venerdì 10 febbraio 2017

NON ERA CERTAMENTE QUESTA LA REGIONE FRIULI CHE L'ON. TIZIANO TESSITORI VOLEVA........



Non era certamente questa
la Regione Friuli
che il senatore

Tiziano Tessitori voleva...
 

La famigerata
"riforma spezzatino"

UNIONI TERRITORIALI INTERCOMUNALI
(UTI)


ALCUNE  DOMANDE

AI  SINDACI FRIULANI


Perchè ci sono sindaci friulani che pur essendo molto critici e spesso del tutto contrari alla riforma regionale degli enti locali - hanno ugualmente aderito alle UTI "cedendo così ai  ricatti" della Giunta regionale Serracchiani e svendendo la loro Comunità, invece  di opporsi  con forza  a questa "famigerata riforma spezzatino"?

 O forse  i  sindaci  friulani  non si  sono  ancora  resi  conto che il futuro del Friuli (province di Udine, Pordenone e Gorizia)  è  ora  nelle loro mani  e  nella  loro  capacità  di unirsi nell'interesse di  un Friuli sempre più  privo di autonomia,  destrutturato,  frantumato ( in 17 Uti!) da una politica  regionale  sempre  più triestinocentrica e centralista?


Dal settimanale Ilfriuli.it

22 marzo 2016





"(...) E’ stata una decisione sofferta – spiega il sindaco Stefano Balloch – perché ci siamo trovati ad un bivio: o entrare nell’Uti oppure vedersi tagliare dalla Regione una grossa fetta di trasferimenti che avrebbero reso impossibile garantire ai cittadini anche solo i servizi essenziali”.

"Approvare Statuto e Regolamento dell’Uti è stato un gesto di grande responsabilità che certamente non fa venir meno la profonda contrarietà già più volte ribadita nei confronti della riforma degli enti locali voluta dalla Regione. La mancata approvazione dello Statuto dell’UTI entro il 15 aprile avrebbe comportato il venir meno di una parte dei trasferimenti di fondi al Comune di Cividale del Friuli per quasi 3.000.000 di euro nel triennio 2016/2018” conclude il sindaco. (...)"

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E così ha dichiarato recentemente, sempre il sindaco di Cividale, Stefano Balloch, in una intervista pubblicata sul quindicinale DOM - stampa degli sloveni della  Provincia di Udine - il 31 gennaio 2017 a pagina 7. L'intervista a Balloch è a firma di Ezio Gosgnach:

(...)
Domanda (del giornalista):  Il desiderio era di un'ente specifico per le Valli

Risposta (del Sindaco Balloch): "Pure il comune di Cividale aveva fatto delle richieste, ma abbiamo dovuto prendere atto della legge. (...) Anch'io mi sono sempre espresso in maniera contraria a questa legge e a come ci si è arrivati. Ma fin quando non viene abrogata sono tenuto a ottenere il massimo del vantaggio per i miei cittadini. Per Cividale l'ho fatto. (...)

Domanda (del giornalista): Certo che i sindaci dei Comuni di Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo e san Pietro al Natisone hanno vissuto l'ingresso nell'UTI come un'imposizione pesante....

Risposta (del Sindaco Balloch): "Hanno fatto una battaglia forte. L'accoglimento della loro richiesta di autonomia avrebbe garantito di essere l'unica Uti con meno di diecimila abitanti in tutto il Friuli Venezia Giulia. E' ovvio che avrebbe avuto dei vantaggi nell'essere un territorio più ristretto e magari degli svantaggi per quanto riguarda i meccanismi di trasferimento dei fondi e della creazione di un sistema più ampio. Ma noi non abbiamo podestà legislativa. Siamo degli esecutori"

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Commento
della Redazione del Blog

Diversamente dal sindaco Stefano Balloch, noi riteniamo che il ruolo del sindaco non sia quello di "essere degli esecutori",  ma piuttosto quello di "essere il difensore della comunità che lo ha eletto", iniziando dal respingere i ricatti dell'ente regione che penalizzano il Comune.

