mercoledì 4 luglio 2012

VERGOGNA! LA GIUNTA REGIONALE DI RENZO TONDO RIPIANA I DEBITI DEI TEATRI TRIESTINI E DIMINUISCE I FINANZIAMENTI AL TEATRO "GIOVANNI DA UDINE" DI UDINE!


PERCHE’ LA GIUNTA REGIONALE DI RENZO TONDO RIPIANA I DEBITI DEI TEATRI TRIESTINI, NEL MENTRE CONTINUA A RIDURRE  I FINANZIAMENTI AL TEATRO “GIOVANNI DA UDINE” DI UDINE ?


La redazione del Blog

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LA LIRICA

NON DEVE SPARIRE

DA UDINE


di

ROBERTO MEROI


Forse non tutti conoscono o ricordano le vicissitudini che privarono Udine dell'ultimo suo teatro comunale nel 1963, e che poi fecero attendere gli udinesi 34 - dicasi trentaquattro! - anni prima che il “Giovanni da Udine” vedesse la luce. Quel inaudito vuoto teatrale, certamente imputabile a pastoie e beghe partitiche, fu causa di un gravissimo impoverimento culturale per Udine e il Friuli, perché spezzò l'importante tradizione lirica, sinfonica ed operettistica che il capoluogo friulano si era faticosamente e fieramente costruito nei decenni, in particolare con il Teatro Giacomo Puccini.

Una nuova primavera di rinascita musicale si credette possibile dal 18 ottobre 1997, con l'inaugurazione del Teatro Nuovo. Passati i primi momenti di euforia, ben presto si capì che sarebbero state vane le grosse aspettative sull'attività di una grande orchestra sinfonica che, accanto ad un valido coro, avrebbe potuto far spiccare il volo anche alla produzione in proprio della lirica.

Intervenne la politica e da Trieste fu tutto azzerato, a cominciare dall'Orchestra Filarmonica Udinese.

Udine dovette rassegnarsi ad importare spettacoli di produzione esclusiva del Teatro Giuseppe Verdi di Trieste con la benedizione della Regione. Era un boccone amaro, ma almeno due o tre opere all'anno al “Giovanni da Udine” arrivavano.

Evidentemente, non era ancora finita. La politica regionale era pronta ad una nuova mazzata e così è stato: un drastico taglio ai finanziamenti e quindi da oggi nessuna opera lirica al “Giovanni da Udine”.

Una notizia sconcertante, un fatto gravissimo e senza precedenti che umilia i friulani e che sta passando tra l'indifferenza generale di mass media e politici.

Ci sono i soldi per gli altri teatri in passivo come quelli triestini? Ci sono i soldi per anche il più piccolo sodalizio culturale? Ci sono i soldi per le maratone e per le regate veliche?

Perché non ci sono soldi per Udine? Mai!

La politica vuole lasciare chiuso o semi deserto un moderno teatro di oltre 1200 posti?

I finanziamenti per la lirica a Udine vanno ripristinati già da quest'anno. Si è ancora in tempo per rimediare. Gli udinesi aspettano di sentire in merito le rassicurazioni di De Anna e di Tondo, ma anche di Moretton e della Seracchiani.

Roberto Meroi

L’articolo è stato pubblicato in prima pagina, sul quotidiano IL GAZZETTINO di Udine, martedì 3 luglio 2012
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MA QUANDO
I FINANZIAMENTI
SERVONO
AI TEATRI TRIESTINI…

SI TROVANO SEMPRE!

RIPIANATO IL DEBITO DI BILANCIO DEL TEATRO VERDI DI TRIESTE PER UN MILIONE DI EURO!

FINANZIATO IL TEATRO ROSSETTI PER 150 MILA EURO!


Comunicati Agenzia Consiglio Notizie
Pdl: Bucci, da variazioni fondi a teatri Rossetti e Verdi di Trieste
4 Luglio 2012, ore 13:23
(ACON) Trieste, 4 lug - COM/AB - "Il Teatro Stabile Rossetti e il Teatro Verdi di Trieste riceveranno un finanziamento dalla manovra di assestamento del bilancio regionale grazie a un emendamento di Giunta presentato dall'assessore alle Finanze Sandra Savino".
Ad annunciarlo è il consigliere regionale del Pdl Maurizio Bucci a seguito dell'approvazione da parte dell'Aula dell'emendamento all'articolo 6 delle variazioni di bilancio.
"L'emendamento presentato dall'assessore Savino e approvato dall'Aula - rileva Bucci - prevede lo stanziamento di 150.000 euro a favore del Teatro Rossetti. Fondi che serviranno all'Ente per mantenere lo status di Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia; un milione di euro è stato invece stanziato per il Teatro Lirico Giuseppe Verdi che, a causa del rosso in bilancio, si trova in una situazione critica. L'emendamento approvato prevede un finanziamento utile a dare sollievo agli oneri che il Teatro stesso deve alla Regione".
"Un passo di vitale importanza - conclude Bucci - per il mantenimento della cultura teatrale nella nostra Regione e a Trieste, che sta attraversando un momento di grave crisi che ne minava la stessa sopravvivenza".


