FRIULI
GIU'
LE MANI DALL'ACQUA
"BENE
COMUNE"!!!
..........
RICEVIAMO
E PUBBLICHIAMO
Assemblee
de Comunitât
Linguistiche
Furlane
Li
dal Comun di Cjarlins - Place S. Roc, 24 – 33050 Cjarlins / presso
il Comune di Carlino P. S. Rocco, 24 -33050- Carlino
Tel
0431-687811 / Fax 0431-687824
Carlino, li 26 febbraio 2016
Al Presidente del Consiglio delle autonomie locali
Ai Componenti del Consiglio delle autonomie locali
Al Presidente della IV° Commissione permanente Vittorino Boem
All'Assessore regionale Sara Vito
Oggetto:
Parere
sulla PROPOSTA DI LEGGE N.135 “Organizzazione delle funzioni
relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione
integrata dei rifiuti urbani” presentata ai consiglieri Boem e
altri.
Dopo
aver esaminato la Proposta di
Legge n. 135, che oggi viene sottoposta al parere del
C.A.L, non posso che apprezzare che si faccia un tentativo di dare
risposte soprattutto ai problemi relativi agli aspetti tecnici e
organizzativi e alla necessità di efficienza/efficacia del servizio.
Pesa inoltre la necessità di dare soluzione al problema delle
infrazioni UE, che è grave e andrà sempre di più ad aggravarsi in
futuro.
Ma
mi sono chiesto:
quale
sarà il ruolo dei Comuni all'interno di un ambito unico?
come
potrà l’ambito unico rispondere alle specificità e alle
particolarità territoriali di cui è estremamente ricca la nostra
Regione che anche proprio per questa ricchezza di diversità è
Autonoma e a Statuto Speciale?
La
risposta alla prima domanda è semplice e incontrovertibile:
ci
sarà un allontanamento ulteriore delle istituzioni locali dal
governo delle risorse locali e dei beni comuni,
dei quali l’acqua rappresenta un bene non solo simbolico ma
fondamentale. Il
rischio che intravedo è che l’allontanamento del governo
dell’acqua dai Comuni sottragga sempre più il “bene acqua”
stesso dalla categoria dei diritti per sottoporlo alle regole del
profitto.
Alla
seconda domanda,
ovvero come potrà rispondere l’ambito unico alle specificità
territoriale, stanno
rispondendo i territori stessi.
Non
sto qui a esporre quali e quante obiezioni sollevano gli
amministratori e le comunità di territori che sottolineano le loro
particolarità. I
problemi della montagna non sono gli stessi della pianura. Quelli
dell’alta pianura asciutta non sono i medesimi della bassa pianura.
Chi ha i pozzi con pompa, chi ha i pozzi artesiani, chi ha un ambito
interregionale con il Veneto, e altri ancora, con molte situazioni
particolari.
Appare quindi evidente che l’organizzazione dei servizi idrici
delle nostre “diversità” avrebbe bisogno di una normativa cucita
su misura e non compatibile con quella dello Stato.
Alla
luce di quanto sopra affermato ed in particolare dell’ultimo
assunto sopra espresso;
considerati
i rischi connessi alle prospettive prefigurate dall'autority acqua
ed energia al convegno del 12 febbraio scorso (unificazione dei
gestori fino a raggiungere dimensioni sovraregionali e, a detta
dell'autority, che la legge del F-VG va in questa direzione);
ritenuto
che le funzioni relative al servizio idrico integrato nella nostra
Regione avrebbero necessità di una normativa specifica e differente
da quella della Stato Italiano;
considerato
che, a seguito della prevista riforma della Costituzione della
Repubblica, lo Statuto della Regione Autonoma Friuli – Venezia
Giulia sarà sottoposto a revisione;
che
le azioni necessarie ed urgenti per dare risposta alle sanzioni UE
in tema di depurazione possono essere intraprese anche senza la
modifica delle modifiche di governo d’ambito previste dal presente
Progetto di Legge;
sottopongo
all’attenzione del C.A.L., del relatore Consigliere Vittorino Boem
e del Consiglio Regionale le
seguenti proposte:
che,
in occasione della revisione dello Statuto Regionale prevista a
seguito della riforma della Costituzione, sia
pretesa la competenza primaria della Regione su acqua ed energia per
le speciali caratteristiche naturali ed antropiche del suo
territorio,
consentendo conseguentemente alla Regione stessa di legiferare nel
modo più adatto a tali diversità, con il coinvolgimento delle
istituzioni locali e secondo il principio di sussidiarietà.
che
l’approvazione
del presente Progetto di Legge 135 sia sospeso fino all’approvazione
delle modifiche statutarie di cui al punto 1), dimostrando così
fortemente di voler esercitare la specialità come hanno fatto altre
regioni autonome.
