giovedì 8 novembre 2012

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE A RISCHIO - CUI VEVIAL DITE " IL FRIULANO NON E' UNA PRIORITA' " ?




UFFICIO

SCOLASTICO REGIONALE

 

A RISCHIO

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DOMANDE:


CUI VEVIAL DITE


 
" IL FRIULANO


(LE LENGHE, E NO IL VIN)


 NON E’ UNA PRIORITA' " ?

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L’ufficio scolastico regionale verso la chiusura: la sede in Veneto.

Il ministero punta ad accorpare gli enti di Friuli Venezia Giulia e Veneto con sede a Venezia. Tondo protesta con Profumo
 

di Roberto UNIZIO 

“(... ) Lo statuto di autonomia, approvato con legge costituzionale, come ricorda Tondo, prevede infatti che all’assegnazione di nuove funzioni in capo alla Regione si accompagni «il trasferimento all’amministrazione regionale degli uffici statali che nel Friuli Venezia Giulia adempiono alle funzioni attribuite alla Regione».

Il presidente sottolinea inoltre che il sistema scolastico del Friuli Venezia Giulia comprende scuole con insegnamento in lingua slovena, il cui ordinamento è regolato da rapporti internazionali e scuole con corsi plurilingue in relazione alle tre lingue minoritarie presenti nel territorio, riconosciute e tutelate dalla legge numero 482 del 15 dicembre 1999.


In considerazione di queste motivazioni, Tondo chiede a Roma «di salvaguardare la dimensione regionale dell'Ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia». (...) ”


Dal sito internet del quotidiano "Il Messaggero Veneto - Ud"



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RISPUESTE:

LU VEVE DITE.... RENZO TONDO !

LETTERA AL PRESIDENTE

della Regione Friuli-Venezia Giulia

Dott. Renzo Tondo

 
(..) Infatti, da candidato presidente, in un convegno svoltosi a San Daniele, Lei ha pubblicamente dichiarato di non credere nelle autonomie regionali e di essere scettico riguardo alla tutela delle minoranze linguistiche. E queste Sue posizioni hanno molto indebolito la specialità della nostra regione nei confronti delle regioni contermini e dello stato centrale. Da eletto, ha subito dichiarato che l’insegnamento del friulano non era una priorità. Così non solo non si è preoccupato di attuare il dettato della legge regionale 29 del 2007 che peraltro la Sua parte politica ha sempre ostacolato, ma ha anche provveduto a destabilizzare gli enti regionali preposti alla politica linguistica.  Non è molto onesto, signor presidente vantarsi della L.r. 29/2007 - Norme per la tutela la valorizzazione e la promozione della lingua friulana – attuata solo oggi e in minima parte perché in quasi quattro anni di attività non siete stati capaci di scrivere un regolamento di attuazione, né di dotarla di congrui finanziamenti!  Per ben due anni di seguito - 2009 e 2010 - le radio e televisioni locali che utilizzano la lingua friulana nelle loro trasmissioni, non hanno visto il becco di un quattrino, nonostante la presenza di una legge regionale che ne prevedeva il finanziamento.  Non le pare che nella politica di tutela di una lingua minorizzata, i mass-media siano in cima alla lista delle priorità assieme alla scuola? E la miseria di finanziamento che ha loro riservato nel luglio 2011? Solo l’elemosina di 150 mila euro da dividersi tra una pluralità di soggetti !  In questi quattro anni di amministrazione Lei ha permesso la umiliazione non solo della nostra minoranza linguistica, ma di tutto il Friuli. Cosa ha fatto e come ha reagito quando nel 2009 la grande stampa italiana scatenò una vera e propria campagna  contro la tutela del friulano? Il Signôr nol è muart di frêt, signor presidente.
Questi fatti che ho citato, portano a concludere che Lei e la Sua amministrazione avete in mente, per la  minoranza linguistica friulana, solo un infimo grado di tutela che potrà forse garantire  un prolungamento della sua agonia, ma non certo la salvezza. Oggi i nostri cugini ladini della provincia di Trento, amministrati da una regione speciale come la nostra, ma da  amministratori seri e convinti, godono di una concreta ed efficace tutela in ogni ambito pubblico e sociale. Mentre a noi friulani, per avere lo stesso grado di tutela linguistica non resta che sperare nella sensibilità dei prossimi candidati alle elezioni regionali.
Remo Brunetti  -  Cavazzo Carnico 


