giovedì 20 agosto 2015

RIFORMA ENTI LOCALI - FERMIAMO LO SCEMPIO ISTITUZIONALE!


REGIONE

RIFORMA ENTI LOCALI

PANONTIN-SERRACCHIANI



FERMIAMO LO

SCEMPIO ISTITUZIONALE

e una mentalità aziendalistica!


 
"(…) la furia riformatrice non può calpestare impunemente l’identità territoriale, i diritti tutelati dalla Costituzione e il ruolo dei sindaci, eletti dai cittadini ma trattati da questa giunta come zerbini e ridotti a una funzione meramente contemplativa. (...)"



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pubblicato sul quotidiano
Il Messaggero Veneto (Ud)
 

 
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Costituzione italiana
 
art. 114
 
 La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.

Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento.
 
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STATUTO SPECIALE DELLA REGIONE AUTONOMA FRIULI - VENEZIA GIULIA



Legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1

e successive modifiche ed integrazioni

TITOLO II

Potestà della Regione

Capo I - Potestà legislativa

Art. 4

In armonia con la Costituzione, con i principi generali dell’ordinamento giuridico della Repubblica (1), con le norme fondamentali delle riforme economicosociali e con gli obblighi internazionali dello Stato, nonché nel rispetto degli interessi nazionali e di quelli delle altre Regioni, la Regione ha potestà legislativa nelle seguenti materie:

1) ordinamento degli Uffici e degli Enti dipendenti dalla Regione e stato giuridico ed economico del personale ad essi addetto;

1-bis) ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni (2);

omissis
 
..........................


Una domanda all'Assessore PANONTIN
 
E LO SPAVENTOSO NUMERO DEI DIPENDENTI DEL COMUNE DI TRIESTE?
 
E LO SPAVENTOSO NUMERO DEI DIPENDENTI DELLA MINUSCOLA PROVINCIA DI TRIESTE?
 
TUTTO O.K. ASSESSORE PANONTIN?

TRIESTE E' INTOCCABILE?
 

SOLO I PICCOLI COMUNI FRIULANI
 
SONO UNO SPRECO?
 
 
LA REDAZIONE DEL BLOG
 
 

7 commenti:

  1. Non servono le FUSIONI DEI COMUNI, è sufficiente, come già esistono da anni in Friuli, i Consorzi di Servizi tra Comuni.

    Consorzi di servizi creati proprio con la finalità di gestire in comune polizia comunale, uffici tecnici e quant'altro è gestibile in comune.

    E tutto ciò esiste già da anni tra molti Comuni friulani.

    E LE POCHISSIME FUSIONI DI COMUNI GIA' ISTITUITE IN FRIULI, SONO STATE "COMPRATE" DALLA REGIONE CON FINANZIAMENTI REGIONALI "PLURI-MILIONARI"!

    E il numero super-extra-large dei dipendenti del Comune di Trieste e della Provincia di Trieste? NEMMENO SE NE PARLA!

    TRIESTE L'INTOCCABILE?

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  2. E tra i diritti tutelati dalla Costituzione ci sono anche i diritti linguistici e identitari delle minoranze linguistiche che vivono in Regione e sempre SISTEMATICAMENTE dimenticate in questa Regione: 600 mila friulanofoni, circa 50 mila slovofoni e qualche migliaio di germanofoni. Ossia la MAGGIORANZA degli abitanti della Regione FRIULI - vg

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  3. E se invece del numero degli abitanti di ogni Comune consideriamo l'estensione territoriale in chilometri quadrati?

    Oltretutto è un parametro importante anche se è ovvio che per la lobby triestina esiste solo il requisito numero di abitanti, requisito favorevole alla città alabardata.

    Allora le cose cambiano e anche moltissimo, come leggiamo sulla stampa:

    FRIULI:
    1) Tarvisio 208 kmq
    2) Claut 165
    3) Moggio Udinese 142
    4) Tramonti di Sopra 125
    5) Malborghetto Valbruna 124
    6) Resia 119
    7) Aviano 113
    8) Grado 111
    9) Barcis 103
    10) Cimolais 100

    E Trieste? SOLO sedicesima con 85 kmq!

    Ma stranamente questo parametro SFAVOREVOLE a Trieste non è minimamente tenuto in considerazione....

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  4. E' del tutto evidente che quando la popolazione è CONCENTRATA in 85 kmq, come a Trieste, la gestione dei servizi è semplice e poco costosa.

    Il discorso cambia totalmente quando il territorio da gestire, con le sue frazioni, è sparso su 208 kmq, le gestione dei servizi diventa più complessa e dispendiosa.....

    La Regione ne tiene conto? Suvvia, siamo seri....

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  5. Ai gravi problemi economici che hanno investito la regione che si trova nei piani bassi tra tutte le regione del Nord Italia, come risponde la Giunta Serracchiani?

