giovedì 2 febbraio 2012

Petizion pe scuelute di Migjee-Medea. Cemût ise lade?





Petizion pe scuelute di

Migjee-Medea

Cemût ise lade?

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COMUNE DI MEDEA
PROVINCIA DI GORIZIA

SEDE MUNICIPALE: via Torriani 5, C.A.P. 34070 – Tel. 0481/67012 –- FAX 0481/67325 - E-mail:protocollo@com-medea.regione.fvg.it




Grandissima soddisfazione e un ringraziamento a tutte le forze politiche vengono espressi dal Sindaco di Medea, Alberto Bergamin, per il voto unanime (un solo astenuto) espresso nella seduta odierna dal Consiglio regionale sulla Petizione popolare  “PER UNA SCUOLA REGIONALE FEDERALE, AUTONOMA NELL'ORGANIZZAZIONE, GARANTE DEI DIRITTI DELLA MINORANZA LINGUISTICA FRIULANA” promossa dal Comune di Medea e sottoscritta da oltre 1.000 cittadini.

“Ringrazio tutti i Gruppi consiliari e la Giunta regionale, in particolare l’assessore Molinaro, il Presidente del Consiglio regionale Franz ed il relatore Camber per il sostegno e la piena condivisione espressa sui contenuti e sulle richieste contenute nella nostra petizione. Si conclude così un percorso avviato nel febbraio 2010 che si conclude con l’affermazione di un deciso impegno della Regione Friuli Venezia Giulia a pretendere dal Governo e dal Ministero della Pubblica Istruzione il rispetto delle leggi dello Stato, in particolare per quanto attiene alle deroghe previste, in campo scolastico, a favore della minoranza linguistica friulana.

E’ purtroppo tardi per sanare la ferita arrecata ai bambini ed alle famiglie ai quali, non applicando la legge (DPR 81 e legge 482), non è stato riconosciuto il diritto di scelta della scuola. Il forte pronunciamento del consiglio, oggi, è quello che a partire dall’anno scolastico 2012-2013 queste deroghe siano puntualmente e doverosamente applicate.

Dal dibattito è emerso un grande apprezzamento per l’iniziativa di proposta e di stimolo partita dalla comunità di Medea e dai comuni limitrofi attraverso la petizione che ha fornito all’assemblea regionale l’occasione per approfondire il tema della scuola nella nostra regione e le ragioni stesse della sua autonomia speciale e condividere la richiesta allo Stato di una maggiore autonomia nell’organizzazione della scuola pubblica in Friuli Venezia Giulia e nell' offerta formativa.

La scuola che vogliamo, infatti, - sottolinea il Sindaco Bergamin – “deve essere più inclusiva, fondata sulla centralità dello studente e sullo stretto rapporto con il territorio, fatto salvo il sistema nazionale di istruzione, riferimento obbligatorio sia per l’offerta formativa che per il traguardo finale rappresentato dagli esami di Stato.

Va da sé che la petizione aveva anche l’obiettivo di spingere in direzione del federalismo scolastico sul modello di quello sperimentato in Trentino da quasi vent'anni perchè è arrivato il momento di cambiare passo, di affrontare seriamente le sfide che abbiamo davanti aprendo l’istituzione regionale al confronto con le parti vive della nostra società.”

IL SINDACO
Alberto Bergamin


Medea, 2 febbraio 2012



3 commenti:

  1. Complimenti al Sindaco di Medea, Alberto Bergamin, e a tutta la comunità di Medea, per la grande tenacia dimostrata in questa loro doverosa e sacrosanta battaglia in difesa di diritti linguistici previsti dall’art. 6 della Costituzione italiana, da una legge dello Stato italiano, legge 482/99, e dall’art. 8 del Decreto Presidenziale del 20 marzo 2009 nr.81.

    Diritti linguistici che il Ministero competente per la pubblica istruzione e l'Istituto scolastico regionale (organo periferico di questo Ministero) risulta abbiano negato alla comunità friulanofona di Medea.

    Complimenti ancora a questa piccola - ma solo in termini numerici - coraggiosa comunità! E complimenti ancora anche al suo sindaco Alberto Bergamin!

    Speriamo che l'esempio della Comunità di Medea sia contagioso e anche altre comunità friulane rivendichino i loro diritti linguistici, ora calpestati.

