ATTACCHI POLITICI
AL
TEATRO GIOVANNI DA UDINE
Visto che si è aperto un forte dibattito sul Teatro Giovanni da Udine, essendo un uomo libero e non legato a nessun carrozzone nè politico nè istituzionale, vorrei esprimere un mio parere sul nuovo caso. (…)
(…) L’ultima sceneggiata è stata imbastita dal giornalista Tommaso Cerno (…)
(…) L’ultima presa di posizione in difesa del suo amico giornalista Pellizzari, va oltre le righe di un’etica professionale, in quanto il detto giornalista non è un “precario”, ma un libero professionista con tanto di partita IVA, che svolgeva assieme ad altri incarichi anche l’addetto stampa al Teatro Giovanni da Udine, con professionalità.
Il giro di tagli alle spese che il Presidente Mizzau, ha dovuto fare visto il momento difficile, come succede in tutte le istituzioni, non riguarda solo l’addetto stampa, ma anche i grafici e tutte le ditte e cooperative che danno un servizio al Teatro; e visto il momento difficile hanno accettato di buon grado. (…)
Vorrei vedere se a qualche giornalista “precario” gli fosse offerta la possibilità di 2.000 euro al mese; certamente firmerebbe subito il contratto. Ho l’impressione che una buona parte di questa categoria non viva da nababbo.
Già che sono vorrei aggiungere che i tagli sono stati anche fatti al budget sia per la prosa che per la musica, riducendoli considerevolmente.
L’unica cosa che il Presidente Mizzau non ha ridotto, nemmeno al Consiglio, è il gettone di presenza ! Mi dimenticavo.….., tutto il Consiglio lavorava già gratuitamente.(…)
BEPI AGOSTINIS
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di
BEPI AGOSTINIS
Visto che si è aperto un forte dibattito sul Teatro Giovanni da Udine, essendo un uomo libero e non legato a nessun carrozzone nè politico nè istituzionale, vorrei esprimere un mio parere sul nuovo caso.
E’ da anni che seguo il campo teatrale udinese, soprattutto per la mia battaglia affinché anche il Friuli potesse avere un suo Teatro Stabile in lingua friulana, ma visto i tempi di crisi, sono riuscito ad avere una Compagnia Stabile fatta da professionisti del Teatro. Dunque sono anni che seguo il Teatro in particolare in città.
Dalla nascita del Teatro Giovanni da Udine, quando l’allora sindaco Zanfagnini decise di costruire il nuovo Teatro, già i due schieramenti principali di “operatori del teatro in città”, iniziarono le proteste affinché il Teatro non sorgesse, dicevano che non serviva, mentre io assieme a pochi altri, fra cui la cantante Mirna Pecile, il notaio Chiara Contursi raccogliemmo in nemmeno un mese, se non erro 5.000 firme che vennero consegnate al Sindaco Zanfagnini, con le quali la cittadinanza era favorevole alla costruzione.
La petizione ha evidentemente avuto i suoi buoni frutti; prova ne è che il Teatro è stato costruito.
Negli anni c’è sempre stato un susseguirsi di scontri ad ogni iniziativa che il Teatro portasse avanti, personalmente credo che le avversità più che sul campo culturale, che veniva preso come scusa, fossero politiche, e in questo modo contrastare chi dirigeva il Teatro nei vari anni.
L’ultima sceneggiata è stata imbastita dal giornalista Tommaso Cerno, e non è la prima volta che tale personaggio, dalla sua residenza romana, critica l’operato in Friuli, in particolare contro noi friulani, che vogliamo difendere la nostra lingua e autonomia, dunque un anti friulanista.
L’ultima presa di posizione in difesa del suo amico giornalista Pellizzari, va oltre le righe di un’etica professionale, in quanto il detto giornalista non è un “precario”, ma un libero professionista con tanto di partita IVA, che svolgeva assieme ad altri incarichi anche l’addetto stampa al Teatro Giovanni da Udine, con professionalità.
Il giro di tagli alle spese che il Presidente Mizzau, ha dovuto fare visto il momento difficile, come succede in tutte le istituzioni, non riguarda solo l’addetto stampa, ma anche i grafici e tutte le ditte e cooperative che danno un servizio al Teatro; e visto il momento difficile hanno accettato di buon grado.
Mi sembra che tutti hanno capito la situazione in cui stiamo vivendo, e pur di lavorare hanno accettato la riduzione del loro stipendio. Solo il giornalista non ha accettato che il suo assegno annuale di 31 mila euro fosse ridotto a 24 mila, dunque 2.000 ero al mese: non è che dovesse timbrare il cartellino ogni giorno, ma senz’altro lui può vivere dignitosamente con gli altri introiti della sua libera professione, dunque non è un “precario”.
Vorrei vedere se a qualche giornalista “precario” gli fosse offerta la possibilità di lavorare per 2.000 euro al mese; certamente firmerebbe subito il contratto. Ho l’impressione che una buona parte di questa categoria non viva da nababbo.
Già che sono vorrei aggiungere che i tagli sono stati anche fatti al budget sia per la prosa che per la musica, riducendoli considerevolmente.
L’unica cosa che il Presidente Mizzau non ha ridotto, nemmeno al Consiglio, è il gettone di presenza ! Mi dimenticavo….., tutto il Consiglio lavora gratuitamente.
Un Presidente che deve gestire e decidere la complessità della gestione di un Teatro, gratuitamente e da buon friulano con onestà e competenza, mi pare che sia una persona da rispettare.
La raccolta di firme con quella maglietta di poco gusto, mi fa capire ancor di più che è tutto un gioco politico.
Riguardo le critiche sulla presenza del direttore artistico Cesare Lievi in Teatro, mi pare che quando vi è la necessità è sempre presente, sistemate le cose magari ne segue altre; è la stessa cosa di un primario d’ospedale abituato a fare operazioni importanti, finita l’operazione dopo alcuni giorni di controllo, lascia ai suoi assistenti il proseguo della convalescenza. Penso che anche il direttore artistico abbia in Teatro dei buoni e validi assistenti per il prosegue del suo lavoro.
Riguardo i 300 mila euro per la coproduzione del “principe di Homburg”, opera per la quale finalmente il nostro Teatro non è solo un contenitore, ma anche un Teatro di produzione, mi sembra un ottima iniziativa, visto che farà la tournèe nei Teatri italiani, portando il nome di Udine, come un luogo di cultura, e sono certo che ne trarrà anche benefici finanziari, che ritorneranno nelle casse dal Teatro, come è successo per “il vecchio e il cielo”, e sembra che anche l’ultima produzione, abbia molte richieste. Calcolando sempre i rischi che ci sono: può andare male, ma può andare anche bene e guadagnarci qualcosa.
E per finire, visto che il giornalista Cerno da quando risiede a Roma frequenta i salotti televisivi romani, faccia pure bella mostra di sè e della sua eloquenza, continui pure: è un’ottima pubblicità per farsi conoscere, ma affronti i problemi di quella trasmissione, e lasci tranquillo il Friuli, se lo fa solo per criticare.
Bepi Agostinis
Udine,18 maggio 2012
Il giornalista Tommaso Cerno perchè non va a Trieste e scrive sull'Espresso un bel articolo/inchiesta sui "buchi" nei bilanci dei teatri triestini?
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