo in minima parte nonostante si tratti di un provvedimento che discende direttamente dalla Costituzione, nonostante i ripetuti richiami giunti dal Consiglio d’Europa, nonostante le sollecitazioni continue degli organismi rappresentativi delle dodici comunità minoritarie riconosciute dalla legge.
(...) i fondi previsti per l’attuazione della 482/99 per il 2012 sono appena 1.768.792 euro. Alla Regione autonoma Friuli – Venezia Giulia arriveranno circa 362.200 euro: 240.608 per la lingua friulana, 108.605 per lo sloveno e 12.987 per il tedesco. Con risorse del genere è impossibile attuare la legge. E non si dica che la colpa è della “crisi”: non solo perché i tagli sono cominciati molto prima, ma soprattutto perché le risorse per altri settori (non tutelati dagli articoli fondamentali della Costituzione) continuano ad esserci…
(...) Questa situazione colpisce il Friuli – Venezia Giulia in modo evidente: la maggior parte della popolazione regionale, infatti, ha una lingua propria diversa da quella statale, sia essa friulana, slovena o tedesca. Ciò nonostante non abbiamo ancora sentito una voce di protesta levarsi dai nostri rappresentanti politici nel Parlamento italiano e in Regione. (...)

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Lo Stato trasferisca alla Regione competenze e risorse per le lingue minoritarie
Ci sono voluti più di cinquant’anni perché il Parlamento intraprendesse, con l’approvazione della Legge 482/99 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche), il percorso per dare attuazione all’articolo 6 della Costituzione italiana. Un articolo che è inserito nella prima parte della nostra Carta costituzionale, quella dove vengono elencati i principi fondamentali che regolano la vita politica e sociale della Repubblica italiana.
Ad oltre dieci anni dalla sua approvazione, la 482/99 risulta attuata solo in minima parte nonostante si tratti di un provvedimento che discende direttamente dalla Costituzione, nonostante i ripetuti richiami giunti dal Consiglio d’Europa, nonostante le sollecitazioni continue degli organismi rappresentativi delle dodici comunità minoritarie riconosciute dalla legge.
È a tutti evidente che uno dei problemi che limitano l’attuazione della 482/99 è legato all’esiguità della sua copertura finanziaria. I poco meno di dieci milioni iniziali di euro per garantire ad oltre tre milioni di cittadini italiani parlanti una lingua minoritaria la possibilità di accedere a servizi pubblici, a mezzi di comunicazione e ad un’istruzione nella propria lingua erano già palesemente insufficienti. Eppure, dal 2005 in poi, abbiamo assistito ad una progressiva riduzione di tali fondi fino a scendere sotto i due milioni di euro. Secondo la circolare diffusa dal Dipartimento per gli affari regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, infatti, i fondi previsti per l’attuazione della 482/99 per il 2012 sono appena 1.768.792 euro. Alla Regione autonoma Friuli – Venezia Giulia arriveranno circa 362.200 euro: 240.608 per la lingua friulana, 108.605 per lo sloveno e 12.987 per il tedesco. Con risorse del genere è impossibile attuare la legge. E non si dica che la colpa è della “crisi”: non solo perché i tagli sono cominciati molto prima, ma soprattutto perché le risorse per altri settori (non tutelati dagli articoli fondamentali della Costituzione) continuano ad esserci…
Questa situazione colpisce il Friuli – Venezia Giulia in modo evidente: la maggior parte della popolazione regionale, infatti, ha una lingua propria diversa da quella statale, sia essa friulana, slovena o tedesca. Ciò nonostante non abbiamo ancora sentito una voce di protesta levarsi dai nostri rappresentanti politici nel Parlamento italiano e in Regione.
Oggi la nostra Regione si trova ad affrontare un momento estremamente delicato in cui la sua autonomia e la sua “specialità” vengone messe in discussione. Per rispondere a questo attacco non basta invocare il senso di responsabilità delle nostre istituzioni, si deve motivare questa “specialità”  con elementi concreti. E cosa c’è di più concreto di quasi 800.000 cittadini del Friuli – Venezia Giulia che parlano una lingua propria diversa da quella dello stato? Si tratta di argomenti che hanno un peso anche su scala internazionale che va dagli accordi internazionali sulla comunità slovena fino alla “Raccomandazione 1201” dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa che sostiene uno status speciale per le minoranze nei territori dove costituiscono la maggioranza. Tuttavia se a qualche dichiarazione sporadica non seguono i fatti, possiamo dire addio anche a questo “asso” da giocarci nei confronti dello governo centrale.
È per tale ragione che il Comitato 482 e il Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli  chiedono ai parlamentari eletti in Friuli – Venezia Giulia, alla Giunta regionale e a tutta la classe politica regionale un intervento deciso presso il Governo Monti. Se lo stato non ha la volontà o la capacità di rispettare le sue minoranze, trasferisca alla nostra Regione competenze e risorse per farlo. Il tavolo di lavoro Stato – Regione annunciato dal presidente regionale Renzo Tondo dopo il suo recente incontro con Mario Monti dovrebbe essere l’occasione giusta per farlo. Non si tratta solo di garantire l’applicazione di uno dei principi fondamentali della Costituzione italiana, ma anche di difendere le ragioni della nostra autonomia regionale e di avvicinare i centri decisionali ai cittadini, come dovrebbe accadere in una vera democrazia.

per il “Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli”- Roberta Michieli
per il “Comitât – Odbor – Komitaat – Comitato 482” -  Carlo Puppo

Udine, 14 febbraio 2012

1 commento:

  1. Il comunicato stampa è stato integralmente pubblicato sul settimanale "LA VITA CATTOLICA" del 16 febbraio 2012.

    Un ampio articolo sul comunicato stampa è stato pubblicato sul quotidiano IL GAZZETTINO di Udine, a firma di Antonella Lanfrit, giovedì 16 febbraio 2012.

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