lunedì 15 dicembre 2014

TRIESTE, LA GRANDE AMMALATA DI ASSISTENZIALISMO!


 
TRIESTE

LA GRANDE AMMALATA

DI ASSISTENZIALISMO!
 




 
LA DIAGNOSI DI CAMERINI - «IL FONDO TRIESTE CI HA FATTI AMMALARE»
             
«In quei miliardi a pioggia l'origine dell'assistenzialismo. Colpa della politica. E' mancata una visione di sviluppo»

di
Fabio Dorigo


(…)


Domanda:

Gianfranco Gambassini ha dichiarato che «tutti questi soldi non sono serviti a niente...»

Risposta:

Ha ragione. Queste risorse avrebbero dovuto modificare in maniera sostanziale la città dal punto di vista economico. Dovevano servire al suo sviluppo, non ad accontentare qualcuno. Una questione che ha avuto anche una ricaduta psicologica.

Domanda:

Siamo alla psicopatologia...
 
Risposta:

La paralisi della creatività e della produttività. Tipica dei luoghi dove ci si abitua all’assistenzialismo. È il caso di Trieste. Bloccata. Ferma. Un conservatorismo diffuso.


Domanda:

La medicina del Fondo Trieste ha fatto più male che bene.
 
Risposta:

Ho paura di sì. Ha stabilizzato il paziente. Rimanendo nella Sanità. Negli anni ’60 la buona borghesia triestina andava a curarsi in Svizzera. Era più semplice che far migliorare o crescera la sanità qui.

Domanda:

Problema di conservatorismo...
 
Risposta:

Non si è mai voluto cambiare nulla. Ospedale Maggiore e Porto Vecchio non si toccano, era lo slogan della Lista per Trieste, per esempio.

Domanda:


Bruno Marini ha rivelato che nel 2003 fu fatto sparire il libro sul Fondo Trieste per non far sapere a Roma quanti soldi erano arrivati a Trieste..
 
 
Risposta:

(ride) Ho letto. Questa è la grande politica triestina. Le grandi visioni della politica triestina.
 
...............
 
 
Dal quotidiano
 
IL GAZZETTINO (Ud)
 
Domenica 7 dicembre 2014
 
 
TLT, la nostalgia di un'illusione
 
di Pavel Zalar
 
 
(....)
 
 
UN FIUME DI DENARO
 
 
L'aiuto economico degli alleati fu fondamentale. Il governo militare che amministrava la zona A sostenne massicciamente la città attraverso il piano Marshall. Arrivarono tra il 1947 e l'anno successivo, dodici milioni di dollari. Bisognava dare dell'occidente un'immagine confortevole, rassicurante, far vedere che il mondo che si opponeva al comunismo era ricco e prospero.
 
A essere aiutata era tutta l'economia triestina, attraverso le commesse dei cantieri navali e i lavori pubblici.
 
Il porto conosce nel 1949 un movimento di 3,4 milioni di tonnellate, record nella storia, la disoccupazione viene dimezzata nel giro di pochi anni.
 
Nasce la zona industriale Zaule, (...) agli inizi degli anni cinquanta nascono sedici nuove imprese. Viene rilanciata l'industria petrolifera: l'Aquila nel 1954 diventa la seconda raffineria d'Italia per capacità produttiva.
 
L'essere un'economia assistita fu anche il suo limite.

(...).
 
 
..................
 

E IL FRIULI? 
 
           
Nel frattempo i Friulani emigravano in massa con la valigia di cartone e il Friuli era considerato  dal Governo centrale "territorio a perdere" in caso di conflitto bellico e pertanto non meritevole di essere finanziariamente aiutato.
 
Nessun piano  Marshall per il Friuli! Nessun "Fondo per il Friuli" per la "Regione friulana" in miseria perché la sua economia era stata totalmente distrutta durante la Prima guerra mondiale!
 
