martedì 14 marzo 2017

IL FUTURO DEL FRIULI E LA DISCRIMINANTE DEMOGRAFICA PER I MOVIMENTI AUTONOMISTICI FRIULANI





Comunicato Stampa

10 marzo 2017


Il futuro del Friuli
e la discriminante demografica
per i movimenti
autonomistici friulani
 
 
Le prospettive demografiche del Friuli sono il convitato di pietra di ogni convegno degli autonomisti friulani. I dati sono impietosi, lo spopolamento dei paesi è sotto gli occhi di tutti ma un convegno organizzato tempo fa dall'on. Pascolat in cui si denunciava con forza la situazione è rimasto senza alcun seguito.

Altra storia in passato quando, a seguito delle devastazioni degli Ungari, il Patriarca di Aquileia fece ripopolare il medio Friuli da popolazioni slave, tanto che dal 1301 Pasian Schiavonesco (Basiliano dal 1923, recuperando una denominazione latineggiante) ne testimoniava la venuta col nome del paese.

E il Friuli seppe assorbire le infinite immigrazioni che qui si sono succedute.

Sarebbe interessante che gli storici studiassero come questi immigrati di ogni secolo sono diventati friulani, quali scelte fece la Chiesa, le amministrazioni comunali, il Patriarcato aquileiese, perchè oggi appare chiaro che senza un processo inversione dell'andamento demografico anche con progetti di “sostegno e integrazione” dell'immigrazione il Friuli, o meglio i friulani sono destinati alla scomparsa.

La prof. Filì dell'Università del Friuli ci propone un “reddito di maternità”: vedremo come la politica saprà, se saprà, attuare simile idea, se vi saranno ancora una volta discriminazioni e distinguo, sarebbe importante anche se non basterebbe a risolvere la crisi.

La Germania, per motivi diversi, ha affrontato un progetto enorme accogliendo un milione di siriani e questo costerà forse la rielezione alla cancelliera Merkel, che però ha dimostrato una capacità di pensare al futuro del proprio paese e non al suo immediato interesse elettorale.

Molti Comuni del Friuli sono stati capaci di fare operazioni simili ricordando soprattutto il dovere di rispondere alle tragedie di tanti popoli, in particolare a Udine una presenza massiccia di immigrati, comprensibilmente problematica e pur con qualche ritardo, è stata gestita senza particolari traumi, mentre altri Comuni hanno rifiutato di misurarsi col problema denunciando la propria incapacità di capire ed affrontare quanto sta succedendo e il movimento autonomista friulano non potrà eludere a lungo questo tema.

 
 
per il Comitato per l'Autonomia

e il Rilancio del Friuli

il presidente
Paolo Fontanelli


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