martedì 16 agosto 2016

RIFORMA COSTITUZIONALE RENZI-BOSCHI: "PATRIOTTISMO PARTITICO" E "CLAUSOLA VAMPIRO"


  
LA (DE)FORMA COSTITUZIONALE
"RENZI - BOSCHI"
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IL "PATRIOTTISMO PARTITICO"

E LA NUOVA "CLAUSOLA VAMPIRO"

INTRODOTTA NELLA COSTITUZIONE

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dal sito internet


Testo della riforma costituzionale

RENZI-BOSCHI




 Benché il presidente del consiglio Matteo Renzi non possa resistere alla tentazione di personalizzare lo scontro sulla riforma costituzionale e di trasformare il voto di ottobre in un plebiscito su se stesso e sul suo governo, noi vogliamo insistere a contestare la legge Boschi entrando nel merito delle questioni e spiegando nel concreto perché la riteniamo profondamente sbagliata.
Qui trovate il testo della Costituzione prima e dopo le modifiche: potete agilmente confrontarli e cogliere da soli i nodi irrisolti, le storture, le conseguenze caotiche di misure che in molti casi non ottengono i risultati cercati (e propagandati) ma anzi peggiorano la qualità delle nostre istituzioni, facendo un pessimo servizio alla democrazia e alla partecipazione popolare.
...........

sempre dal sito internet

 


 

"(...) Si tratta, però, di patriottismo di partito: i sindaci cantano le lodi dell’azione riformatrice del capo del partito al quale appartengono, facendo prevalere l’esigenza di schieramento, su una realistica valutazione dei contenuti della riforma. Questo porta il documento ad attribuire alla riforma pregi e virtù che non esistono, a costo di piegare la verità ad interessi di partito. (...).

Lasciamo perdere le banalità sulla semplificazione del procedimento legislativo (che viene semplificato tanto che si passa da una norma di 9 parole sul procedimento di formazione delle leggi ad una di 440 parole) e della riduzione dei costi della politica (chiediamoci quanto ci costano gli sprechi di Palazzo Chigi), il problema vero, se si giudica la riforma dal punto di vista delle autonomie territoriali è questo: la riforma valorizza o piuttosto schiaccia le autonomie locali, riportando nella competenza esclusiva dello Stato materie di specifico interesse regionale come il governo del territorio? (...)

Domenico Gallo e Alfiero Grandi
(Comitato nazionale del NO)

Francesco Baicchi
(coordinamento toscano dei Comitati per il NO)

............................

PREMESSO CHE:

Titolo V - "NUOVO" Art. 117
della Costituzione italiana
da sottoporre a referendum
nel prossimo autunno 2016

(...)

Lo Stato ha legislazione esclusiva
nelle seguenti materie:

(...)

u) disposizioni generali e comuni sul governo del territorio; sistema nazionale e coordinamento della protezione civile;

v) produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell'energia;

z) infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e di navigazione d’interesse nazionale e relative norme di  sicurezza, porti e aeroporto civili, di interesse nazionale e internazionale

(...)
......................
 
 
oltre alle numerosissime competenze ex-regionali ora "esclusivamente" statali, nel nuovo art. 117 è stata introdotta - a favore del governo centrale - anche la:
 

"CLAUSOLA VAMPIRO"
 

Così recita il "NUOVO" ART. 117

DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE

RENZI -BOSCHI:


"(...) Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale."


COMMENTO DELLA
REDAZIONE DEL BLOG


Utilizzando la "CLAUSOLA VAMPIRO" il Governo centrale potrà fare "tutto ciò che vuole" imponendo ai territori i suoi "desiderata", ANCHE NELLE MATERIE  DI NON ESCLUSIVA COMPETENZA STATALE, OSSIA NELLE MATERIE CHE LA COSTITUZIONE AFFIDA ALLE REGIONI.

Con il principio costituzionale della "supremazia dello Stato" contenuto nella "CLAUSOLA VAMPIRO"  il territorio friulano subirà tutto ciò che Roma deciderà di imporre e non potrà mettere il becco se il Governo centrale richiamerà il principio costituzionale "della tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale".

E poco importa che questa clausola non sia stata "ANCORA" inserita anche nell'art. 116 (regioni a statuto speciale) - il Governo di turno potrà sempre farlo agevolmente in futuro con "un Parlamento di nominati"  con l'Italicum! - perché l'orientamento del Governo Renzi è quello di centralizzare il più possibile violentando la Costituzione  e il  fondamentale PRINCIPIO AUTONOMISTICO contenuto nell'art. 5 della Costituzione italiana, principio che con la "clausola vampiro" viene cancellato. 

