lunedì 11 luglio 2011

DIFESA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE STORICHE, L'ITALIA RIMANDATA - IL CONSIGLIO D'EUROPA POCO SODDISFATTO

NOTA PRELIMINARE
Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali
Strasburgo, 1.II.1995
(Traduzione ufficiale della Cancelleria della Svizzera)
La "Convenzio­ne" ha valore legale internaziona­le vincolante e contiene una serie di disposizioni di carattere pro­grammatico, la cui attuazione concreta è affidata alla legislazio­ne e alle politiche statali.
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Dal 21 al 24 Giugno 2010 il Comitato (europeo) consultivo della “Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali” nel corso della visita effettuata a Trieste, Udine, Gorizia, ha incontrato le minoranze friulana, slovena e germanica della Regione Friuli – Venezia Giulia.
A seguito di questa visita, a cui va aggiunta la visita a Roma, il Comitato Consultivo europeo ha adottato il 15 ottobre 2010, il TERZO  AVVISO su l’Italia. Avviso pubblicato a Strasburgo il 30 maggio 2011
Link del documento in lingua francese:
Link del documento in lingua inglese;
Successivamente al 15 ottobre 2010 e recapitandole a Strasburgo soltanto a fine maggio 2011, il Governo italiano inviava al "Comitato Consultivo della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali", delle osservazioni scritte. La lettura di queste “osservazioni” italiane è a dir poco “imbarazzante” per chi conosce la grave situazione in cui si trovano le minoranze linguistiche storiche che vivono in Italia, con la sola eccezione dei francesi della Val d’Aosta, i tedeschi della provincia di Bolzano e gli sloveni della Provincia di Trieste e Gorizia, già tutelati da accordi internazionali.
Link delle osservazioni del Governo italiano:

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Non risulta che la stampa nazionale, e gran parte di quella regionale, sempre prontissime  a sbattere" in prima pagina e perfino in copertina, con altissimi toni scandalistici e articoli spesso pesantemente disinformativi,  i “presunti” sprechi derivanti dal “misero” finanziamento regionale e statale alla tutela della minoranza linguistica storica friulana, abbiano dedicato una qualche attenzione a questa TERZA OPINIONE SULL’ITALIA.

E’ da tener presente che questa “Terza opinione sull’Italia” si riferisce al periodo 2005-2009 e quindi tiene conto, come elemento positivo, della approvazione della legge regionale 29/2007 (tutela lingua friulana). Legge ad oggi ancora TOTALMENTE non attuata a quattro anni dalla sua approvazione.

Di seguito pubblichiamo un articolo apparso sul quotidiano Il Quotidiano” – Udine - in data 4 luglio 2011 a firma di Marco Stolfo.

La evidenziazione con i colori è della redazione del Blog. 

La Redazione del Blog.

