martedì 11 aprile 2017

UTI - UN DISASTRO ISTITUZIONALE PALESEMENTE INCOSTITUZIONALE CHE VA FERMATO!


REGIONE FRIULI-VG

"UNIONI TERRITORIALI
INTERCOMUNALI (UTI)"?

 UN DISASTRO ISTITUZIONALE
PALESEMENTE INCOSTITUZIONALE 
CHE VA FERMATO! 
.........................

Con la vittoria del NO al referendum del 4 di dicembre 2016 è stato - dal popolo italiano - bocciato lo smantellamento del Titolo V della Costituzione italiana e la cancellazione DI FATTO dell'articolo 5 della Costituzione italiana (Principio autonomistico).

La sconfitta del SI al referendum del 4 dicembre 2016, ha dunque scompigliato le carte di chi voleva, "renziani" in primis,  la centralizzazione più asfissiante  e la fine  del Principio autonomistico,

http://comitat-friul.blogspot.it/2016/12/referendum-il-no-non-basta.html

La legge regionale 26/2014 - riforma degli enti locali - fortemente voluta e imposta con i ricatti e la tecnica "della carota e del bastone" dalla Presidente Serracchiani, per tre anni Vice Segretaria di Matteo Renzi e del Partito Democratico, ha come scopo prioritario la  centralizzazione  nell'ente  regione  di tutte le  più importanti  funzioni  provinciali e soprattutto lo smantellamento totale  dell'autonomia  comunale attraverso "il trasferimento coatto e imposto dall'alto" a favore delle UTI (che non sono enti locali e neppure territoriali!) delle 1) funzioni fondamentali comunali, 2) della podestà regolamentare comunale e 3) dell'autonomia finanziaria comunale di entrata e di spesa: 1) 2) e 3) sono diritti costituzionali previsti a favore dei Comuni nel Capitolo V della Carta costituzionale in applicazione dell'articolo 5 della Costituzione italiana....

L'attuale enorme caos amministrativo in cui versa la nostra regione, non pare turbare l'attuale Giunta regionale: fondamentale è "IL FARE", non il "FARE BENE"!!
 
I magistrati del TAR del Lazio con l'Ordinanza pubblicata il 20 gennaio 2017  hanno ritenuto "l'esercizio obbligatorio in forma associata delle funzioni, mediante unioni o convezioni, da parte dei Comuni", di dubbia costituzionalità, dichiarando  la  questione di  legittimità  costituzionale  posta   da   2.200   comuni  italiani rappresentati  in giudizio dalla Associazione A.S.M.E.L,   "rilevante e non manifestamente infondata" . 

http://comitat-friul.blogspot.it/2017/03/per-il-tar-del-lazio-la-gestione.html

E alla base di tutta la costruzione legislativa  della L.r. 26/2014 - riforma enti locali c'è proprio la "OBBLIGATORIETA'" imposta  dall'alto ai Comuni di cedere i punti 1) 2) e 3) alle UTI.

Dall'ottimo articolo a firma di Roberto Pensa pubblicato a pagina 3 sul settimanale della Arcidiocesi di Udine - LA VITA CATTOLICA - di mercoledì 5 aprile 2017 - con il significativo titolo "Fuoco amico sulle Uti",  riportiamo la dichiarazione - virgolettata nell'articolo - di Diego Navarria, sindaco di Carlino e Presidente della "Assemblea della comunità linguistica friulana":
 
"L'UTI deve essere un centro servizi per i comuni e non un ente che li sovrasta e che li svuota - ha ribadito Navarria -, perché il fondamento della coesione sociale della Comunità è il Comune. La scelta sull'adeguatezza dei servizi da mettere insieme ad altri oppure no deve essere del sindaco e non legata ad astratti parametri della popolazione" .

Non possiamo che essere d'accordo con il sindaco Diego Navarria!

E' un obbligo a questo punto il fermarsi e il riscrivere totalmente questa pessima riforma regionale che ha fatto precipitare la nostra regione in un caos che prima d'ora non si era mai visto...

