venerdì 6 aprile 2012

A PROPOSITO DEL FRIULANO A SCUOLA NELL'AMBITO DI UNA EDUCAZIONE PLURILINGUE - PROF.SSA SILVANA SCHIAVI FACHIN




LINGUA FRIULANA A SCUOLA

PIU’ SPINE CHE ROSE?


Riceviamo, e ringraziando pubblichiamo,
alcune riflessioni
dell’on.le Prof.ssa Silvana Schiavi Fachin,

già docente di Glottologia, Didattica del friulano
ed Educazione Plurilingue
 presso l'Università di Udine/Universitât dal Friûl.


La Redazione del Blog

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(..) Riporto per prima cosa il parere che il prof. Nereo Perini, uno dei più eminenti glottodidatti in Italia e i Europa e che è stato per oltre vent’anni professore di Didattica delle Lingue Moderne nel nostro Ateneo, formulò quando nel 2011 gli sottoposi il regolamento della L.R.29/07: “E’ un’arida elencazione di norme di ordine organizzativo. Manca un’introduzione volta a configurare il quadro del nuovo tipo di educazione che va ad implicare una corretta presenza del friulano – o di altra lingua – nel curricolo”. Ora la delibera della giunta ci comunica che dall’anno scolastico 2012 -2013 il friulano entrerà ufficialmente in tutte le scuole dell’infanzia ed elementari incluse nelle aree tutelate dalla L.482/99. (art.3 ) Ed entrerà nell’orario curricolare con una dignità pari alle altre discipline seppure con qualche difficoltà organizzativa in più dovuta all’ opzionalità. (…)

Segue tutto il documento.....



A proposito del friulano a scuola

nell’ambito

dell’educazione plurilingue.

di Silvana Schiavi Fachin


Nel grande “ battage” di questi giorni sul friulano a scuola, vorrei offrire alla pubblica opinione alcune riflessioni meno trionfalistiche e più meditate e che si discostano alquanto dalle dichiarazioni di grande soddisfazione che alcuni si sono affrettati a esprimere.

Porrei in primo luogo una domanda cruciale: perché la giunta regionale ha aspettato sino ad ora per deliberare e non l’ha fatto, ad esempio, prima che i genitori esprimessero l’eventuale assenso cioè al momento dell’iscrizione dei loro figli? Sarei tentata di insinuare che non si trattava di un periodo preelettorale. Le adesioni sono molte ma suppongo che ci saranno delle famiglie che, stanche di attendere l’applicazione delle leggi, hanno rinunciato.

La seconda domanda riguarda un argomento ancor più sostanziale.

Riscontro un uso frequente e disinvolto di termini quali “esperto di plurilinguismo”, “educazione plurilingue. Termini che dovrebbero implicare una prospettiva di grande innovazione nell’insegnamento/apprendimento delle lingue ma che, a mio avviso, hanno perso il loro significato scientifico originario per diventare dei semplici slogan. Su questi aspetti mi soffermerò più a lungo.

Riporto per prima cosa il parere che il prof. Nereo Perini, uno dei più eminenti glottodidatti in Italia e i Europa e che è stato per oltre vent’anni professore di Didattica delle Lingue Moderne nel nostro Ateneo , formulò quando nel 2011 gli sottoposi il regolamento della L.R. 29/07: “E’ un’arida elencazione di norme di ordine organizzativo. Manca un’introduzione volta a configurare il quadro del nuovo tipo di educazione che va ad implicare una corretta presenza del friulano – o di altra lingua – nel curricolo”. Ora la delibera della giunta ci comunica che dall’anno scolastico 2012 -2013 il friulano entrerà ufficialmente in tutte le scuole dell’infanzia ed elementari incluse nelle aree tutelate dalla L.482/99 (art.3 ).  Ed entrerà nell’orario curricolare con una dignità pari alle altre discipline seppure con qualche difficoltà organizzativa in più dovuta all’opzionalità.

L’Assessore Molinaro, nel comunicato stampa, parrebbe rispondere alle preoccupazioni del professore, poiché afferma che la Regione ha voluto corrispondere positivamente alle richieste dell’ inserimento della lingua friulana “nell’ambito di un’educazione plurilingue che comprende anche quelle comunitarie moderne: inglese, tedesco, francese e sloveno” .
Condivido l’obiettivo solo se significa che ogni sforzo sarà compiuto per promuovere sistematici confronti tra i diversi sistemi linguistici e tra i diversi contenuti culturali presenti nel curricolo.

