lunedì 31 luglio 2017

LE CAMERE DI COMMERCIO RIMANGANO AUTONOME


REGIONE FRIULI-VG

UN'UNICA CAMERA DI COMMERCIO
REGIONALE?

Basta con la frenetica vulgata
 
aggregativa e accentratrice!!

Imprese iscritte/attive nelle 4 Cciaa regionali:

Cciaa UDINE: 44.057

Cciaa GORIZIA: 9.031

Cciaa TRIESTE: 14.097

Cciaa PORDENONE: 23.793
 

La Cciaa di Udine che ha quasi il 50% di TUTTE le aziende regionali iscritte/attive, perchè mai dovrebbe accettare la Camera di Commercio regionale unica perdendo così la sua autonomia ed efficienza, aggregandosi a chi ha solo 9.031 aziende attive (Gorizia), 14.097 aziende attive (Trieste) e solo 23.793 aziende attive (Pordenone)?

"la Camera di commercio di Pordenone, come quella di Udine, rappresentano delle realtà solide ed efficienti, gestite in evidente modo virtuoso e produttivo, perchè non impegnarsi a mantenere lo status quo?" Markus Maurmair
 
E basta parlare di “campanili” ogni qual volta si vuole imporre dall'alto una scelta accentratrice "decisa" dalla Giunta regionale: non è un problema di "campanili" ma di realtà efficienti che non devono essere smantellate.

Tutto ciò che è Friuli centrale (Provincia di Udine, ossia il 50% del territorio regionale)  è  sempre "campanile" per la politica regionale triestinocentrica, nel mentre  Trieste e la città di Pordenone non sono MAI "campanile": vonde, no!!
 
 
La Redazione del Blog

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LE CAMERE DI COMMERCIO

RIMANGANO AUTONOME

di

Markus Maurmair

Gentile Direttore,

l'accesa discussione di questi giorni, generata dalle prese di posizione del presidente degli industriali pordenonesi, mi spinge a fare alcune considerazioni, che gradirei condividere con Lei, nel merito di uno dei temi lasciati sullo sfondo, ma centrale nella crescente contrapposizione tra Udine e Pordenone: la richiesta di una camera di commercio unica a livello regionale, quale superamento della norma nazionale che imporrebbe l'aggregazione del solo ente pordenonese a quello della capitale del Friuli.

Innanzitutto si deve ricordare che l'attuale campo di confronto è fondato su leggi che sono da valutare in ragione dell'evoluzione democratica conseguente alla sonora bocciatura della riforma costituzionale del 4 dicembre scorso. Infatti, con quell'esito referendario è stata sancita la rottamazione dell'idea di uno Stato neo centralista con la quale si voleva e, per alcuni, vuole governare l'Italia inseguendo la compressione del principio di sussidiarietà sviluppatisi, in venti e più anni, dopo la caduta della Prima Repubblica. Pertanto bisognerebbe prendere atto che la legge statale di accorpamento delle Camere di commercio, varata nel 2015 e attuata con decreto pochi giorni prima del referendum costituzionale, in linea con le logiche neo centraliste dell'allora governo, è stata di fatto cassata, nel merito dei principi ispiratori, con il voto di milioni di cittadini che hanno bocciato la riforma costituzionale.

Onestà intellettuale chiederebbe, a chi ancora guida l'Italia, di rivedere il proprio disegno riconoscendo la supremazia dei cittadini e cancellando una legge ormai superata dall'espressione del voto.

Secondariamente la frenetica vulgata aggregativa e accentratrice dovrebbe avere un fondamento logico e razionale che non ritrovo nella generalizzata espressione dei più che perorano la causa della camera di commercio unica. Personalmente, avendo perseguito e raggiunto l'obiettivo di fondere due Comuni, in primis per motivi di opportunità amministrativa, quindi non tanto per una “moda delle fusioni” quanto per evidenti motivazioni razionali, cioè con i bilanci alla mano, ritengo che tale logica debba muovere anche le scelte sulle camere di commercio, come mi immagino sia stato fatto per l'aggregazione di quelle di Gorizia e Trieste. 

Perciò, tenuto conto che la Camera di commercio di Pordenone, come quella di Udine, rappresentano delle realtà solide ed efficienti, gestite in evidente modo virtuoso e produttivo, perchè non impegnarsi a mantenere lo status quo?

