martedì 6 luglio 2010

Visco:campo di concentramento fascista

Comunicato stampa, con preghiera di pubblicazione o di annuncio

È come quando si tiene un tappo di sughero sott’acqua: si toglie la mano e torna a galla, così la memoria, in questi giorni di esami scolastici. Solo che una parte si vuole dimenticare. Ci sono gli scafati, con finalità ideologiche nell’anestetizzare la memoria, e ci sono quelli terra terra a lasciare il mondo quieto, sperando che tempo, e qualche spinta, facciano il loro corso, per dire che conviene far altro. In questa categoria, il Comune di Visco (Friuli, provincia di Udine): scuole in visita al campo di concentramento fascista (leggibile per intero nel cuore logistico)? Confinate un passo di là della porta! Studenti in prospettive europee da Auschwitz e Birkenau? Stesso trattamento. Artista di fama mondiale, Claude Andreini, fotografo, che vuole realizzare un servizio sul campo? “Spiace comunicare che l’ingresso alla caserma è consentito solo nell’area circostante la sede del gruppo comunale di protezione civile in quanto la restante parte risulta non essere adeguata in modo tale da garantire un libero accesso in condizioni minime di sicurezza”.
 Tagliati alberi buoni, da tigli a cedri a noci, lasciati in piedi quelli “pericolosi”. Si è ipotizzato che ci siano cose da nascondere. Forse, questo non c’è: si sa di un edificio storico scotennato dopo la caduta di un albero sul tetto in eternit (circostanze mai chiarite in interrogazioni solo parzialmente evase). Ora l’edificio storico del campo è in disfacimento. Mancano un paio di metri quadri di protezione su di un edificio? Ci si guarda bene da mettere un semplice telo di plastica per salvarlo. Pare un gioco al massacro, come nelle ex cucine seminuove, saccheggiate dopo la vendita di qualche arredo interno (saccheggio denunciato alla forza pubblica?), così elementi della illuminazione segati alla base, portati e giacenti altrove. Si intravede disegno preciso: lasciar crollare; in Italia, prima o poi, il “nuovo” può anche superare il vincolo della Soprintendenza che ha ritenuto meritevole di tutela più di metà caserma. Per fortuna, se ne parla. Anche Boris Pahor, a Ronchi, pochi giorni fa. A Gorizia, all’auditorium, degli studenti tenuti sulla porta, hanno parlato a centinaia di giovani. All’Università Alpe Adria di Klagenfurt, il rifiuto di far entrare professori di storia della Carinzia ha fatto così notizia. Poco tempo fa, due professori universitari e una ventina di studenti, in visita anche a Visco, non hanno neppure chiesto al Comune: sono rimasti sulla porta per evitare umiliazioni. Le umiliazioni inflitte al campo con un luogo di allenamento di cani (per bene) da catastrofe e con una discarica (c’è ancora?). In vari posti d’Europa se ne parla…Un compositore di fama, il m.o Orlando Di Piazza, ha musicato (per pianoforte e baritono) due poesie del poeta sloveno Igo Gruden, scritte nel campo. Qui, invece, ci si illude di passare all’eternità per aver distrutto la memoria di un campo di concentramento e di un paese per cinque secoli sul confine.

Ringrazia ed ossequia
Prof. Ferruccio Tassin
Coordinatore della Associazione “Terre sul Confine”
Visco, 23 giugno 2010
Per eventuali richieste di ulteriori notizie o per richiesta di documentazione fotografica,
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