province:
friuli e trieste
E’ L’UNICA SOLUZIONE
Intervista a
Gianfranco D’Aronco
Tutte le regioni del nord - tranne Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta - unite in un'unica macroregione, prendendo come riferimento lo statuto del Friuli-Venezia Giulia. È la proposta emersa lunedì 10 settembre a Verona, nel corso della riunione dei gruppi regionali del Pdl del Nord, presente anche il presidente Tondo.
Che cosa pensa di questa proposta Gianfranco D'Aronco, tra i padri dell'autonomismo friulano?
«Vede, c'è chi vende mele, chi scarpe, chi profumi, chi orologi e via dicendo. I politici furbi - quelli di mestiere, di ruolo, in pianta stabile insomma (e sono i più, mentre quelli di valore sono i meno) - i politici vendono parole. Non bastava l'Euroregione di vecchia data: una specie di araba fenice, "che ci sia ciascun lo dice, cosa sia nessun lo sa". Adesso nascerebbe un'altra ("unica"!) macroregione, con un pò di Nord-Italia. Lusinghiero per noi che si parli di prendere a modello, per certe materie, il Friuli-Venezia Giulia. Ma vien da esprimere le più alte meraviglie, perché i governanti di casa nostra, dico di una Regione a statuto speciale o particolare, confermano di essere avviati non da oggi lungo una strada che ci porterà un pò alla volta a una Regione normale. Mentre un giorno sì e un giorno no dicono ("parole, parole"...) di difendere la specialità, la portano alla estinzione. Nessuna novità.
I nostri soloni non sono autonomisti: lo ha affermato tempo fa il primo di loro. Fingono di dimenticarsi, ma noi siamo una Regione a statuto speciale, esattamente come Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta. Sennonché siamo retti da centralisti».
Quanto ne uscirebbe penalizzata la Regione Friuli-V.G. se la proposta divenisse realtà?
«Ci troveremo senza accorgerci nel gran calderone dell'Italia non unita, ma uniformata, con Roma eterna che parla ogni tanto di federalismo, mentre rafforza il centralismo. Anche l'immediato plauso ad abolire le Province (superando le più rosee speranze dei Sette Colli), subito espresso da troppi nostri "sorestants", nasconde il chiaro fine di concentrare tutto a Trieste, eliminando scomodi intermediari, e di raggiungere così direttamente Comuni e comunelli, accentuandone la dipendenza.
Udine, Gorizia e Pordenone avevano un certo peso, soprattutto se fossero state messe in grado di decentrare, come imposto senza il minimo dubbio dalla Costituzione e dal nostro stesso Statuto. Fra Trieste (eccentrica, egocentrica, campanilistica) e i Comuni ci sarà, ripeto, un rapporto diretto, con relativo aumento burocratico. Ma forse non sarà così. Forse si tratterà solo di cambiare le tabelle sui portoni, e le Province si chiameranno con surrogati come Area Vasta o simili, mentre le spese non diminuiranno. I dipendenti non si possono mica mandare a casa, né trasferirli in blocco a piazza Unità.
In realtà, gli eletti in Provincia costavano poco. Udine, Pordenone e Gorizia non meritano una passata di spugna, con il contentino che i Comuni si possono aggregare a volontà (guardando al futuro, riesumiamo i Mandamenti? O i Circondari?). Anche le immagini hanno un loro peso: le Province non sono tutte nate ieri senza un criterio, e la loro conduzione non è come a Catania».
Il tema della salvaguardia della specialità sarà al centro della prossima campagna elettorale. Che cosa direbbe, in merito, ai candidati alla presidenza della Regione e ai suoi rappresentanti a Roma?
«Sono un friulano qualunque. Ho insegnato sì, ma faccio politica per così dire a tavolino, con modesto ascolto. Non sono fatto per i comizi e le aule. Mi guardo bene dal dare consigli, specie ad alcuni ripetenti (in senso etimologico), mentre ai novelli aspiranti direi di guardarsi dentro ben bene e di non vendere parole. Ce ne sarà qualcuno di buono, no? Seguano i buoni esempi e fuggano dalle cattive compagnie».
Quanto alla riforma degli enti locali, che cosa pensa della proposta di due enti di area vasta, uno per la Venezia Giulia e uno per il Friuli, al posto delle attuali 4 Province?
«Quella cui lei accenna è l'unica soluzione ragionevole: il resto è fatto di rammendi. La nostra amata Regione è composta (sì o no?) di Friuli e di Venezia Giulia (che è poi Trieste). Pordenone e Gorizia non sono forse in Friuli? Dove se non in Friuli? Forse in Groenlandia? Passiamo dunque dalle parole ai fatti: il Friuli da una parte (Provincia, Area Vasta o Vattelapesca) e Trieste città metropolitana, multietnica, poliedrica e campanilistica.
La Regione resta unica, ma ci sarebbero due Sottoregioni: il che è poi dal 1945 il sogno mio e di tanti altri, seguaci non dimentichi di Tiziano Tessitori».
erika adami
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L’intervista al Prof. Gianfranco D’Aronco è stata pubblicata, a firma della giornalista Erika Adami, giovedì 13 settembre 2012 sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA.
Il Prof. Gianfranco D'Aronco è il Presidente del "Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli".
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