Dal sito internet


3 commenti:

  1. http://monestier-udine.blogautore.repubblica.it/2012/11/08/addio-ufficio-scolastico-regionale-che-chiuda-pure-invece-di-protestare-chiediamo-la-competenza/comment-page-1/#comment-3684

    Dal Blog del Direttore del quotidiano IL MESSAGGERO VENETO - Omar Monestier

    Addio Ufficio scolastico regionale. Che chiuda pure. Invece di protestare chiediamo la competenza

    Ho chiesto all’opinionista e blogger del MV Cisilino di scrivere un commento a una notizia, la ventilata ipotesi di chiusura dell’Ufficio scolastico regionale che verrebbe accorpato al Veneto cessando di essere una sede operativa autonoma.
    E’ già partita la litania che abbiano già sentito tante volte: no, non si può fare, l’Autonomia a rischio, lo Stato centralista etc etc. Chiacchiere, le solite. E abbiamo già visto quanto servono.
    Perchè non proviamo a rilanciare? Lasciamo pure che salti l’ufficio del ministero e chiediamo la delega sulla scuola come già hanno fatto la Valle d’Aosta e il Trentino Alto Adige. Più competenze, non difesa dello status quo. O no?
    Ecco Cisilino:
    ***

    L’ultimo dardo lanciato alla nostra Autonomia speciale potrebbe essere quello mortale.

    Mi riferisco alla recente proposta del Ministero dell’Istruzione di accorpare al Veneto l’Ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia. Una questione meramente organizzativa e burocratica; una delle tante, doverose misure di spending review, si potrebbe obiettare.

    Non è così e il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha fatto bene a muoversi subito per scongiurare tale ipotesi. Lo stesso dovrebbero fare, in modo bipartisan, gli altri amministratori e rappresentanti politici della Regione.

    Il problema è duplice e, si badi bene, non coinvolge solo il settore scolastico, ma tutto il sistema regionale, compreso quello economico e produttivo.

    Da un lato, infatti, si riaffaccia un antico fantasma: il “Grande Veneto”, o “Nordest” che dir si voglia, come destinazione ultima di tutto l’assetto istituzionale regionale.

    Se passerà questa ipotesi senza che i “boni e fedeli furlani” – come amavano definirci durante la Serenissima – si scompongano, sarà solo il primo dei tasselli ad essere aggregato a Venezia. Tutto il resto verrà da sé, un po’ come è già accaduto negli anni ’90 con le banche e con gli altri enti economici di rilievo, pubblici e non. Su questo anche Trieste ha molto da perdere.

    L’altro aspetto è ancora più preoccupante: la nostra Regione perderà la sola carta vincente rimasta sul tavolo per rilanciare la sua autonomia speciale. E poi, rien ne va plus. Un obiettivo che, tuttavia, non è in mano al solo Consiglio regionale, ma che deve passare per forza attraverso una devoluzione di competenze dallo Stato.

    E infatti da molto, forse troppo tempo ne sta discutendo la Commissione paritetica Stato-Regione.

    Ripeto: la questione non è ideologica, è molto pratica. Citerò un esempio.

    Alla fine degli anni ’90 la Provincia Autonoma di Trento, schiacciata dalla sua omologa bolzanina, ha dovuto ritrovare le sue ragioni di specialità e lo ha fatto basandosi su due punti di forza: le minoranze e l’assetto dell’istruzione.

    Nel 2011 è addirittura riuscita a “portare a casa” l’intero ciclo dell’istruzione, compresa l’Università.

    Il risultato è che quello trentino è uno dei migliori sistemi scolastici e formativi a livello italiano. Un sistema che riesce a garantire sia i diritti linguistici e culturali delle popolazioni di minoranza, sia a formare cittadini in grado di costituire un plus valore per le attività imprenditoriali ed economiche presenti sul territorio.

    Avere buone scuole è un fatto di cultura e, insieme, di sviluppo. E la nostra Regione ha le carte in regola per poterlo fare autonomamente e, mi verrebbe da dire, meglio.

    L’Ufficio scolastico, pertanto, non solo non va accorpato, ma va reso regionale, nel senso stretto del termine. Forse in quest’ottica anche il Ministro Francesco Profumo potrebbe essere d’accordo o, perlomeno, capirebbe che non si tratta di una battaglia di campanile.

