UNIVERSITA’ FRIULANA
Una università statale,
autonoma e senza doppioni,
istituita
per volontà del popolo friulano
per lo sviluppo
culturale e economico del Friuli
«In questi anni s’era fatto l’errore di creare molti doppioni, l’Università di Udine era nata come “completamento” di quella triestina, invece ha replicato tutte le facoltà - risponde Adele Pino, assessore provinciale all’Istruzione (della Provincia di Trieste n.d.r), ora in tempi di difficoltà economiche e “spending review” è importante ottimizzare le risorse. Questa operazione (Federazione n.d.r.) mi sembra interessante se crea una vera sinergia, per mantenere un’offerta ampia agli studenti sul territorio: il corso che non si trova a Trieste è a Udine, o a Gorizia, o viceversa. Tutti siamo colpiti dai tagli, ma bisogna farli senza creare danni alla comunità».
Pino definisce «molto coraggiosa» la scelta dei due rettori: «Mi auguro - aggiunge - che trovi il consenso che serve, in uno spirito di integrazione e collaborazione e nell’interesse degli studenti e della ricerca. Gradualmente, non dico che si arriverà a una fusione, ma certamente e non sovrapporre gli stessi corsi». (IL PICCOLO – 9 giugno 2012)
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Ecco come a Trieste la politica triestina sta interpretando la “Federazione internazionale” proposta dall’Università del Friuli!
Quando a Trieste la smetteranno di tentare di cancellare 20 anni di battaglie friulane per avere una propria Università autonoma e al servizio del Friuli?
Ricordiamo all’assessore provinciale all’Istruzione triestino che l’Università friulana non è affatto nata come “completamento" di quella triestina. Si vada a leggere l’articolo di legge che istituisce l’ateneo friulano! Inoltre gli ricordiamo, dal momento che pare esserselo scordato, che nel 1978, quanto la nostra Università fu istituita, aveva attivata una sola Facoltà: Lingue straniere. E immediatamente l’ateneo triestino istituì il corso di laurea in…. lingue straniere! Un perfetto doppione dell’unica Facoltà che allora l’ateneo friulano aveva?
La Federazione proposta dall’Università di Udine, come da dichiarazione stampa del Rettore prof.ssa Cristiana Compagno, non prevede alcuna fusione con l’Università di Trieste, ma è una Federazione che ha l’ambizione di aprirsi alle Università della Carinzia, della Slovenia, della Croazia e della vicina regione Veneta.
“Mai dire fusione. Cristiana Compagno, rettore dell’Università di Udine, non lascia spazio a dubbi. «Fusione con Trieste? Né oggi, né mai. Scherziamo” (IL PICCOLO – 8 giugno 2012)
LA REDAZIONE DEL BLOG
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LA FEDERAZIONE NON E’ SINONIMO DI FUSIONE CON L’ATENEO TRIESTINO!
Preg.mo Direttore
Chiudersi con una Trieste assuefatta all’assistenzialismo, che rivendica tanti diritti perché quando c’era il Kaiser si che c’era un ruolo, è dura da sostenere, anche per la questione universitaria. (La prima proposta di federazione delle Università regionali dei responsabili politici triestini e Tondo era solo l’anticamera della fusione).
La Federazione delle Università proposta dalla dirigenza attuale dell’Università di Udine, vuole infatti allargarsi a tutte le Università contermini, anche della Mitteleuropa e la Rettore è riuscita ad imporsi.
Solo così si apre spazio all’obiettivo di rimanere nei piani alti della Scienza e degli investimenti connessi, anche per il Friuli.
Una federazione confinata a due sarebbe restata solo un mezzo gradito alla potente lobby triestina nel Governo e nel Parlamento per dare compensi a Trieste per la sua assenza di dinamismo economico e industriale.
Chi preoccupa sono soprattutto i politici friulani che non alzerebbero un dito a difendere e allargare conquiste ottenute a “furor di popolo” come ci spiega l’on. Pascolat.
E poi senza un Rettore a Udine, come si adombra elegantemente nel discorso del triestino Codega (che pur a Trieste non è certo il più municipalista), chi fermerebbe più il tentativo persistente di declassare la nostra Università e di lasciarle solo qualche avanzo.
Come non ricordare che Trieste e Tondo hanno bloccato la Fiera dell’ Innovazione di Udine che era l’unico segnale positivo dato dalle Istituzioni, ai temi dello sviluppo del nostro sistema industriale incentrato sul manifatturiero?. Ci ricorda l’autorevole Economist nell’inserto di Aprile “A third industrial revolution” , che questo è un settore all’inizio di grande trasformazione verso il digitale con l’introduzione massiccia di informatica , robotica , nanotecnologie, biotecnologie e nuovi materiali che rendono possibili soluzioni impensabili nel fabbricare prodotti di ogni tipo e scala. Uno sviluppo di questo tipo è importante perchè finalmente si aprirebbero nuovi spazi di lavoro diretto e nell’ indotto, anche ai giovani che oggi soffrono per il ristagno degli investimenti e darebbe nuove prospettive alle imprese. Soprattutto, il manifatturiero sarebbe meno esposto ai pericoli del decentramento produttivo.
Nessuno ha notato che Ceccotti (precedente sindaco di Udine) lamenta che al centro ricerche Danieli di Udine non arriva un soldo regionale?
Perchè sempre togliere possibilità alle potenzialità dei Friulani? Senza strutture autogestite e autonome, snelle, deburocratizzate, presenti sul campo e capaci di sfruttare sinergie, alleanze e orizzonti più ampi del piccolo palcoscenico regionale non si va avanti!, altro che produrre l’ennesimo carrozzone senz’anima che qualcuno già chiamerebbe “Università del Friuli Venezia Giulia”.
Giancarlo Castellarin
La lettera è stata publicata sul quotidiano
il 12 giugno 2012
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