martedì 16 febbraio 2016

UNITA' TERRITORIALI INTERCOMUNALI (UTI): COSTITUZIONE ITALIANA E ARROGANZA PARTITICA


REGIONE FRIULI-VG

UTI

UNITA' TERRITORIALI INTERCOMUNALI


COSTITUZIONE ITALIANA

E ARROGANZA “PARTITICA”

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COSTITUZIONE ITALIANA
(OMISSIS)

PRINCIPI FONDAMENTALI

(art. 1 – 12)

ART. 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

(OMISSIS)

ART. 5.
 
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.



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E' QUESTO IL NUOVO
ART. 1
DELLA COSTITUZIONE ITALIANA,
 PER LA GIUNTA REGIONALE
DEL FRIULI-VG?


ART. 1

L’Italia è una Repubblica oligarchica, fondata sui partiti politici governativi.

La sovranità appartiene ai partiti politici governativi.

E' abrogato l'art. 5 della Costituzione italiana, Principi fondamentali.
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dal sito on-line del settimanale

LA VITA CATTOLICA


Uti al via il 15 aprile con chi ci sta. Per chi dice no, taglio dei fondi   

15.02.2016
O aderisci volontariamente all'Uti o ti taglio i fondi.
Suonano più o meno così, in parole povere, gli emendamenti al disegno di legge n. 136 sul riordino delle funzioni provinciali, approvato a maggioranza oggi, con il fronte di centrosinistra favorevolmente compatto, mentre centrodestra e Movimento 5 Stelle votavano no. Tra i cambiamenti, sicuramente la costituzione del Capo IV bis ha registrato la maggior parte degli interventi in quanto prevede la costituzione di diritto (ex lege) delle Uti dal 15 aprile 2016 tra i Comuni che a quella data abbiano approvato lo statuto della costituenda Unione. Inoltre l'avvio delle funzioni associate, da parte delle Uti, passa al primo luglio 2016, data in cui è fissata anche la decorrenza dell'operatività delle Uti. La costituzione ex lege opera anche tra i Comuni della Comunità montana della Carnia e del Consorzio comunità collinare che abbiano approvato lo statuto della rispettiva Uti, se nel frattempo tali enti non si siano trasformati in Unione. Una volta costituite, le Uti possono adattare il proprio statuto alle necessità derivanti dalla difformità della loro composizione rispetto alle previsioni del Piano di riordino territoriale (Prt). L'esercizio associato della funzione in materia di servizi sociali dei Comuni da parte delle Uti avrà luogo dalla realizzazione del Prt sull'intera regione, ciò per evitare la frammentazione dei servizi sociali.
Alla volontarietà dell'adesione alle Uti (fino ad ora era obbligatoria, con tanto di commissariamento "ad acta" per chi non provvedeva agli atti necessari) ha però un risvolto importante: la Giunta regionale interviene agendo sulle quote di perequazione del Fondo ordinario transitorio per le Uti istituito nella LR 18/2015: la quota di perequazione è concessa dal 2016 ai Comuni delle Uti che abbiano approvato lo statuto entro il 15 aprile 2016, mentre a quei Comuni che entrano in una Uti dopo il 15 aprile 2016 è concessa dall'anno successivo a quello di adozione della delibera di ingresso. Insomma, o si aderisce nei tempi stabiliti o si resta a bocca asciutta.
Il Fondo transitorio, oggi pari a 19.125.500 euro per il triennio 2016-1018, di cui 5.613.500 euro per l'anno 2016 e 6.756.000 per ciascuno degli anni 2017 e 2018 (così stabilito nella legge di stabilità, ovvero la LR 34/2015), è abbassato a 16.860.000 euro totali e a 3.348.000 euro per il 2016. Così come alle Comunità montane, fino alla loro soppressione è assegnato un Fondo straordinario, per l'anno 2016, non più di 1.082.500 euro ma di 3.348.000.

La Giunta scavalca il Tar e ignora le richieste di mediazione
Grande perplessità desta il fatto che la Giunta regionale forzi la mano prima che il Tar del Friuli-Venezia Giulia possa esprimersi sui ricorsi presentati da numerosi comuni sulla legittimità delle Uti. Importanti udienze sono attese a marzo.
Ignorate anche numerose iniziative di mediazione...(...)
        
     
 

3 commenti:

  1. IN SINTESI:

    La Giunta regionale VUOLE IMPORRE LE UTI, ormai diventate una "bandiera da sventolare a Roma". Poco importa lo spaventoso caos amministrativo già in atto, che il TAR debba ancora emettere la sua sentenza e che il Friuli sia stato del tutto destrutturato...