Ricatti che - nel caso della riforma regionale e più precisamente delle Uti -  hanno sempre avuto come fine ultimo quello di obbligare il sindaco e tutti i consiglieri comunali ad accettare lo svuotamento della rappresentatività  e  la perdita dell'autonomia decisionale del Consiglio comunale a favore dell'UTI, un ente quest'ultimo che non risulta previsto dalla nostra Costituzione, al contrario dei Comuni che costituiscono invece la Repubblica italiana assieme alle Province, Citta metropolitane, Regioni e Stato, art. 114 della Costituzione italiana.

E poco importa se l'art. 5 della Costituzione italiana così recita:

"La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento."


E con quale programma politico potrà presentarsi alle elezioni comunali  un  futuro  candidato  sindaco  di  un  Comune  inserito in un'Uti  sapendo già in anticipo che   non potrà decidere autonomamente nulla a beneficio del suo Comune perché grazie al voto ponderale - previsto dalla legge regionale sulle Uti - deciderà tutto il Comune più popoloso?


Un esempio di sindaco che tutela la sua Comunità? Il sindaco di Paularo, Daniele Gleria,  a cui va tutto il nostro appoggio e  che così ha pubblicamente dichiarato:

(...) non posso e non voglio essere ricordato dalla mia comunità come il Sindaco che ha svenduto il suo paese, non voglio che il ruolo e la rappresentatività  del consiglio comunale venga svilito e con esso il voto espresso dai cittadini.

4 gennaio 2017 

Daniele Di Gleria - Sindaco del Comune di Paularo (Ud) 


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Due domande
al sindaco di Cividale,
Stefano Balloch:

1) Chi è che dovrebbe, secondo lei, abrogare la legge regionale sulla riforma degli enti locali che da sue dichiarazioni riportate dalla stampa locale risulta non piacerle?

Forse chi l'ha imposta a forza di ricatti inseriti nella legge stessa (il commissariamento risulta poi essere stato abolito dal TAR di Trieste...), ossia la Giunta regionale di Debora Serracchiani? Suvvia, sa benissimo che non lo faranno mai poiché la considerano il trofeo da presentare durante la prossima propaganda elettorale, elezioni regionali del 2018, propagandandola come "la riforma più bella del mondo"

Le ricordo che il 4 di dicembre 2016 i friulani e i triestini hanno votato in massa contro le modifiche della Costituzione italiana  imposte al Parlamento dal Governo Renzi. Modifiche che violentavano gli art. 1 e 5 della Costituzione italiana.....

O piuttosto sono i Comuni  che devono condurre una battaglia politica  e legale per la sua abrogazione, ritenendo questa legge regionale una pessima legge che peggiora i servizi ai cittadini, aumenta i costi amministrativi e svuota i Comuni minori di rappresentatività e autonomia?

2) Accettando i ricatti della Giunta regionale non pare anche a lei sindaco Balloch che si avvalla il metodo del ricatto con cui è stata imposta questa legge regionale e l'arroganza politica di chi non ha voluto confrontarsi a priori con il territorio ma, al contrario, ha calato dall'alto "una legge elaborata nelle segrete stanze degli uffici regionali da burocrati che non conoscevano il territorio regionale"?

Come lei certamente ben sa è già stata presentata - previa la raccolta di firme prevista per legge - la richiesta per indire un referendum popolare abrogativo di questa legge... ma chi l'ha imposta con i ricatti ha vietato anche il referendum popolare!
Evidentemente aveva paura della "sovranità popolare"! Sia mai che si ripeta un nuovo 4 dicembre 2016: meglio evitare il rischio di una seconda batosta! 

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Una domanda a tutti i friulani

E' DEMOCRATICO, ETICO
E COSTITUZIONALE
RICATTARE I COMUNI?

A noi pare di no...

Non era certamente questa
la Regione Friuli
che il senatore
Tiziano Tessitori voleva...

  
http://comitat-friul.blogspot.it/2017/01/e-democratico-etico-e-costituzionale.html

LA REDAZIONE DEL BLOG

5 commenti:

  1. Curioso il concetto di democrazia di chi ritiene legittimo imporre le scelte del partito di maggioranza al governo in regione anche se non condivise dal "popolo sovrano"!