Se la Consulta delibererà - come è altamente probabile - che è incostituzionale l'art. 14 del D.L. 78/2010 nel comma in cui si IMPONE  ai Comuni  l'esercizio associato delle funzioni fondamentali,  questa sentenza sarà vincolante anche per la nostra regione "speciale".

Comunque già ora "la furbata" di aver modificato, in funzione della imposizione delle UTI, l'art. 11 del nostro Statuto di autonomia, risulta trovare limiti nella sua applicazione sia nell'art. 5 della Costituzione italiana (inviolabile anche per le regioni a statuto speciale contenendo uno dei Principi fondamentali della Repubblica italiana) che nell'art. 4 dello stesso  Statuto di autonomia speciale che pone chiari "paletti" costituzionali e internazionali al potere legislativo della regione Friuli -Vg "sull'ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni".

Il "NUOVO" art. 11 deve come minimo accordarsi con l'articolo 4 del nostro Statuto di autonomia e l'art. 5 della Costituzione italiana...

Ricordiamo che le recenti modifiche allo Statuto di autonomia speciale della nostra regione risultano essere state approvate in Parlamento con una maggioranza "risicata", appoggiate acriticamente dal "Governo amico di Matteo Renzi"  e senza attendere - come sarebbe stato auspicabile - il risultato del Referendum del 4 dicembre 2016...

LA REDAZIONE DEL BLOG

..........


Un'ampia parte del documento è stata pubblicata sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA, nella rubrica "Giornale aperto", mercoledì 12 aprile 2017 con il titolo "Le Uti, disastro che va fermato subito"

 

4 commenti:

  1. Dall'articolo pubblicato dal settimanale LA VITA CATTOLICA - mercoledì 12 aprile 2017 - pagina 5 - sezione Cultura - "Riforme in Friuli - VG: Il politologo Paolo Feltrin esamina le difficoltà delle Uti"

    (...)

    DOMANDA: Lei ha collaborato agli studi preliminari delle COLLABORAZIONI PASTORALI nelle diocesi di Udine e Treviso. Perché questa riforma pastorale ha avuto successo, mentre quella delle Uti no?
    RISPOSTA:Qualsiasi intervento che metta in gioco l'identità richiede una forte condivisione dei diretti interessati. QUESTE RIFORME NON POSSONO ESSERE CALATE DALL'ALTE. PENSARE CHE CI SIA UNA SOLUZIONE TECNOCRATICA AI PROBLEMI DI ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO E' UN'IDEA INGENUA, PRIMA ANCORA CHE SBAGLIATA.

    DOMANDA:Lei in sostanza afferma che la presidente Debora Serracchiani e la maggioranza hanno peccato di ingenuità?
    RISPOSTA: Si, perchè viviamo territori che al loro interno sono molto differenziati: economicamente, socialmente, culturalmente, identitariamente. L'idea che ci possa essere una soluzione ottimale per aggregare i territori è quanto mai ingenuo

    (…)
    DOMANDA: Operazioni come queste, pertanto, come vanno affrontate e organizzate?
    RISPOSTA: Non può essere l'ambito regionale, a discuterle, a vararle specie in regioni divise come il Friuli-Venezia Giulia. Quando in una regione c'è il trattino vuol dire che non è una regione.

    DOMANDA: E, infatti, c'è il Friuli e c'è Trieste
    RISPOSTA: Non c'è un'identità regionale forte. Ma ci sono identità regionali, al limite provinciali, forti. E, per analogia, questo vale anche per il mondo ecclesiastico. Le riforme, infatti, le fai a livello di diocesi, non di Conferenza episcopale del Nordest.

    DOMANDA: Quindi?
    RISPOSTA: La mia idea è che è stato un errore aver abolito le Province, perchè comunque rimangono un ambito di riconoscimento sovracomunale accettato, sia dai cittadini che dalla Classe politica. Bene o male le Province, non lo si dimentichi, hanno una storia quasi millenaria.

