TRIESTE
CITTA’ INTERNAZIONALE
O
CITTA' DROGATA
DALL'ASSISTENZIALISMO?
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TRIESTE
CHE NON VUOLE CRESCERE
(…) La triestinità è ostile ad iniziative di impresa, insensibile alle attività economiche. Abbiamo perduto anche parte dello spirito del commercio adagiandoci al ricordo dei nostri progenitori che hanno costruito una piccola capitale cosmopolita nell'ottocento, lavorando anche con diverse etnie, traendo linfa culturale a sostegno della modernità che avanza grandi passi.
Abbiamo ereditato, quindi, ultimamente, una città supina agli accenti dello Stato e drogata dal commercio oltre-frontiera, dalla benzina agevolata e da tante altre convenienze tanto da sentirci appagati da questa condizione di inerzia e da non sentire lo stimolo di uscire da questa illusione onirica.
Circondati dal meraviglioso altipiano carsico, cosparso dal rossastro sommaco e dal placito golfo turchino dove le navi trovano riparo in rada dai gelidi venti di bora, magari ci accorgessimo che il vero problema siamo noi, le nostre rappresentanze e non la crisi in atto, potremmo finalmente ricuperare quello che stiamo guardando inebetiti!
Sergio Tomasi
Da l’editoriale a firma di Sergio Tomasi – Direttore responsabile di “La nuova VOCE GIULIANA” – quindicinale di informazione e cultura pubblicato con il contributo dello Stato italiano ex legge 296/2006 - Editrice Associazione delle Comunità Istriane - Trieste – Via Belpoggio 29/1 - “La nuova VOCE GIULIANA” 16 settembre 2012 - n. 267
Trieste? Una media città di 204 mila abitanti "tutti" convinti che "tutto" gli sia dovuto!
RispondiEliminaSettimanale "IL NUOVO" (Ud) anno 2006
RispondiEliminaMezzo secolo contributi
Il Fondo (per Trieste) venne istituito con legge dello stato nel lontano 1955, e da allora ha portato ad aziende, enti ed associazioni cittadine una cifra strabiliante, che si avvicina, se consideriamo gli indici di rivalutazione che ci aiutano a capire meglio quale sarebbe il suo valore attuale, ai 6.200 miliardi di lire. (...)
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Da il quotidiano IL PICCOLO di Trieste.
RispondiEliminahttp://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2011/04/26/news/dagli-archivi-i-nomi-di-chi-riceveva-da-roma-fondi-fuori-bilancio-1.50212
Dagli archivi i nomi di chi riceveva da Roma fondi “fuori bilancio”
di Pietro Spirito
TRIESTE. Otto milioni di lire a don Marzari. Oltre cinque milioni a Gino Palutan. Ancora otto milioni di lire alla voce “Marcello Spaccini”. Più otto milioni anche a Marino Szombately. E poi decine e decine di altri nomi, seguiti da cifre a sei zeri, una pagina dopo l’altra, e nella prima, in alto, la denominazione del capitolo di spesa: “Propaganda italianità”. (…)
(…) L’Uzc era il braccio operativo - in parte nascosto - con cui il governo italiano attuava la sua politica in un territorio dove non aveva potere, né giurisdizionale né tantomeno militare, cercando di manovrare con l’unico strumento veramente efficace a sua disposizione: IL DENARO. (…)
(…) Basta aprire solo alcuni dei diecimila faldoni dell’archivio dell’Uzc per avere un’idea abbastanza precisa, anzi molto precisa, di quale fu lo sforzo finanziario del Governo italiano per appoggiare in ogni modo l’italianità di Trieste.
Si sa, per esempio, che allo scopo nell’anno 1946-’47 Trieste ricevette 400 milioni di lire, che diventarono 700 nel 1947-’48 e 872 nel 1948-’49. (…)
(…) I documenti dell’Uzc dimostrano che l’azione avveniva non solo nei confronti dei partiti politici, ma anche verso le più varie forme di associazionismo, di singoli individui e, va da sé, della stampa locale.
Un assistenzialismo programmato, diffuso, che contribuì a drogare non solo l’economia locale, ma il modo stesso di intendere i rapporti con il Governo centrale. (…).
26 aprile 2011 – Quotidiano IL PICCOLO di Trieste