martedì 24 gennaio 2012

UN PICCOLO COMUNE PIEMONTESE SCRIVE AL PROF. MARIO MONTI


Un piccolo comune piemontese
scrive
al Prof. Mario Monti
(Presidente del Consiglio dei Ministri
del Governo italiano)

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Da “Nòvas n.108 Genoier 2012”

Lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo Italiano Prof. Mario Monti
Letra al President dal Conselh di Ministres dal govèrn italian, Prof. MARIO MONTI
di Giacomo Lombardo
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Al Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo Italiano,
Prof. MARIO MONTI
e c.p.c al Ministro per gli Affari regionali, turismo e sport,
Dott. PIERO GNUDI
e al Ministro per i rapporti con il Parlamento,
Dott. PIERO GIARDA.
Loro sedi

Chi Le scrive è Sindaco di un piccolissimo comune montano piemontese, Ostana, di lingua e cultura occitana, situato ai piedi del Monviso, poco distante dalla sorgente del fiume Po.
Il Comune di Ostana contava circa 1300 abitanti negli anni venti del secolo scorso. Le due guerre mondiali, le emigrazioni (prima in Francia poi verso la Torino della FIAT) hanno ridotto la presenza umana nel periodo invernale a solo una decina di persone negli anni novanta. Di contro, la superficie da governare è rimasta la stessa con tutti i problemi idrogeologici e ambientali che l’abbandono ha contribuito a incrementare.
Dopo quasi trent’anni di Amministrazioni Comunali che hanno lavorato per riportare in paese almeno una piccola parte di quella popolazione, ora possiamo dire di aver vinto, se non la guerra, una battaglia, considerando che ad Ostana abitano tutto l’anno circa quaranta persone, delle quali sei sono bambini. In estate gli abitanti sono circa quattrocento e, pur con professioni in parte diverse rispetto a quelle tradizionali, nel paese si è rimessa in moto una sana economia.
La mancanza di una seria politica verso la montagna (quella vera, non le località famose...) ha favorito l’abbandono e la trasformazione del territorio in luoghi degradati lasciati all’arbitrio della natura.
Le alluvioni sono sovente imputate alla cementificazione. Se questo è vero per i fondi valle che ne subiscono le conseguenze (senza che gli amministratori che hanno permesso che si costruisse sugli argini dei fiumi vengano resi responsabili dei disastri) è a monte che bisogna intervenire regolando con accorgimenti appropriati il territorio e il corso delle acque impedendo così che le grandi ed improvvise masse che scendono a valle si trasformino nelle forze devastatrici a cui purtroppo assistiamo sempre più di frequente.
I nostri vecchi con il loro lavoro capillare provvedevano a tutto ciò. Ora noi amministratori facciamo quello che possiamo spesso supplendo alle scarse risorse a disposizione con il volontariato di amministratori e popolazione e nella maggior parte delle volte (come nel caso di Ostana) senza percepire alcuna indennità per il servizio istituzionale che prestiamo.
Se i piccoli comuni verranno di fatto eliminati (vedi art. 16 della manovra Tremonti) il presidio di un vitale e fragile territorio verrà a mancare peggiorando la situazione e portando a più gravi disastri.
D’altra parte in Italia la classe politica (specie negli ultimi decenni) ha sovente governato con occhi miopi guardando solo a tamponare, mai a programmare e risolvere con pazienza e lungimiranza i veri problemi: così è molto più facile e le promesse facili attirano applausi. Fino all’alluvione successiva……e alle relative lacrime di coccodrillo.
Abbiamo cercato in tutte le maniere di spiegare queste cose agli organi istituzionali, ma nessuno ci ascolta. Si crede di risparmiare accorpando i piccoli comuni. In realtà, ci saranno costi più elevati a seguito delle più grandi superfici da gestire e dei conseguenti maggiori spostamenti del personale e del non coinvolgimento dei residenti locali.
E’ risaputo che l’ente pubblico più è grande più aumenta il proprio tasso di inefficienza.
I risparmi reali si potrebbero ottenere diminuendo l’apparato burocratico a cui i piccoli comuni sono sottoposti. La nostra unica impiegata passa il tempo a rispondere a questionari, a rendiconti, a infinite richieste di certificazioni con interfaccia di programmi ministeriali che sovente non funzionano. Le stesse incombenze di comuni enormemente più grandi!
Alcune funzioni devono essere accorpate nell’ottica di una maggiore efficienza e risparmio, come d’altra parte abbiamo già fatto nel passato, con buon senso e buon governo, con molte di esse (quelle che hanno valenza sovra comunale) senza che nessuno ce lo imponesse.
Ci aspettavamo che il Suo recente provvedimento intervenisse sul famigerato articolo 16 della manovra di Tremonti: cosa per la quale mi pare ci fosse anche un O.d.G. approvato da un ramo del Parlamento. Così non è stato: non sappiamo se per un disguido o per una precisa volontà.
Io mi auguro ancora che venga annullato in via definitiva l’articolo 16 e che si porti a termine in modo organico una ridefinizione di tutta l’architettura istituzionale in modo da dare equilibrio e competenze ai vari livelli di governo del territorio.
Gli accorpamenti dei comuni avvenuti durante il ventennio fascista hanno avuto conseguenze devastanti e ci hanno insegnato che purtroppo nella pratica il comune più grande prevale sul più piccolo prosciugandolo di risorse a causa della scarsa forza elettorale che rappresenta, indipendentemente dalla virtuosità dello stesso

Sappiamo che il Suo governo sta preparando una manovra che faccia ripartire l’Italia. La prego di non dimenticare che la montagna rappresenta quasi il 50% del territorio nazionale e che, se ben gestita, può essere fonte di sviluppo, di lavoro, di creazione di ricchezza. A Ostana ormai da due decenni viene favorita una progettualità innovativa in un’ottica di sostenibilità e riequilibrio territoriale che si avvicini agli esempi virtuosi di luoghi dove la montagna è realmente considerata una risorsa. Sopprimere i piccoli comuni significherebbe vanificare una ricchezza conquistata con il lavoro di decenni.
Credo che molteplici realtà come la nostra che scommettono sull’innovazione per preservare e valorizzare un territorio cruciale come quello montano debbano essere prese in considerazione per immaginare e proporre azioni che facciano realmente crescere l’Italia.
Mi rendo conto che chiederLe un incontro per illustrare nel dettaglio le nostre problematiche (che sono quelle di tanti comuni che hanno lavorato con i nostri medesimi obiettivi e la medesima passione) e gli interventi che sarebbero necessari per portare a termine il nostro progetto possa  apparire fuori dell’ordinario ma ritengo sia mio dovere “provarci”.
Sono ovviamente disponibile a incontrare chi Ella volesse delegare per portare anche un briciolo di “pratica quotidianità”, cosa che sovente nei palazzi romani (ma anche in quelli torinesi) è materia sconosciuta.
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione che vorrà riservare a questo modesto appello.
Cordiali saluti e auguri di buon lavoro.
Sindaco  Giacomo Lombardo
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Dal sito internet
http://www.chambradoc.it/novasN108Genoier2012-1.page?docId=6118

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Il grassetto e la colorazione del testo
sono della Redazione del blog

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