venerdì 10 maggio 2013

TEATRO IN LINGUA FRIULANA - UN BANDO CHE NON CONVINCE....


TEATRO
IN LINGUA FRIULANA

Un bando che non
convince......

----------



FONDAZIONE TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE (GdU)
UNO SPETTACOLO IN LINGUA FRIULANA

BANDO “SIPARI FURLAN 2013-CONTIS IN SENE”


(…)

3. Il testo
Lo spettacolo sarà realizzato sulla base del testo in lingua friulana di racconti di uno dei seguenti autori: Caterina Percoto o Arturo Feruglio o Aurelio Cantoni. Lo sviluppo scenico rispetterà le regole drammaturgiche dei corti teatrali (di circa 15 minuti ciascuno, in totale cinque corti). Ad un narratore/lettore sarà affidato un testo di presentazione e raccordo dei corti, scritto in friulano e in italiano; il testo sarà originale, darà unitarietà alla rappresentazione e sarà utile alla comprensione dello spettacolo.
Per personaggi singoli, dove giustificato dalla vicenda scenica, è previsto l’uso di dialetti italiani o della lingua italiana (anche traducendo dall’originale friulano).
La valorizzazione dello stile dello scrittore scelto e l’attenzione, nell’elaborazione drammaturgica, all’uso della lingua friulana autentica e insieme comprensibile con relativa facilità da parte di non parlanti vengono apprezzate con un punteggio–premio.

Il taglio gioioso/comico/favolistico dell’insieme è apprezzato con un punteggio-premio. (…)

------------------


Teatro friulano
LA DIGNITA’ DELLA LINGUA
di
Remo Brunetti

Ho letto  il recente bando del teatro Giovanni da Udine per uno spettacolo in lingua friulana e le osservazioni della signora Roberta Michieli di Tavagnacco.
I criteri fissati dal teatro Giovanni  da Udine a mio parere ignorano totalmente le basi più elementari di una seria politica di tutela di una lingua minorizzata, quale è la lingua friulana. Infatti qualsiasi linguista non può che rimanere perplesso nel leggere nel bando : <<uso della lingua friulana autentica e insieme comprensibile con relativa facilità da parte di non parlanti vengono apprezzate con un punteggio–premio.>>.
Si vuole forse arbitrariamente ripulire il lessico della lingua friulana da tutte quelle parole, concetti ed espressioni che non risultano comprensibili per chi friulano non è? E cosa si deve intendere per friulano autentico? Secondo me questo bando ignora ogni più elementare concetto di politica linguistica e soprattutto di rispetto della dignità di una lingua e dei suoi parlanti.
Tale “trattamento di favore” è previsto anche per i testi teatrali in lingua italiana?
Anche in lingua italiana ci sono molte parole e termini colti o di uso non frequente. Cancelliamo queste parole “difficili” perché non facilmente comprensibili da chi tra il pubblico ha un livello culturale non elevato? Immagino che a nessun regista teatrale passi per la testa una simile idea. Ma per i testi teatrali in lingua friulana, non solo lo si prevede in un bando ma perfino si dà un punteggio-premio.
Eppure, anni fa, il regista Elio de Capitani mise in scena “I Turcs tal Friul” di Pier Paolo Pasolini. Uno spettacolo interamente in lingua friulana. Uno spettacolo il cui testo nessuno si è permesso di “ripulire” dalle parole meno comprensibili dai non parlanti il friulano e pur ugualmente è stato portato sui palcoscenici di mezza Italia con gran successo di pubblico.
Forse che al tempo c'era un maggiore orgoglio dei maggiorenti friulani per la propria lingua?
Remo Brunetti Cavazzo Carnico

Lettera pubblicata sul quotidiano “Il Gazzettino” di Udine, il 4 maggio 2013 e sul settimanale dell'Arcidiocesi di Udine - "La Vita Cattolica" - giovedì 16 maggio 2013 (titolo: Il Teatro Nuovo dimentica "I Turcs tal Friûl")
--------------


E INTANTO A UDINE
AL TEATRO
SAN GIORGIO….


Udine-  Teatro San Giorgio 
mercoledì 8 maggio — ore 21


(...) Il testo, scritto da Hubay a Villacaccia di Lestizza, messo in scena con il titolo di Infin il cinidôr e interpretato da Massimo Somaglino nel 2000, durante la rassegna Avostanis ai Colonos, uscì successivamente anche in lingua magiara come Elnémulás: un titolo – spiega lo stesso Somaglino – che indica «il restare muti quando qualcuno ti toglie la voce».
Da Infin il cinidôr in friulano a Elnémulás in ungherese, poi tradotto in italiano da Martina Arrigoni con Ammutire, come arriviamo a L’ùali di Diu? «Grazie a Carlo Tolazzi, che ha curato traduzione e sceneggiatura con la stessa Arrigoni».