Sono certo che lo Statuto della nostra Regione autonoma rappresenti la migliore cassetta degli attrezzi per salvaguardare l'autonomia delle camere di commercio del Friuli-Venezia Giulia che negli anni, attraverso una gestione capace delle risorse economiche provenienti dal sistema delle imprese hanno accresciuto la competitività del sistema imprenditoriale, l'offerta formativa e culturale del territorio e la sua coesione sociale.

La domanda vera è se ci sono attori politici che intendono esercitare realmente la nostra autonomia, preservando le tre camere di commercio esistenti, dando un senso compiuto alla specialità che ci è riconosciuta dalla Costituzione, che abbiamo salvaguardato il 4 dicembre scorso, rinnovando così gli ideali di equilibrio tra i territori e la lungimiranza con cui è stata guidata nel passato la nostra regione.

MARKUS MAURMAIR

(Sindaco di Valvasone-Arzene – Patto per l'Autonomia)

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La lettera a firma di Markus Maurmair è stata pubblicata mercoledì 19 luglio 2017 sul settimanale della Arcidiocesi di Udine – LA VITA CATTOLICA – rubrica “Giornale aperto”, pagina 25.
 
 
 
 

14 commenti:

  1. E al solito, la sede dei questa fantomatica "Camera di Commercio regionale UNICA", dove sarebbe collocata? MA A TRIESTE OVVIO, che risulta avere iscritte solo 14.097 imprese su un totale di ben 100 mila imprese iscritte in regione, di cui il 50% in provincia di Udine!!

    E il Presidente della Cciaa di Udine?

    COME SEMPRE, invece di difendere la Cciaa di Udine, si limita - da dichiarazione stampa - a bonariamente brontolare accettando le decisioni della Giunta regionale di Debora Serracchiani!!

    Mandâlu a cjase di corse!!

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  2. Un dubbio: la richiesta a Roma da parte della Presidente di regione Debora Serracchiani della Camera di commercio unica, è forse una MOSSA ELETTORALE (nel 2018 si vota in regione!!) per acquisire meriti elettorali nella città di Pordenone a favore di Sergio Bolzonello (ex sindaco di Pordenone, in forza al Partito democratico e Vice presidente di regione)?

    Con grandissima probabilità....SI!!

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  3. E LE "DISECONOMIE DI SCALA"?

    Concetto studiato al primo anno della Facoltà di economia all'esame di "ECONOMIA", del TUTTO sconosciuto alla attuale politica regionale che vuole accentrare ed unificare tutto....ma proprio tutto!

    Nessun dubbio che una unificazione di realtà che funzionano già egregiamente ed in maniera più che virtuosa, produca una "diseconomia di scala"? No, vero??

    Per chi ignora l'esistenza delle "DISECONOMIE DI SCALA", più un ente è grande e più la sua gestione è efficace: ma non è così!!!

    Che sia il caso di OBBLIGARE tutti i politici a studiare il concetto economico di "DISECONOMA DI SCALA"?

    C'è poi anche la realtà duale della nostra regione anche sul piano economico: REALTA' DUALE CHE OVVIAMENTE L'ATTUALE GIUNTA REGIONALE, COSI' COME LA PRECEDENTE DI RENZO TONDO....SI RIFIUTANO DI ACCETTARE!!

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  4. OLTRE TUTTO LA REGIONE - ANCHE SE AD AUTONOMIA SPECIALE - NON HA ALCUNA COMPETENZA SULLE CAMERE DI COMMERCIO....MA VUOI MAI CHE NON METTA "IL BECCO" ANCHE DOVE NON HA ALCUNA COMPETENZA?

    L'ARROGANZA POLITICA E' AL POTERE IN REGIONE DA ALMENO 10 ANNI E SENZA DISCONTINUITA'....

    VONDE, NO!!!

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  5. La legge NAZIONALE di riforma delle Camere di commercio prevede il MANTENIMENTO della autonomia della Cciaa di Udine. L'unica Camera di commercio di cui la legge nazionale prevede l'accorpamento è quella di Pordenone.

    Domande:

    1) Perché il Presidente della Camera di commercio di Udine non ha battuto i pugni sul tavolo e preteso l'attuazione della legge nazionale e il mantenimento dell'autonomia della Camera di commercio di cui è Presidente? Se questa è la classe dirigente friulana forse è il caso di mandarla a casa e sostituirla al più presto....

