Dal sito internet del
WWF FRIULI VENEZIA GIULIA
TAV
MORETTI E LA
SCOPERTA
DELL’ACQUA CALDA
di Dario Predonzan
(Reponsabile energia e trasporti
WWF Friuli Venezia Giulia)
12/5/211 – Il Wwf: “L’ad di Ferrovie dello Stato ha detto cose che tutti gli esperti sanno da tempo: l’alta velocità tra Venezia e Trieste non ha senso perché non c’è un bacino di passeggeri sufficiente”
In fondo, cos’ha detto l’ad di FS, ing. Mauro Moretti, nell’ormai famosa intervista al direttore del PICCOLO del 29 aprile scorso? Cose che tutti gli esperti (quelli veri) di ferrovie sanno da tempo: i treni ad alta velocità non hanno senso se non c’è un bacino di passeggeri sufficiente, perché servono ad unire tra loro grandi città o sistemi metropolitani.
E di sistemi del genere, nella pianura padano - veneta, ad est di Milano, c’è soltanto l’area Padova-Mestre-Venezia (con l’aeroporto di Tessera). Né Trieste, né Lubiana, hanno una dimensione adeguata a giustificare una linea da 300 km/h, laddove basterebbe al massimo un quadruplicamento da 200 km/h che “costa molto meno e dà maggiore servizio al territorio”. E fa anche meno danni all’ambiente, aggiungo io.
Moretti ha detto poi, cosa anche questa ben nota, che “oltre confine non ci sono ancora neppure le progettazioni preliminari”, anche perché – com’è arcinoto – la Slovenia è molto più interessata al raddoppio della linea per il Porto di Capodistria ed ha difficoltà ancora maggiori dell’Italia, nel reperire le somme enormi richieste dalla costruzione dell’ormai mitico “Corridoio V”.
Poi Moretti ha ricordato che la domanda di mobilità su ferro sta crescendo sulla linea Pontebbana, verso Vienna ed i mercati del Nord Europa, linea che però – ancorché moderna (è stata inaugurata nel 2000) – “fa 30/35 treni al giorno e ne potrebbe fare 300”.
Intanto, è il caso di aggiungere, la parallela autostrada A23 scoppia di traffico, che in buona parte potrebbe andare su ferro, se FS lo volesse ed organizzasse in modo decente i propri servizi merci e passeggeri.
Per aver detto queste cose in un impeto di sincerità, Moretti ha scatenato però un coro di proteste indignate bypartisan da quasi tutto il mondo politico regionale e da quello economico. Tondo, Riccardi, Serracchiani, Bassa Poropat, Bandelli e il presidente regionale di Confindustria, Calligaris, hanno infatti ripetuto l’abusato ritornello: la regione non può essere tagliata fuori perché è un “ponte strategico”, la TAV è indispensabile al funzionamento dei porti (!), le forze politiche devono ribellarsi all’ipotesi di Moretti, ecc.
Dimenticando tutti, al solito, di dire che la TAV (progettata con parametri adatti solo ai treni passeggeri veloci) non ha nulla a che fare con il trasporto merci, che la capacità delle linee ferroviarie attuali è più che adeguata ai volumi di traffico generati dai porti del Friuli Venezia Giulia, e così via.
Curiosamente, le reazioni indignate hanno omesso di intervenire su altre due importanti dichiarazioni di Moretti: quella in cui denuncia le gravi difficoltà finanziarie in cui il sistema perverso dei general contractor (voluto da Confidustria e dalle grandi imprese di costruzioni, con l’avallo del Governo) ha lasciato FS, favorendo la crescita fuori controllo dei costi delle infrastrutture. E soprattutto quella in cui Moretti ricordava di aver presentato quattro anni fa un progetto di infrastrutturazione ferroviaria del Porto di Trieste (in particolare per il Molo V e VII e per il riuso della stazione di Campo Marzio), senza ottenere alcuna risposta dall’Authority portuale: nessuno pensa di chiedere lumi in merito all’allora presidente Boniciolli?
Tuttavia, la levata di scudi ha ottenuto il risultato di far fare a Moretti una precipitosa marcia indietro: sincero sì, ma coraggioso solo per l’espace d’un matin.
L’agenzia stampa di FS (FSNews) aveva pubblicato infatti il 28 aprile una sintesi delle dichiarazioni dell’ad di FS, che sostanzialmente coincideva con quanto pubblicato il giorno dopo sul PICCOLO.
Il 29 aprile, invece, viste le reazioni suscitate, FSNews smentiva che Moretti avesse mai rilasciato interviste in esclusiva al PICCOLO, il quale avrebbe forzato l’interpretazione delle sue parole titolando “TAV a Venezia nel 2019, a Trieste mai”.
Eppure il Direttore Possamai aveva solo fatto fino in fondo il suo mestiere (non è cosa da tutti, oggi, nei media italiani…): chissà quante proteste saranno arrivate anche a lui!
Rimane l’amarezza per il fatto che tanti personaggi “importanti” continuino ad illudere l’opinione pubblica (e forse anche sé stessi), sventolando il feticcio della TAV e rifiutando nel contempo di fare i conti con i dati di fatto, noti da sempre e ora sottolineati anche da Moretti.
Ringraziando per l’ospitalità che spero possa essermi concessa, porgo i più distinti saluti
Dario Predonzan
Responsabile energia e trasporti
WWF Friuli Venezia Giulia