sabato 29 giugno 2013

RIFORMA DELLE AUTONOMIE LOCALI: NO AL CENTRALISMO REGIONALE !

 


RIFORMA
DELLE AUTONOMIE LOCALI
NO
AL CENTRALISMO REGIONALE
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Statuto speciale della
Regione autonoma “Friuli - Venezia Giulia”

Art. 11

La Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative delegandole alle Province ed ai Comuni, ai loro consorzi ed agli altri enti locali, o avvalendosi dei loro uffici.
I provvedimenti adottati nelle materie delegate sono soggetti al controllo stabilito nell’articolo 58.
Le spese sostenute dalle Province, dai Comuni e da altri enti per le funzioni delegate sono a carico della Regione.
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Da il quotidiano IL GAZZETTINO – di Udine

Venerdì 28 Giugno 2013, - (AL) Per la riforma delle autonomie locali il Governo Serracchiani «è partito male». Così ieri l'Ufficio di presidenza dell'Upi, presieduto dal presidente della Provincia di Pordenone Alessandro Ciriani, riunitosi per esaminare le prese di posizione della Giunta regionale in tema di riforma delle autonomie. «Siamo partiti male - ha detto Ciriani - perché per l'ennesima volta si parla di riforma degli enti locali senza prima porre mano a quella della Regione, dalla quale non si può assolutamente prescindere. L'ente, infatti, è un pachiderma, ipertrofico e costoso e spendaccione». Secondo il presidente dell'Upi, infatti, «è la Regione ad essere il problema, mentre Province e Comuni costituiscono spesso la soluzione» e l'emendamento all'assestamento di bilancio predisposto dall'assessore Paolo Panontin «avvia un metodo di dialogo con Comuni e Province figlio del peggior centralismo».
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Da una intervista a Mario Pezzetta, Presidente dell’ANCI del Friuli-vg, pubblicata sul settimanale LA VITA CATTOLICA il 20/6/2013, Servizi a firma del giornalista Stefano Damiani:
(…)
DOMANDA: L’assessore Panontin, in vista dell’abolizione delle Province, parlava di un ritorno alla Regione di competenze su strade e lavoro.
RISPOSTA: “Mah, la Regione si è appropriata in questi decenni di tante competenze non previste dallo Statuto regionale, ma di pertineneza dei territori. Io alla Regione lascerei legislazione e pianificazione strategica. Il centralismo, sia statale che regionale, attualmente è sotto gli occhi di tutti
(…)
DOMANDA: Il superamento o abolizione delle Province che vuole attuare la Giunta Serracchiani non comporta un rischio di rappresentatività per il Friuli?
RISPOSTA: “Questo dell’identità friulana è un problema. Bisogna trovare un luogo in cui tale identità venga rappresentata (…)”
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Dall’Editoriale a firma di Roberto Pensa pubblicato sul settimanale LA VITA CATTOLICA (Ud) – giovedì 21 marzo 2013.

(…)
La prossima tappa è quella delle Province: pressoché tutte le forze politiche predicano la loro soppressione. Il motivo: risparmiare. Nessuno si prende però la briga di spiegare ai cittadini che le loro competenze (uffici del lavoro, strade, ambiente...) andranno comunque esercitate, e il personale non si può mandare a casa. Quindi i risparmi sono scarsi e ipotetici, ma potrebbero essere addirittura inesistenti.

Il problema è che tutti questi ragionamenti sono fatti sulla carta, e nessuno si prende la briga di vedere veramente come vanno le cose e dove si verificano gli sprechi e i malfunzionamenti della macchina pubblica.
ROBERTO PENSA
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RIFORMA PROVINCE? QUANTE CHIACCHIERE DA BAR !

