domenica 30 ottobre 2016

"IL VERO QUESITO: APPROVATE DI SPEGNERE LA POLITICA E NON OPPORVI AL POTERE?" di RANIERO LA VALLE



REFERENDUM COSTITUZIONALE

Dal Blog di

RANIERO LA VALLE 

http://ranierolavalle.blogspot.it/


IL VERO QUESITO: APPROVATE DI SPEGNERE LA POLITICA E NON OPPORVI AL POTERE?


 
di RANIERO LA VALLE







Raniero La Valle - Terzo discorso sulla verità del referendum


Discorso tenuto il 7 ottobre 2016 nella Sala consiliare della Provincia a Matera.


venerdì 14 ottobre 2016


Mentre in Italia, nel mondo, nel Mediterraneo, in Siria, a Calais c’è tanta disperazione, noi siamo costretti a devolvere due mesi della nostra vita privata, e se non della nostra vita privata, della nostra vita pubblica, al referendum per cambiare la Costituzione.
 
Questo referendum è stato caricato, da chi pretende l’approvazione della riforma, di significati epocali. Lasciamo stare i catastrofismi di chi dice che se non vince il Sì ci sarà una crisi come quella del ’29 con la gente che si suicida per la strada. È vero però che il 4 dicembre è stato enfatizzato come lo spartiacque da cui tutto dipende. Renzi ci aveva messo perfino la testa di presidente del Consiglio, anzi aveva messo in palio, come in “Lascia o raddoppia”, la sua stessa carriera politica; poi se ne è pentito e ora questo non lo dice più “nemmeno sotto tortura”. Però non pensa ad altro. Di fatto ha smesso di governare, perché notte e giorno non fa che dedicarsi, in ogni TV e in centinaia di comizi, alla propaganda per il Sì. Questo vuol dire che la cosa è veramente importante anche per noi; forse davvero il 4 dicembre è uno spartiacque.

Uno spartiacque?

Ma spartiacque di che? Non può trattarsi solo del fatto che Renzi resti o se ne vada. Per quanto possa essere rilevante che ci sia un segretario fiorentino a palazzo Chigi, l’esserci o non esserci di Renzi non può rappresentare lo spartiacque di alcunché. I presidenti del Consiglio passano in fretta, e di molti poi non ci si ricorda più. Dunque lo spartiacque deve riguardare qualche altra cosa. Di che spartiacque si tratta?

(…) La vera posta in gioco del 4 dicembre è perciò che la democrazia non si riduca a uno scudo per garantire i governi, ma divenga un popolo in lotta per una società nuova.

(…) Il sistema economico globale, in cui 62 persone detengono la metà della ricchezza dell’intera popolazione mondiale, non è in grado di reggere la vita dei 7 miliardi 349 milioni di abitanti della terra. E per quanto riguarda l’Italia tutti sanno che non c’è lavoro, le fabbriche che c’erano si dislocano in Paesi dove non c’è ancora il costo dei diritti, o dove non si pagano le tasse o dove conviene di più, a cominciare dalla FIAT che invece, quando si è fatta la Costituzione, stava a Torino. La crescita è zero. I licenziamenti sono aumentati del 7,4 % rispetto all’anno scorso, dopo la vetrinetta del Jobs Act. Secondo la Caritas si è passati da un milione e 800.000 poveri del 2007, a 4 milioni 600.000 del 2015 (il 7,6 per cento del totale). I giovani sono costretti ad andarsene, è questa la vera ricchezza che ci sfugge: negli ultimi dodici mesi 107.529 italiani hanno lasciato il Paese, diecimila in più rispetto all’anno prima. (...)

Per operare questo passaggio, ciò che è necessario non è confermare o rafforzare il potere, ma cambiare la società e le opere del potere.

E qui veniamo al referendum. Esso vuole rendere più efficiente il potere, vuole conservarlo più forte e più prepotente di prima. Dice Renzi (e dice anche Napolitano) che ci si sta provando da 30 anni - a fare la riforma - e non ci si è ancora riusciti. Questa sarebbe la volta buona. Ma ciò vuol dire che è una riforma che risponde ad esigenze di 30 anni fa, è la riforma del tempo di Craxi, non del tempo di oggi. Il potere di allora doveva vedersela con competitori interni agguerriti, incalzanti, c’erano i partiti, i sindacati, l’associazionismo, c’erano i radicali col loro ostruzionismo, i movimenti per la pace, gli altri movimenti d’opinione. Il potere era in difficoltà. Oggi invece all’interno il potere è del tutto a suo agio, volitivo e spregiudicato. Libero e farfallone, il potere oggi si libra sul deserto della partecipazione politica. È dal di fuori invece che è tallonato, dominato, è svuotato da poteri esterni più grandi di lui, Bruxelles, le banche, i mercati, è assediato dagli spread e dai paradisi fiscali. Sono questi poteri che gli impediscono ogni possibile politica economica, che vietano ogni investimento o intervento pubblico, che portano all’estero le principali fonti di ricchezza del Paese, i giovani e le fabbriche.

Una riforma adatta ai tempi dovrebbe quindi rilanciare la politica, questa è la vera risorsa che dovremmo mettere in campo per superare lo spartiacque tra l’anno della misericordia e l’età della misericordia, tra il 20 novembre e il 4 dicembre.

Invece la verità del referendum sta nell’intenzione di minimizzare l’opposizione e spegnere la politica. Intanto si mette fuori gioco il Senato. Renzi ha confessato nelle sue maratone televisive che è “un incubo” dover avere la fiducia dalla Camera e dal Senato. Poi si fa della Camera, con la legge elettorale, una platea di consenzienti. Poi si prevarica sulla presidenza della Camera dando al governo di decidere il calendario e pretendere le leggi a data fissa. Poi si tolgono tutti i poteri (cioè la politica) alle Regioni, con il rovesciamento della scelta di fondo del Titolo V, che era il regionalismo, non la supremazia statale. Poi vengono ostruite le vie della democrazia diretta: sono richieste 150.000 firme (con notaio e tutto) invece di 50.000 perché i cittadini possano presentare una proposta di legge, e se poi si vorrà avere qualche speranza di mandare a buon fine un referendum, si dovranno raccogliere 800.000 firme invece di 500.000. (…)
 
RANIERO LA VALLE 
 
 
LEGGI TUTTO IL DOCUMENTO:


 
................................


3 commenti:

  1. CHI E' RANIERO LA VALLE:

    https://it.wikipedia.org/wiki/Raniero_La_Valle

    RispondiElimina
  2. "Questo processo di restaurazione peraltro non si è concluso. Il referendum ne è una tappa intermedia. Già ci dicono che se vince il Si la riforma verrà riformata e si aprirà una stagione di ulteriori revisioni. Certo non basta un No per fermare questo processo, ma il No è condizione perché esso possa essere interrotto e rovesciato

    Raniero La Valle

    RispondiElimina
  3. Cosa succederà se, come speriamo, la DE-forma costituzionale non sarà confermata, con la vittoria del NO?

    Succederà che avremo fermato una pericolosa deriva autoritaria, inoltre:

    1) i costi della politica si possono ridurre senza nessuna necessità di modifiche costituzionali: basta ridurre i benefici e gli stipendi dei parlamentari! E' la proposta del M5S non approvata in Parlamento dal Partito Democratico e rimandata in Commissione....

    2) Il Senato resterà a elezione diretta con l'importante funzione di CONTROLLO sulla attività legislativa. Ed è proprio il CONTROLLO che il POTERE ESECUTIVO (Governo di Matteo Renzi) vuole eliminare....

    RispondiElimina