    William Cisilino

    Scritto giovedì, 8 novembre, 2012 alle 19:50
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  2. Comunicati Agenzia Consiglio Notizie

    PD:Codega,non accorpare Ufficio scolastico FVG con quello del Veneto

    8 Novembre 2012, ore 19:01

    (ACON) Trieste, 8 nov - COM/MPB - "L'ipotesi del Ministero dell'Istruzione di accorpare l'Ufficio scolastico regionale a quello del Veneto ci vede totalmente contrari".

    A dirlo è il consigliere regionale del PD Franco Codega sottolineando che "questo Governo continua a far cassa pescando a man bassa sulla scuola".

    "Dopo i tagli della Gelmini, che hanno tolto alla scuola più di 8 miliardi di risorse in tre anni, va avanti - dice il consigliere - il massacro di una istituzione che, a parole, tutti proclamano di voler salvaguardare ma poi, nei fatti, continuano a depauperare.

    "La soppressione dell'Ufficio scolastico regionale non solo sarebbe un atto contrario al Titolo V della Costituzione che prevede l'autonomia della nostra Regione anche in materia della organizzazione scolastica - spiega Codega -, ma si profila come un attacco alla funzionalità ed efficienza di un sistema scolastico, quale quello del Friuli Venezia Giulia, che si pone ai massimi livelli nazionale ed europei.

    "Non si può continuare ad allontanare gli organi di governo dal territorio che deve essere governato.

    Le scuole, le problematiche dell'insegnamento, le condizioni degli studenti, i problemi delle famiglie hanno bisogno di interlocutori vicini e non di uffici collocati a centinaia di chilometri.

    "Un accorpamento a Venezia farebbe cadere quella prossimità e possibilità di intervento che è fondamentale quando si parla di questioni educative e di istruzione.

    "La nostra regione presenta, inoltre, la particolarità di una presenza di comunità linguistiche minoritarie, la slovena e la friulana, che ne fanno un "unicum" nel contesto nazionale.

    "Confidiamo pertanto - conclude il consigliere - in un ripensamento del Ministero".

    http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=287202

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  3. Comunicati Agenzia Consiglio Notizie

    UDC: Sasco, l'Ufficio scolastico non diventi interregionale

    8 Novembre 2012, ore 16:42

    (ACON) Trieste, 8 nov - COM/RC - Siamo fermamente contrari all'accorpamento dell'Ufficio scolastico del Friuli Venezia Giulia, Regione autonoma e speciale, con quello del Veneto, Regione ordinaria, anche in relazione alle nostre peculiarità di tipo linguistico, tutelate anche a livello internazionale.

    Lo afferma il capogruppo dell'UDC in Consiglio regionale, Edoardo Sasco, riguardo alle proposte emerse in questi giorni a tale proposito, che prefigurano una riorganizzazione degli organi periferici del ministero dell'Istruzione basata su una dimensione che diventa interregionale e con sede nel capoluogo di regione più popoloso, in questo caso Venezia.

    La Giunta Tondo - prosegue il centrista - ha già avviato un laborioso percorso, seguito dall'assessore Roberto Molinaro, che nell'ambito dell'attuazione del Titolo V della Costituzione prevede nei nostri confronti l'assegnazione di nuove funzioni in materia di istruzione, questione attualmente in avanzata fase di approfondimento nella Commissione paritetica Stato/Regione.

    Tale contrattazione - rileva Sasco - ci assegna il trasferimento degli uffici statali che adempiono alle funzioni attribuite alla Regione, per cui nell'ipotesi attualmente allo studio del Governo inerente l'Ufficio scolastico non si tiene per niente conto di questa prospettiva.

    E non si tiene neppure conto della nostra specialità, che prevede già l'insegnamento della lingua slovena, regolata da rapporti internazionali, e di scuole con corsi plurilingue relativamente alle tre lingue minoritarie presenti, a loro volta tutelate dalla legge nazionale n. 482 del 1999.

    Cosa, questa, che non riguarda minimamente la Regione Veneto, entro il cui perimetro si vorrebbe collocare il costituendo Ufficio scolastico interregionale.

    Va pertanto salvaguardata, allo stregua di quanto accade per le Province autonome di Trento e Bolzano, l'attuale dimensione regionale dell'Ufficio scolastico del Friuli Venezia Giulia - chiosa il capogruppo centrista - cosa già chiesta dal presidente Tondo al ministro Profumo, ma che va sostenuta con convinzione e urgenza dall'intero Consiglio regionale e da tutti i nostri parlamentari.

    http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=287198

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