    DOMANDA: Una storia millenaria? E Napoleone?
    RISPOSTA: Napoleone ha lavorato sulle istituzioni che c'erano. Ad esempio i principati. Se, dunque, venivano mantenuti gli ambiti provinciali e veniva demandato in quell'ambito l'individuazione delle soluzioni degli ambiti territoriali, forse, a mio avviso, si risolvevano tanti mal di pancia. Messo il vincolo economico finanziario, ogni territorio poteva scegliersi le aggregazioni che meglio gradiva.
    (...)
    ...............

    RispondiElimina
  2. E non è neppure vero, come continuano ad affermare Panontin/Serracchiani che l'opposizione alle UTI e una battaglia politica del centro-destra in vista delle elezioni elettorali regionali del 2018.

    Cosi l'onorevole Serena Pellegrino - parlamentare di Sinistra italiana - in un comunicato stampa dell'11 aprile 2017:

    UTI, Serena Pellegrino (SI): «Le UTI così come concepite non funzionano»

    «L’abbiamo detto e ripetuto in molteplici circostanze, inclusa l’approvazione delle modifiche allo Statuto del Friuli Venezia Giulia che, tra l’altro, hanno tolto le Province dalla geografia istituzionale del FVG: le UTI così come concepite non funzionano. Allora ci accusarono di fomentare la rissa politica. Oggi i sindaci, inclusi quelli del centro sinistra che obtorto collo hanno chinato il capo alle UTI per evitare i tagli ai trasferimenti nelle casse comunali, non sanno come salvare il proprio Comune, nonostante i numerosi aggiustamenti, ben 19, operati dal legislatore regionale per far funzionare una architettura normativa invisa tanto a destra quanto a sinistra». Lo afferma la parlamentare Serena Pellegrino, vicepresidente del gruppo parlamentare di Sinistra Italiana.

    «Lo stesso Tar del Friuli Venezia Giulia aveva avvisato, nella sentenza con cui aveva respinto quasi tutti i ricorsi dei sindaci contro il Piano di riordino territoriale, che una legge può risultare buona e conforme ai principi costituzionali sulla carta, poi in fase attuativa può rivelarsi estremamente problematica. I sindaci che si rivolgono, in questi giorni, all’amministrazione regionale per avviare una discussione sul percorso di attuazione delle UTI, si trovano alle prese con il rischio di non essere in grado di sostenere le funzioni istituzionali dei Comuni, snodo fondamentale del governo del territorio ed enti esponenziali delle autonomie locali».

    «Le UTI dunque - CONCLUDE SERENA PELLEGRINO - oltre a rappresentare una contrazione della rappresentatività e della democraticità che non possiamo approvare, si stanno rivelando inefficaci e pericolosissime nella prospettiva del buon andamento della pubblica amministrazione, manifestano il problema che disporre di risorse finanziare ma non avere personale significa comunque non essere in grado di mantenere i servizi propri delle amministrazioni comunali. Mentre è ancora da dimostrare si sia raggiunto l’obiettivo del contenimento della spesa pubblica».

    11 aprile 2017

    http://www.triesteprima.it/politica/uti-serena-pellegrino-le-uti-cosi-come-concepite-non-funzionano-11-aprile-2017.html

    RispondiElimina
  3. E così si esprime - sul suo Blog - Gianfranco Moretton, ex vice presidente della Giunta Illy (centro sinistra) e eletto nel 2008 in Consiglio regionale nelle liste del PD con 7.034 voti di preferenza:

    UTI: SI FACCIA UN PASSO INDIETRO

    Le uti, queste straordinarie entità giuridiche volute da Serracchiani, che hanno sostituito le provincie soppresse solo nella nostra regione, mentre nel resto d'Italia continuano a vivere. Una riforma straordinaria va ancora predicando la presidente della regione fvg nonostante le palesi difficoltà che queste nuove istituzioni incontrano quotidianamente. Non sono bastati i forti disappunti espressi da tanti sindaci che non hanno digerito il modo e la forma con la quale è stata voluta la riforma.

