DAL FRIULANO
AGLI ENTI LOCALI:
QUANTE IDEE BISLACCHE
di
ROBERTO MEROI
Davvero sono momenti difficili per l'economia mondiale e di conseguenza a risentirne sono tutti, Italia compresa, Friuli compreso. Nel caos e nella fretta si stanno elaborando tagli alla spesa che talvolta rasentano l'assurdo.
Da Roma, solerti funzionari ministeriali comunicano di aver scoperto che si potrebbe far risparmiare l'Italia in un modo tutto particolare: scavalcando l'articolo 6 della Costituzione italiana e mettendo in pratica una discriminazione tra minoranze linguistiche storiche superata da decenni.
Con la trovata che sul territorio italiano vanno considerate lingue minoritarie (e non dialetti) solamente quelle "straniere", da Roma parte un sì al tedesco e allo sloveno e un bel no al friulano. Vaglielo a spiegare che la lingua friulana è sancita e tutelata per legge sia dallo Stato italiano che dalla Regione a statuto speciale Friuli - Venezia Giulia!
Tuttavia, anche qui da noi non mancano i brillanti pensatori. Sicché, da Trieste è partita l'idea del secolo: eliminare tutte quattro le attuali Province e i Comuni al di sotto dei 10-15 mila abitanti.
La prima idea: una sparata populista (poco importa se le Province non si possono eliminare finché rimangono nella Costituzione italiana), ma anche tardiva in quanto partorita soltanto dopo aver saputo che il Governo Monti aveva decretato la soppressione della Provincia di Pordenone e di quella di Gorizia. Immantinente, viene decisa la costituzione di una Commissione speciale regionale con il compito di occuparsi della “ricognizione della normativa relativa agli enti provinciali”, e viene formata da un presidente pordenonese (Pedicini), dall'aquileiese Travanut, da un consigliere di Forgaria, da uno di Reana, e da cinque, dicasi cinque, consiglieri triestini. Da questi signori potrebbe, quindi, dipendere il destino delle tre Province friulane.
La seconda idea fa invece capire come, purtroppo, molti consiglieri e assessori che siedono in Regione siano tanto ma tanto... distratti. Qualora, infatti, si dovesse procedere alla cancellazione dei Comuni con una popolazione inferiore ai 10 mila abitanti, si salverebbero 2 su 6 in Provincia di Trieste, 3 su 25 in Provincia di Gorizia, 10 su 51 in Provincia di Pordenone, 8 su 136 (!) in Provincia di Udine. Se poi la mannaia taglia tutto della Regione dovesse far sparire anche i Comuni dai 10 ai 15 mila abitanti, ecco che, come per incanto, in tutto il Friuli-VG rimarrebbero in vita, oltre ai quattro capoluoghi, soltanto Monfalcone, Codroipo, e le "pordenonesi" Sacile, Cordenons, Azzano Decimo, Porcia e San Vito al Tagliamento. Undici città su duecentodiciotto!
Complimenti.
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L’articolo a firma di Roberto Meroi è stato pubblicato in prima pagina (continua in penultima pagina) sul quotidiano IL GAZZETTINO di Udine, martedì il 7 agosto 2012.
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