E nello riscrivere lo Statuto di autonomia della nostra regione, il Governo centrale avrà buon gioco nel ridurre anche gli attuali margini di autonomia speciale stante la pochezza dei nostri rappresentanti politici eletti nelle file dei partiti italiani, l'esistenza della "clausola vampiro" e i tanti “patrioti partitici” renziani che siedono in Parlamento e "nominati" con una legge elettorale dichiarata incostituzionale (il Porcellum).  

Del resto non è credibile che Debora Serracchiani, attuale Vice Segretaria nazionale del Partito Democratico, si opponga ai "desiderata" del Segretario nazionale del “suo” partito (Matteo Renzi), e faccia gli interessi della nostra regione...

...................

 
Queste le dichiarazioni alla stampa
dei PATRIOTI PARTITICI
eletti nella nostra regione!


ETTORE ROSATO

capogruppo del Pd alla Camera 


Di seguito le dichiarazioni del parlamentare “triestino” Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera, in una intervista pubblicata sul quotidiano IL PICCOLO di Trieste il 15 agosto 2016

Titolo - Rosato: «Un sì per rendere l’Italia più moderna ed efficiente»

(…) Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera, ripropone convinto l’aut aut con cui il Pd renziano si sta avvicinando al referendum: «Se vincesse il no l’Italia perderebbe un’enorme occasione di ammodernarsi e la politica di essere credibile». (…)

Domanda del giornalista: C’è chi parla di ritorno al centralismo.


Risposta di Ettore Rosato:

Falso. Il Senato delle Regioni non sarà un dopolavoro e il regionalismo diventerà più forte: le Regioni coi bilanci in ordine avranno più competenze e le speciali sono pienamente tutelate, anche se su quest’ultimo punto c’è stato in effetti dibattito acceso. Ma era opportuno porre fine a conflitti di competenza fra Stato e Regioni: troppi ritardi e contenziosi nelle decisioni.


 
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DEBORA SERRACCHIANI

Presidente della
regione ad "autonomia speciale" Friuli – Vg

e Vice Segretario nazionale
del Partito Democratico


Dal quotidiano IL MESSAGGERO VENETO (Ud)

15 agosto 2016

"Cecotti sbaglia -
Autonomia salva"


di Mattia Pertoldi



1

(...) Domanda del giornalista: E perché allora è stata inserita in Costituzione la clausola della supremazia a favore dello Stato?

 Risposta di Debora Serracchiani: "Premettendo che nemmeno in questo caso si applica alle Regioni Autonome, resto convinta che esistano temi strategici come le grandi infrastrutture o il turismo, che hanno bisogno di indirizzi unitari.



COMMENTO DELLA

REDAZIONE DEL BLOG


No, Sergio Cecotti ha pienamente ragione! E' in atto a Roma una pesantissima operazione politica di svuotamento delle competenze esclusive regionali (INCLUSE LE REGIONI AD AUTONOMIA SPECIALE!) e una fortissima "neo-centralizzazione" di competenze regionali nello Stato.

Scrivere che la "clausola vampiro" non varrà anche per la nostra regione significa dimenticare la vicenda dell'elettrodotto AEREO Terna, elettrodotto che ha avuto recentemente l'O.K anche dalla Giunta regionale (Pd!!) Serracchiani nonostante una sentenza sfavorevole a Terna del Consiglio di Stato e il parere "pesantemente negativo" di un Ministero.

Prendiamo comunque atto ("resto convinta che esistano temi strategici come le grandi infrastrutture o il turismo, che hanno bisogno di indirizzi unitari") che anche la Serracchiani è favorevole al nuovo spaventoso neo-centralismo statale targato Matteo Renzi, nonostante sia la Presidente di una Regione ad autonomia speciale.

Sergio Cecotti guarda lontano
e non sbaglia!

Il "patriottismo di partito" di Debora Serracchiani evidentemente viene prima degli interessi della nostra regione.... ad autonomia speciale.....si fa per dire!!!                  

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8 commenti:

  1. Ettore Rosato:

    "TRIESTE. «Se falliamo, non so chi potrà assumersi in futuro la responsabilità di cambiare la Costituzione». "
    ...........

    COMMENTO:

    Dopo Renzi..... il diluvio universale?
    Suvvia non si facciano affermazioni idiote! La Costituzione è già stata più volte modificata e, fino a prova contraria, Renzi "non cammina ancora sulle acque..."

    E Rosato sarebbe il capogruppo del Pd alla Camera? Figurati gli altri....

