giovedì 6 ottobre 2016

SALVARE IL FRIULI DALLA RETROCESSIONE di GIANCARLO CASTELLARIN


 
Salvare il Friuli
 

dalla retrocessione


di

Giancarlo Castellarin


Mentre la Serracchiani è impegnata a Roma a fare riforme non prioritarie o di facciata (dopo quelle in Friuli-V.G.) e con un referendum su modifiche alla Costituzione mirate a ridurre la sovranità del cittadino elettore e pure la tutela delle minoranze linguistiche non ancorate a un accordo Internazionale pre-legge 482/99, cosa succede in regione?

C’è un personaggio a Trieste, l’ineffabile senatore Francesco Russo del Partito Democratico, diventato famoso per aver dirottato duecento mila elettori friulani dalla sera alla mattina nella riserva elettorale triestina del nuovo ipotizzato Parlamento, nella totale indifferenza e silenzio-assenso della Presidente regionale, che pur aveva giurato di rappresentare tutto il Friuli-Venezia Giulia, con l’ovvio consenso del nuovo acquisto del PD regionale cioè il senatore Alessandro Maran da sempre antifriulano.

Bene! Russo ora è ripartito con una campagna per regalare a Trieste cinque miliardi di investimenti nell’ambito di Porto Vecchio.
 
Eppure è noto che l’area in crisi economica in regione, dai monti al mare, non è certo Trieste (dove i pubblici dipendenti abbondano, ci sono anche quelli delle partecipate statali, e dei monopoli assicurativi) ma piuttosto il Friuli, (province di Pn, Ud e Go, con l'eccezione di Monfalcone che tira abbastanza), soprattutto per la grave crisi del manifatturiero.

Nel territorio friulano ormai il declino diventa evidente, soprattutto rispetto alle altre regioni del Nord, facendo imboccare al Friuli la situazione di ritardo e sottosviluppo che ricorda gli anni dei due dopo guerra.

Ma, la “montagna” Giunta regionale, ha partorito il topolino, vale a dire i Por-Fsr per rilanciare il Manifatturiero, con evviva nella stampa locale, per i 23 milioni stanziati. Dico 23 milioni, cioè poco più di quanto ha speso la Giunta regionale per salvare i teatri triestini, oppure gli altri venti milioni circa subito consegnati al Ciclosincrotone  triestino nell’Area di ricerca di Padriciano, da sempre prediletta dalle Giunte Regionali.

Si, c’è anche qualche altro marchingegno di pubblico intervento per sostenere programmi di investimento delle imprese, che però funziona male. Ma non basta, per il PD regionale basta accentrare a Trieste tutti i Consorzi industriali e le Camere di commercio e al compimento di questa campagna di burocratizzazioni, senz’altro l’economia riparte.

Cari consiglieri regionali dopo tanto tempo perso, di quanto e di che contenuti, deve essere un Pacchetto Friuli per il rilancio?

Si tiene fermo il quasi miliardo di capitale che la regione ha in serbo (secondo recenti statistiche pubblicate dalla stampa nazionale come altre regioni virtuose e senza i debiti stile lazial-romani), per le solite redistribuzioni della prossima campagna elettorale? Ma ora tutte queste cose messe assieme ad altre elencabili, ci portano ad affermare senza alcun dubbio che le due ultime giunte regionali (cioè Tondo e soprattutto Serracchiani) sono condotte da forze inequivocabilmente politicamente indifferenti e ostili alla complessa realtà friulana e non sono in grado di formulare un piano che ci comprende.

Ricordiamo la battuta emersa dalla sala riunioni della Giunta regionale Serracchiani che diceva: Triestini non avete capito che abbiamo destrutturato il Friuli?

Dice Giorgio Matassi su Facebook: Trieste consuma 1/3 delle risorse regionali con meno di un 1/4 della popolazione... (poi, dico io, è esattamente un quinto come territorio, con la provincia) e tutti i tentativi di riequilibrio fatti negli ultimi 20 anni non hanno prodotto nulla....anzi ulteriori asservimenti. Ma per il PD regionale e Serracchiani, sono i piccoli comuni, che dissipano.

Se l’emergenza di rappresentanza politica del Friuli scende a questi livelli, ogni iniziativa per invertire l’attuale direzione di marcia va bene, come quella dei referendum regionali, bocciati per un voto dal consiglio regionale.

Dopo questa ennesima battuta di arresto dobbiamo riorganizzare le forze per far uscire il Friuli dal percorso della retrocessione e da nuove e vecchie sudditanze.



Giancarlo Castellarin

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Il documento a firma di Giancarlo Castellarin è stato pubblicato sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA, mercoledì 28 settembre 2016 – rubrica “Giornale aperto”.


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