3 commenti:

  1. LINGUA FRIULANA, IL TEATRO GIOVANNI DA UDINE E UN BANDO DA RISCRIVERE

    Ho letto il recentissimo Bando del teatro Giovanni da Udine (Udine) per uno spettacolo in lingua friulana per la stagione 2013-2014 “Sipari Furlan 2013-contis in sene”, e sono rimasta sconcertata degli incredibili criteri in base ai quali sarà scelto il testo teatrale in lingua friulana.

    Stando ai criteri scelti, la lingua friulana pare non essere una lingua come tutte le altre, ma da utilizzare solo per “far ridere” e “momenti di comicità”. Si legge infatti nel bando che : “Il taglio gioioso/comico/favolistico dell’insieme è apprezzato con un punteggio-premio. (...)”

    Dunque la lingua friulana non è utilizzabile per testi di alta drammaturgia teatrale? La lingua friulana non è degna di essere una “lingua dall’uso colto”? Per gli estensori del bando evidentemente no!

    E che dire poi dell’altro incredibile criterio fissato nel bando: “uso della lingua friulana autentica e insieme comprensibile con relativa facilità da parte di non parlanti vengono apprezzate con un punteggio–premio.”.

    Cosa significa “comprensibile con relativa facilità da parte di non parlanti”?

    Che la lingua friulana per essere utilizzata in teatro deve “risciaquarsi nel fiume Arno”, ossia essere di basso livello linguistico e soprattutto italianizzata?

    La lingua friulana è una LINGUA come tutte le altre e dunque anche in teatro deve essere utilizzata per mettere in scena spettacoli di alto livello. Solo così le si ridà la dignità che le spetta di diritto.

    Una lingua, qualsiasi lingua, è solo uno strumento attraverso cui si veicola la cultura, tutta la cultura e non deve “servire” solo a “far ridere”.

    E non ci si giustifichi dicendo che questo è ciò che gli spettatori vogliono: un pubblico va anche educato e soprattutto va tenuto presente che è fondamentale che anche in teatro la lingua friulana recuperi la dignità che decenni di “teatro comico da osteria” le hanno tolto.

    Spero e mi auguro che questo bando, con gli attuali criteri, venga dunque al più presto ritirato in quanto offensivo della dignità della lingua friulana e dei suoi parlanti.

    Roberta Michieli – Tavagnacco

    --------------

    Lettera pubblicata sulla stampa locale (La Vita Cattolica – Il Gazzettino di Udine – Il Messaggero Veneto di Udine) nell’aprile 2013.

    RispondiElimina
  2. E queste la spiegazioni del Teatro Giovanni da Udine - Conferenza stampa del 4 maggio 2013.

    IL GAZZETTINO – UD – il 4 maggio 2013

    TITOLO: PROGETTI - Secondo Bevilacqua -
    Comico e friulano. II teatro secondo il Giovanni da Udine

    UDINE - (wt) «La lingua friulana non ha bisogno di tutela o accreditamento, ma di un teatro fatto bene che dia lavoro o occasioni creative»: Giuseppe Bevilacqua, neodirettore artistico del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, fuga le polemiche scatenate dal nuovo bando "Sipari furlan", accolto tiepidamente dai teatranti friulani per il suo essere esplicitamente rivolto alla dimensione comica.

    «Nessuna voglia di confinare al goliardico una lingua di enormi potenzialità espressive -precisa Bevilacqua, spalleggiato dal presidente Tarcisio Mizzau - la mia linea generale sarà quella di privilegiare il comico come strumento di riflessione. Col sorriso si pensa meglio».

    In collaborazione con altri enti regionali il Nuovo avvierà un laboratorio di 2-3 settimane sul tema del comico. Un'idea che ricorda il progetto "2 Risate" del Teatro Verdi di Pordenone. Da esso, o da altri stimoli come un "Festival del professionismo culturale" ancora in progettazione, nascerà uno spettacolo in friulano ospitato nella stagione Crossover del Teatrone.

    Possibili soggetti saranno non solo nuove creazioni ma anche testi di livello (Sartori e Patui i nomi menzionati) «finora non rappresentati, e nemmeno soggetti di letture o mise en espace adeguate. Il bando - chiude Bevilacqua - serve per far emergere proposte costruttive che non confinino il friulano in una dimensione difensiva ma lo aprano a contesti internazionali».

    Per questo «porterò con me due operatori friulani al Convegno internazionale sullo Storytelling che raduna a Roma dal 20 al 28 giugno esperti di tutta Europa: sarà l'occasione per dimostrare come i loro lavori siano all'altezza delle migliori esperienze straniere nel settore».
    -------------



    RispondiElimina


  3. La lettera a firma di Remo Brunetti, riportata sul Blog, è stata pubblicata sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO - UD , giovedì 23 maggio 2013.

    RispondiElimina