lunedì 13 febbraio 2017

REGIONE FRIULI - LA FALLIMENTARE RIFORMA SANITARIA VA RIVISTA!


REGIONE FRIULI

LA FALLIMENTARE

RIFORMA SANITARIA

VA RIVISTA!!


dal quotidiano il Gazzettino
(Udine e Pordenone)
sabato 11 febbraio 2017

(…) I primi cittadini dell’Uti Riviera Bassa Friulana ritengono a questo punto di formalizzare alla Regione una richiesta precisa e inderogabile di riapertura immediata dell’attività h24 del reparto pediatrico, ostetrico ginecologico e del punto nascita, dell’Orl e della terapia del dolore senza ulteriori rinvii.

Chiedono, inoltre, l'immediata sostituzione del direttore generale dell’Aas2, e la revisione dell’Aas2 in modo da accorpare la Bassa Friulana Occidentale al suo ospedale di riferimento, costituito dall’ospedale ad alta specializzazione di Udine.


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a firma di Paola Treppo

IL GAZZETTINO 
11.2.2017



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E questo l'articolo sul settimanale
ilFRIULI.it
11.2.2017


Tutti gli 11 Sindaci dell’UTI Riviera Bassa Friulana (Carlino, Latisana, Lignano Sabbiadoro, Marano Lagunare, Muzzana del Turgnano, Palazzolo dello Stella, Pocenia, Porpetto, Precenicco, Ronchis, San Giorgio di Nogaro) si sono riuniti presso l’Ospedale di Latisana per una conferenza stampa relativa alla situazione del tavolo tecnico-politico intrapreso con la Regione FVG. (…)

Con la recente riforma sanitaria regionale che ha visto forzatamente messi assieme due territori come quello della Bassa Friulana, con ospedale di riferimento Udine con una storica gestione ottimale dei servizi e risorse, e dell’isontino con ospedale di riferimento Trieste con problematiche croniche di disavanzo della spesa
dovuti a processi incompiuti di riforma, si è istituzionalizzato l’ospedale unico Latisana-Palmanova che ha immediatamente provocato la chiusura del reparto di Otorinolaringoiatria, storico punto di riferimento regionale per la bassa friulana, e fatte venir meno le dotazioni dei pediatri della pediatria di Latisana a favore della sede di Palmanova. (…)

I Sindaci dell’Uti Riviera Bassa Friulana ritengono a questo punto di formalizzare alla Regione una richiesta precisa ed inderogabile di riapertura immediata dell’attività H24 del reparto pediatrico, ostetrico ginecologico e del punto nascita, dell’ORL, della terapia del dolore senza ulteriori rinvii.

Chiede inoltre la immediata sostituzione del Direttore Generale dell’AAS 2, la revisione dell’AAS2 in modo da accorpare la bassa friulana occidentale al suo ospedale di riferimento costituito dall’Ospedale ad alta specializzazione di Udine.


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ilFRIULI.it
11.2.2017


5 commenti:

  1. Una riforma sanitaria regionale che potenzia tantissimo la sanità triestina che già aveva "scippato" la sanità della provincia di Gorizia che ora cerca di "recuperare" togliendo reparti e funzioni alla sanità della Bassa friulana...

    Perché la sanità del Friuli orientale (Provincia di Gorizia) si è fatta portare via tutto da Trieste? E ora vorrebbe imitare Trieste inventandosi una centralità nei confronti della sanità della Bassa friulana che NON HA MAI AVUTO?

    La Bassa friulana ha SEMPRE fatto riferimento all'ospedale civile/universitario di Udine e MAI a Gorizia (un cittadina di 30 mila anime!!)