    Poco importa che ci sia una lunghissima fila di cittadini che pazientemente aspettano per apporre la loro firma per la richiesta del referendum che proporrà al cittadino se è d'accordo sulla abolizione delle UTI e della legge regionale 26/2014 (riforma enti locali)....

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  2. DAL SITO DELLA REGIONE FRIULI-VG

    http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=418292

    Comunicati Agenzia Consiglio Notizie

    LN: Zilli, falsa partenza Uti, Giunta non ascolta istanze territori

    15 Febbraio 2016, ore 17:30

    (ACON)Trieste, 15 feb - COM/MPB

    "Nonostante da più parti si levi il malcontento sulla riforma degli enti locali, l'assessore Panontin oggi ha portato in Commissione gli emendamenti che rendono operativo il sistema delle Uti "a doppia velocità". Questa è in tutto e per tutto la conferma della sconfitta dell'asserito impatto riformatore che la Giunta Serracchiani voleva imporre al sistema degli enti locali della Regione. Di fronte alla pioggia di critiche rivoltegli, l'assessore Panontin cerca maldestramente di glissare l'incostituzionalità dei commissariamenti, ricattando i comuni ribelli, chiudendo loro il rubinetto dei finanziamenti".

    Così interviene Barbara Zilli (LN) a margine dell'esame in V Commissione, dove oggi è stato discusso il ddl 136 sul riordino delle funzioni provinciali, che ha visto accendersi lo scontro politico sulla presentazione da parte dell'assessore Panontin degli emendamenti salva-Uti.
    "E' stata ignorata la mia richiesta di procedere all'audizione degli enti rappresentativi delle istituzioni locali, dei sindacati, delle minoranze linguistiche. Ecco la falsa partenza delle Uti - dice Zilli - attraverso proroghe, deroghe e avvio di Unioni a doppia velocità; le questioni poste sono state diverse, a partire appunto dalla mancata condivisione delle norme con gli enti attuatori della riforma. "Sono un centinaio i sindaci che hanno espresso in vari modi le loro forti e marcate critiche e perplessità alla legge 26, chiedendo di rivedere termini, modi e funzioni delle Unioni, senza avere alcun riscontro".

    "La diabolica trovata dell'assessore Panontin finirà per ridurre alla canna del gas i Comuni e i territori che non saliranno sul carrozzone delle Uti entro il 15 aprile 2016: come si può pensare di escludere dal fondo di perequazione e dagli investimenti i comuni dissidenti? Per confermare la fragilità della riforma, ecco un esempio: lasciare inalterati gli ambiti socio-assistenziali rispetto ai confini delle nuove Uti, crea un caotico groviglio di competenze, un mostro con buona pace della semplificazione amministrativa".

    Spinosa altresì la questione procedurale riguardo agli emendamenti.
    "Emendamenti proposti insieme al collega Ciriani, che abrogavano la legge 26 o che eliminavano l'obbligo di adesione alle Uti e i commissariamenti sono stati bocciati in Aula a dicembre in sede di Finanziaria. A norma di regolamento consiliare, per almeno sei mesi dalla bocciatura non è più possibile portare ai voti il medesimo oggetto di discussione.

    "Quando ho sollevato la questione, c'è stato l'imbarazzo dell'intera Commissione: le regole valgono per tutti e mi aspetto una risposta confortante dagli uffici".
    Zilli attacca anche direttamente la presidente della Regione:

    "Se siamo arrivati a questo scontro, la prima responsabile è proprio lei, che non ha voluto ascoltare opposizioni e territorio sulla riforma degli Enti Locali, che così dopo essere nata male, finirà ancora peggio, distruggendo un tessuto territoriale caratterizzato da un buon esercizio dell'azione amministrativa".

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  3. "O aderisci volontariamente all'Uti o ti taglio i fondi."

    Che strano questo concetto di "volontarietà" !!! Tipico dei regimi autoritari. Ma l'Italia è ancora un paese democratico?

    Ai Comuni regionali dovrebbe essere offerta la possibilità di scegliere tra "Unione dei Comuni" e "convenzioni tra Comuni", come prevede la legge nazionale Delrio. Ma con la legge regionale 26/2014 (riforma enti locali) così invece non è. Non solo i Comuni non possono scegliere, ma tutte le Convenzioni tra Comuni da anni e anni già esistenti in regione sono state abrogate e sostituite con "qualcosa" (le UTI) elaborato a tavolino in qualche ufficio regionale e poi IMPOSTO DALL'ALTO con la minaccia dei Commissari e di tagli consistenti di fondi: ma siamo in Romania al tempo della dittatura o in una regione di un paese (Italia) che all'articolo 1 della Carta Costituente della Repubblica italiana, così recita: "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione"?

    Crediamo sia una domanda su cui tutto il popolo friulano dovrebbe meditare...

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