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  2. DAL SITO DELLA REGIONE FRIULI-vg :

    Comunicati Agenzia Consiglio Notizie
    PD: Menis, voto petizione Medea chiaro messaggio politico

    3 Febbraio 2012, ore 11:37

    (ACON) Trieste, 3 feb - COM/MPB - Il consigliere regionale del PD Paolo Menis interviene in merito alla petizione per la scuola di Medea passata in Consiglio regionale con il consenso trasversale e un solo voto di astensione, per dire che si tratta di un chiaro messaggio politico.
    "La petizione, sostenuta da 1050 cittadini di Medea - ricorda Menis - è arrivata in Consiglio regionale dopo essere stata unanimemente licenziata dalla VI commissione consiliare. Essa chiede l'applicazione delle norme previste dalle leggi sulle minoranze linguistiche storiche anche per la propria scuola primaria. Infatti, l'Ufficio Scolastico territoriale non ha accettato le iscrizioni ad una prima classe elementare di 11 alunni, seguendo le previsioni della legge ordinaria (minimo di 15 alunni per classe) ma delle specifiche norme che prevedono la possibilità di deroga per le zone montane o appartenenti ad aree linguistiche riconosciute.
    "Si tratta, quindi - evidenzia il consigliere - dell'espressione di una volontà politica trasversale che, recuperando il caso della piccola scuola di Medea, ha posto il problema del futuro dei piccoli Comuni della nostra Regione e dei plessi scolastici periferici. Tema importante perché si tratta di una delle caratteristiche peculiari della nostra terra e perché la sorte riservata oggi alla scuola di Medea potrebbe domani investire qualunque altra realtà territoriale.
    "L'aspetto più assurdo della vicenda è che l'oggetto della petizione era semplicemente la richiesta del rispetto delle normative vigenti. Sembra un paradosso che dei cittadini debbano chiedere a degli enti pubblici il rispetto delle leggi dello Stato, eppure è successo proprio questo.
    "Il Ministero dell'Istruzione, infatti, non applica le disposizioni della L.482 (e delle altre seguenti), si comporta come se esse non esistessero (o come se esistessero solo in alcuni casi) quando si tratta di definire il numero minimo di alunni per classe o il numero di classi per scuola. Il problema affrontato in Aula, e che potrebbe apparire minimale, in realtà - avverte Menis - potrebbe portare in pochi anni la nostra rete scolastica ad un grave impoverimento strutturale (ovvero ridurre significativamente il numero di autonomie scolastiche e provocare la perdita di alcune migliaia di insegnanti), senza rispetto delle caratteristiche montane, delle dimensioni dei Comuni, delle minoranze storiche linguistiche che invece la legge garantisce. "Ecco perché il voto dell'Aula (tutto positivo salvo un'astensione) assume un altissimo valore politico: il Consiglio regionale, appoggiando questa petizione, si pone come fronte nei confronti del MIUR e affida nelle mani dell'assessore all'Istruzione tutta la forza e l'autorevolezza necessarie per andare fino in fondo a questa battaglia, per i diritti delle famiglie e dei nostri piccoli cittadini. Su questa questione non si può arretrare: se per Roma è solo una questione di spesa, per noi - conclude Menis - è una questione di libertà di espressione e di riconoscimento dei diritti che sono il fondamento della nostra specialità".
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  3. Dal sito internet della regione:

    Comunicati Agenzia Consiglio Notizie

    Citt: Colussi, va percorsa strada federalismo scolastico

    2 Febbraio 2012, ore 16:00

    ACON) Trieste, 2 feb - COM/AB - In merito alla petizione sulla scuola promossa dal Comune di Medea, il consigliere regionale Piero Colussi (Citt) rimarca il voto convintamente a favore del suo Gruppo in quanto il documento porta all'attenzione il tema centrale della scuola e della sua organizzazione in Friuli Venezia Giulia e, di fatto, indica nella formazione delle nuove generazioni uno dei punti di forza di una strategia di rilancio della nostra specialità.

    Per Colussi, inoltre, va percorsa la strada del federalismo scolastico, guardando anche a cosa è stato fatto nel vicino Trentino, per contrastare la dispersione scolastica e realizzare un nuovo sistema di governo della scuola cui venga riconosciuta in Friuli Venezia Giulia autonomia didattica, organizzativa, di ricerca e sperimentazione.

    Però da subito - conclude Colussi - in Friuli Venezia Giulia devono essere applicate le leggi dello Stato, ivi comprese le norme di favore contenute nel DPR 81/2009 per i Comuni dove è insediata la minoranza linguistica friulana. Cosa che l'Ufficio scolastico regionale ha sinora colpevolmente disatteso.
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