SERRACCHIANI,
SUL FRIULANO
PREOCCUPANTI SILENZI
La nuova amministrazione regionale, che per statuto dovrebbe occuparsi anche della tutela delle minoranze linguistiche, muove invece i suoi incerti passi tra vistose omissioni e preoccupanti silenzi.
Aldilà della promessa di dotare la legge regionale 29 del 2007 di tutti i regolamenti necessari a renderla funzionante, per ora non risultano concrete inversioni di tendenza rispetto alle politiche attuate dall’amministrazione Tondo che considerava la tutela del friulano una sciocchezza. Così le tante speranze che questa nuova amministrazione aveva suscitato, rischiano di essere deluse.
Eppure la società friulana attende con urgenza dei provvedimenti, soprattutto per la disastrosa situazione dell’insegnamento del friulano dove un regolamento inefficiente prodotto dall’Amministrazione regionale precedente (basterebbe pensare all’Elenco regionale degli insegnanti di/in friulano che assurdamente permette anche a chi non conosce la lingua di insegnarla) e la campagna denigratoria contro il diritto all’insegnamento del friulano condotta da pochi, ma determinati soggetti, dentro e fuori dalle scuole, sono alla base di un fallimento che è sempre più evidente.
Che dire poi del modo che ha questa nuova amministrazione regionale di sostenere in tutti i campi la lingua propria dei friulani? Non sarebbe ora di cambiare il Consiglio di Amministrazione dell’ARLeF, i cui componenti sono di nomina politica e per cinque anni hanno accettato senza reagire le politiche degli ex-assessori Molinaro e De Anna, assessori di cui sono noti i disastri combinati a danno dei diritti linguistici della comunità friulanofona?
È poi urgente che l’Amministrazione Serracchiani intervenga presso il governo affinchè tutte le minoranze linguistiche vengano trattate allo stesso modo, rimediando al pasticcio creato dai funzionari del governo Monti che avevano creato una divisione artificiosa tra le minoranze riconosciute dalla legge 482.
Un altro argomento di urgente attualità dove la nostra Regione deve farsi sentire ed ascoltare, magari in accordo con le altre Regioni interessate, è la ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, affinché il livello di tutela di friulani, sloveni e germanofoni del Friuli – VG venga migliorato rispetto alle proposte avanzate durante le precedenti legislature. Insomma bisogna muoversi, che i tempi della politica non ammettono né ritardi né incertezze.
Remo Brunetti – Cavazzo Carnico
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La lettera a firma di Remo Brunetti è stata pubblicata giovedì 18 luglio 2013, sul settimanale dell’Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA, e sul quotidiano IL GAZZETTINO (Ud).
Sabato 20 luglio, la lettera è stata pubblicata anche sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO (Ud)
Sabato 20 luglio, la lettera è stata pubblicata anche sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO (Ud)
Durante la gestione della Giunta Tondo, al Cda dell'ARLeF - tutto di nomina esclusivamente politica! - sono stati dati i compiti che per anni, e giustamente, erano del Comitato tecnico scientifico.
RispondiEliminaQuest'ultimo organismo ( CTS) è formato interamente da esperti scelti proprio per la lo competenza nei vari campi della politica linguistica di tutela di una minoranza linguistica e a loro erano affidate le scelte strategiche per la tutela della lingua friulana.
Il Consiglio di ammnistrazione dell'ARLeF è invece interamente di nomina politica e, correttamente, dovrebbe interessarsi esclusivamente della parte amministrativa dell'ARLeF: oggi purtroppo non è più così e i risultati - molto negativi - di questa scelta
politica (Giunta Tondo) si vedono e si toccano con mano......
Presidente Serracchiani, che ne direbbe, di riportare ordine e restituire al CTS i suoi compiti istituzionali per i quali era stato creato?