venerdì 12 luglio 2013

LINGUA FRIULANA A SCUOLA - REGIONE SE CI SEI BATTI UN COLPO !





LINGUA FRIULANA A SCUOLA
REGIONE,
SE CI SEI, BATTI UN COLPO!
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Friulano a scuola, il Piano “non va”


Sembrava un Piano “che va piano”, in realtà è un Piano “che non va”.

A poche settimane dalla chiusura delle scuole è possibile tracciare un primo bilancio in merito al Piano applicativo di sistema per l'insegnamento della lingua friulana, approvato dalla precedente Giunta regionale alla vigilia dell'inizio dell'anno scolastico 2012-2013.

Si tratta di un consuntivo con molti elementi negativi, nel quale, alla luce della sua prima attuazione, non trovano soltanto conferma le difficoltà che emergevano già ad una sua prima lettura, ma si palesano anche altri problemi.

Una prima contraddizione teorica confermata alla prova dei fatti è quella riferita al principio secondo cui «la realtà pluriculturale e plurilinguistica del Friuli-Venezia Giulia è da considerarsi come una significativa opportunità formativa e di ricerca educativa».

Nonostante queste sacrosante premesse la lingua friulana è rimasta una materia di “serie B”

Un secondo problema già rilevato alla vigilia consiste nell'effettiva disponibilità di insegnanti in possesso di adeguate competenze didattiche e linguistiche.

La Regione ha predisposto un apposito elenco di circa un migliaio di docenti. Di questi non è ancora sufficientemente chiaro quanti siano quelli che sono davvero in grado di insegnare almeno a leggere, scrivere e parlare in friulano e quanti invece coloro che si sono dichiarati solo disponibili a farlo.

Così, le scuole interessate, che erano chiamate ad attingere all'elenco degli insegnanti costituito in Via Sabbadini, hanno avuto una doppia difficoltà: non soltanto disporre di insegnanti realmente preparati, ma anche trovare semplicemente insegnanti “della lista”, poiché la stessa disponibilità numerica è apparsa inferiore a quella dichiarata “sulla carta”.

In molti casi la conseguenza è stata l'ulteriore riduzione della già minimale previsione di almeno un'ora di friulano a settimana: le trenta ore di lezione annue dedicate a quella che la legge definisce la “lingua propria del Friuli” sono diventate molte di meno, magari inserite nella programmazione soltanto nel secondo quadrimestre.

Spesso hanno lasciato molto a desiderare anche la qualità e l'efficacia della proposta didattica ed educativa. A queste condizioni, disattendendo le previsioni del Piano, il friulano è sparito pure dalla valutazione finale.

Su tutto ciò ha altresì influito un mix letale di rigidità procedurale e furore ideologico.

Quest'ultimo si è manifestato in particolare al momento delle iscrizioni per il 2013/2014, quando in molte scuole, alle difficoltà oggettive incontrate e a quelle soggettive espresse nell'attuazione del Piano nel primo quadrimestre, si sono aggiunte più o meno esplicite indicazioni volte a dissuadere le famiglie dalla scelta a favore della lingua friulana, «perché crea problemi organizzativi», «perché toglie ore alle altre materie», «perché non serve».

Il dato delle richieste di friulano per il nuovo anno permetterà di valutare l'impatto di tale discriminatoria moral (?) suasion messa in atto da alcuni insegnanti, dirigenti e rappresentanti di classe.

Regione, se ci sei, batti un colpo!
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L’articolo è stato pubblicato il 26.6.2013 sul settimanale degli Sloveni della Provincia di Udine, “Novi Matajur”
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4 commenti:

  1. ERAVAMO IL 10 LUGLIO 2011…

    (PRIMA PARTE)

    Regolamento sull'insegnamento della lingua friulana: negativo il parere del Comitato 482

    http://comitat-friul.blogspot.it/2011/07/regolamento-sullinsegnamento-della_14.html

    Comunicato stampa:
    Regolamento sull’insegnamento della lingua friulana:negativo il parere del Comitato 482

    La VI Commissione del Consiglio regionale si appresta ad esaminare il regolamento previsto dalla L.R. 29/07 per l’insegnamento della lingua friulana approvato in prima stesura dalla Giunta regionale.

    Il Comitato 482, che riunisce oltre una trentina di realtà impegnate nella difesa dei diritti linguistici delle comunità del Friuli, si augura che da tale esame giungano suggerimenti utili per la modifica sostanziale del testo.

    Prima però di segnalare quelli che, a nostro avviso, sono i punti critici del regolamento, ci sembra utile sottolineare alcuni elementi più generali di preoccupazione.

    Cominciamo dai tempi. I regolamenti previsti dalla L.R. 29/07 avrebbero dovuto essere predisposti nell’arco di sei mesi dall’emanazione della legge, invece sono passati più di tre anni e mezzo e ci troviamo di fronte ad un testo che deve essere ancora approvato dalla Giunta nella sua veste definitiva.

    Considerati i tempi necessari per raccogliere i pareri di cui il testo abbisogna e per provvedere ai passaggi successivi previsti dallo stesso regolamento, più che il rischio c’è la certezza che il testo arrivi troppo tardi anche per l’anno scolastico 2011-2012.

    Quale può essere la ragione di questi ritardi se non una palese volontà di non applicare la legge regionale? Se c’è un’altra risposta ci piacerebbe che l’Assessore la rendesse pubblica, non tanto per noi ma per quelle migliaia di famiglie che hanno chiesto e continuano a chiedere l’insegnamento del e in friulano per i loro figli.

