lunedì 26 marzo 2012

L'ERDISU DI UDINE PAGHERA' PER QUELLO DI TRIESTE !







L’ERDISU DI UDINE

PAGHERA’

PER QUELLO DI TRIESTE


Lettera ai Consiglieri regionali friulani.

Perchè mai le incapacità gestionali dell'Erdisu di Trieste devono essere pagate dai friulani che, al contrario, hanno saputo gestire in maniera ottimale l'Erdisu di Udine?

E ancor di più, è incredibile che consiglieri regionali friulani si prestino a una manovra per salvare il sovrabbondante organico dell'Erdisu triestino e nasconderne i maggiori costi in un bilancio unificato.

L’Erdisu triestino ha costi elevati, esuberi di personale e funziona male? Si metta mano senza toccare l’Erdisu di Udine, che funziona ottimamente con bassi costi e poco personale !

Basta alle proposte pasticcio della Rosolen della formazione “Un’altra regione”, di un nuovo inutile carrozzone regionale a Trieste, cui si aggiunge un’analogo progetto dell’opposizione Pd a firma Paolo Menis.

Ci sono poi modi più seri sul come gestire gli “esuberi di personale” del sistema pubblico regionale e locale.

Naturalmente si butta la croce sui piccoli Comuni perché politicamente non contano, mentre tutti sappiamo dei tremendi sprechi di alcuni grandi Comuni e Regioni che sono denunciati anche dalla magistratura, e costituiscono una frazione importante del debito nazionale.

Altrove si interviene con leggi speciali come per Roma e il Lazio, e si riassestano bilanci coprendo miliardi di euro di deficit, mentre per il Friuli non si riescono a trovare dieci milioni per i bilanci di una Università virtuosa.

Mi risulta che a Trieste il Comune ha circa 3000 dipendenti, a Udine circa 1000. Se il riferimento è Udine, a Trieste ci sono 1000 dipendenti di più in proporzione alla popolazione. Nel privato si ristrutturerebbe, e i cosiddetti esuberi andrebbero in mobilità, aspettando posizioni vacanti in altri settori.

La CISL ha già detto che è disponibile a discutere di tutto nel pubblico impiego, ma la CGIL regionale, no! Perché nel mirino andrebbe un vasto parco di consensi costruito con assunzioni partitiche, e i populisti e soprattutto triestinissimi Rosolen e Belci preferiscono sacrificare istituzioni che in Friuli funzionano e prendersela magari con la lingua friulana.

Nella città “cara agli Italiani” , dal Porto alle Fiere, dallo Spettacolo alla Sanità, alla RAI, c’è ben altro oltre all’Erdisu mal gestito, mentre si inviano missioni a Roma a raccattare soldi per mantenere vecchi privilegi!

Nel Pd e Pdl e negli altri partiti, ovviamente nessuno oserebbe prendere in mano in termini equi una questione con Trieste, è più comodo tirare la cinghia in Friuli.

Anche a Pordenone centro non si scherza: si chiede perfino un’autostrada da Gemona a Sequals, e meno male che gli ambientalisti si oppongono.

Intanto Tondo boccia il terminal oceanico di Monfalcone della Maersk, utile come iniezione di competitività, e si rilancia attraverso la fedele Camera di Commercio di Udine l’ennesimo appello elettorale “specchietto per allodole” sulla questione porti.

Alla fine il vero problema è quali livelli e qualità di assistenza senza degenerare in assistenzialismi, sono civilmente opportuni, e funzionali alla ripresa. Perché ci devono essere disparità di trattamento in situazioni sociali delicate, tra territori e settori?

Ma anche per la questione delle ferrovie ci sarebbe un’opportunità di migliore impegno per tutti voi.
L'amministratore delegato di Trenitalia ha infatti recentemente investito il Friuli-Venezia Giulia della decisione di indicare la locale stazione di riferimento nazionale, così come nelle altre regioni italiane. Questo nella prospettiva di migliorare il servizio ferroviario su scala locale e nazionale. La stazione di Udine è già la più importante e frequentata in regione per numero di passeggeri (7,6 milioni l'anno), ed è ventisettesima in Italia e terza nel Nord-Est. Si chiede quindi un fattivo impegno a voi che ci rappresentate per ottenere il riconoscimento di Udine come riferimento regionale e la possibilità di avere, finalmente, un pò di visibilità.

Giancarlo Castellarin

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La lettera è stata pubblicata sul settimanale "LA VITA CATTOLICA", rubrica "Giornale aperto", giovedì 22 marzo 2012. 

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