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  2. E questo l'ospedale civile di Gemona del Friuli, oggi totalmente depotenziato nonostante le false promesse della Presidente Serracchiani:


    Martedì 11 Novembre 2014, 04:59
    Da IL GAZZETTINO

    http://www.ilgazzettino.it/home/gemona_friuli_d_z_ripristinare_ospedale_di_gemona_quelli_147_spoke_148-689410.html


    "GEMONA DEL FRIULI - (d.z.) Ripristinare l'Ospedale di Gemona tra quelli “spoke” attraverso un emendamento nella legge Finanziaria od altro provvedimento ad hoc, riportando contemporaneamente ai suoi confini originari l'Azienda Sanitaria n.3. Questa la richiesta accorata che il Coordinamento dei Comitati per il “San Michele” ha lanciato al termine del partecipatissimo incontro di ieri sera al “Glemonensis” con circa 450 i gemonesi presenti.
    La serata si era aperta con le introduzioni dei rappresentanti dei Comitati, Ricci, Feragotto, Artale, i quali tra tabelle, video e grafici hanno evidenziato come con la riforma il nosocomio perderà effettivamente 51 posti letto ospedalieri più 3 di Rsa. «Se si intasano gli altri ospedali ci sarà modo di riaprire i reparti che serviranno» ha da parte sua replicato il consigliere regionale del Pd Silvana Cremaschi che ha provato a tenere testa a chi le chiedeva il perché dell'aver scelto proprio Gemona come uno degli ospedale da riconvertire. A lei, ai colleghi Vittorino Boem ed Enio Agnola è toccato l'arduo compito di fare le veci della Presidente Serracchiani, dell'assessore Telesca e del direttore centrale Marcolongo, assenti per “impegni precedentemente assunti”. Diversi gli interventi “pesanti” che si sono ascoltati, dal fondatore dell'area d'emergenza dell'Ospedale, Paolo Venturini, che ha rilevato come il costo del nosocomio pedemontano sia solo di 13 milioni di euro e che quindi non incida per nulla sui risparmi ricercati dalla Giunta, all'onorevole Gianluigi Gigli il quale ha ammonito sui rischi dell'ulteriore spopolamento della montagna a seguito della riforma stessa che pecca soprattutto per il rapporto negativo previsto con l'Università. Ed ancora il consigliere regionale di Forza Italia Riccardo Riccardi, dal quale sono partite parole di fuoco nei confronti della presidente della Regione: «Inaccettabile che non mostri la faccia di fronte ai cittadini e che non dica loro la verità». Presenti poi molti rappresentanti del cividalese il cui portavoce dei comitati locali Qualizza ha annunciato a breve la presentazione di un nuovo movimento politico regionale per la sanità.

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  3. questa la voce del Sindaco di Latisana. Ricordiamo che l'Ospedale di Latisana oltre ad essere al servizio di una vasta aerea, è al servizio delle località turistiche marine, di Lignano e Bibbione che in estate ospitano non meno di 400 mila turisti.

    Dal Sito Ufficiale del Sindaco di Latisana Daniele Galizio

    http://www.galizio.it/ospedale-di-latisana-raccontare-la-verita/


    Ospedale di Latisana: raccontare la verità!
    3 febbraio 2017

    Al sindaco di Palmanova Martines e alla sua capogruppo Savi voglio rappresentare tutta l’indignazione dei cittadini di Latisana di fronte alle loro affermazioni (clicca qui per leggere l’articolo) che, con la volontà di censurare l’apertura del loro consigliere comunale Di Piazza, a cui va riconosciuta grande onestà intellettuale, cercano di far passare la chiusura della pediatria e del punto nascita di Latisana come un atto di amministrazione illuminata a tutela della salute dei cittadini, accreditando addirittura un vantaggio economico.