Un corretto impianto di educazione plurilingue poggia, infatti, su precisi principi quali una progettazione collegiale degli insegnanti delle diverse lingue; la scelta di testi e di materiali multilingui; attività didattiche che aiutino gli allievi a cogliere le analogie e le differenze tra le diverse lingue e  le diverse culture. Altrimenti è una dichiarazione alquanto azzardata. Si tratta di un campo ancora poco esplorato soprattutto in Italia e che ha come pilastro portante anche la competenza professionale di alto profilo del personale docente.

E qui va affrontato l’altro corno del problema: la formazione delle/degli insegnanti.

Dall’approvazione della legge statale, la 482/99, sono passati dodici anni e lo Stato non ha fatto nulla per la formazione professionale degli insegnanti delle lingue minoritarie o peggio, non ha nemmeno riconosciuto le attività formative svolte dall’Università di Udine con fondi regionali ( L.R.15/96 ) e dal Consorzio Universitario del Friuli con fondi statali.

Ora è in discussione presso il Ministero un Master finanziato con fondi dell'ANSAS (l’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica ) riguardante la formazione di docenti (in totale 700) delle dodici Lingue di Minoranza e che si attiverà, su scala nazionale.

E' un Master biennale di II livello organizzato in attività sia in presenza sia on line col contributo di esperti.
Le attività in presenza corrispondono a 325 ore (pari al 22%) mentre quelle on line  coprirebbero ben 700 ore (pari al 47%). Ad esse andranno sommate le attività di studio individuale, la produzione di materiali e project work ( = la realizzazione dei progetti) per altre 475 ore (pari al 32%), per un totale di 1.500 ore. E’ evidente la sproporzione delle attività on line ( = a distanza) a scapito delle lezioni frontali in un corso di alto livello che dovrebbe fornire una preparazione linguistica e professionale a docenti di dodici lingue diverse e che dovrebbe garantire l’effettuazione di un corretto processo di apprendimento in e di lingua minoritaria ad alunni di diverse fasce d’età, dall’infanzia alla conclusione della scuola dell’obbligo.

Vi è inoltre il riconoscimento formale del corso soltanto per i docenti  che sono già in possesso di laurea, mentre per i non laureati varrebbe solo come corso di aggiornamento senza alcun utile riconoscimento per la loro carriera.

La realtà, molto ben rappresentata qui in FVG mostra che ad insegnare siano soprattutto le maestre e i maestri, spesso sprovvisti del diploma di laurea.

Temo che anche questo primo intervento nel campo della formazione da parte dello Stato dopo l’approvazione della L. 482/99 purtroppo non risponderà alla necessità di  disporre di “docenti formati sia nella lingua minoritaria da insegnare sia nella metodologia glottodidattica da seguire” come si legge nella circolare ministeriale n.58 del 20 luglio 2010 dell’allora Direttore Generale degli Ordinamenti, dott.M.G.Dutto.

Voglio credere che per i 252 docenti che si sono resi disponibili e che sono inseriti nell’“ Elenco regionale” siano stati  effettivamente accertati i titoli culturali, professionali e scientifici di cui leggo e che quindi la loro professionalità sia finalmente riconosciuta anche ai fini della loro carriera.

Pagnacco, 2 aprile 2012

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2 commenti:

  1. La prof.ssa Silvana Schiavi Fachin è ritenuta, a livello internazionale, una delle maggiori esperte in "didattica plurilingue e plurilinguismo", eppure, nonostante le sue ottime credenziali, l'assessore regionale Roberto Molinaro non ha ritenuto di chiamarla a far parte della "Commissione scuola" recentemente nominata in Regione.

    Come mai? Troppo critica nei confronti dell'operato dell'Assessore regionale Roberto Molinaro?

    E anche altri intellettuali e studiosi friulani, notoriamente molto esperti in materia di didattica delle lingue minoritarie, sono stati esclusi da questa Commissione. Come mai?

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  2. Mi risulta che la precedente "Commissione regionale di esperti sul Friulano a scuola", grazie a un emendamento inserito nella legge finanziaria regionale 2011, sia stata fatta scadere anticipatamente 1l 31.12.2011.

    Mi risulta, inoltre, che la "Commissione scuola" fatta scadere il 31.12.2011, avesse preparato - su richiesta della Regione - una bozza di Regolamento sul Friulano a scuola (in attuazione alla legge regionale 29/2007) che poi è stata buttata nel cestino della carta straccia.

    L'attuale "Regolamento sul Friulano a scuola", non è dunque quello predisposto dalla precedente "Commissione scuola" fatta scadere il 31.12.2011.

    Stranamente (sic!) la quasi totalità dei membri della precedente "Commissione scuola" risulta non essere stata riconfermata dall'Assessore Molinaro: troppo "inesperti" per essere riconfermati?

    O forse troppo critici nei confronti delle scelte di "politica linguistica di tutela della lingua friulana a scuola", effettuate dell'Assessore Roberto Molinaro?

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