    Ora, le manifestazioni di contrarietà continuano con sempre maggior pressione e forza. Non passa giorno che gli amministratori locali esprimano preoccupazione lanciando appelli accorati alla regione, vuoi per i maggiori costi accertati che le uti impongono, vuoi per la disorganizzazione imperante e per le difficoltà del personale trasferito senza un minimo di pianificazione che consenta una programmazione efficace. Insomma nelle 18 uti regna solo confusione e incertezza e questo è il meraviglioso risultato di una riforma voluta in fretta e furia, per di più senza aver avuta la pazienza di concordarla all'unisono con i Sindaci.

    Anche in questi giorni dopo Paluzza se n'è andato dalle uti anche Monfalcone a ulteriore riprova del fallimento annunciato. Ma, non è certamente finita qui. Presto toglieranno le ancore anche altri Comuni e Serracchiani avrà i suoi problemi a giustificare la bontà di una riforma nata già morta! Speriamo metta da parte la sua protervia e che faccia un passo indietro modificando radicalmente una normativa che non gode di alcuna considerazione da parti di chi la deve attuare!

    Addì, 04 marzo 2017

    http://www.gianfrancomoretton.it/news.aspx?language=it&id=1114



    RispondiElimina
  4. Così si esprime sempre Gianfranco Moretton l'8 dicembre 2016 - sempre sul suo BLOG:

    IL RISULTATO DI UNA SCELTA SBAGLIATA

    Mi sono battuto per il NO, convinto di una cosa: che la Costituzione non appartiene ad un Governo, addirittura potrebbe non appartenere nemmeno al Parlamento, ma appartiene al Popolo, poichè è stata scritta dall'Assemblea Costituente, eletta direttamente dal popolo in occasione del referendum Monarchia /Repubblica.

    Parliamo quindi di una fonte "meta giuridica", i cui principi fondamentali sono indisponibili. Essa, pertanto, almeno nella prima parte, può essere considerata prevalente su ogni qualsivoglia fonte normativa, anche di rango costituzionale, poiché il suo potere promana direttamente dal popolo.

    Può essere, quindi, interessante la tesi secondo la quale una legge Costituzionale di riforma dello Statuto speciale come quello del Friuli Venezia Giulia, pur di rango Costituzionale, sia subordinata e recessiva rispetto alla Carta costituzionale, parte prima, con particolare riferimento al sistema delle Autonomie nel quale si articola lo Stato. Non a caso il primo articolo del nostro Statuto pone a fondamento della nostra Regione i “principi della Costituzione” ed in armonia con essa ne disciplina le competenze.

    Una seconda considerazione riguarda il fatto che togliere le Province in una regione e lasciarle nel resto d'Italia potrebbe determinare un profondo disallineamento e squilibrio istituzionale, con la conseguenza di avere un sistema statuale disarticolato e disarmonico, foriero a sua volta di squilibri territoriali, a loro volta presupposto di ingiustizie e diseguaglianze.

    Questo deve far riflettere sul fatto che le riforme della Costituzione come dello Statuto, non vanno fatte a caso, come dimostrano anche le difficoltà nelle quali si dibattono le nostre UTI, non ancora del tutto nate o nate con gravi malformazioni, figlie ed anticipatrici di una riforma nazionale pur essa confusa che in parte è già stata abbandonata e che il naufragio al referendum renderà ulteriormente inutile e dannosa.

    Bisogna riconoscere che questa volta, con la rivoluzione delle amministrazioni locali, siamo stati i primi in Italia, PERO' NELLO SCEGLIERE LE SOLUZIONI SBAGLIATE!

    Addì, 08 dicembre 2016

    http://www.gianfrancomoretton.it/news.aspx?language=it&id=1079

    RispondiElimina