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  2. Dal sito internet
    www.referendumcostituzionale.online

    da "CHI SIAMO"

    Il Senato ha votato il testo della legge costituzionale di cui al d.d.l. Renzi-Boschi 1429 S. e 2613/b C. e il governo Renzi è intenzionato a farla approvare al più presto.

    Contando sulla possibilità che si svolga il referendum previsto dall’articolo 138 della Costituzione è stato costituito il “Comitato per il NO nel referendum sulle modifiche della Costituzione” il 30 ottobre 2015 a Roma, nella forma di Associazione presso il notaio Atlante.

    Il Comitato per il NO nel referendum previsto dall’articolo138 si è costituito sulla base della seguente piattaforma politica:

    Il disegno di legge costituzionale Renzi-Boschi di riforma della Parte II della Costituzione dissolve l’identità della Repubblica nata dalla Resistenza. È inaccettabile per il metodo e per i contenuti e lo è ancor di più in rapporto alla legge elettorale (52/2015) già approvata.

    Nel metodo: è stato costruito per la sopravvivenza di un governo e di una maggioranza privi di qualsiasi legittimazione sostanziale dopo la sentenza con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del «Porcellum». Molteplici forzature di prassi e regolamenti hanno determinato in parlamento spaccature insanabili tra le forze politiche, portando all’approvazione da parte di possibili maggioranze raccogliticce e occasionali, rese unicamente dal premio di maggioranza dichiarato illegittimo.

    Nei contenuti: la cancellazione della elezione diretta dei senatori, la drastica riduzione dei componenti — lasciando immutato il numero del deputati — la composizione fondata su persone selezionate per la titolarità di un diverso mandato (e tratta da un ceto politico di cui l’esperienza dimostra la prevalente bassa qualità) colpiscono irrimediabilmente il principio della rappresentanza politica e gli equilibri del sistema istituzionale.

    (CONTINUA)

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  3. Dal sito internet
    www.referendumcostituzionale.online

    da "CHI SIAMO"

    (SECONDA PARTE)

    "Non basta l’argomento del taglio del costi, che più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse.

    Né basta l’intento dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, smentito dal complesso e farraginoso procedimento legislativo, e da un rapporto stato-Regioni che solo in piccola parte realizza obiettivi di razionalizzazione e semplificazione, determinando per contro rischi di neo-centralismo.

    Il vero obiettivo della riforma è lo spostamento dell’asse istituzionale a favore dell’esecutivo.

    Una prova si trae dalla introduzione in Costituzione di un governo dominus dell’agenda dei lavori parlamentari.

    Ma ne è soprattutto prova la sinergia con la legge elettorale «Italicum», che aggiunge all’azzeramento della rappresentatività del senato l’indebolimento radicale della rappresentatività della camera dei deputati. Ballottaggio, premio di maggioranza alla singola lista, soglie di accesso, voto bloccato sui capilista consegnano la camera nelle mani del leader del partito vincente — anche con pochi voti - nella competizione elettorale, secondo il modello dell’uomo solo al comando.

    Ne vengono effetti collaterali negativi anche per il sistema di checks and balances.

    Ne risente infatti l’elezione del capo dello Stato, dei componenti della corte costituzionale, del Csm.

    E ne esce indebolita la stessa rigidità della Costituzione.

    (CONTINUA)

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  4. Dal sito internet
    www.referendumcostituzionale.online

    da "CHI SIAMO"



    (TERZA PARTE)

    "La funzione di revisione rimane bicamerale, ma i numeri necessari sono alla Camera artificialmente garantiti alla maggioranza di governo, mentre in Senato troviamo membri privi di qualsiasi legittimazione sostanziale a partecipare alla delicatissima funzione di modificare la Carta fondamentale.

    L’incontro delle forze politiche antifasciste in Assemblea costituente trovò fondamento nella condivisione di essenziali obiettivi di eguaglianza e giustizia sociale, di tutela di libertà e diritti. Sul progetto politico fu costruita un’architettura istituzionale fondata sulla partecipazione democratica, sulla rappresentanza politica, sull’equilibrio tra i poteri. Il disegno di legge Renzi-Boschi stravolge radicalmente l’impianto della Costituzione del 1948, ed è volto ad affrontare un momento storico difficile e una pesante crisi economica concentrando il potere sull’esecutivo, riducendo la partecipazione democratica, mettendo il bavaglio al dissenso. Non basta certo in senso contrario l’argomento che la proposta riguarda solo i profili organizzativi.

    L’impatto sulla sovranità popolare, sulla rappresentanza, sulla partecipazione democratica, sul diritto di voto è indiscutibile.