    Il gioco delle tre carte va bene per imbonire i passanti, ma è offensivo nei confronti dei cittadini vessati nei loro diritti ed inaccettabile per degli amministratori pubblici che hanno il dovere di dire sempre la verità.
    Ciò che è stato fatto nel 2016, con la chiusura della pediatria e del punto nascita a Latisana non solo non è un atto obbligato o di buona amministrazione, ma una scelta perpetrata da lungo tempo con la complicità e l’istigazione nascosta di tutti coloro che hanno cercato di dividere il territorio cercando di accaparrarsi servizi per i propri cittadini sottraendoli ad altri.
    E’ un’ulteriore comprova del modo attraverso il quale si è arrivati a dividere la Bassa Friulana rendendola prima subalterna a Trieste e poi all’Isontino, portando gli avanzi della buona gestione della Bassa Friulana, fatta di spese contenute e di efficiente sobrietà a colmare i debiti di altri che nel tempo hanno fatto fatica a trovare la strada dell’efficienza.
    A tutti i cittadini e agli amministratori in primo luogo va reso noto che numerosi sono i servizi tagliati nel territorio dell’UTI Latisanese, a partire dalla pediatria e dal punto nascita, all’otorinolaringoiatria e alla terapia antalgica, senza parlare delle mancate sostituzioni di personale che investe anche i direttori medici dei reparti dell’Ospedale di Palmanova.
    Paragonare il valore economico delle attività svolte nel 2014, prima che fossero stati effettuati i tagli, con quanto accaduto nel 2016, è inaccettabile quanto sottacere che con la chiusura del punto nascita di Latisana, non solo si è creato un grave disservizio, ma si è assistito alla fuga delle donne verso l’Ospedale di San Vito al Tagliamento, che diversamente da Palmanova supererà i 1000 parti.
    Va detto a chiare lettere che la fuga verso altre realtà produrrà un mancato introito di oltre 2.000.000 di euro a scapito di tutta l’azienda. Diverso sarebbe stato se si fosse sostenuto seriamente l’ospedale unico Latisana-Palmanova per tutte le specialità, che al pari con la chirurgia, la medicina, l’ortopedia, con un punto nascita articolato su due sedi, gestite dalla stessa equipe che avrebbe di gran lunga superato i 1200 parti contando sull’attrazione portogruarese.
    Ma la miopia della visione di politica sanitaria, probabilmente improntata alla divisione e al desiderio di supremazia, alla fine ha reso tutti più deboli. Sia la bassa che guarda a Udine che l’isontino che guarda a Trieste, tenuti insieme in modo innaturale e penalizzante per entrambi.
    Solo dallo stato dei fatti e dalla verità però può nascere un diverso assetto che può dare un futuro ai diritti alla salute dei cittadini di tutta la Bassa, da Lignano a Fiumicello anche via Palmanova.

    Daniele Galizio
    Sindaco di Latisana


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  4. E a proposito di assistenza pediatrica e politica regionale sanitaria triestinocentrica:

    1) 20 agosto 2016

    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/08/20/news/ricoveri-e-cure-in-crescita-la-svolta-del-burlo-hub-1.13987070?ref=hfpitsec-5

    "Proprio Serracchiani, nel faccia a faccia di ieri, ha parlato del Burlo come “hub” regionale, un ruolo che sarà scritto nero su bianco nell’atto aziendale che la direzione centrale salute dell’assessorato e il ministero della Sanità si apprestano a varare. La struttura triestina, che quest’anno festeggia i 160 anni dalla fondazione, è chiamata insomma a trasformarsi sempre più in un punto di riferimento per gli esami e le cure di mamme e bimbi per il resto degli ospedali del Fvg e della sanità territoriale, coordinando anche l’attività di ricerca, innovazione e didattica”

    PECCATO CHE al 24 marzo 2015 questa fosse la situazione del BURLO:

    Dal quotidiano IL PICCOLO di Trieste

    La grande crisi del Burlo:
    perso il 9% di pazienti

    Visite e ricoveri in picchiata dal 2009 al 2014 all'ospedale infantile triestino. Chirurgia plastica e nefrologia “ko”. La riduzione non risparmia il day hospital. Bimbi residenti in flessione del 15%

    di Gianpaolo Sarti

    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/03/24/news/la-grande-fuga-dal-burlo-perso-il-9-di-pazienti-1.11107385

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    NESSUNA PAURA! BASTA CHIUDERE TUTTE LE PEDIATRIE DEL FRIULI E IL BURLO DI TRIESTE DECOLLERA' ALLA GRANDE!!!

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