mercoledì 9 ottobre 2013

NON C'E' SOLO IL PORTO DI TRIESTE! IL CASO DRAGAGGI "PORTO NOGARO"







NON C’E’
SOLO IL PORTO DI TRIESTE!
IL CASO DRAGAGGI,
“PORTO NOGARO"
(SAN GIORGIO DI NOGARO)

REGIONE, SE CI SEI,
BATTI UN COLPO 
..... E DRAGA !  


(…) è necessario approvare il Protocollo Marano-Grado mutuato da quello di Venezia. Secondariamente, è indispensabile costruire un modello definitivo di ripristino delle barene storiche in cui depositare i fanghi già più volte segnalato dal nostro Comune alla Regione. Questo perché le barene riducono i costi di trasporto e fanno da barriera per i canali medesimi».(…)

Il caso dragaggi: Progetti e soldi ci sono ma le draghe sono ferme 

SAN GIORGIO DI NOGARO. Dodici anni di commissariamento (Ciani, Moretton, Menchini). Un inquinamento che fu dichiarato dal ministero dell’Ambiente. Uno stato di emergenza che alla fine si è dimostrato un flop. Un centinaio di milioni spesi per stabilire come rimuovere i fanghi ritenuti off-limit. L’intervento della magistratura che ha di fatto azzerato dodici anni di straordinaria follia politico-amministrativa made in Italy. E un presente tutto ancora da decifrare.
Si riparte da zero. Che si debba ripartire da zero o quasi è banale ovvietà. Che lo si debba fare in tempi molto stretti appare perlomeno scontato. Che la Regione si sia ripresa in mano la patata bollente è cosa nota. Ma che manchino ancora dati certi sui tempi, sui costi e sulle modalità di rimozione dei fanghi è il vero snodo dell’intera vicenda. A partire da quello che la presenza dei fanghi rende poco competitivo dal punto di vista commerciale i fondali dei canali che conducono a porto Margreth perché le navi di grossa stazza hanno bisogno di un fondale che arrivi almeno a 7 metri e mezzo di profondità rispetto agli attuali sei. (…)

(articolo a firma di  Domenico Pecile)
LEGGI TUTTO L’ARTICOLO
(MESSAGGERO VENETO  - UDINE- 6/10/2013)

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2 commenti:

  1. Presidente Debora Serracchiani, possiamo sottovoce ricordarLe che in regione non esiste "solo" il Porto di Trieste? Possiamo ricordarLe che il Consorzio industriale AUSSA CORNO ( il maggiore della Regione) ha necessità di un porto con il canale finalmente dragato?

    O tutte le energie della sua Giunta sono rivolte esclusivamente ai problemi del Porto di Trieste?

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  2. Settimanale della Arcidiocesi di Udine - “La Vita Cattolica” - giovedì 30 maggio 2013

    La pesante crisi congiunturale che anche il Friuli sta vivendo non ha mancato di manifestare ripercussioni sull'attività del porto di Nogaro, storica realtà economica che si sviluppa sulle sponde del tratto finale del fiume Corno, unico porto in provincia di Udine e porto più a Nord dell'Adriatico, attorno al quale si è sviluppata, a partire dagli anni 60 del secolo scorso, la Zona industriale Aussa Corno (Ziac), della quale Porto Nogaro costituisce, dando lavoro a 450 addetti più l'indotto, la più grande azienda.

    DOMANDA: Ma il problema più impellente dell'area portuale non è tanto la crisi, quanto l'ormai annosa questione dei dragaggi.

    RISPOSTA: «Risolto questo, la potenzialità e l'attrattività della struttura aumenterebbero e l'attività potrebbe raddoppiare», ha spiegato a «la Vita Cattolica» Luigi Spalluto, comandante dell'Ufficio circondariale marittimo di Porto Nogaro, distaccato dalla Capitaneria di porto di Monfalcone, dalla quale dipende. «Il porto di Nogaro è una realtà di grande importanza per la Bassa friulana - spiega Spalluto -. Offre un servizio rilevante alla Ziac, nata grazie alla facilità di movimentazione delle merci che grazie al porto è possibile, oltre alla presenza di altre importanti infrastruture come l'Autostrada A4 Venezia-Trieste-Tarvisio. Qui sono installate due compagnie portuali fra di loro consorziate, la Midolini e l'Impresa Portuale Porto Nogaro, che occupano una cinquantina di addetti, e operano la Guardia di finanza e la Dogana, per le attività di vigilanza e gestione delle pratiche relative alle merci, il nostro ufficio di Capitaneria di porto, che si occupa della gestione dell'entrata e uscita delle navi e di garantire la sicurezza della navigazione, e diverse agenzie marittime, che gestiscono gli arrivi e le partenze delle navi. Una realtà estremamente interessante e dalle enormi potenzialità, per la quale come Ufficio marittimo ci adoperiamo per ottenere la massima operatività, agevolando e garantendo la sicurezza della navivigazione»

    (...)

    DOMANDA: L'obiettivo, dunque, è di attrarre nuovi traffici?

    RISPOSTA: «Ci stiamo impegnando proprio in questa direzione, ad esempio con i rottami ferrosi».

    DOMANDA: Porto Nogaro sta soffrendo molto per la crisi?

    RISPOSTA: «Quello di Nogaro è un porto che lavora, nonostante la crisi in atto, anche se è vero che quest'anno stiamo registrando un momento di difficoltà. Dopo il boom del 2012, infatti, nel primo trimestre del 2013 si è registrato un calo del 25% di attività di movimentazione merci, dovuto soprattutto al calo del trasporto delle bramme a causa dell'ormai annoso problema del mancato dragaggio e dei fondali, per il quale nemmeno la nomina di un commisario ha portato ai benefici sperati. Gli attuali fondali, ridotti a sì e no sei metri di pescaggio, permettono infatti il passaggio solo di navi piccole, di circa 5 mila tonnellate di stazza».

    DOMANDA: Le prospettive, dunque?

    RISPOSTA: «Se con i dragaggi i canali venissero portati, come è auspicabile, a 7,5 metri, si permetterebbe il passaggio di navi di 8-10 mila tonnellate, più adatte per i traffici tradizionali di questo porto. Il problema vero non è dunque la mancanza di merci, ma l'attuale inadeguatezza a riceverle: risolto questo problema, la potenzialità e l'attrattività della struttura aumenterebbero, a vantaggio anche di tutta la zona industriale».
    (…)

    http://comitat-friul.blogspot.it/2013/05/porto-nogaro-quando-i-dragaggi.html

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