    Con riforme "foglia di fico" come la cancellazione delle Province e la Fusione "coatta" dei Comuni, sventolando risparmi del tutto inesistenti.

    Non sarà certo la fusione dei Comuni friulani a risolvere i gravi problemi occupazionali della nostra regione. Ma questa assurda riforma serve a distogliere i cittadini dai VERI problemi regionali.....

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  6. Dal sito internet del quindicinale degli sloveni della Provincia di Udine "DOM.IT"

    "Lo statuto dell’Unione intercomunale (Uti) del Natisone sarà approvato da un commissario ad acta nominato dalla Regione. Il provvedimento si è reso necessrio dopo che la conferenza dei sindaci dei 17 comuni facenti parte dell’Unione, riunitasi a Cividale il 20 agosto, si è risolta con un nulla di fatto. Sette sono stati i voti favorevi alla bozza di statuto: Buttrio, Cividale, Manzano, Remanzacco, San Giovanni al Natisone, Savogna e Stregna. Sette i contrari, tutti Comuni che hanno presentato al Tar ricorso contro la legge regionale di riforma delle autonomie locali: Corno di Rosazzo, Grimacco, Prepotto, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone e Torreano. Astenuti Moimacco e Premariacco. Assente Drenchia, firmataria del ricorso al Tar e sostenitrice di un’unione delle vali del Natisone e del Torre. La bozza di statuto presentata al voto aveva l’intestazione trilingue «Statuto Unione Territoriale Intercomunale del Natisone – Statût Union Teritoriâl Intercomunâl dal Nadison – Statut Medobčinske Teritorialne Unije Nadiže», tra le finalità garantiva la tutela della minoranza slovena e prevedeva l’istituzione di un subambito «Valli del Natisone» per i Comuni di Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone e Stregna.

    http://www.dom.it/za-nedisko-unijo-bo-potreben-komisar_uti-natisone-commissario-in-arrivo/

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  7. Dal sito internet del quindicinale degli sloveni della Provincia di Udine, DOM.IT

    http://www.dom.it/tipajski-podzupan-berra-odstopil_berra-si-e-dimesso-no-a-questa-uti/

    20 agosto 2015

    TITOLO - Berra si è dimesso: «No all’Uti»

    "Bufera nell’amministrazione del Comune di Taipana. Lo statuto della nascente Unione territoriale intercomunale (Uti) del Torre ignora la minoranza linguistica slovena e trascura il territorio montano, Elio Berra non ci sta e rassegna le dimissioni da vicesindaco e assessore.

    Mantiene l’incarico di consigliere comunale, ma d’ora in poi voterà secondo coscienza.

    «Di sicuro il mio voto sarà contrario allo statuto dell’Uti. So bene che votare sì o votare no è la stessa cosa nei Comuni sotto i tremila abitanti, però tra qualche anno, quando si vedrà il disastro prodotto, potrò almeno dire: io non ho votato, sono stati altri a farlo», afferma al quindicinale Dom.

    Per la maggioranza che guida Taipana il colpo politico è forte. Berra è stato sindaco per quindici anni dal 1999 al 2014 (oltre che dal 1984 al 1985) e l’anno scorso, non potendosi ricandidare, era stato il promotore della lista «Uniti per rinascere» che ha vinto le elezioni con il sindaco Claudio Grassato.

    L’attuale primo cittadino è stato colto di sopresa dalle dimissioni del suo vice e annuncia di voler tentare di ricucire con Berra per mantenerlo in giunta. «È stato sindaco per tre mandati, nell’ultimo sono stato suo assessore e stamattina (20 agosto) mi sono trovato davanti alle sue dimissioni. È un uomo valido, al quale sono legato da rapporti che vanno oltre l’amministrazione. Voglio lasciargli la porta aperta».

    Da parte sua, Berra spiega al Dom: «Nella lettera che ho consegnato non c’è il motivo delle dimissioni, ma uno dei motivi che mi hanno spinto a fare un passo indietro è proprio lo statuto dell’Uti.

    Voglio dare un segnale, non possono costringermi a votare a favore dopo anni di commissariamento delle Comunità montane e di assenza di politiche per la montagna. In 14 anni ci hanno distrutti e adesso vogliono raccogliere i cocci nel cestino.

    Io non sono ancora un animale da circo pronto a obbedire agli ordini del padrone di turno. Nello statuto dell’Uti che si va ad approvare non c’è montagna, non c’è minoranza slovena, ma solo riferimenti generici.

    Che forza contrattuale possiamo avere, quando non valiamo niente? Nella vecchia Comunità montana Valli del Torre Taipana e Lusevera avevano garantito un posto nel direttivo, ora abbiamo un bel niente!».

    Replica Grassato: «È vero che con Berra sulle Uti abbiamo visioni diverse. Lui è contrario all’impostazione della riforma. Qualche perplessità ce l’ho anch’io, però la vedo come unica strada per salvare il Comune»."

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