    Per quanto riguarda, invece, la copertura finanziaria, un regolamento che ancor prima di essere approvato già contiene la previsione di un sottofinanziamento della legge cui è chiamato a dare attuazione è davvero qualcosa di inquietante. Più che un atto di estrema prudenza teso ad evitare eventuali brutte sorprese, sembra un’ulteriore manifestazione di incapacità (o di mancanza di volontà) di dare attuazione alla L.R. 29/07 e di garantire con essa uno dei diritti fondamentali riconosciuti dalla legislazione internazionale e statale, ossia il diritto all’apprendimento della propria lingua materna.

    Il testo del regolamento tradisce inoltre una mancanza di coordinamento delle azioni di politica linguistica con altri ambiti d’intervento della legge con il rischio di trovarsi di fronte ad interventi scoordinati e ad una politica linguistica azzoppata.

    (SEGUE)

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  2. (SECONDA E ULTIMA PARTE)
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    ERAVAMO IL 10 LUGLIO 2011…

    Regolamento sull'insegnamento della lingua friulana: negativo il parere del Comitato 482

    http://comitat-friul.blogspot.it/2011/07/regolamento-sullinsegnamento-della_14.html

    Comunicato stampa:
    Regolamento sull’insegnamento della lingua friulana:negativo il parere del Comitato 482
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    (SECONDA E ULTIMA PARTE DEL COMUNICATO STAMPA)

    (...)Il testo presenta poi diversi punti critici più specifici.

    La Commissione permanente per l’insegnamento della lingua friulana prevista dalla L.R. 29/07 che dovrebbe “assicurare il coordinamento dell’attività svolta dalle diverse istituzioni nell’attuazione della legge” si trova menomata dal regolamento nelle sue funzioni di coordinamento a vantaggio della Direzione regionale (che non dispone di personale con competenze ed esperienze specifiche per questo genere di interventi).

    Ciò è evidente in particolare nell’art. 4, dove si fa riferimento alla predisposizione del Piano applicativo per l’insegnamento della lingua friulana, ossia lo strumento fondamentale per l’applicazione della legge.

    Nell’art. 5 si parla, in termini per altro assai fumosi, di “articolate collaborazioni interistituzionali” e nuovi “modelli curricolari integrati” che fanno prevedere ulteriori ritardi nell’applicazione della legge, considerato che non viene indicata alcuna scadenza per completare e/o sviluppare tali percorsi/modelli.

    All’ARLeF (art. 8) da un lato vengono sottratti compiti previsti per legge, dall’altro sono assegnati compiti come la verifica e la valutazione dello stato di applicazione dell’insegnamento e dell’uso della lingua friulana nelle istituzioni scolastiche, ma senza prevedere mezzi economici e di personale per poter svolgere tale compito.

    Inoltre il punto 1 b) dell’art. 8 che affida all’ARLeF le “modalità di applicazione delle misure del finanziamento destinato alle istituzioni scolastiche” sembrerebbe in contrasto con l’art. 7 in cui la modalità di finanziamento sono già definite in dettaglio.

    Per quanto riguarda l’art. 10 del regolamento, si prevede che sia l’Ufficio scolastico regionale a stabilire i “titoli” necessari per essere inseriti nell’Elenco regionale degli insegnanti con competenze riconosciute per l’insegnamento della lingua friulana.

    Uno degli elementi imprescindibili per poter insegnare il o in friulano è la certificazione linguistica: la scelta se includerla o meno non può essere lasciata alla decisione dell’Ufficio. Per la certificazione è necessario seguire le indicazioni previste dal Quadro comune europeo di riferimento per le lingue e i diversi livelli di competenza linguistica devono essere certificati da un organismo terzo, che non può certamente essere l’Ufficio scolastico regionale: si tratta di un aspetto fondamentale della politica linguistica che viene però ignorato dal regolamento e dimostra come il testo sia stato scritto senza tener conto anche del resto della legge.

    In conclusione, dunque, l’impressione che si ricava è: una tendenza a proseguire sulla strada dei rinvii nell’applicazione della legge; un’evidente incertezza nella copertura finanziaria degli interventi previsti; una separazione quasi totale delle azioni nelle scuole rispetto alle altre azioni di politica linguistica; un’assenza di reali misure di garanzia (a partire dalla certificazione linguistica).

    È difficile quindi esprimere un parere favorevole ad un regolamento del genere, tanto più se si considera quanto tempo è stato necessario per redigerlo. Ci auguriamo che si provveda al più presto a correggerlo nei suoi punti critici, nel mentre restiamo in attesa di tutti gli altri regolamenti necessari per dare attuazione alla L.R. 29/07.

    Udin, 10/07/ 2011

    Il portavoce del Comitato 482
    Carlo Puppo

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  3. ...inutile dire e scrivere che il testo del regolamento non fu corretto e al posto della "ovvia" e "indispensabile" certificazione linguistica, concessa da un ente terzo, per iscriversi all'albo degli insegnanti di lingua friulana è sufficente una autocertificazione che viola ogni regola di corretta politica linguistica oltre che la legge regionale 29/2007

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  4. "Friulano a scuola, il Piano “non va”

    Alla fine dell'anno scolastico il bilancio è negativo, la legge di tutela resta inattuata"

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    Così si afferma in un articolo del settimanale "Novi Matajur".

    Ma tutto ciò era già scritto nel 2011 ed è una ovvia conseguenza di un Regolamento che era tutto da riscrivere già al momento della sua approvazione - da parte della Giunta Tondo e dell'ex-assessore Molinaro - e a fine legislazione.

    Quello che serve oggi è che questo Regolamento venga dalla nuova Giunta regionale al più presto totalmente rivisto e questa volta redatto da professionisti competenti di politica linguistica delle lingue minorizzate e non da burocrati incompetenti.

    Chi insegna lingua friulana a scuola deve possedere "la certificazione linguistica" rilasciata da un ente terzo ai sensi della legge reg. 29/2007. Oggi non è così.....

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