venerdì 4 dicembre 2015

LEGGE ELETTORALE - GIA' FIRMATI 14 RICORSI ANTI-ITALICUM!



LEGGE ELETTORALE

GIA' FIRMATI 
14 RICORSI 

ANTI-ITALICUM!!
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19 novembre 2015

I ricorsi sono stati depositati a Milano, Venezia, Potenza, Catanzaro, Ancona, Torino, Trieste, Bari, Lecce e L’Aquila,
ed è imminente la presentazione
a Catania e Palermo.

In altre sedi partirà dopo che si conosceranno la posizione dell’Avvocatura dello Stato,
cosa che avverrà tra il 10 e il 21 gennaio.

Poi tocca alla Consulta.

Se i ricorsi saranno accettati,
l’Italicum sarà dichiarato incostituzionale.

E a quel punto si riapre tutto.


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Dal Blog

del senatore

Felice Besostri



Sono 14 i ricorsi anti-Italicum,

firmati anche da

 Sinistra italiana e M5s


 
«Una serie di ricorsi contro l’Italicum. Per accertare se la legge elettorale varata dal governo di Matteo Renzi rispetti il diritto dei cittadini di votare secondo quanto stabilito dalla Costituzione.

Secondo i presentatori dei ricorsi, naturalmente, non è così.

L’Italicum è una legge scritta male, con molte falle, che vìola diversi articoli della Costituzione.

La norma è stata pensata in modo sbagliato e buttata giù con troppa fretta.

Dopo la presentazione dei ricorsi dovrà essere la stessa Consulta a esprimersi”, spiega l’avvocato Felice Besostri, uno dei protagonisti dell’iniziativa insieme all’avvocato Anna Falcone, l’ex parlamentare Antonello Falomi e il costituzionalista Gianni Ferrara.

I RICORSI

sono stati presentati come privati cittadini, perché per legge non possono essere avanzati da associazioni o partiti. Ma, tra i firmatari, ci sono anche parlamentari di Sinistra italiana (Loredana De Petris, Arturo Scotto, Stefano Fassina) e del Movimento Cinque Stelle (Alessandro Di Battista e Roberta Lombardi).
In tutto le obiezioni presentate sono 14.
Una delle principali riguarda il fatto che l’Italicum sia stato approvato in Parlamento con un voto di fiducia (come accadde solo per la legge Acerbo del 1923 e la legge “truffa” del 1953), in violazione dell’articolo 72 della Costituzione.
Altro errore grossolano del provvedimento – un vero e proprio baco – è che l’Italicum non dice cosa dovrebbe accadere se due liste superano entrambe il 40 per cento dei voti. “La legge semplicemente non lo esclude, ma nemmeno lo prevede”, dicono i ricorrenti. Altre presunte irregolarità  riguardano le norme sulle minoranze linguistiche  e i capilista.

Addirittura ci sono nove collegi in più, 109 contro i 100 previsti, per assicurare nove posti in più in Parlamento”, spiegano.

Inoltre, nonostante siano state introdotte le preferenze, se in un collegio a un partito spetta un solo seggio, esso va al capolista e non al candidato più votato.

Insomma, secondo i firmatari, ci sono tutta una serie di irregolarità che toccano diversi articoli della Carta (1,2,3, 6,117, 48, 49,51). Così facendo la nostra forma di governo diventa autoritaria, si trasforma la stessa identità della Repubblica democratica.

Bisogna reagire”, osserva Gianni Ferrara. Con questa legge il rischio è quello di una dittatura della minoranza. Questo è l’elemento centrale”, aggiunge Antonello Falomi.
 
Besostri poi ha spiegato che finora i ricorsi sono stati depositati a Milano, Venezia, Potenza, Catanzaro, Ancona, Torino, Trieste, Bari, Lecce e L’Aquila, ed è imminente la presentazione a Catania e Palermo.

UNA “SECONDA ONDATA”

in altre sedi partirà dopo che si conosceranno la posizione dell’Avvocatura dello Stato, cosa che avverrà tra il 10 e il 21 gennaio: in quelle date è atteso il deposito dei documenti dell’Avvocatura a Milano, mentre la prima udienza in un Tribunale sarà il 2 febbraio a Potenza. Poi tocca alla Consulta.

Se i ricorsi saranno accettati, l’Italicum sarà dichiarato incostituzionale. E a quel punto si riapre tutto.

GI. ROS.

Fonte: Il Fatto Quotidiano – 19 Novembre 2015
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2 commenti:

  1. (come accadde solo per la legge Acerbo del 1923 e la legge “truffa” del 1953):

    La legge Acerbo del 1923 aprì la strada al REGIME FASCISTA; la legge "truffa" del 1953 fu poi abolita dallo stesso Parlamento italiano.

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  2. Peccato che la stampa locale (salvo lodevoli eccezioni) non ne parli.

    Che se ne fa il cittadino di una stampa serva del governo centrale e regionale, che pubblica "articoli/veline" e non informa adeguatamente?

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