    I Comuni ritengono un grande valore l'autonomia gestionale e la rappresentanza per cui sono contrari alle Uti che li svuota? La partitocrazia risponde con i ricatti finanziari creando una situazione per cui i Comuni che non entrano nelle Uti sono nei fatti PARALIZZATI, privi di dipendenti comunali che non possono assumere e privi di mezzi finanziari per assicurare ai loro cittadini i servizi essenziali.

    Se questa vi pare democrazia....

    E non è neppure vero che le Uti sono una scelta di maggiore efficienza e di minori costi considerati i tanti milioni che la giunta regionale ha già stanziato per avviare queste Unioni che i cittadini non hanno richiesto e neppure vogliono e il caos amministrativo in atto....

    E COMUNQUE L'ARTICOLO UNO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA CONSIDERA "SOVRANO" IL POPOLO E NON IL PARTITO POLITICO CHE E' AL GOVERNO DELLA REGIONE! O LA DEMOCRAZIA IN REGIONE E' DIVENTATA UN OPTIONAL?

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  2. Ovviamente dalla "riforma spezzatino" è stata risparmiata la provincia di Trieste che ha mantenuto unitario l'intero territorio provinciale (230 mila abitanti) e i cui Comuni cedono all'Uti giuliana un numero molto basso di competenze comunali: come sempre figli e figliastri?

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  3. SITUAZIONE ADESIONI E RINUNCIE AL'UTI AL 30 APRILE 2016:

    La mappa delle adesioni e delle rinunce per ora è la seguente: Uti giuliana 4 Comuni su 6 non aderiscono; Uti Basso Isonzo 2 su 11; Uti Valcanale 5 su 9; Uti Carnia 5 su 28; Uti Alto Friuli 3 su 6; Uti Friuli Centrale 4 su 10; Uti Medio Friuli 6 su 10; Uti Valli del Natisone 9 su 17; Uti Bassa Occidentale 4 su 13; Uti Bassa Orientale 7 su 18; Uti Tagliamento 1 su 9; Dolomiti friulane 2 su 22; Uti Livenza 3 s u 6; Uti Sile 2 su 6; Uti Noncello 2 su sette.

    Da http://www.ilfriuli.it/articolo/Politica/Uti-points-_la_mappa_delle_adesioni_e_dei_-quote-rifiuti-quote-/3/154658

    Successivamente la situazione si è parzialmente modificata come nel caso dell'Uti Giuliana, dove i Comuni dissidenti sono riusciti ad imporre all'assessore Panontin una forte diminuzione delle competenze comunali da passare all'Uti (ossia.... alla città di Trieste!).

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  4. Nel caso della Uti del Natisone, Comune capofila è il Comune di Cividale del Friuli e il sindaco Balloch è dunque anche il presidente di questa Uti.

    L'Uti del Natisone è la più DISEMOGENEA tra tutte le 18 Uti INVENTATE dalla burocrazia regionale, ma il Sindaco Balloch si dimentica di precisarlo. Come si dimentica di precisare che i comuni slovofoni obbligati ad entrare nell'Uti del Natisone, richiedevano un'Uti in cui fossero compresi solo i Comuni ove vive la minoranza linguistica slovena della Slavia friulana: una richiesta più che legittima, ma l'assessore regionale Panontin ha detto NO (voglio, ordino e comando)!

    La democrazia esiste ancora in regione?

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  5. Posto che le UTI non sono un ente locale ma solo una "emanazione" dei Comuni per la gestione in comune di competenze comunali, perché se un Comune è perfettamente in grado si gestire in maniera efficiente tutte le competenze comunali, DEVE ESSERE OBBLIGATO ad entrare in una Unione territoriale intercomunale (UTI)?

    La riforma nazionale degli enti locali Delrio non prevede l'obbligo di unione per i Comuni al di sopra di una certa soglia di popolazione. La legge regionale PANONTIN/SERRACCHIANI invece obbliga TUTTI i Comuni (incluso Trieste di 200 mila abitanti e Udine di 100 mila abitanti...) ad entrare nell'Uti che la regione GLI HA DESTINATO: siamo alla follia legislativa!!

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