E’
una sfida non facile e che richiede la volontà di essere “Regione
Speciale” perché lo è veramente. Rinunciare vuol dire perdere la
partita prima di giocarla.
Diego
Navarria
Sindaco
di Carlino
Presidente
dell’Assemblea della
Comunità
Linguistica Friulana
NOTA
BENE
Il
documento sopra pubblicato è stato presentato al CAL che ha comunque
dato parere favorevole a maggioranza e quindi ora il Progetto andrà
in Consiglio Regionale.
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DAL SITO INTERNET DEL SETTIMANALE "IL FRIULI"
http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Riesplode_la_battaglia_per_difendere_l'acqua_pubblica/2/152990
Riesplode la battaglia per difendere l'acqua pubblica
L'appello dei sindaci e dei
Comitati alla Regione, affinché sospenda il disegno di legge sulla
gestione delle risorse idriche e faccia valere la sua specialità
di Alessandro Di Giusto
14/03/2016
Fermare
la discussione e l’approvazione della proposta di legge regionale
135 in materia di “Organizzazione delle funzioni relative al
servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei
rifiuti urbani”, prima che sia troppo tardi.
La
richiesta è stata fatta oggi nel corso di una affollata conferenza
stampa nel palazzo della Regione a Udine.
Questa volta,
accanto ai Comitati che da tempo si battono per mantenere pubblica la
gestione dell’acqua, forti anche del referendum del 2011, c’erano
pure molti sindaci. Perché
sono già 38 i primi cittadini che hanno sottoscritto l’appello
rivolto a Trieste, nel quale si chiede di rivedere la normativa ora
in discussione, sospendendo subito l’iter per la sua approvazione e
facendo valere lo Statuto regionale che su tale materia prevede la
competenza esclusiva.
“Nonostante
il chiaro responso del referendum del 2011 quando gli italiani
avevano deciso di mantenere la gestione dell’acqua in mano al
pubblico – ha spiegato il sindaco di Mereto di Tomba, Massimo
Morettuzzo – la
Regione procede a tappe forzate verso l’istituzione del gestore
unico, precorrendo addirittura quanto deciso a Roma, dove si procede
speditamente verso la privatizzazione dell’acqua.
Alla Regione chiediamo invece di imboccare una via alternativa,
rivendicando la propria autonomia e adottando soluzioni che tengano
conto delle peculiarità del nostro territorio e delle esperienze in
corso come in Trentino Alto Adige, dove appunto hanno fatto valere
pienamente le loro prerogative”.
Dello stesso tenore le
richieste fatte da Marco
Iob, del comitato acqua
bene comune del Fvg e da Franceschino
Barazzutti, a nome dei
Comitati per la tutela delle acque montane, convinti che sia
possibile seguire una via alternativa e se possibile simile a quella
già intrapresa da molti altri Paesi europei che stanno togliendo al
privato la gestione dell’acqua.
Nella
IV Commissione permanente però è mancata la discussione, stando a
quanto detto dal Consigliere del M5S Cristian
Sergo,
che ha stigmatizzato il divieto di ascoltare in audizione i Comitati,
decisione presa dal presidente della commissione stessa e primo
firmatario del disegno di legge regionale, il consigliere del Pd
Vittorino Boem. “Manca
perfino il parere dell’Anci,
mentre gli uffici regionali che pure avrebbero dovuto pronunciarsi
sui singoli articoli sono stati tenuti in disparte”.
La
maggioranza regionale pare decisa a chiudere la partita prima che il
Parlamento si pronunci sulla proposta di legge presentata da decine
di deputati, compresi alcuni del Pd, che impone di mantenere in mano
pubblica la gestione delle risorse idriche, ma la
deputata di Sel, Serena Pellegrino, apparsa
piuttosto contrariata per la scelta dei consiglieri regionali della
sua formazione di sostenere il provvedimento regionale, ha denunciato
apertamente una manovra giudicata scandalosa: “Alla Camera dei
deputati, Il Pd dopo aver taciuto per mesi ha presentato una serie di
emendamenti che semplicemente - ha ricordato Pellegrino - sovvertono
completamente lo spirito stesso della proposta, teso a
ripubblicizzare la gestione dell’acqua”.
Non
è chiaro se a Trieste ascolteranno le richieste di sindaci e
territorio, vista anche la manovra in corso a
livello nazionale che del referendum del 2011 pare infischiarsene.
Se così non
fosse, se la maggioranza dovesse andare avanti a spron battuto, dovrà
fare i conti con la richiesta di referendum abrogativo, preannunciata
da Barazzutti.
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