mercoledì 20 luglio 2011

Regolamento art. 14 e 18 della L. r. 29/2007 (tutela lingua friulana) - Commissione VI: CEMÛT ISE LADE?



REGOLAMENTO ART. 14 E 18
DELLA L. r. 29/2007
(tutela lingua friulana)

Commissione regionale VI

CEMÛT ISE LADE?

Sia il “Comitato 482” che il “Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli”, attraverso loro comunicati stampa pubblicati anche su questo Blog,
Comitât 482


Comitât pe autonomie e rilanç dal Friûl

avevano evidenziato pesanti criticità nel Regolamento applicativo - relativo agli articoli 14 e 18 della Legge reg. 29/2007 (tutela lingua friulana) - predisposto dall’Assessore regionale Molinaro, successivamente approvato dalla Giunta regionale di Renzo Tondo e ieri, 19 Luglio 2011, in discussione alla VI Commissione regionale.

Nonostante le pesanti criticità evidenziate dai due Comitati, la Lega Nord ancora una volta risulta aver votato sia in Giunta regionale che in Commissione VI, “a favore” assieme alla maggioranza. L’opposizione si è  solamente astenuta, sia pur criticando pesantemente il Regolamento applicativo stesso.
A seguire l’articolo pubblicato sul quotidiano online  “IL QUOTIDIANO FVG” -  Udine, del 20 luglio 2011 , pagina 10. Colori, sottolineato e  grassetto sono della Redazione del Blog.

Nel primo commento del Blog,  il testo integrale del Comunicato stampa del Consigliere regionale (PD) Paolo Menis.
 
La Redazione del Blog
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Friulano, passa il regolamento
ma solo grazie alle astensioni

Solo in 13 consiglieri votano a favore del testo, mentre ben 38 preferiscono non esprimersi.

La tutela del friulano non unisce più come una volta ed è sempre più dif­ficile anche in campo culturale trovare accordi condivisi. È infatti passato solo a maggioranza, in VI Commissione del Consiglio regionale, il parere fa­vorevole sul regolamento contenente le disposizioni per l'insegnamento della lingua friulana in Fvg.
I  VOTI
A favore hanno votato Lega Nord, Udc, Partito Pensionati e Pdl, con l'ec­cezione del consigliere Camber, aste­nutosi, come pure la Rosolen del Gruppo Misto. Voto di astensione anche dai gruppi di opposizione. Il re­golamento è in attuazione a quanto previsto dalla legge regionale 29 del 2007, sulle norme per la tutela, la va­lorizzazione e la promozione della lingua friulana, che tratta gli interventi nel settore dell'istruzione. I contributi emersi dalla discussione sviluppata dai consiglieri a seguito dell'illustrazione dell'assessore consentiranno, ha concluso Molinaro, di migliorare il te­sto di un regolamento che disciplina procedure e che si pone l'obiettivo di rendere la tutela del friulano nella scuola una azione ordinaria della Re­gione.
Il regolamento è quindi passato con 13 voti positivi e ben 38 pronunce di astensione.

LE PERPLESSITÀ
Un brutto segnale per un argomento da sempre considerato di estrema importanza per il Friuli. Il motivo, sareb­be da ricercare nelle perplessità sul te­sto posto in votazione, almeno la pen­sa così il consigliere regionale del PD Paolo Menis. «Il parere che eravamo chiamati ad esprimere riguardava solo una parte del regolamento, ma è stato necessario articolare un ragionamen­to più ampio per inquadrare quest'atto nel suo contesto di riferimento. Ed è proprio da questo confronto che emer­gono le più importanti criticità». «In più punti, prosegue Menis, emerge una sostanziale contraddittorietà tra il regolamento e la legge 29/2007, sia per quanto riguarda le funzioni della Commissione permanente per l'inse­gnamento della lingua friulana, svuo­tata del suo ruolo di coordinamento a vantaggio delia Direzione regionale, che per quelle dell'Arlef, esautorato delle sue competenze in tema di cer­tificazione linguistica e di indirizzo nell'erogazione dei finanziamenti».
Ma le critiche più importanti venute dall'esponente del PD, riguardano quelle che definisce «le lacune di un testo che, per stessa ammissione del­l'assessore, ha richiesto qualche anno di lavoro, ma che non affronta te­mi centrali per garantire l'effettività del diritto - riconosciuto a livello nazionale ed europeo - all'apprendi­mento della propria lingua madre».
«Nulla viene detto in materia di for­mazione dei docenti, ha proseguito Menis, attività che pure esiste sul territorio da oltre vent'anni grazie al­l'interessamento dell'università di Udine, ignorando anche il ruolo dell'Ansas Fvg (Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scola­stica) che dovrebbe formare i docen­ti e a cui il Ministero dell'istruzione universitaria e ricerca (Miur) ha affidato il compito di coordinare e soste­nere l'attività di tutte le minoranze linguistiche in Italia».
«Inoltre prosegue l'esponente dei democratici, non è stata inserita al­cuna previsione per valorizzare e in­centivare la figura del docente di lin­gua friulana, prevedendo che tale at­tività venga svolta esclusivamente in via residuale e senza alcuna con­siderazione dei percorsi di specia­lizzazione già attivati, come ad esempio il master di II livello orga­nizzato dall'università di Udine».
«Nel complesso, conclude Menis, un regolamento che convince poco per l'impostazione eccessivamente cen­tralista e un approccio che consideria­mo troppo tiepido da parte della Re­gione verso un tema così importante per la nostra stessa identità e che con­corre fortemente a giustifica la nostra specialità regionale».
 «Manca un coordinamento genera­le, mancano i soldi - e questo pur­troppo non è una novità - tanto che lo stanziamento previsto (500 mila eu­ro) corrisponde a meno di un quinto delle risorse che lo stesso assessore Molinaro ha stimato necessarie per la sua attuazione con il rischio, in fu­turo, di vedere un arretramento, piuttosto che un rafforzamento, de­gli interventi a tutela dell'insegna­mento della lingua friulana».

