LINGUA FRIULANA
CORTE COSTITUZIONALE
E
SINDACATI SCUOLA CGIL, CISL, UIL
“La Cjacarade” di ANDREA VALCIC
“Il Gazzettino” (Ud) di domenica 28 luglio 2013
Sarà il caldo, le ferie ma c’è uno strano silenzio ai piani alti dei sindacati regionali.
Non passa giorno che comunicati provenienti da Cgil, Cisl e Uil arrivino alle redazioni giornalistiche ad esprimere posizioni e pareri su ogni scibile del mondo, ma, guarda caso, sulla decisione della Corte Costituzionale relativa alla lingua friulana, al suo dover essere considerata come tale e non ridotta a dialetto come pretendeva il decreto Monti, tutto tace.
Un atto di modestia, verrebbe da pensare a qualcuno, se la decisione della Consulta non riguardasse molto da vicino il mondo del lavoro. Dall’affermazione costituzionale infatti deriva una conseguenza non da poco per il mondo della scuola, cui può essere applicata la legge sulle lingue minoritarie, determinante formazione, numero di classi e comprensivi.
In sintesi grazie al friulano i tagli alla scuola pubblica in Friuli potrebbero essere ridimensionati. Mica una cosa da niente.
Invece nessuna reazione sindacale, quasi invece un senso di fastidio riconoscere al friulano stesso un ruolo importante nelle dinamiche sociali.
Dimenticanza, ignoranza o forse solo il fatto che su tre segretari regionali, due, Belci e Menis, siano triestini e Fania pugliese?
ANDREA VALCIC
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L’art.3 dello Statuto di autonomia della nostra regione così recita:
“Nella regione è riconosciuta parità di diritti e di trattamento a tutti i cittadini, qualunque sia il gruppo linguistico al quale appartengono, con la salvaguardia delle rispettive caratteristiche etniche e culturali”
I sindacati regionali scuola CGIL, UIL e CISL, oltre che tutelare l’autonomia scolastica, troppo spesso interpretata come il diritto di “fare ciò che si vuole”, mentre correttamente dovrebbe essere circoscritta alla libertà didattica ed organizzativa, nel rispetto della Costituzione italiana, dell’art. 3 dello Statuto di autonomia della nostra regione, nonché delle norme statali, regionali e europee in materia di diritti linguistici, quanto hanno fatto e stanno facendo per far rispettare anche nelle scuole della regione i diritti linguistici della minoranza linguistica friulana, germanica e slovena?
E’ un obbligo della scuola rispettare i diritti linguistici delle tre minoranze che vivono nella nostra regione, ed è un diritto di queste tre minoranze che l’insegnamento del friulano a scuola, così come quello dello sloveno e del tedesco, venga impartito con progetti didattici seri e non solo “pro forma” con scarsissime ricadute sulla formazione degli/delle allievi/allieve.
LA REDAZIONE DEL BLOG
I sindacati regionali CGIL, CISL e UIL, paiono invece limitarsi a raccogliere solamente le lamentele di quei dirigenti scolastici e insegnanti più "friulanofobici" e più insensibili ai diritti linguistici delle minoranze Friulana, Germanica e Slovena, autoctone nella nostra regione e costituzionalmente tutelate.
RispondiEliminaC'è speranza che anche nei piani alti dei sindacati scuola della nostra regione, cresca la consapevolezza che i diritti linguistici sono diritti umani primari e che oggi l'unico motivo di autonomia speciale nostra regione è la presenza massiccia di minoranze linguistiche, i cui diritti vanno rispettati anche nelle Istituzioni scolastiche?