lunedì 7 luglio 2014

LA REPUBBLICA ITALIANA COME TUTELA I DIRITTI LINGUISTICI DELLA MINORANZA FRIULANOFONA?


MINORANZE LINGUISTICHE

LA REPUBBLICA ITALIANA
COME TUTELA
I DIRITTI LINGUISTICI
DELLA MINORANZA FRIULANOFONA?


CROAZIA E ITALIA
A CONFRONTO
 

Da “IL PICCOLO” di Trieste

Zagabria mette a rischio le scuole italiane

Numero minimo di 7 alunni per classe esteso anche alle minoranze. Radin: «Via il decreto, altrimenti usciamo dal governo

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DOMANDE
DELLA REDAZIONE DEL BLOG

1) Scuola: in Italia qual è il numero minimo di allievi per classe nella scuola dell'obbligo, per poter derogare – ai sensi della legge 482/99 -  alla normativa ordinaria nei Comuni che si sono dichiarati con presenza di minoranze linguistiche riconosciute ?

Ricordiamo male o sono "10 allievi" il numero minimo previsto dalla deroga a favore delle minoranze linguistiche? Il caso del Comune di Medea (Gorizia) non vi ricorda  nulla?



2) Non è forse vero che la nostra Regione è stata obbligata a richiedere l’intervento della Corte Costituzionale per riportare nella Repubblica italiana la legalità costituzionale (minoranze linguistiche parlanti una "LINGUA MADRE STRANIERA" - sic!) cancellata dal Governo Monti e dal Parlamento italiano?


 
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CONCLUSIONE


Da appartenenti alla minoranza linguistica friulanofona, ci auguriamo che anche la Repubblica Italiana adotti la normativa croata ed autorizzi la formazione di classi con soli 7 allievi nei Comuni ove vivono minoranze linguistiche riconosciute ai sensi della L. 482/99.

Per ora non solo non è così, ma il diritto dei Friulani ad essere alfabetizzati a scuola anche nella loro lingua è – nei fatti - ancora sistematicamente VIOLATO nelle scuole dei Comuni Friulanofoni e i finanziamenti regionali per la tutela della lingua friulana sono talmenti miserevoli da risultare offensivi (solo 2,4 euro a testa) !

http://comitat-friul.blogspot.it/2014/07/conferenza-stampa-in-regione-serve-una.html

3 commenti:

  1. PER NON DIMENTICARE

    DAL SITO DEL COMITATO 482:

    http://com482.altervista.org/comunicats/comst13_05_it.pdf


    "Con la sentenza numero 215, depositata il 18 luglio (2013), la Corte Costituzionale è finalmente intervenuta sull’articolo 19, comma 5, del decreto legge n. 98 del 6 luglio 2011 (decreto legge sulla revisione della spesa pubblica) chiarendo a quanti ancora non l’avessero capito che la comunità di lingua friulana è una delle minoranze linguistiche storiche riconosciute dalla Repubblica italiana la cui tutela discende direttamente dall’articolo 6 della Costituzione e non una minoranza di serie B.

    Da dove nasceva la questione? In pratica, intervenendo in materia di “razionalizzazione della spesa relativa all’organizzazione scolastica”, l’allora Governo Monti aveva deciso di ridurre l’interpretazione del concetto di “aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche” a quello di aree “nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera”.

    Un intervento apparentemente di natura tecnica, ma che nelle sostanza introduceva un’aberrazione linguistica, storica e giuridica che creava minoranze linguistiche di serie A (quelle “di lingua madre straniera”) e di serie B (quelle che la Relazione Tecnica che accompagnava il decreto legge definiva, in spregio alla legge statale 482/99, dei “particolari dialetti” tra cui citava esplicitamente “il friulano, l’occitano e il sardo”). "

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  2. La Repubblica italiana? Il fanalino di coda in Europa nella tutela delle 12 minoranze linguistiche riconosciute ai sensi degli art. 3 e 6 della Costituzione italiana.

    Il livello di tutela è buono solo per le minoranze tutelate anche da accordi internazionali (Sloveni, tedeschi e ladini della provincia Bolzano, francesi della Val d'Aosta). Tutte le altre minoranze sono bistrattate e pochissimo tutelate!

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  3. Dal quotidiano IL PICCOLO (Ts) di oggi 9 luglio 2014:

    TITOLO: Zagabria ci ripensa e salva le scuole italiane

    SOTTO-TITOLO: Il governo fa retromarcia e annuncia il ritiro del decreto che stabiliva il numero minimo di sette alunni per classe

    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/07/08/news/zagabria-ci-ripensa-e-salva-le-scuole-italiane-1.9556520

    “La situazione pare abbia avuto una positiva evoluzione: all'incontro di ieri, tenutosi a Zagabria con i sei deputati delle comunità nazionali, il ministro Vedran Mornar ha infatti innestato la marcia indietro. Come ha spiegato subito dopo la riunione il deputato italiano Furio Radin, a pesare in maniera determinante sulla decisione dell’esecutivo è stata la sentenza della Corte costituzionale croata del 1999 che in un contenzioso analogo aveva bocciato la soglia minima di alunni, nel rispetto della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze.

    Se alcune voci di corridoio rispondono a verità, avrebbe fatto sentire la sua voce anche il Quirinale, dopo aver conosciuto la notizia del pericolo incombente sulle scuole italiane in Croazia, scuole nelle quali Roma investe coaspicue risorse finanziarie. Come spiegato dallo stesso Radin, nell'attesa dell'abrogazione formale del decreto, atto per il quale occorreranno una decina di giorni, l’efficacia del provvedimento viene congelata.

    Agli effetti pratici, nelle iscrizioni in corso che si chiuderanno il 14 luglio, alunni, genitori e docenti possono stare tranquilli poichè l'incubo è finito: si potranno aprire classi anche con un solo alunno. (...)
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    COMMENTO della Redazione del Blog:

    In Croazia le scuole delle minoranze linguistiche (“minoranza linguistica” è sinonimo di “minoranza nazionale”) potranno dunque continuare ad essere aperte anche CON UN SOLO ALLIEVO PER CLASSE in forza di una sentenza della Corte Costituzionale croata del 1999 che ha considerato incostituzionale e lesiva dei diritti delle minoranze linguistiche, la fissazione di una soglia minima di alunni nelle scuole delle minoranze.

    In Italia, nel Comune di Medea (Gorizia), il MIUR e l'Istituto Scolastico regionale del Friuli-vg, pur in presenza di 11 allievi richiedenti l'iscrizione in "classe prima" (scuola primaria), uno in più rispetto al limite di 10 allievi previsto per legge a favore delle scuole delle minoranze, non concesse il nulla osta all'apertura della classe Prima con conseguente negazione dei diritti linguistici e costituzionali della Comunità Friulanofona.

    Il che dimostra che la Croazia è anni luce davanti all'Italia nel rispetto dei diritti linguistici delle minoranze.

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