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6 commenti:

  1. DAL QUOTIDIANO "IL PICCOLO" DI TRIESTE -
    6 GIUGNO 2012

    Cosolini chiede alla Regione 5 milioni per i teatri cittadini

    Lo Stabile Rossetti ha un disavanzo di 300mila euro. Drammatica situazione per il Verdi sotto di 4,5 milioni. Piero Camber: non ci sono più soldi

    di Gabriella Ziani

    Seconda chiamata. Dopo i parlamentari, il sindaco ha convocato ieri mattina tutti i consiglieri regionali eletti a Trieste. Ci sono andati Camber (Pdl), Rosolen (Un’Altra Trieste), Zvech, Codega, Lupieri, Gabrovec (Pd), Kocijiancic (Sinistra arcobaleno). Solo un tema in campo: la situazione difficile e talora drammatica dei teatri, i finanziamenti da ripristinare, i debiti da coprire.

    I teatri triestini hanno avuto nel 2012 dalla Regione 375 mila euro in meno rispetto all’anno prima. Se ne chiede il ripristino. Lo Stabile Rossetti ha già manifestato un disavanzo di 300 mila euro più 200 mila dello scorso anno, ed era già andato a chiederli in Regione. Il caso peggiore è naturalmente la Fondazione teatro lirico Verdi, nonostante le cure severe del commissario Claudio Orazi. La cifra da coprire sarebbe di quasi 4,5 milioni.

    In totale dunque il conto a piè di lista che il sindaco ha consegnato alle buone cure dei consiglieri regionali supera i 5 milioni di euro.

    Ma le variazioni di bilancio sono state avviate ieri, e al momento non c’è una sola voce destinata ai teatri. Nonostante un ordine del giorno del dicembre 2011, proposto da Piero Camber (Pdl, presidente della commissione Cultura) e firmato da molti esponenti del centrosinistra.

    «Ho chiesto che specialmente si copra la perdita del Rossetti - afferma Cosolini -, che si recuperi quanto per mero errore non è stato dato allo Stabile sloveno, e ci si adoperi al massimo per il Verdi». Ma è proprio qui che non suona affatto una buona musica.

    «Le variazioni di bilancio - esordisce Camber -, interessano una cifra pari al 10% del bilancio totale della Regione, dunque piccola, si tratta di 100 milioni già impegnati su fondi di rotazione per le imprese e di altri 117 milioni teoricamente liberi, di fatto però impegnati pure quelli, perché con questa crisi esistono quasi solo lavoro, imprese, sociale, famiglie.

    Quanto al Verdi - prosegue il consigliere regionale e comunale -, per i debiti pregressi è quasi in stato di fallimento, ci sono 4 milioni di “rosso”, e ci sarà un nuovo taglio del Fus (Fondo unico per lo spettacolo, ndr) di 1 milione.

    L’assessore alla Cultura, De Anna, non ha accantonato un solo euro per il Verdi. Aspettava un piano di rientro, ma il problema sono i debiti del passato, e non si coprono con gli assestamenti di bilancio».

    Camber è soprattutto critico con la gestione: «Manca completamente il marketing, perché non si portano i crocieristi a visitare il teatro per 5 euro, più scuole a vedere il “dietro le quinte” a 3 euro, perché non ci sono un bookshop e gadget per ogni manifestazione, perché non si usa la terrazza per i brindisi di matrimonio? Perché non si ammoderna il repertorio con compagnie giovani?».

    Anche per il Rossetti cura drastica: «Spettacoli per bambini, i nonni ancora spendono, mentre gli adulti 60 euro per la terza replica di un musical non li danno più».

    Per Bruno Zvech (Pd) finanziare è «un atto dovuto, perché abbiamo votato quell’ordine del giorno e “pacta sunt servanda”, e quanto al Verdi il peso culturale che ha per tutta la regione merita uno sforzo collettivo.

    Immaginiamoci il danno d’immagine se chiudesse il Verdi». Sergio Lupieri (Pd): «Se non lo si risana, e il Verdi chiude, la Regione dovrà pagare ugualmente i costi. Meglio pagare per tenere aperto che per gestire un fallimento.

    Però è vero: va ridiscussa l’offerta culturale e serve più marketing».

    IL PICCOLO DI TRIESTE – 6 GIUGNO 2012

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/06/06/news/cosolini-chiede-alla-regione-5-milioni-per-i-teatri-cittadini-1.5206790

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  2. Situazione debitoria del teatro Verdi di Trieste.

    (…) La «situazione» è nota. Ed è tale da portare tecnicamente al commissariamento, che il ministro per legge dispone quando i conti economici di due esercizi consecutivi chiudano con una perdita nel complesso superiore al 30% del patrimonio, ovvero siano previste perdite di analoga gravità. Il bilancio consuntivo 2010 si è chiuso con un passivo di 4 milioni 108mila euro.

    Un rosso che ha indotto i revisori dei conti a inserire nella relazione inviata a Roma l’invito a valutare l’ipotesi di scioglimento del cda.