(…) A queste domande razionali e ovvie la politica sta rispondendo solo ed esclusivamente con slogan indimostrabili e populisti, nel mentre evita di spiegare al cittadino il caos istituzionale che seguirà alla cancellazione o svuotamento delle province e come si pensa di superarlo. (…)
ROBERTA MICHIELI

(…) E cosi come si è voluto eliminare le comunità montane, paralizzando per anni la vita pubblica e amministrativa della nostra montagna, oggi si vuole, Corte Costituzionale permettendo, eliminare le Province, e anche altri enti, senza valutarne la funzione e i compiti e soprattutto senza avere un chiaro e dettagliato progetto di cosa mettere al loro posto. (…)
Il Friuli, privato delle sue Province, finirebbe completamente disarticolato in ipotetici mandamenti e unioni di comuni di secondo livello, ossia non elettivi.
E ciò che oggi è di competenza delle Province e non sarà delegato a questi nuovi enti di secondo livello, diventerà di competenza della Regione realizzando così un'ulteriore e nefasta centralizzazione regionale a discapito dell'autonomia territoriale. (…)
REMO BRUNETTI
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Da un’intervista al Prof. Gianfranco D’Aronco pubblicata, a firma della giornalista Erika Adami, giovedì 13 settembre 2012 sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA.

(…)
Quanto alla riforma degli enti locali, che cosa pensa della proposta di due enti di area vasta, uno per la Venezia Giulia e uno per il Friuli, al posto delle attuali 4 Province?

«Quella cui lei accenna è l'unica soluzione ragionevole: il resto è fatto di rammendi. La nostra amata Regione è composta (sì o no?) di Friuli e di Venezia Giulia (che è poi Trieste). Pordenone e Gorizia non sono forse in Friuli? Dove se non in Friuli? Forse in Groenlandia? Passiamo dunque dalle parole ai fatti: il Friuli da una parte (Provincia, Area Vasta o Vattelapesca) e Trieste città metropolitana, multietnica, poliedrica e campanilistica.

La Regione resta unica, ma ci sarebbero due Sottoregioni: il che è poi dal 1945 il sogno mio e di tanti altri, seguaci non dimentichi di Tiziano Tessitori».
ERIKA ADAMI - GIANFRANCO D’ARONCO

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1 commento:

  1. Abolizione delle Province occasionissima per la Serracchiani. Riuscirà a capire che bisogna varare la Regione duale Friuli e Trieste?

    di Alberto di Caporiacco

    Ritorna di moda l’abolizione delle Province che vede molti supporter, ma altrettante persone preoccupate per la creazione di una marmellata regionale indistinta che raggruppi tutti, facendo finta di valorizzare i Comuni e di eliminare qualsiasi gradino intermedio tra questi e la Regione che risulterebbe necessariamente più proterva e accentratrice dopo aver spolpato le ossa delle misere e neglette Province.

    L’occasione è eccezionale per fare ciò che non si è stati capaci di fare in 50 anni di consiglio regionale, ossia creare finalmente la Regione duale, formata da Friuli e Trieste. Poiché Gorizia rischia di diventare come Tiramolla, contesa tra Trieste e Friuli, la scelta referendaria parrebbe lo strumento più opportuno, anche con la possibilità che alcuni comuni dell’attuale provincia di Gorizia decidano di stare con Trieste (perché ad essa si ritengono più ‘affini’) ed altri, marcatamente friulani di cultura e di lingua, abbraccino il Friuli.

    Non ci pare di vedere nulla di sconcio o di sconveniente. Ma vi è, naturalmente, chi ha paura di un grande Friuli e quindi temiamo prevarrà la marmellata regionalista confusionaria con Trieste sempre più egemone.
    E’ questa un’occasione d’oro per la Serracchiani che, se davvero vuole volare alto, deve pensare ad assetto, storia istituzionale e vocazioni delle genti che compongono questa Regione.

    Staremo a vedere cosa succede.

    http://www.ilgiornaledelfriuli.net/politics/friuli/19-abolizione-delle-province-occasionissima-per-la-serracchiani-riuscira-a-capire-che-bisogna-varare-la-regione-duale-friuli-e-trieste/#ixzz2XbZzWgmp

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