    2) Perché la Cciaa di Pordenone - che ha fatto i capricci - è stata accontentata dalla Presidente Serracchiani? Per Pordenone allearsi con Udine - come prevede la legge nazionale - è l'anticamera dell'Inferno.....ma una Cciaa unica regionale invece è O.K. E la Serracchiani li ha prontamente accontentati con la complicità del Presidente della Cciaa di Udine...

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  6. Dal sito dell'ANSA

    ANSA) - TRIESTE, 31 LUG - "L'accanimento per la creazione anzitempo della Camera di commercio unica del Friuli Venezia Giulia è una scelta politica incomprensibile e non certo di convenienza economica: non si creano risparmi e diminuisce l'assistenza alle imprese sul territorio". Lo ha dichiarato oggi Antonio Paoletti, presidente della Cciaa della Venezia Giulia, illustrando l'appello con cui il Consiglio camerale di Trieste e Gorizia chiede alla presidente Debora Serracchiani rispetto dei tempi prefissati in passato per il percorso di autoriforma del sistema camerale regionale. (...)

    http://www.ansa.it/pmi/notizie/unioncamere/2017/07/31/cciaa-fvg-paoletti-su-camera-unica-accanimento-politico_fdd5c917-1823-4789-947e-06494d56a462.html

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    COMMENTO:

    Perché mentre Trieste e Gorizia protestano - e a ragione - il Presidente della Cciaa di Udine non batte anche lui i pugni e difende l'autonomia della Cciaa di cui è Presidente e rappresenta ben il 50% della imprese regionali?

    UNIFICARE non è sinonimo di SEMPLIFICARE, al contrario è sinonimo di COMPLICARE!!!!

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  7. Ritengo che il tema da dibattere non sia l'accentramento o il decentramento delle Camere ma il senso ed il valore della loro esistenza. La lettura dei bilanci annuali dell'ente udinese dà un'idea corretta dell'inutilità di questa anacronistica istituzione.
    Il bilancio preventivo per l'anno 2017 indica che le imprese friulane per soli diritti obbligatori verseranno all'ente circa 5.600.00 euro e circa 2.270.000 euro per diritti di segreteria (balzelli di ogni genere per cerificazioni, deposito bilanci, iscrizioni e cessazioni negli albi,...).
    Gli "interventi a favore dell'economia" programmati dall'ente corrisponderanno a circa 2.269.000 euro suddivisi in una ventina di capitoli fra i quali spicca il valore di 740.000 euro a favore del Consorzio Garanzia Fidi.
    Sarebbe utile conoscere l'efficacia di questi micro-interventi sull'economia provinciale e valutare se l'autonomia funzionale dell'ente corrisponda alle esigenze del territorio.

    Claudio Marchetti, artigiano

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    1. Le Camere di commercio hanno funzioni importanti che se non svolte da loro comunque "un qualche ente" deve svolgere perché funzioni previste da leggi dello stato italiano.

      Renzi ha già abbassato e di molto l'entità di quanto le imprese sono tenute a versare alla Camera di commercio di pertinenza. Per quanto riguarda gli "interventi a favore dell'economia" programmati dall'ente, le imprese iscritte possono sempre intervenire manifestando il loro malcontento o la loro soddisfazione. Le Camere di commercio possono funzionare in maniera virtuosa o meno, ma ciò non le fa un organismo anacronistico ma piuttosto una istituzione eventualmente mal governata: ma i presidenti delle Camere di commercio possono anche non essere rieletti e sostituiti con un nuovo presidente più efficiente, come succede per qualsiasi organismo economico...

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  8. FUNZIONI DELLE CAMERE DI COMMERCIO

    Dal sito della Cciaa di Brindisi

    http://www.br.camcom.it/default.asp?idtema=1&idtemacat=1&page=informazioni&action=read&index=1&idcategoria=62627&idinformazione=46868

    Funzioni delle Camere di Commercio

    Le funzioni della Camera di Commercio sono essenzialmente tre: FUNZIONI AMMINISTRATIVE attribuite per legge o delegate dallo Stato o dalle Regioni; rientrano in tale ambito tutte le attività concernenti la tenuta di registri, elenchi, albi e ruoli, gli adempimenti burocratici connessi, nonché la gestione di un completo e affidabile sistema di informazione commerciale; FUNZIONI DI REGOLAZIONE DEL MERCATO, quali l'istituzione di camere arbitrali, sportelli di conciliazione, la promozione di contratti tipo per categorie omogenee di attività, la partecipazione a conferenze di servizi, la vigilanza per la repressione delle azioni di concorrenza sleale, la costituzione di parte civile nei processi per reati contro l'economia; FUNZIONI PROMOZIONALI: si tratta di iniziative di diverso tipo volte a sostenere l'economia della provincia ed il sistema delle imprese; fanno parte di questa categoria i concorsi contributivi, le partecipazioni a società, consorzi, associazioni, ecc., le attività svolte a mezzo di aziende speciali costituite per svolgere servizi ad elevata competenza specialistica attraverso strutture snelle e flessibili.