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DIFESA DELLE MINORANZE,

L’TALIA RIMANDATA

IL CONSIGLIO D’EUROPA

POCO SODDISFATTO

di Marco Stolfo


L'Italia e la tutela delle mino­ranze: qualche passo in avanti, ma ancora molto lavoro da fare. De­scrive così la situazione nel nostro Paese la "Terza opinione sull'Ita­lia" elaborata dal Comitato con­sultivo, che per conto del Consi­glio d'Europa verifica con sca­denza quinquennale il livello di applicazione, da parte di ogni sin­golo Stato, della "Convenzione quadro per la protezione delle mi­noranze nazionali". Il documento, recentemente pubblicato sul sito web del Consiglio d'Europa, si ri­ferisce al periodo 2005-2009 ed è stato elaborato tenendo conto sia di una relazione preliminare pre­sentata dal governo italiano, tra­smessa a Strasburgo quasi due an­ni fa, sia di una serie di altre in­formazioni raccolte presso istitu­zioni locali e regionali e organi­smi e associazioni espressione delle diverse minoranze presenti in Italia, nonché alla luce degli incontri avuti dal Comitato con­sultivo a Roma, Trieste, Udine e Gorizia tra il 21 e il 24 giugno del­l'anno scorso.
LA CONVENZIONE. La "Con­venzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali" è stata adottata il primo febbraio 1995 in seno al Consiglio d'Europa ed è entrata in vigore tre anni più tardi. L'Italia si è formalmente impe­gnata a darne applicazione sul suo territorio in seguito all'approvazione in Parlamento della Legge 302 del 1997, mentre a oggi ha soltanto firmato, nel 2000, ma non ancora ratificato l'altro strumento normativo del Consiglio d'Euro­pa dedicato alle minoranze, la "Carta europea delle lingue regio­nali o minoritarie" adottata a Stra­sburgo nel 1992. La "Convenzio­ne" ha valore legale internaziona­le vincolante e contiene una serie di disposizioni di carattere pro­grammatico, la cui attuazione concreta è affidata alla legislazio­ne e alle politiche statali. L'Italia è chiamata a rendere conto al Consiglio d'Europa del trattamento ri­servato ai rom, ai sinti e alle "mi­noranze linguistiche storiche" og­getto di tutela secondo la Legge 482 del 1999 (albanesi, catalani, germanici, grecanici, sloveni, croati, francesi, franco-provenzali, friulani, ladini, occitani e sardi) e quindi dell’applicazione di questo provvedimento e della Legge 38 del 2001, che riguarda più in dettaglio la minoranza slovena.
POCHE LUCI. Alla fine del ter­zo ciclo di monitoraggio sullo sta­to di attuazione della Convenzio­ne e quindi sulla situazione delle minoranze in Italia, il Comitato consultivo rileva l'esistenza di ben poche luci e di parecchie om­bre. I passi in avanti registrati ri­guardano lo sviluppo della legi­slazione regionale di tutela, per esempio in Trentino, in Piemonte e soprattutto in Friuli-Venezia Giulia, con riferimento ai provve­dimenti dedicati rispettivamente a sloveni (L.R. 26/2007), friulani (L.R. 29/2007) e germanici (L.R.. 20/2009), il compimento della delimitazione territoriale riferita al­la tutela della minoranza slovena, le iniziative riferite all'uso pub­blico delle lingue minoritarie (in particolare la cartellonistica plurilingue) e la promozione e lo svi­luppo della produzione culturale nelle lingue delle minoranze. Le note negative si riferiscono alla brusca riduzione, in particolare nel 2009, dei fondi messi a dispo­sizione per l'attuazione della le­gislazione statale di tutela, alla ne­cessità di una maggiore presenza delle lingue minoritarie nella pub­blica amministrazione, alle mol­teplici difficoltà che incontrano le lingue minoritarie ad essere usate e insegnate nelle scuole e alla mancata applicazione delle previ­sioni di legge riguardanti la pro­grammazione in queste lingue da parte della concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico, con particolare riguardo al caso friulano. Si tratta di rilievi già ef­fettuati nelle precedenti Opinioni espresse dal Comitato consultivo del Consiglio d'Europa. Lo stesso vale per la difficile situazione di rom e sinti, che continuano ad es­sere oggetto di diverse forme di discriminazione e sulle cui con­dizioni influisce negativamente la persistente mancanza di una ap­posita legge statale.
PIÙ PREOCCUPAZIONI. Nel­la "Terza opinione" si sottolinea infine con preoccupazione l'emer­gere nella società italiana di pre­giudizi, intolleranza e razzismo verso rom e sinti, immigrati e ap­partenenti alle minoranze lingui­stiche. La situazione parrebbe ul­teriormente peggiorata negli ulti­mi due anni, non solo a livello sta­tale ma anche per Regioni e enti locali, che comunque escono me­glio del governo dalla relazione del Comitato consultivo. Ne dan­no un'implicita conferma anche il ritardo con il quale il governo ita­liano ha consegnato il suo Com­mento, recapitato a Strasburgo soltanto a fine maggio così da po­sticipare anche la pubblicazione in rete della "Terza opinione", e la genericità e talvolta l'ambiguità dei suoi contenuti. Il monitorag­gio si concluderà con una Riso­luzione del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, che do­vrebbe essere approvata in autun­no.
Marco Stolfo
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1 commento:

  1. "Minoranza nazionale" non è sinonimo di "minoranza linguistica con Stato", ossia di una minoranza linguistica che parla una lingua che è lingua ufficiale in uno Stato estero, ma è invece il "termine giuridico" con cui il Consiglio d'Europa definisce TUTTE le minoranze linguistiche: inclusi anche i friulani.

    Poi ogni Stato ha un suo termine giuridico proprio che varia da Stato a Stato.

    Purtroppo c'è chi ancora fa confusione su questa terminologia, non si sa se per ignoranza o strumentalmente.

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