    Più in generale, l’assetto istituzionale è decisivo per l’attuazione dei diritti e delle libertà di cui alla prima parte, come è stato reso evidente dalla sciagurata riforma dell’articolo 81 della Costituzione.

    Bisogna dunque battersi contro questa modifica della Costituzione.

    Ora facendo mancare il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti in seconda deliberazione.

    E poi con una battaglia referendaria come quella che fece cadere nel 2006, con il voto del popolo italiano, la riforma — parimenti stravolgente — approvata dal centrodestra.

    Per queste ragioni il Comitato per il No nel referendum sulle modifiche della Costituzione ritiene che occorra impedire che questa “riforma” cambi il volto costituzionale delle nostra Repubblica. Su queste basi si è proceduto a costituire Il Comitato per il NO nel referendum costituzionale che si propone dí difendere i principi della vigente Costituzione Repubblicana; e si propone inoltre di promuovere nelle forme previste il referendum previsto dall’art. 138 Cost. contro la legge costituzionale di cui al d.d.l. Renzi-Boschi 1429 5. e 2613 – b C. qualora questa venisse definitivamente approvata, sempre che nel frattempo le Camere non abbiano eliminato o modificato gli articoli palesemente contrari ai principi supremi della Costituzione che al momento la caratterizzano”.

    (CONTINUA)

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  5. Dal sito internet
    www.referendumcostituzionale.online

    da "CHI SIAMO"

    (QUARTA PARTE)

    "A questo scopo si è costituita una Associazione senza scopo di lucro denominata:

    “Comitato per il No nel referendum sulle modifiche alla Costituzione”.

    La associazione è stata promossa dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale.

    SEDE LEGALE: Roma, Corso d’Italia 97, presso lo studio dell’avvocato Pietro Adami.

    La associazione è regolata dallo statuto ed ha come scopo immediato quello di promuovere la vittoria dei NO nel futuro referendum costituzionale.

    Il consiglio direttivo dell’Associazione “Comitato per il No nel referendum costituzionale” è composto da:

    Gustavo Zagrebelsky (presidente onorario), Alessandro Pace (presidente), Pietro Adami, Alberto Asor Rosa, Gaetano Azzariti, Francesco Baicchi, Vittorio Bardi, Mauro Beschi (comitato esecutivo), Felice Besostri, Francesco Bilancia, Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare, Sergio Caserta, Antonio Caputo, Francesca Chiavacci, Claudio De Fiores, Riccardo De Vito, Carlo Di Marco, Antonio Di Pietro, Giulio Ercolessi, Anna Falcone (vice presidente), Antonello Falomi (tesoriere), Gianni Ferrara, Tommaso Fulfaro (cassiere), Domenico Gallo (comitato esecutivo), Alfonso Gianni, Alfiero Grandi (vice presidente vicario), Maurizio Landini, Raniero La Valle, Paolo Maddalena, Giovanni Palombarini, Vincenzo Palumbo, Francesco Pardi, Livio Pepino, Antonio Pileggi, Marta Pirozzi, Ugo Giuseppe Rescigno, Stefano Rodotà, Franco Russo, Giovanni Russo Spena, Cesare Salvi, Mauro Sentimenti, Carlo Smuraglia (comitato esecutivo), Enrico Solito, Armando Spataro, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Mauro Volpi."
    ..............

    FINE DOCUMENTO

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  6. nr. 25 di GNOVIS - anno 2016
    Stampa della "Associazione identità e Innovazione"

    PRIMA PARTE

    La intervista della Serracchiani La Presidente e Vicesegretaria Debora Serracchiani ha rilasciato il giorno di Ferragosto al “Messaggero Veneto” una intervista zeppa di imprecisioni e di affermazioni inaccettabili, che dimostrano oltretutto le difficoltà in cui si trova per i gravi errori commessi nell’intera Regione e soprattutto nelle città di Trieste e di Pordenone dove il Partito democratico e i suoi candidati hanno subito una sonora sconfitta. Crediamo che il commento diffuso da Gianfranco MORETTON, già assessore regionale alle infrastrutture della Giunta di centro sinistra di Riccardo Ily sia il più calzante e che merita di riportare, perché coincide perfettamente con il nostro pensiero, a parte qualche questione di stile.