    Data di redazione: 25/7/2013
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  9. http://messaggeroveneto.gelocal.it/dalla-giunta/2017/08/01/news/cciaa-fvg-regione-non-ha-chiesto-sede-a-udine-per-camera-unica?id=finegil:messaggero-veneto.site:117811737

    Cciaa FVG: Regione non ha chiesto sede a Udine per Camera unica

    01 agosto 2017

    Trieste, 1 ago - In merito alle dichiarazioni rese oggi dalla parlamentare Sandra Savino (FI), la quale ha parlato di una previsione di collocazione a Udine della sede della Camera di Commercio unica del Friuli Venezia Giulia, l'Amministrazione regionale ribadisce che su questa materia non ha competenza e che in tal senso non è stato e non sarà mai chiesto nulla. Qualunque ipotesi diversa è derubricata a illazione. ARC/PPD/com

    fonte: Agenzia di informazione della Regione Friuli Venezia Giulia

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    COMMENTO ELLA REDAZIONE DEL BLOG:

    L'ENTE REGIONE NON PUO' INTERFERIRE SU "NESSUNA SCELTA" DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA DELLE CAMERE DI COMMERCIO!

    DUNQUE L'ENTE REGIONE STA INTERFERENDO PESANTEMENTE SU UNA MATERIA SUI CUI NON HA "ALCUNA" COMPETENZA!!!

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  10. (.....) E cosa ne pensano gli Enti che devono fondersi? Sono d’accordo o anche loro subiscono la decisione politica. La risposta la danno i presidenti delle Camere di Commercio della Venezia Giulia, Antonio Paoletti, e di Udine, Giovanni Da Pozzo: “Spiace constatare che la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, scriva al ministro dello Sviluppo economico e al presidente nazionale di Unioncamere facendo pressioni e anticipando successive azioni per andare contro la legge di Riforma della Camere di Commercio approvata dal Parlamento. Lascia allibiti - proseguono - che per la mancanza di progettualità e per la pervicace ostinazione di alcuni ci siano questi tentativi di condizionamento al di là e al di sopra delle norme in vigore, con LA PRESIDENTE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA che, pur non avendo la Regione competenza legislativa in materia, ENTRA A GAMBA TESA A LIVELLO NAZIONALE senza rispettare le scelte della maggioranza dei territori e delle categorie economiche che dovrebbe equamente rappresentare”

    .http://www.laprovinciadifermo.com/index.php/fatti-di-regione/economiaregione/6110-camera-di-commercio-unica-la-decisione-e-marchiata-pd-da-serracchiani-a-ceriscioli-le-pressioni-su-calenda

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  11. Intanto avanza la "giulianizzazione" della provincia di Gorizia, inglobata anche nel nome con la CdC "giuliana" di Trieste: nemmeno i nazisti erano arrivati a tanto, loro si erano accontentati del nome "Litorale Adriatico" ...

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    1. "Litorale Adriatico" è un nome neutro che fa riferimento alla geografia fisica; "Venezia Giulia" è un nome politico inventato dall'imperialismo italiano. Tutto ciò è già noto anche se tenuto nascosto....

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  12. IL BLITZ "SERRACCHIANI-BOLZONELLO" PARE NON ESSERE RIUSCITO!!

    C'era un accordo tra Governo e UNIONCAMERE e giustamente è stato rispettato anche perché il BLITZ Bolzonello andava contro la volontà del territorio visto che Camera di Commercio di Trieste, di Gorizia e di Udine erano contrarie. O Bolzanello doveva presentarsi alle elezioni regionali (candidato Presidente per il PARTITO DEMOCRATICO) con un BLITZ vincente per il SUO territorio elettorale, ossia la città di Pordenone? Bene ha fatto il Governo a respingere questo BLITZ di Bolzonello/Serracchiani....

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