Ogni volta che il Friuli - regione storica e geografica millenaria - ha preteso quanto gli spetta,  il campanilismo triestino si è subito attivato per impedirlo (leggi: università del Friuli, centri di ricerca e innovazione tecnologica, produzione teatrale, tutela lingua friulana, portualità, ecc.)

E i politici eletti in Friuli, nel nome del "santo dogma" della "unità regionale triestinocentrica", ancor oggi si guardano bene dal pretendere quanto spetta al Friuli sposando invece sempre le tesi e richieste della lobby triestina! 
 
 
LA REDAZIONE DEL BLOG 
 
 
 


3 commenti:

  1. Dall'intervista pubblicata su IL PICCOLO e riportata nel Post:

    "BRUNO MARINI ha rivelato che nel 2003 fu fatto sparire il libro sul Fondo Trieste per non far sapere a Roma quanti soldi erano arrivati a Trieste."
    -------------

    BRUNO MARINI – CHI E' ?

    Dal sito di Forza Italia , Friuli-Venezia Giulia (aggiornato al 2014)

    http://forzaitaliafriuliveneziagiulia.com/consiglieri-regionali/marini/

    (...)

    “E’ stato vicepresidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Trieste. Consigliere regionale dal 1998, è stato rieletto nel 2008 nelle liste del Popolo della Libertà.
    DAL 1998 FA PARTE DELLA COMMISSIONE DEL FONDO TRIESTE DI CUI DAL 2008 E' PRESIDENTE.
    Rieletto Consigliere regionale, componente dall’inizio dell’XI legislatura del Gruppo consiliare “Il Popolo della libertà”, dal 26 luglio 2013 al 31 gennaio 2014 ha aderito al Gruppo consiliare Misto dichiarando di appartenere alla forza politica ” Forza Italia”. Dal 1 febbraio 2014 aderisce al Gruppo Consiliare “Il Popolo della Libertà – Forza Italia”.”
    ..............



    RispondiElimina
  2. BRUNO MARINI - CHI E' ?

    http://comitat-friul.blogspot.it/search/label/Bruno%20Marini

    RispondiElimina
  3. Da il quotidiano IL PICCOLO di Trieste.

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2011/04/26/news/dagli-archivi-i-nomi-di-chi-riceveva-da-roma-fondi-fuori-bilancio-1.50212

    Dagli archivi i nomi di chi riceveva da Roma fondi “fuori bilancio” di Pietro Spirito

    "TRIESTE. Otto milioni di lire a don Marzari. Oltre cinque milioni a Gino Palutan. Ancora otto milioni di lire alla voce “Marcello Spaccini”. Più otto milioni anche a Marino Szombately. E poi decine e decine di altri nomi, seguiti da cifre a sei zeri, una pagina dopo l’altra, e nella prima, in alto, la denominazione del capitolo di spesa: “Propaganda italianità”. (…)

    (…) L’Uzc era il braccio operativo - in parte nascosto - con cui il governo italiano attuava la sua politica in un territorio dove non aveva potere, né giurisdizionale né tantomeno militare, cercando di manovrare con l’unico strumento veramente efficace a sua disposizione: IL DENARO. (…)

    (…) Basta aprire solo alcuni dei diecimila faldoni dell’archivio dell’Uzc per avere un’idea abbastanza precisa, anzi molto precisa, di quale fu lo sforzo finanziario del Governo italiano per appoggiare in ogni modo l’italianità di Trieste.

    Si sa, per esempio, che allo scopo nell’anno 1946-’47 Trieste ricevette 400 milioni di lire, che diventarono 700 nel 1947-’48 e 872 nel 1948-’49. (…)

    (…) I documenti dell’Uzc dimostrano che l’azione avveniva non solo nei confronti dei partiti politici, ma anche verso le più varie forme di associazionismo, di singoli individui e, va da sé, della stampa locale.

    Un assistenzialismo programmato, diffuso, che contribuì a drogare non solo l’economia locale, ma il modo stesso di intendere i rapporti con il Governo centrale. (…).

    26 aprile 2011 – Quotidiano IL PICCOLO di Trieste

    RispondiElimina