"IL QUOTIDIANO"
FRIULI - VENEZIA GIULIA

1 commento:

  1. E questo il Comunicato Stampa del Consigliere regionale Paolo Menis, che ringraziamo pubblicamente per aver fatte sue le nostre perplessità sul Regolamento applicativo.

    COMUNICATO STAMPA -
    19 luglio 2011

    Menis (Pd): FRIULANO, UN REGOLAMENTO CHE NON CONVINCE

    Trieste, 19 Lug – Un regolamento passato con pochissimi voti (solo 13 i favorevoli contro le ben 38 pronunce di astensione, considerando il peso dei voti ponderali) a conferma che le perplessità che ho espresso in sede di commissione sono condivise da molti colleghi, compresi alcuni che siedono tra le file della maggioranza.
    Il parere che eravamo chiamati ad esprimere riguardava solo una parte del regolamento, ma è stato necessario articolare un ragionamento più ampio per inquadrare quest’atto nel suo contesto di riferimento. Ed è proprio da questo confronto che emergono le più importanti criticità.
    In più punti emerge infatti una sostanziale contraddittorietà tra il regolamento e la legge 29/2007 sia per quanto riguarda le funzioni della Commissione Permanente per l’insegnamento della lingua friulana, svuotata del suo ruolo di coordinamento a vantaggio della Direzione regionale, che per quelle dell’ARLEF, esautorato delle sue competenze in tema di certificazione linguistica e di indirizzo nell’erogazione dei finanziamenti.
    Ma le critiche più importanti riguardano certamente le lacune di un testo che, per stessa ammissione dell’Assessore, ha richiesto qualche anno di lavoro, ma che non affronta temi centrali per garantire l’effettività del diritto - riconosciuto a livello nazionale ed europeo - all’apprendimento della propria lingua madre.
    Nulla viene detto in materia di formazione dei docenti, attività che pure esiste sul territorio da oltre vent’anni grazie all’interessamento dell’Università di Udine, ignorando anche il ruolo dell’ANSAS FVG (Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica) che dovrebbe formare i docenti e a cui il MIUR ha affidato il compito di coordinare e sostenere l’attività di tutte le minoranze linguistiche in Italia. Non è stata inserita alcune previsione per valorizzare ed incentivare la figura del docente di lingua friulana, prevedendo che tale attività venga svolta esclusivamente in via residuale e senza alcuna considerazione dei percorsi di specializzazione già attivati, come ad esempio il Master di II livello organizzato dall’Università di Udine.
    Nel complesso quindi un regolamento che ci convince poco per l’impostazione eccessivamente centralista ed un approccio che consideriamo troppo “tiepido” da parte della Regione verso un tema così importante per la nostra stessa identità e che, ricordo, concorre fortemente a giustifica la nostra specialità regionale.
    Manca un coordinamento generale, mancano i soldi – e questo purtroppo non è una novità – tanto che lo stanziamento previsto (500mila euro) corrisponde a meno di un quinto delle risorse che lo stesso Assessore Molinaro ha stimato necessarie per la sua attuazione, con il rischio, in futuro, di vedere un arretramento, piuttosto che un rafforzamento, degli interventi a tutela dell’insegnamento della lingua friulana.

    Paolo Menis

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