    Il debito patrimoniale del Teatro oggi è di 23 milioni di euro.

    A ciò va aggiunto che, a fronte di un 2009 che si chiuse con lievissimo attivo, per il 2011 si potrà aspirare al pareggio solo grazie a una quota straordinaria che il ministero dell’Economia dovrà versare quale esito di una pluridecennale battaglia legale con la Fondazione.

    In mancanza di questa voce, anche l’anno in corso segnerebbe un rosso di circa 3 milioni.

    A luglio e agosto il teatro ha affrontato un problema di liquidità - stipendi a rischio - risolto con un intervento del sindaco nei confronti delle banche che infine hanno mantenuto le linee di credito.

    Di qui lo scenario del commissariamento. Che in via teorica, per legge, potrebbe anche preludere allo scioglimento della Fondazione: ma «qualunque soluzione - precisa subito Cosolini dopo l’incontro con Galan - sarà finalizzata alla messa in sicurezza e al rilancio del Teatro». (…).

    8 ottobre 2011

    Dal quotidiano "IL PICCOLO" di Trieste

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2011/10/08/news/teatro-verdi-debiti-per-23-milioni-in-arrivo-un-commissario-1.980886

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  3. Non è ora di finirla di ripianare sistematicamente i debiti dei teatri triestini nel mentre i teatri delle altre tre Provincie friulane si vedono ridurre drasticamente i finanziamenti regionali?

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  4. A proposito, il giornalista Tommaso Cerno, così prontissimo "a mettere in croce" il teatro Giovanni da Udine a difesa di un suo amico giornalista, non ha nulla da dire sui buchi di bilancio dei teatri triestini?

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  5. TEATRO LIRICO VERDI DI TRIESTE: TEATRO POCO VIRTUOSO? PARE PROPRIO DI SI' !

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    Verdi “penultimo” teatro d’opera in Italia

    Trieste al fondo della classifica di “Classic Voice” davanti solo al Petruzzelli. È l’unica realtà con gli abbonati in calo.

    di Fabio Dorigo

    La Cenerentola nell’anno del bicentenario di Verdi. E Rossini stavolta non c’entra.

    Il teatro comunale di Trieste è relegato in fondo alla classifica dei teatri d’opera stilata, come ogni anno, dal mensile “Classic Voice”.

    Un “toto Opera” in cui il Verdi sta messo peggio della Triestina. Un tracollo lirico. Penultimo solo grazie alla maglia nera dell’inclassificabile Petruzzelli di Bari, da poco rientrato nel giro della lirica, che non ha quasi organico e la cui proprietà è ancora in mano ai privati. Entrambi sono teatri commissariati. Davanti a loro, al terz’ultimo posto c’è il glorioso Maggio Fiorentino che sconta un passivo record (8milioni e 300mila euro) e i ritardi nella realizzazione del nuovo teatro (inaugurato solo parzialmente).

    Il Verdi di Trieste è stabile all’undicesimo posto su 12 fondazioni liriche.

    Non sono considerate dalla rivista l’Accademia di Santa Cecilia (in quanto istituzione esclusivamente sinfonica) e l’Arena di Verona (che vive solo la stagione estiva).

    Tutta colpa della crisi e dei tagli al Fus (Fondo unico dello spettacolo)? Non esattamente.

    L’inchiesta di “Classic Voice”, relativa al 2011, racconta un’altra storia. «Più titoli, più recite, meno sprechi.

    La crisi provoca uno scatto di orgoglio all’Opera» recita il richiamo del servizio. C’è un teatro come il Massimo di Palermo (non è un refuso) che registra un utile di un milione e 217mila euro. In attivo anche i teatri di Milano (La Scala) Napoli (San Carlo) e Roma. In ripresa Bologna e il Genova (Carlo Felice) che erano dati per morti e sepolti. Altro che crisi. Il numero di titoli è salito da 105 (nel 2010-11) a 111 (nel 2011-12) e così il numero di recite (da 692 a 757, con un incremento di 65), di incassi e spettatori. E pure di abbonati. La crescita più consistente al San Carlo di Napoli con 3.877 nuovi abbonati.

    Trieste unica eccezione negativa. (...)

    Da il quotidiano IL PICCOLO di Trieste –

    20 maggio 2012

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/05/20/news/verdi-penultimo-teatro-d-opera-in-italia-1.4812383

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  6. Perchè la Giunta regionale di Renzo Tondo finanzia i debiti di bilancio di un teatro come il Verdi di Trieste che negli anni ha dimostrato ( e se lo scrivono su IL PICCOLO di Trieste possiamo crederci!) di essere stato mal gestito?

    Se il Teatro Verdi di Trieste è stato mal gestito e chi lo ha amministrato ha creato "buchi" di bilancio", ora debbono anche essere "premiati" con il ripianamento dei debiti?

    E tutto questo mentre si fa "tirare la cinghia" a tutti i teatri friulani?

    Incominci il teatro Verdi di Trieste a "tirare la cinghia" e a risparmiare!

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