    SANITA'
    Le fandonie di Serracchiani non reggono di fronte alla realtà attuale dei fatti. Il csc (centro servizi condivisi) cominciò a operare nel 2005 (giunta Illy), prima esperienza regionale in Italia, ottenendo risparmi notevolissimi. Quindi perché oggi Serracchiani partendo proprio da quelle siringhe addita essere la novità del 2016? Sulla sanità in generale l'altra sua bugia è che se qualcuno avesse voglia e tempo di leggere i costi si accorgerebbe che proprio nel periodo di Serracchiani le risorse si sono spostate dal territorio all'ospedale. Quindi, nella realtà dei fatti Serracchiani ha fatto esattamente il contrario di ciò che afferma. Sul 118 bene fa lo Stato a evitare fughe in avanti improvvisate delle diverse Regioni essendo un servizio che deve avere una uniformità nazionale perché l'emergenza è necessaria per la tutela della vita delle persone. Perciò la Presidente sappia che la questione delle emergenze non ha niente a che fare con l'autonomia regionale! Come sempre Serracchiani evidenzia quel che ha da esser fatto ma dimentica che la riforma ha già ben due anni di vita e i risultati non sono solo mediocri ma, a dati di fatto, preoccupano prima di tutto i cittadini del fvg senza contare le notevoli proteste manifestate dagli operatori sanitari.
    (CONTINUA)

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  7. nr. 25 di GNOVIS - anno 2016
    Stampa della "Associazione identità e Innovazione"

    SECONDA E ULTIMA PARTE



    TERZA CORSIA
    Dopo tre anni abbondanti di Governo regionale, Serracchiani, Commissaria straordinaria, a parte i soldi (160 milioni) avuti dallo Stato e ciò va senz'altro a suo merito, non ha realizzato neanche un km di asfalto. Ma ciò che è grave è che presto scadrà la concessione (marzo 2017) e la procedura di trasformazione in house di Autovie Venete per mantenerne la gestione, è ferma al palo, con il Consiglio regionale che non è neanche stato coinvolto. Banda larga Iniziativa progettuale ideata, realizzata e finanziata ancora dal Governo Illy, rallentato dal Governo Tondo per scelte politiche non adeguate. Solo ora si porterà a completamento ciò che abbiamo fatto noi. Quindi Serracchiani ha ben poco di cui auto compiacersi.

    ITALICUM
    Affermare che è una buona legge è grottesco! Se per Serracchiani dare il 55% del Parlamento al Partito che consegue anche solo il 25/30% dei consensi è positivo, vuol dire che storpia gravemente il concetto di democrazia preferendolo a un subdolo autoritarismo!

    REREFENDUM COSTITUZIONALE
    In questa materia, Serracchiani, dimostra di non avere a cuore la sorte della nostra Regione. Affermare che l'autonomia regionale è salva è una gran falsità. Forse non si è consultata con il Presidente del Consiglio Renzi il quale ritiene che la riforma fa chiarezza perché riaccentra allo Stato poteri e competenze che prima erano delle Regioni. Altra disattenzione di Serracchiani: anche oggi con la Costituzione e lo Statuto attuali, le riforme dello Statuto devono avvenire previa consultazione della regione ai fini della intesa. Quindi la riforma non ha inventato nulla di nuovo. Già la legge costituzionale del 2001 sanciva che alle regioni a statuto speciale si sarebbero applicate SOLO le norme più favorevoli. Invece ora stabilisce che le nuove norme non si applicano però sino all'adeguamento degli statuti speciali bontà loro, d'intesa con le regioni. È una norma ambigua che non lascia margini alla difesa delle autonomie speciali. Infatti é risaputo che non godono nella mente del premier Renzi di molta considerazione.
    ...............

    FINE DELL'ARTICOLO

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  8. DA:

    http://www.primocanale.it/notizie/-referendum-costituzionale-voto-no-anche-perch-la-camera-resta-pletorica--
    175118.html

    "(...) IL SENATO NON VIENE ABOLITO: VIENE ELIMINATO IL VOTO DEI CITTADINI PER I SENATORI. A eleggere i senatori saranno i consiglieri regionali (e il Presidente della Repubblica). È solo uno specchietto per le allodole l’affermazione per cui l’elezione dei senatori da parte dei consigli regionali debba avvenire – peraltro limitatamente ai 74 consiglieri regionali – “in conformità delle scelte degli elettori”."

    Il nuovo Senato sarà composto da 74 consiglieri regionali, 21 sindaci, 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica per 7 anni e gli ex Presidenti della Repubblica. Così diventa, in sostanza, un “dopolavoro” per sindaci e consiglieri regionali, senza che sia previsto nessuno degli strumenti per assicurare una effettiva rappresentanza delle istituzioni territoriali. La Liguria poi, sarà oltremodo penalizzata in quanto potrà esprimere solo 2 senatori. (...)

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